Rotula ‘Storta’ e Dolore al Ginocchio? Non è Solo Lei la Colpevole! Scopriamo la Sindrome da Iperpressione Esterna
Amici, parliamoci chiaro: il dolore al ginocchio è una bella seccatura, vero? Spesso, quando sentiamo quel fastidio anteriore, la prima indiziata è sempre lei, la nostra cara rotula. E non a torto! Ma se vi dicessi che a volte il problema è più complesso e che una rotula un po’ “dispettosa” può fare danni anche dove non ce lo aspetteremmo? Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo del ginocchio, per scoprire qualcosa di più sulla sindrome da iperpressione esterna della rotula (ELPS) e su come, a sorpresa, possa coinvolgere anche la cartilagine del piatto tibiale.
Ma cos’è esattamente questa ELPS?
Immaginate la rotula come una sorta di “nocciolina” che scorre in un solco del femore (la troclea femorale) quando pieghiamo ed estendiamo il ginocchio. Nella ELPS, succede che il retinacolo laterale, una specie di nastro fibroso che sta sul lato esterno della rotula, diventa troppo teso o ispessito. Questo “tira” la rotula verso l’esterno, facendola inclinare in modo anomalo. Il risultato? Una pressione eccessiva sulla faccetta laterale della rotula e sulla parte laterale della troclea femorale. Pensate a una porta che sfrega contro lo stipite perché le cerniere non sono ben allineate: a lungo andare, si usura! Ecco, la ELPS è un po’ così: un problema di “allineamento” e tracciamento della rotula che, se trascurato, può portare alla degenerazione della cartilagine.
I sintomi classici sono un dolore diffuso nella parte anteriore del ginocchio, soprattutto all’inizio, che poi può diventare più localizzato e intenso con l’avanzare del problema. Salire le scale o accovacciarsi diventano attività dolorose. È una condizione che rientra nel grande calderone della sindrome dolorosa femoro-rotulea (PFPS), che, pensate un po’, rappresenta dal 25% al 40% di tutti i disturbi del ginocchio!
La scoperta che ci ha sorpreso: non solo la rotula!
Fin qui, tutto abbastanza noto agli addetti ai lavori. Si sa che l’inclinazione laterale della rotula porta a usura della cartilagine femoro-rotulea. Ma la domanda che ci siamo posti, e che ha guidato uno studio retrospettivo su 141 pazienti, è stata: “Ci sono altre lesioni cartilaginee nel ginocchio associate a questa sindrome, magari in zone che non sospettiamo?”. Ebbene sì, la risposta è stata sorprendente!
Analizzando attentamente le risonanze magnetiche (RM) e i risultati delle artroscopie (un esame che permette di guardare dentro l’articolazione con una piccola telecamera) di questi pazienti, abbiamo scoperto che la ELPS non si limita a danneggiare la cartilagine della rotula e del femore. Abbiamo trovato, con una certa frequenza, lesioni cartilaginee anche in due punti specifici del piatto tibiale:
- La regione centrale del piatto tibiale mediale (la parte interna della tibia).
- La regione posteriore del piatto tibiale laterale (la parte esterna e posteriore della tibia).
Queste localizzazioni sono piuttosto caratteristiche e, cosa interessante, non sembrano essere influenzate né dal sesso né dall’età dei pazienti. Certo, abbiamo osservato che l’incidenza di difetti cartilaginei a tutto spessore (i più gravi, quelli di grado “d” nella nostra classificazione) aumenta gradualmente con l’età, specialmente negli over 50, ma la presenza di queste lesioni specifiche sulla tibia sembra proprio una “firma” della ELPS.
Nello studio, la risonanza magnetica ha mostrato che l’incidenza più alta di lesioni era proprio nella parte centrale del piatto tibiale mediale (ben il 93,80% dei casi!), seguita dalla regione posteriore del piatto tibiale laterale (89,5%) e dalla cresta centrale della rotula (74,10%). L’artroscopia ha confermato questi dati, con un’incidenza dell’80,90% sia per il piatto tibiale mediale centrale che per quello laterale posteriore. C’è stata un’ottima concordanza generale tra i due metodi di valutazione, il che rafforza i nostri risultati.
