Vita da Studente: Quando gli Ostacoli e la Poca Consapevolezza sulla Salute Mentale Fanno Male
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che tocca da vicino tantissimi ragazzi e ragazze: la vita universitaria e le sue sfide emotive. Sappiamo tutti che gli anni del college sono un periodo pazzesco, pieno di scoperte, crescita, nuove amicizie… ma anche di pressioni accademiche, cambiamenti sociali e personali non indifferenti. È una fase di transizione delicata, dall’adolescenza all’età adulta, e non è raro sentirsi un po’ sotto pressione, vero?
Ecco, proprio di questo parliamo: dei cosiddetti sintomi emotivi – come depressione, ansia e stress – che purtroppo sono compagni di viaggio fin troppo comuni per molti studenti. Un recente studio longitudinale molto interessante, condotto su studenti universitari cinesi tra il 2021 e il 2022, ha cercato di capire meglio come due fattori specifici influenzino questo stato emotivo: gli eventi negativi della vita (pensate a difficoltà interpersonali, problemi di studio, lutti) e l’alfabetizzazione sulla salute mentale (cioè, quanto ne sappiamo sulla salute mentale, come riconoscerne i problemi e come affrontarli).
Cosa Sono Davvero Depressione, Ansia e Stress?
Prima di addentrarci nello studio, facciamo un po’ di chiarezza. Anche se a volte si sovrappongono (disturbi del sonno, stanchezza, tensione muscolare), sono condizioni distinte:
- La depressione è quel macigno caratterizzato da umore basso persistente, senso di disperazione, mancanza di energia e incapacità di provare piacere (anedonia).
- L’ansia è quella sensazione diffusa di disagio, irritabilità, irrequietezza, con difficoltà a rilassarsi.
- Lo stress è una risposta emotiva a situazioni percepite come difficili, che porta a cambiamenti biochimici, fisiologici e comportamentali. Un po’ di stress è normale, ma quello cronico può diventare un problema serio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che depressione e ansia colpiscono centinaia di milioni di persone nel mondo, e tra i giovani (10-24 anni) sono tra le principali cause di “peso della malattia”. Insomma, non parliamo di cose da poco.
Lo Studio Cinese: Numeri e Metodo
Torniamo alla ricerca. Hanno seguito per sei mesi ben 3.210 matricole (età media 19.49 anni) di due università nella provincia di Anhui, in Cina. Perché le matricole? Perché sono proprio nel bel mezzo di quella transizione critica di cui parlavamo. Hanno usato questionari standardizzati per misurare:
- Sintomi emotivi: con la scala DASS-21 (Depression Anxiety Stress Scale).
- Eventi negativi della vita: con l’ASLEC (Adolescent Self-Rating Life Events Checklist).
- Alfabetizzazione sulla salute mentale: con l’AMHLAQ (Adolescent Mental Health Literacy Assessment Questionnaire), sviluppato dallo stesso team di ricerca.
L’obiettivo era vedere non solo come gli eventi negativi e l’alfabetizzazione mentale influenzassero i sintomi emotivi presi singolarmente, ma soprattutto come interagissero tra loro.

I Risultati: Cosa Abbiamo Scoperto?
I risultati sono piuttosto chiari e, per certi versi, preoccupanti. Durante i sei mesi di follow-up:
- Il 15.3% degli studenti ha riportato sintomi depressivi.
- Il 19.7% ha riportato sintomi ansiosi.
- Il 4.2% ha riportato sintomi di stress.
Questi numeri, sebbene inferiori a quelli di altri studi simili, sottolineano comunque l’importanza di non sottovalutare il problema.
Ma ecco il punto cruciale:
Gli eventi negativi della vita sono risultati significativamente associati a un aumento del rischio di sviluppare tutti e tre i tipi di sintomi (depressione, ansia, stress). Questo conferma l’idea che le difficoltà della vita possono davvero innescare problemi di salute mentale.
L’alfabetizzazione sulla salute mentale ha mostrato un ruolo protettivo, ma con delle sfumature. Gli studenti con una conoscenza inadeguata della salute mentale avevano un rischio maggiore di sintomi depressivi e ansiosi rispetto a quelli con una buona alfabetizzazione. Curiosamente, in questo specifico studio, non è emersa una correlazione diretta tra alfabetizzazione mentale e sintomi di stress o salute psicologica generale (ma attenzione, altri studi magari dicono cose diverse).
L’Interazione Pericolosa: Eventi Negativi + Poca Consapevolezza
E qui arriva la scoperta più importante, secondo me. Lo studio ha analizzato l’effetto combinato dei due fattori. E cosa è emerso? Che gli studenti che si trovavano nella condizione peggiore – cioè quelli che avevano vissuto alti livelli di eventi negativi E avevano anche una scarsa alfabetizzazione sulla salute mentale – erano quelli a maggior rischio in assoluto di sviluppare sintomi depressivi (rischio aumentato di quasi 2.5 volte!) e ansiosi (rischio aumentato quasi 2.5 volte!). È come una tempesta perfetta: le difficoltà della vita colpiscono più duramente quando non si hanno gli strumenti (la conoscenza, la consapevolezza) per capirle e affrontarle.

Interessante notare che, per i sintomi di stress, il rischio maggiore era per chi aveva vissuto molti eventi negativi, anche se aveva una buona alfabetizzazione mentale. Forse lo stress è una reazione più diretta agli eventi, mentre depressione e ansia sono più influenzate dalla capacità di “leggere” e gestire la situazione emotiva? È un’ipotesi.
Altri Fattori in Gioco
Lo studio ha anche guardato ad altri aspetti. Ad esempio, è emerso che gli studenti provenienti da famiglie con status economico auto-riferito più basso e quelli che consumavano alcol avevano incidenze significativamente più alte di tutti e tre i tipi di sintomi. Questo ci ricorda che il benessere mentale è influenzato da un insieme complesso di fattori socio-economici e comportamentali. In questo campione, i ragazzi hanno mostrato un’incidenza maggiore di sintomi depressivi rispetto alle ragazze, e i fumatori un’incidenza maggiore di sintomi ansiosi.
Perché Tutto Questo è Importante?
Beh, perché ci dice chiaramente dove possiamo intervenire. Non possiamo sempre evitare gli eventi negativi della vita – fanno parte del gioco, purtroppo. Ma possiamo fare tantissimo per migliorare l’alfabetizzazione sulla salute mentale degli studenti.
Se i ragazzi e le ragazze imparano a:
- Riconoscere i primi segnali di disagio (proprio e altrui).
- Capire cosa sono depressione, ansia, stress.
- Sapere dove e come chiedere aiuto senza vergogna.
- Sviluppare strategie per affrontare le difficoltà (coping).
- Combattere lo stigma associato ai problemi mentali.
Allora avranno uno scudo in più per proteggersi quando la vita si fa dura. Migliorare la MHL (Mental Health Literacy) non solo aiuta a ridurre i sintomi emotivi, ma incoraggia anche comportamenti più sani, come cercare supporto psicologico quando serve.

Limiti e Prospettive Future
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Si basa su auto-valutazioni (quindi possibili bias), è stata condotta in una sola provincia cinese (quindi attenzione a generalizzare troppo) e non ha considerato fattori genetici. Inoltre, sei mesi sono un periodo relativamente breve. Servirebbero studi più lunghi e in contesti diversi.
Tuttavia, il messaggio fondamentale resta forte e chiaro: gli eventi negativi della vita e la scarsa conoscenza della salute mentale lavorano insieme, purtroppo in modo sinergico, aumentando il rischio di sofferenza emotiva negli studenti universitari.
Cosa Possiamo Fare?
Le università, le istituzioni, ma anche noi come comunità, dobbiamo investire di più sull’educazione alla salute mentale. Non basta offrire un servizio psicologico (che è fondamentale, sia chiaro!), bisogna lavorare sulla prevenzione, sulla consapevolezza, sull’abbattimento dello stigma. Interventi mirati a potenziare l’alfabetizzazione mentale potrebbero essere un modo efficace ed economicamente vantaggioso per aiutare gli studenti a costruire resilienza e a navigare le inevitabili tempeste della vita universitaria (e non solo).
Insomma, parliamone, informiamoci, supportiamoci a vicenda. La salute mentale è importante tanto quanto quella fisica, e prendersene cura è un investimento per il futuro di tutti.
Fonte: Springer
