Ritratto intenso di un veterano Gurkha anziano, con il volto segnato dal tempo e dall'esperienza, che guarda con orgoglio verso l'orizzonte. Sullo sfondo, le montagne del Nepal. L'immagine è un portrait photography, 35mm, con un effetto duotone seppia e grigio per sottolineare la storia e la resilienza, ma anche la vulnerabilità discussa nell'articolo.

Eroi Silenziosi, Rischi Nascosti: La Salute dei Veterani Gurkha Sotto la Lente in Nepal

Amici, oggi voglio parlarvi di un gruppo di persone davvero straordinarie, i Gurkha. Soldati nepalesi famosi in tutto il mondo per il loro coraggio, la loro abilità in combattimento e una resilienza che definirei leggendaria. Hanno servito con onore nelle forze armate britanniche, indiane e di Singapore, partecipando a conflitti globali che hanno segnato la storia. Ma cosa succede a questi eroi una volta che appendono l’uniforme al chiodo e tornano alla vita civile in Nepal? Sembra incredibile, ma proprio loro, temprati da anni di disciplina militare e addestramento fisico rigoroso, si trovano ad affrontare un nemico subdolo e silenzioso: le malattie non trasmissibili (MNT), e in particolare l’ipertensione.

Uno studio recente, condotto nel distretto di Palpa, nella provincia di Lumbini in Nepal, ha voluto vederci chiaro, accendendo un faro su una popolazione che, nonostante il suo glorioso passato, è stata spesso trascurata dalla ricerca medica. E i risultati, ve lo dico subito, fanno riflettere.

Un Cambio di Vita, Nuovi Rischi

Pensateci un attimo: passare da una vita militare super attiva e regolamentata a una routine civile, magari più sedentaria, può comportare cambiamenti drastici. Meno attività fisica, abitudini alimentari che si modificano (magari con un occhio di riguardo in meno alla bilancia), un possibile aumento del consumo di alcol o di tabacco. Tutti fattori che, ahimè, aprono le porte alle MNT.

Lo studio ha coinvolto 189 veterani Gurkha, intervistandoli e raccogliendo dati preziosi sul loro stile di vita e sulla loro salute. L’obiettivo era duplice: da un lato, capire quanto fossero diffusi i principali fattori di rischio comportamentali (fumo, alcol, dieta scorretta, inattività fisica) e metabolici (obesità, pressione alta); dall’altro, identificare quali di questi fattori fossero i “grandi colpevoli” dietro l’ipertensione in questa specifica comunità.

I Numeri Parlano Chiaro: Un Quadro Preoccupante

Ebbene, i dati emersi non sono proprio rassicuranti. Tenetevi forte:

  • Quasi il 42% dei veterani ha dichiarato di consumare alcol quotidianamente. Una percentuale decisamente alta, soprattutto se pensiamo che l’alcol gioca un ruolo importante nelle usanze sociali e religiose nepalesi, e questo può amplificare il rischio.
  • Un impressionante 90% (sì, avete letto bene, nove su dieci!) consumava meno frutta di quanto raccomandato. E quasi il 29% non raggiungeva nemmeno il fabbisogno di verdura.
  • Circa il 27% svolgeva un livello di attività fisica vigorosa insufficiente. Nonostante il passato militare, il passaggio alla vita civile sembra aver impattato anche su questo fronte.
  • Più di un terzo (quasi il 36%) era in sovrappeso o obeso. Questo dato è interessante se confrontato con la popolazione nepalese indigena, dove i tassi sono più bassi. Il cambio di dieta e le abitudini sociali, come la tradizione dell'”Ettar” (offrire sempre un po’ più di cibo agli ospiti), potrebbero giocare un ruolo.
  • E la pressione? Quasi la metà dei partecipanti, il 47,62%, è risultata ipertesa. Un dato significativamente più alto rispetto alla media nazionale nepalese.

Solo per darvi un’idea, il 12,7% era fumatore corrente, e quasi tutti (98,4%) avevano consumato alcol almeno una volta nella vita. L’obesità centrale, quella “pancetta” che è un forte predittore di diabete di tipo II e altre MNT, era presente in circa un terzo dei veterani. E parlando di diabete, solo l’11,64% ha riferito di monitorare regolarmente la glicemia, e tutti questi avevano il diabete, evidenziando una lacuna nello screening.

Un gruppo di veterani Gurkha di mezza età e anziani, in abiti civili, seduti insieme in un contesto comunitario rurale del Nepal, magari sotto un albero o in una piazza del villaggio, mentre conversano. L'immagine dovrebbe trasmettere un senso di cameratismo ma anche la vulnerabilità legata all'età e al cambio di stile di vita. Portrait photography, 35mm lens, depth of field, luce naturale calda.