Perché la tibia? L’ipotesi biomeccanica
Ma perché una rotula “storta” dovrebbe danneggiare la tibia in quei punti precisi? Questa è la domanda da un milione di dollari! La nostra ipotesi, basata anche su studi biomeccanici precedenti che correlano il maltracking rotuleo con alterazioni della pressione nell’articolazione tibio-femorale, è che l’inclinazione laterale della rotula possa indurre una rotazione interna della tibia. Questa rotazione altererebbe la distribuzione del carico e le aree di contatto tra femore e tibia, portando a un’usura anomala proprio in quelle zone.
Normalmente, le lesioni cartilaginee sul piatto tibiale si trovano più centralmente, dove c’è il maggior carico. Ma nei pazienti con ELPS, la lesione sul piatto tibiale laterale è notevolmente più posteriore. Questo ci fa pensare che ci sia davvero un cambiamento nella meccanica del ginocchio. Ovviamente, questa è un’ipotesi che necessita di ulteriori conferme attraverso studi biomeccanici più specifici, magari utilizzando analisi agli elementi finiti (modelli computerizzati super dettagliati) o studi su cadavere.
Cosa succede alla cartilagine della rotula con l’età?
Tornando alla rotula, abbiamo notato un andamento interessante. Nei pazienti più giovani (sotto i 20 anni) e in quelli di mezza età (20-50 anni), la lesione cartilaginea più frequente sulla rotula era sulla sua cresta centrale. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la cresta è sottoposta a un maggiore stress da taglio. Nelle persone sopra i 50 anni, invece, la regione più colpita della rotula diventava quella mediale (interna). Qui l’ipotesi è che l’inclinazione laterale della rotula porti a una sorta di “privazione di stress” sulla parte mediale, che a lungo andare causa degenerazione. La faccetta laterale, invece, subisce un’alta pressione verticale, ma questo processo di usura sembra più lento rispetto a quello da stress da taglio o da deprivazione.
Abbiamo anche classificato la gravità delle lesioni cartilaginee (usando una scala da ‘a’ a ‘d’, dove ‘a’ è una sclerosi iniziale dell’osso subcondrale e ‘d’ è un difetto a tutto spessore con osso esposto). Come prevedibile, i pazienti più giovani mostravano prevalentemente lesioni di grado ‘a’ e ‘b’ (più superficiali), mentre i pazienti più anziani (sopra i 50 anni) presentavano più spesso lesioni di grado ‘c’ e ‘d’. L’incidenza dei difetti cartilaginei più gravi (grado ‘d’) era significativamente più alta nel gruppo over 50.
Altre osservazioni e direzioni future
Un altro dato emerso è la coesistenza, in alcuni pazienti con ELPS, di lesioni orizzontali del corno posteriore del menisco, senza una storia apparente di trauma al ginocchio e senza correlazione con età o sesso. Anche questo aspetto merita approfondimenti per capire se ci siano alterazioni biomeccaniche specifiche che portano a questo tipo di danno meniscale.
È chiaro che c’è ancora molto da studiare. Ad esempio, non abbiamo incluso nel nostro studio analisi sull’indice di massa corporea (BMI) o sulle abitudini sportive, perché volevamo concentrarci sulla relazione diretta tra inclinazione rotulea e lesioni tibiali, un’area poco esplorata. Inoltre, essendo uno studio retrospettivo, abbiamo analizzato dati preesistenti e non avevamo un gruppo di controllo. Studi prospettici di coorte, che seguono i pazienti nel tempo, sarebbero l’ideale per confermare e ampliare queste scoperte.
L’obiettivo finale di queste ricerche è fornire una guida clinica migliore per la diagnosi e il trattamento della ELPS nelle sue diverse fasi. Capire che l’iperpressione esterna della rotula può avere ripercussioni anche sulla tibia ci apre nuove prospettive per interpretare il dolore al ginocchio e, speriamo, per sviluppare strategie terapeutiche sempre più mirate.
Quindi, la prossima volta che il vostro ginocchio fa i capricci, ricordate che la situazione potrebbe essere più intricata di quanto sembri. La nostra “barchetta” rotulea, se naviga male, può creare onde anomale che si ripercuotono su tutta l’articolazione!
Fonte: Springer