Fotografia realistica di una assistente sanitaria comunitaria zambiana sorridente che parla con una madre e il suo bambino fuori da una semplice abitazione in un villaggio rurale dello Zambia. Scena toccante che illustra l'assistenza sanitaria di base e la fiducia. Obiettivo da ritratto 35mm, profondità di campo, luce naturale calda del tardo pomeriggio.

Zambia: Gli Angeli Custodi della Salute Materna e Infantile – Il Ruolo Chiave degli Assistenti Sanitari Comunitari (CHA)

Amici, oggi voglio parlarvi di una storia che mi ha toccato nel profondo, una di quelle che ci ricorda quanto sia prezioso il lavoro sul campo, specialmente quando si tratta della salute delle mamme e dei bambini. Immaginatevi lo Zambia, un paese meraviglioso ma, come tante nazioni a basso e medio reddito, con una carenza cronica di personale sanitario. Questa mancanza si fa sentire soprattutto nell’assistenza sanitaria di base, quella che dovrebbe essere la prima linea di difesa per la salute materno-infantile (MCH), la nutrizione, la lotta all’HIV e il contrasto alla violenza di genere.

Ecco, in questo scenario entrano in gioco figure fondamentali: gli Assistenti Sanitari Comunitari, o CHA (Community Health Assistants). Tra il 2019 e il 2021, la Clinton Health Access Initiative (CHAI), in collaborazione con il Ministero della Salute zambiano, ha lanciato un progetto per rafforzare proprio il loro ruolo. E credetemi, i risultati sono stati illuminanti!

Chi sono questi eroi silenziosi? Gli Assistenti Sanitari Comunitari (CHA)

Prima di addentrarci nel progetto, spendiamo due parole su chi sono i CHA in Zambia. Il paese ha introdotto una strategia nazionale per i CHW (Community Health Workers, di cui i CHA sono una componente specifica) nel 2010, con l’obiettivo di formare 5.000 CHA entro il 2021 per colmare il divario di personale sanitario. Pensate che nel 2020 ce n’erano già 3.191 sparsi in tutto il paese! Per diventare CHA, bisogna aver completato il dodicesimo anno di scuola e possedere un certificato. Solitamente, vengono selezionati due CHA per ogni struttura sanitaria, idealmente dalla comunità stessa che andranno a servire.

Questi assistenti sono stati cruciali nel mitigare alcune delle sfide dell’assistenza sanitaria primaria a livello comunitario, facendo sensibilizzazione, creando domanda di servizi, identificando casi e facendo follow-up. Tuttavia, anche loro hanno affrontato non poche difficoltà: incentivi inadeguati, supervisione debole, percorsi di carriera poco chiari e problemi logistici, come la mancanza di trasporti. Sfide che, ovviamente, limitano il loro impatto.

L’intervento che ha fatto la differenza: cosa è stato fatto?

Il progetto di CHAI e del Ministero della Salute mirava proprio a potenziare le capacità dei CHA. Come? Attraverso una serie di interventi mirati:

  • Formazione e manuali: Fornire gli strumenti giusti per lavorare al meglio.
  • Politiche di reclutamento e dispiegamento più chiare: Assicurarsi che le persone giuste siano nel posto giusto.
  • Potenziamento dei supervisori dei CHA: Perché una buona guida è fondamentale.
  • Supporto logistico: Parliamo di biciclette, zaini, impermeabili – essenziali per raggiungere le comunità.
  • Incentivi finanziari: Un riconoscimento concreto per il loro lavoro, come il supporto salariale mensile fornito da CHAI a 600 CHA per 18 mesi.
  • Licenze professionali: CHAI ha anche aiutato 175 CHA a ottenere la licenza per praticare dall’Health Professionals Council of Zambia (HPCZ).

Per capire l’impatto di tutto questo, è stato condotto uno studio qualitativo enorme: 189 interviste individuali e a informatori chiave, più 20 focus group in tutte e 10 le province dello Zambia. Hanno parlato con i CHA, i loro supervisori, altri operatori sanitari, membri dei comitati sanitari di quartiere e gente comune. L’analisi di questi dati, basata su un modello concettuale chiamato “Community Systems Strengthening” (CSS) del Global Fund, ha rivelato cose davvero interessanti.

Cosa fanno esattamente i CHA? Un Esercito di Premura sul Campo

Vi chiederete, ma nel concreto, cosa fanno questi CHA per le mamme e i bambini? Beh, tantissimo! Immaginateveli mentre vanno di casa in casa, nei villaggi più remoti.

Per la salute materna, neonatale e infantile, i CHA sono stati dei veri e propri educatori. Insegnavano alle donne incinte l’importanza della nutrizione, della prenotazione precoce delle visite prenatali, della partecipazione ai servizi pre e postnatali, dei segnali di pericolo durante la gravidanza e della prevenzione della malaria (tipo, dormire sotto una zanzariera). Un ruolo cruciale l’hanno avuto nell’incoraggiare le donne a partorire nelle strutture sanitarie. Una partecipante a un focus group ha detto: “Sì, ci insegnano che se sei incinta devi venire per l’assistenza prenatale. Insegnano un sacco di cose come prendersi cura del corpo e della gravidanza, l’igiene…”.