I Veri “Interruttori” dell’Ipertensione

Ma quali sono, tra tutti questi fattori, quelli che più spingono verso l’ipertensione? L’analisi statistica più approfondita (una regressione logistica multivariata, per i più tecnici tra voi) ha messo in luce tre “cattivi” principali:

  1. Il consumo quotidiano di alcol: i veterani che bevevano alcol ogni giorno avevano una probabilità più che tripla (AOR: 3.13) di essere ipertesi rispetto a chi non lo faceva.
  2. La scarsa attività fisica vigorosa: chi dedicava meno di 75 minuti a settimana ad attività fisica intensa aveva una probabilità quasi cinque volte maggiore (AOR: 4.82) di soffrire di ipertensione. Un dato che fa riflettere sull’importanza di mantenere un certo livello di movimento anche dopo il congedo.
  3. Il sovrappeso/obesità: essere in sovrappeso o obesi aumentava di tre volte e mezzo (AOR: 3.50) le probabilità di avere la pressione alta rispetto a chi aveva un peso normale.

Questi risultati sono piuttosto eloquenti, non trovate? Ci dicono che, anche per guerrieri leggendari come i Gurkha, le “buone abitudini” sono fondamentali per una vecchiaia in salute.

Perché Proprio Loro? Il Contesto Culturale e Sociale

Potreste chiedervi: ma perché questa popolazione sembra essere così a rischio? Oltre al già citato cambio di stile di vita post-pensionamento, ci sono fattori culturali da considerare. L’alcol, come accennato, è spesso presente nelle riunioni sociali e nelle cerimonie. Le abitudini alimentari possono privilegiare cibi ricchi e processati, a scapito di frutta e verdura fresca, magari anche per una questione di disponibilità o di preferenze acquisite.

È interessante notare che, sebbene circa il 74% dei veterani Gurkha nello studio raggiungesse i livelli raccomandati di attività fisica generale (un dato superiore a quello dei veterani militari statunitensi, per esempio), quel 25% che non li raggiungeva era a rischio significativamente maggiore. Questo suggerisce che il passaggio da un ambiente militare strutturato, con esercizio fisico obbligatorio, a uno civile, dove l’attività fisica dipende dalla motivazione individuale e dalla disponibilità di strutture (come parchi pubblici per esercizi o palestre, che potrebbero mancare), può essere critico.

Inoltre, l’accesso limitato ai servizi sanitari e controlli medici post-servizio non adeguati possono esacerbare ulteriormente questi rischi. Molti veterani tornano in aree rurali dove le strutture sanitarie potrebbero non essere attrezzate per gestire efficacemente le MNT.

Cosa Possiamo Imparare e Cosa Fare?

Questo studio, pur con alcune limitazioni (come il fatto di essere “cross-sectional”, cioè una fotografia scattata in un momento preciso, che non permette di stabilire nessi di causa-effetto definitivi, e il basarsi su dati auto-riferiti, che possono avere qualche imprecisione), è importantissimo. Ci ricorda che nessuna popolazione, nemmeno quella dei valorosi Gurkha, è immune dai rischi legati a stili di vita non ottimali.

Le implicazioni sono chiare: c’è un bisogno urgente di interventi sanitari mirati per questi veterani. Parliamo di:

  • Screening precoci e regolari a livello comunitario per ipertensione, diabete, obesità.
  • Programmi di promozione della salute che incoraggino una dieta equilibrata (più frutta e verdura!), attività fisica regolare e la riduzione del consumo di alcol.
  • Un continuum di cure che non li abbandoni una volta lasciato il servizio militare.

Iniziative che promuovano un’alimentazione sana, l’esercizio fisico, la gestione del peso e la moderazione nel consumo di alcol possono davvero fare la differenza nel migliorare la salute cardiovascolare dei soldati Gurkha in pensione. È una questione di rispetto per il loro passato e di cura per il loro futuro.

In fondo, dopo aver servito con tanto valore, meritano di godersi la pensione nel miglior stato di salute possibile. E noi, come società, abbiamo il dovere di non dimenticarci di loro e delle loro specifiche necessità.

Un medico o un operatore sanitario che misura la pressione sanguigna a un veterano Gurkha in un ambulatorio rurale nepalese. L'ambiente è semplice ma pulito. L'immagine dovrebbe evocare prevenzione e cura. Prime lens, 50mm, depth of field, luce soffusa per un'atmosfera intima e di fiducia.

La ricerca ci ha mostrato la strada: ora tocca agire per proteggere questi eroi anche dai nemici invisibili che minacciano la loro salute.

Fonte: Springer

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