SADI-S: Dopo 5 Anni Funziona Davvero? Vi Racconto Tutto sul Bypass che Fa Discutere!
Ciao a tutti, amici lettori e appassionati di scienza e benessere! Oggi voglio parlarvi di un argomento che sta facendo molto discutere nel mondo della chirurgia bariatrica: il bypass duodeno-ileale a singola anastomosi con gastrectomia a manica, meglio conosciuto con l’acronimo SADI-S. Un nome un po’ complicato, lo so, ma cercherò di spiegarvelo in parole povere. Ho letto con grande interesse uno studio multicentrico olandese pubblicato di recente che ha analizzato gli esiti a 5 anni di questo intervento, e credetemi, ci sono parecchie cose interessanti da scoprire!
Questo studio si è posto l’obiettivo di confrontare i risultati a medio termine (fino a 5 anni, appunto) tra chi ha subito il SADI-S come intervento primario e chi invece lo ha fatto come procedura secondaria, magari dopo una sleeve gastrectomy che non aveva dato i risultati sperati o aveva portato a un recupero di peso. E non solo: hanno anche indagato se la lunghezza del cosiddetto “canale comune” (CC) – una parte specifica dell’intestino coinvolta nel bypass – facesse la differenza. Pronti a partire per questo viaggio scientifico?
Ma cos’è esattamente questo SADI-S?
Immaginatela come una procedura in due fasi, che a volte vengono eseguite insieme (SADI-S primario) e a volte in momenti diversi (SADI-S secondario). La prima parte è la gastrectomia a manica (sleeve gastrectomy), in cui una buona porzione dello stomaco viene rimossa, trasformandolo in un tubo più stretto. Questo già di per sé riduce la quantità di cibo che si può ingerire. La seconda parte, il SADI vero e proprio, prevede la sezione del duodeno (la prima parte dell’intestino tenue) e la sua connessione (anastomosi) a un segmento più distante dell’ileo (l’ultima parte dell’intestino tenue). Questo crea un “canale comune” più corto dove il cibo si mescola con i succhi biliari e pancreatici, riducendo l’assorbimento di grassi e calorie.
L’IFSO (la Federazione Internazionale per la Chirurgia dell’Obesità e dei Disturbi Metabolici) considera il SADI-S un trattamento sicuro ed efficace per l’obesità grave, con tassi di complicanze precoci accettabili. Le complicanze tardive, però, sono spesso legate allo stato nutrizionale del paziente, come carenze di ferro o malnutrizione proteico-energetica. Ed è qui che entra in gioco la lunghezza del canale comune!
SADI-S Primario vs. Secondario: Chi Vince la Sfida del Peso?
Veniamo al dunque: lo studio ha coinvolto 103 pazienti operati tra il 2015 e il 2019. Di questi, 19 hanno fatto il SADI-S come prima scelta, mentre ben 84 lo hanno subito come intervento secondario. E i risultati sulla perdita di peso a 5 anni sono stati… beh, piuttosto netti!
I pazienti che hanno fatto il SADI-S primario hanno mostrato una perdita di peso totale media (%TWL) del 34.8%. Quelli del gruppo secondario, invece, si sono attestati su un 15.9%. Una bella differenza, no? “Ma aspetta un attimo!”, potreste dirmi. “Chi fa il SADI-S secondario ha già perso peso con la sleeve!” Giustissimo. Infatti, se si considera la perdita di peso totale combinata (quella della sleeve più quella del SADI-S successivo), i numeri si avvicinano molto: 32.0% per il gruppo secondario contro il 34.4% del primario. Quindi, in termini di efficacia complessiva sulla perdita di peso, le due strategie sembrano quasi equivalersi. Tuttavia, l’indice di massa corporea (BMI) a 5 anni era comunque più basso nel gruppo primario.
Un dato curioso: nel gruppo secondario, chi aveva recuperato peso dopo la sleeve ha mostrato una maggiore %TWL nel primo anno post-SADI-S rispetto a chi aveva avuto una risposta subottimale fin dall’inizio o a chi aveva un’obesità persistente di classe 2 o superiore. Poi, però, i risultati si sono livellati.
Questo ci dice che la storia clinica del paziente e la risposta individuale alla chirurgia giocano un ruolo fondamentale. Non siamo tutti uguali, e la biologia, la psicologia e i comportamenti individuali influenzano tantissimo il percorso di dimagrimento.
E la Qualità della Vita? Conta, Eccome!
Perdere peso è importante, ma come ci si sente dopo? Lo studio ha usato il questionario BODY-Q per valutare la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL). E qui, di nuovo, il gruppo SADI-S primario ha riportato punteggi significativamente più alti per quanto riguarda l’immagine corporea, la funzione fisica, la funzione psicologica e la funzione sociale. L’unico aspetto in cui non c’erano differenze era il benessere sessuale.
È interessante notare che, in generale, i punteggi di funzione psicologica e fisica dei pazienti SADI-S erano paragonabili a quelli della popolazione generale che non ha subito interventi bariatrici. Tuttavia, sul benessere sociale, sessuale e sull’immagine corporea, i pazienti bariatrici tendono ad avere punteggi diversi. Il fatto che chi ha subito un SADI-S secondario riporti una qualità di vita inferiore potrebbe dipendere dal fatto che il loro percorso è iniziato prima, e alcuni studi suggeriscono che i punteggi BODY-Q tendono a diminuire nel tempo dopo la chirurgia bariatrica.