Per quanto riguarda la salute dei bambini, i CHA facevano follow-up con i genitori per assicurarsi che portassero i figli malati in clinica e che le mamme si prendessero cura adeguatamente dei neonati dopo il parto. Incoraggiavano le vaccinazioni, pesavano i bambini, misuravano la loro altezza e lunghezza. Un operatore sanitario ha raccontato: “…quando il bambino e la madre vengono dimessi dalla struttura, loro [i CHA] vanno a visitarli, si assicurano che vengano per il postnatale qui entro i primi sei giorni… continuano a visitarli anche a sei settimane per incoraggiarli a venire in struttura per i vaccini…”.

Fotografia di ritratto di un assistente della salute della comunità dello Zambia, una donna di 30 anni con un sorriso gentile, che pesa delicatamente un bambino tenuto da sua madre in una semplice sala clinica nella Zambia rurale. Lenti da 35 mm, profondità di campo, illuminazione a finestra naturale morbida, cattura di un momento di cure e monitoraggio della salute dei bambini di routine.

Ma non finisce qui! I CHA si occupavano anche di nutrizione, insegnando ai genitori e ai membri della comunità come preparare cibi e diete equilibrate per evitare la malnutrizione. Visitavano le case per valutare lo stato nutrizionale delle famiglie, identificando i bambini malnutriti e indirizzando i casi gravi alle strutture sanitarie. “Ci danno medicine e anche al bambino danno medicine, ci danno anche istruzioni sui diversi tipi di cibo da mangiare affinché sia la madre che il bambino stiano bene e mantengano corpi forti”, ha condiviso una donna.

E poi c’è la sensibilizzazione sull’igiene e la sanità pubblica: promuovere la costruzione di latrine, l’importanza di lavarsi le mani. Un CHA ha detto con orgoglio: “Quando dico loro di pulire i dintorni, costruire capanne dove cucinare e avere latrine e lavandini vicino alle latrine e loro fanno queste cose, allora mi stanno sostenendo… Usano zanzariere per prevenire la malaria, e hanno anche scavato fosse.”

I CHA hanno anche diffuso informazioni sull’uso del preservativo per prevenire l’HIV e le infezioni sessualmente trasmissibili, sull’importanza del test HIV e sulla prevenzione della trasmissione da madre a figlio. Andavano nelle comunità per offrire consulenza volontaria e servizi di test a domicilio e aiutavano a distribuire preservativi e persino farmaci antiretrovirali (ART) a chi non poteva recarsi in struttura.

Infine, un altro campo d’azione importantissimo è stato quello della violenza di genere (GBV). I CHA sensibilizzavano adulti e bambini sulla GBV, offrivano consulenza, aiutavano a denunciare i casi e a indirizzare le vittime verso istituzioni competenti come la polizia o le strutture di leadership tradizionale. “Sulla violenza di genere, parliamo alle persone dei pericoli della violenza di genere e delle conseguenze dei litigi… Abbiamo visto una riduzione di tali casi dopo che hanno iniziato a insegnarci nella comunità. Le persone ora sono consapevoli che possono denunciare alla struttura e al capo villaggio”, ha testimoniato un partecipante.

Gli Ingredienti del Successo: Come Potenziare il Loro Lavoro

Allora, cosa ha reso possibile tutto questo? Lo studio ha evidenziato alcuni fattori chiave, perfettamente in linea con il modello CSS.

Risorse e sviluppo delle capacità: La formazione per i supervisori dei CHA (ben 456 formati!) è stata fondamentale. Ha permesso loro di capire meglio i compiti e i ruoli dei CHA e di agire come veri e propri mentori. Questo ha migliorato anche le relazioni di lavoro tra CHA e membri della comunità. Il supporto salariale e logistico (biciclette, ecc.) fornito da CHAI ha dato una spinta enorme. Immaginate un supervisore che dice: “L’unica formazione che abbiamo condotto… li portiamo per la pratica, abbiamo formato alcuni membri dello staff… su come gestire i CHA quando li distribuiamo per le sessioni pratiche…”. Certo, non tutti i supervisori erano stati formati, e questo a volte creava incomprensioni sul ruolo dei CHA.

Reti comunitarie, collegamenti e coordinamento: Questo è un punto cruciale! La formazione dei supervisori ha anche migliorato il coordinamento con gli attori della comunità. I CHA hanno lavorato a stretto contatto con leader tradizionali e religiosi, comitati sanitari di quartiere (NHC), volontari sanitari comunitari (CBV) e la leadership locale. Erano il ponte tra la comunità e la struttura sanitaria. Un CHA ha raccontato: “Il rapporto di lavoro è semplicemente ok. Ho il presidente dell’HCC che è molto disponibile con me e mi aiuta con qualsiasi cosa io chieda. La maggior parte delle volte usiamo la sua moto personale per andare nelle aree più remote e non si rifiuta… quindi, abbiamo un buon rapporto di salute con lui e altri membri della comunità perché lo conoscono molto bene.”