Il Dilemma del Canale Comune: Più Corto è Meglio? Non Sempre!
Parliamo ora della lunghezza del canale comune (CC). Lo studio ha diviso i pazienti in due gruppi: quelli con un CC ≤ 250 cm e quelli con un CC > 250 cm. Si è osservata una tendenza (non statisticamente significativa in modo schiacciante, ma comunque indicativa) verso una maggiore perdita di peso a 5 anni nel gruppo con CC ≤ 250 cm (25.3% vs 21.3%). Questo ha senso, perché un canale comune più corto implica un maggiore malassorbimento.
Però, c’è un “però” grande come una casa. Un CC più corto sembra portare con sé qualche problemino in più:
- Tendenza a una maggiore prevalenza di anemia e carenza di acido folico a 1 anno.
- Tendenza a carenze più comuni di ferro e vitamina D a 3 e 5 anni.
- La malnutrizione proteico-energetica severa (bassi livelli di albumina) è stata osservata solo in pazienti con CC ≤ 250 cm (4-12% dei casi).
- Una frequenza di defecazione maggiore: il 50% dei pazienti con CC ≤ 250 cm riportava più di due evacuazioni al giorno (mediana 4 volte), contro il 39% (mediana 3 volte) del gruppo con CC > 250 cm.
La consistenza delle feci e il disagio nella vita quotidiana erano simili, ma questi dati suggeriscono fortemente che accorciare troppo il canale comune potrebbe non essere la scelta migliore per tutti. Gli autori, infatti, consigliano di mantenere una lunghezza del canale comune di almeno 250 cm per prevenire malnutrizione e fastidiosi problemi gastrointestinali.
Altri Aspetti da Considerare: Reflusso, Intestino e Carenze
Un’altra preoccupazione comune dopo la chirurgia bariatrica è il reflusso gastroesofageo (GERD). In questo studio, la prevalenza di sintomi di GERD era bassa, il che è positivo. Tuttavia, quasi la metà dei pazienti (51%) usava inibitori di pompa protonica (PPI) a circa 32 mesi dall’intervento. Questo potrebbe significare che i sintomi sono bassi proprio perché i pazienti usano i farmaci, o che l’uso di PPI era già alto prima del SADI-S (sappiamo che il GERD può peggiorare dopo la sola sleeve gastrectomy).
Per quanto riguarda l’intestino, la maggior parte dei pazienti (48%) riportava una frequenza di evacuazione superiore a due volte al giorno, con feci prevalentemente polpose e morbide. Circa il 19% riferiva che questo impattava quotidianamente sulla propria vita.
Sul fronte nutrizionale, dopo il SADI-S si è visto un aumento della prevalenza di carenze di ferritina, acido folico, vitamina D e zinco, così come di anemia e livelli elevati di paratormone (PTH). Curiosamente, la carenza di vitamina B12 è diminuita. Carenze di vitamine A, B1, B6, calcio e bassi livelli di albumina (tranne nei casi con CC molto corto) non erano comuni. Questo sottolinea l’importanza di un’adeguata supplementazione vitaminica e minerale a vita dopo questo tipo di intervento.
Complicanze: Poche ma Buone (si fa per dire!)
Le complicanze a breve termine (entro 30 giorni) si sono verificate nel 5.8% dei casi, tutte nel gruppo SADI-S secondario. Quelle a lungo termine (oltre 30 giorni) nel 6.7% dei casi, con la maggior parte sempre nel gruppo secondario. Questo suggerisce che gli interventi di revisione (come il SADI-S secondario) potrebbero essere tecnicamente più complessi. Comunque, i tassi di complicanze sono considerati accettabili e in linea con la letteratura esistente. Non ci sono state complicanze gravissime (classificate come Clavien-Dindo IV o V).
Limiti dello Studio e Conclusioni Finali
Come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti. Essendo retrospettivo, ha sofferto di una perdita di pazienti al follow-up (solo il 53% ha completato i 5 anni). Il gruppo SADI-S primario era piuttosto piccolo (19 pazienti) e proveniva da un unico centro, il che potrebbe limitare la generalizzabilità del confronto. Inoltre, non sempre era noto se durante il SADI-S secondario fosse stata eseguita una “re-sleeve” (un ulteriore restringimento dello stomaco) e non si è tenuto conto dell’impatto dell’uso di multivitaminici sullo stato nutrizionale.
Nonostante ciò, le conclusioni sono preziose. Sia il SADI-S primario che quello secondario sono procedure sicure che portano a una buona e duratura perdita di peso fino a 5 anni. È fondamentale, però, che la lunghezza del canale comune sia di almeno 250 cm per evitare problemi di malnutrizione e disturbi gastrointestinali. E, cosa importantissima, non bisogna trascurare l’impatto sulla qualità della vita, specialmente dopo un SADI-S secondario.
Insomma, la ricerca futura dovrà ampliare lo sguardo oltre i soli chili persi, includendo sempre di più gli esiti riportati dai pazienti stessi, per capire davvero l’impatto di questi interventi sulla vita quotidiana delle persone. Spero che questa “chiacchierata” vi sia stata utile per capire meglio il mondo del SADI-S! Alla prossima!
Fonte: Springer