La fiducia è stata un elemento chiave. I membri della comunità si fidavano dei CHA perché mantenevano la riservatezza e perché erano presenti, ascoltavano. A volte, le persone si sentivano più a loro agio a parlare con un CHA che con il personale della struttura sanitaria, specialmente per questioni delicate come la pianificazione familiare. “Mi ricordo che una volta una donna è venuta qui, solo per la pianificazione familiare… mi ha chiamato fuori, no, lui è mio figlio, non posso andare lì a parlare di pianificazione familiare, inizierà a chiedersi perché ho bisogno della pianificazione familiare…” ha raccontato una CHA, evidenziando come la conoscenza diretta potesse essere a volte un ostacolo, ma anche come la sua figura fosse percepita come più accessibile.

Scatto d'azione di un assistente sanitario della comunità dello Zambia in sella a una bicicletta su una polverosa strada rurale in Zambia, trasportando una borsa medica. Teleotdo lente zoom, 100-400 mm, velocità dell'otturatore rapido per catturare il movimento, con uno sfondo leggermente sfocato che mostra una vegetazione sparsa e una capanna lontana. L'immagine trasmette la dedizione e la sfida di raggiungere le comunità remote.

Le Sfide sul Percorso: Non è Tutto Oro Ciò che Luccica

Nonostante i successi, lo studio ha messo in luce anche diverse barriere. La carenza di forniture e medicinali in alcune strutture sanitarie è un problema serio. A volte i CHA potevano identificare un problema ma non avere i mezzi per risolverlo. E spesso, le necessità della comunità venivano dopo quelle della struttura sanitaria principale.

Le sfide persistenti nei trasporti, nonostante il supporto con le biciclette, limitavano la capacità dei CHA di raggiungere le aree più distanti. Non tutte le strutture avevano abbastanza biciclette per ogni CHA.

Un altro punto dolente era il mancato rispetto dei criteri di reclutamento e selezione dei CHA. A volte i CHA venivano trasferiti o non erano originari della comunità in cui lavoravano. Questo poteva creare diffidenza e barriere linguistiche. “Diventa una sfida solo quando ricevi qualcuno che non è della comunità… non conosco i criteri che usano per l’arruolamento, quindi ti ritrovi a ricevere qualcuno da un altro posto che non conosce nemmeno la lingua, quindi diventa una sfida per quella persona comunicare con le persone della struttura,” ha spiegato un responsabile.

La carenza di personale sanitario qualificato nelle strutture, specialmente nelle aree rurali, faceva sì che i CHA fossero spesso impiegati all’interno della struttura sanitaria invece che nella comunità per l’80% del loro tempo, come previsto. Questo, ovviamente, limitava la loro presenza sul territorio e la loro interazione con la popolazione.

Infine, per quanto riguarda il monitoraggio e la pianificazione, sebbene l’arrivo dei CHA e il supporto logistico avessero migliorato la disponibilità dei dati e la tempestività dei report (attraverso un sistema chiamato HIA4 A), a volte i rapporti dei CHA erano incompleti, rendendo difficile per i supervisori fornire un feedback di qualità.

Guardando al Futuro: Monitoraggio e Prospettive

Cosa ci insegna questa esperienza zambiana? Prima di tutto, che investire in programmi come la formazione, il supporto logistico e gli incentivi per i CHA porta a un miglioramento tangibile nell’erogazione dei servizi di assistenza sanitaria primaria, inclusi quelli per la salute materno-infantile. La maggiore consapevolezza e domanda di servizi è una conseguenza diretta della presenza di CHA formati e capaci di raggiungere le persone dove vivono.

La stretta collaborazione tra i CHA, la comunità e il sistema sanitario formale ha creato una piattaforma per la condivisione di esperienze, l’apprendimento reciproco e la costruzione della fiducia. Questo approccio collaborativo può portare a un migliore adattamento dei servizi sanitari alle necessità locali, promuovendo l’appropriazione da parte della comunità.

Certo, le sfide restano, come la disponibilità di farmaci e attrezzature o la necessità di formare tutti i supervisori. Per rafforzare ulteriormente le operazioni dei CHA e l’intero sistema sanitario comunitario, è fondamentale che il governo implementi le strategie delineate nella Politica Nazionale sul Volontariato lanciata nel 2022. Una strategia chiave è l’aumento degli stanziamenti di bilancio per sostenere la standardizzazione degli incentivi, della formazione, della supervisione e delle risorse operative per gli operatori comunitari, come materiali e trasporti.

Insomma, la storia dei CHA in Zambia è una testimonianza potente di come, con il giusto supporto e la giusta visione, si possa fare una differenza enorme nella vita delle persone, specialmente delle più vulnerabili. È un modello da cui, credo, molti possono imparare.

Scatto paesaggio grandangolare di un villaggio rurale dello Zambia al crepuscolo, con semplici capanne e un sentiero sterrato. Lunga esposizione per catturare la luce morbida e un senso di tranquillità, ma anche suggerendo l'isolamento. Lente grandangolare da 10-24 mm, focus acuto in tutta la scena. Questa immagine imposta il contesto per dove funzionano i chas.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *