Primo piano fotorealistico di un gruppo di suinetti rosei in un allevamento pulito, uno guarda curioso verso la camera, obiettivo 35mm, profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo della stalla, luce naturale morbida che entra da una finestra laterale.

Rotavirus Suino in Thailandia: Viaggio nel Cuore di un Nemico Invisibile (e in Continua Evoluzione!)

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, anche se un po’ preoccupante, nel mondo microscopico dei virus che colpiscono i nostri amici animali, in particolare i maialini. Parleremo di Rotavirus A (RVA), un tipetto davvero fastidioso che causa gastroenteriti acute non solo nei bambini, ma anche in tantissimi animali, compresi i suinetti nelle loro prime settimane di vita. Immaginatevi questi piccoli alle prese con una brutta diarrea… non è un bello spettacolo e, purtroppo, è un problema serio per gli allevatori.

Ma cos’è esattamente questo Rotavirus Suino (PoRVA)?

Pensate al Rotavirus come a una famiglia di virus (i *Rotavirus*), e all’interno di questa famiglia ci sono diversi “gruppi” (A, B, C, ecc.). Il gruppo A (RVA) è quello più “famoso” e diffuso, sia negli umani che negli animali. Quando colpisce i maiali, lo chiamiamo specificamente Rotavirus A Suino, o PoRVA. Questo virus ha una struttura complessa, una specie di “palla” a tre strati con dentro il suo materiale genetico (RNA a doppio filamento, diviso in 11 segmenti).

La cosa interessante è che, come per dare un “nome e cognome” a questi virus, li classifichiamo in base a due proteine che si trovano sulla loro superficie esterna: la VP7 (che dà il genotipo G) e la VP4 (che dà il genotipo P). Combinando questi due, otteniamo sigle come G4P[6], G5P[7], G4P[23], ecc. Capire quali combinazioni G/P circolano è fondamentale per monitorare il virus e sviluppare strategie di controllo, come i vaccini.

A livello globale, la prevalenza del PoRVA nei suinetti con diarrea varia tantissimo, dal 9% a oltre il 70%, a seconda della zona e dello studio. I “cattivi” più comuni a livello mondiale sono spesso stati i genotipi G4P[6], G4P[7] e G5P[7].

La Situazione in Thailandia: Un Puzzle da Ricomporre

In Thailandia, la sorveglianza a lungo termine del PoRVA è stata un po’ limitata. Sappiamo che tra il 2000 e il 2016 la prevalenza si aggirava tra il 9.5% e il 23%, con diversi genotipi che si sono alternati come “dominanti” nel tempo. Ad esempio:

  • 2000-2001 (Chiang Mai): Predominavano G3P[19] e G4P[6]. Curiosità: proprio qui, nel 2000, è stato scoperto per la prima volta un genotipo molto raro, il G2P[27]!
  • 2006-2008 (Nord Thailandia): Il più diffuso era G9P[23].
  • 2009-2010 (Chiang Mai/Lamphun): Dominava G4P[6], ma c’era grande varietà, inclusi nuovi G4P[19] and G9P[19].
  • 2011-2014 (Stessa area): G4P[13] era il più comune.
  • 2011-2016 (Tutta la Thailandia): Prevalevano G9P[13] e G9P[23].

Vedete? Un panorama in continuo cambiamento! Questo ci ha spinto a chiederci: cosa sta succedendo adesso? C’è bisogno di un monitoraggio costante per capire come questo virus si evolve.

La Nostra Indagine sul Campo (o meglio, in Allevamento!)

Ed eccoci al cuore della nostra ricerca. Tra il 2016 e il 2023 (con una pausa forzata nel 2018 a causa dell’emergenza Peste Suina Africana, che ci ha impedito l’accesso agli allevamenti), abbiamo raccolto ben 1.260 campioni di feci da suinetti (da 0 a 5 settimane di vita) con diarrea acuta, provenienti da 41 allevamenti commerciali nelle province di Chiang Mai, Lamphun e Uttaradit, nel Nord della Thailandia.

Abbiamo usato tecniche di laboratorio avanzate (come la real-time RT-PCR) per cercare il materiale genetico del virus (RNA) e capire quanti campioni fossero positivi. Poi, per i campioni positivi, abbiamo usato altre tecniche (multiplex-PCR, sequenziamento del DNA e analisi filogenetica – che è come costruire l’albero genealogico del virus) per identificare i genotipi G e P.

Fotografia macro di un suinetto roseo dall'aspetto sano ma in un contesto di allevamento intensivo, obiettivo macro 85mm, illuminazione controllata ma naturale, alta definizione, messa a fuoco precisa sul muso del suinetto, sfondo leggermente sfocato della stalla.

Risultati Sorprendenti: Un Panorama di Nuovo in Mutamento!

Su 1.260 campioni analizzati, ben 303 (il 24,0%) sono risultati positivi al PoRVA. Questo dato è già interessante perché è mediamente più alto rispetto ai report precedenti nella stessa area (che si fermavano al 23%). Ma la cosa ancora più notevole è stato osservare l’andamento anno per anno:

  • 2016: 4.6%
  • 2017: 8.8%
  • 2019: 11.6%
  • 2020: 27.1%
  • 2021: 33.3%
  • 2022: 29.4%
  • 2023: 39.6%

C’è stato un aumento significativo della prevalenza, specialmente dal 2020 in poi! Il dato del 2023 è statisticamente molto più alto di quasi tutti gli anni precedenti. Confrontando il periodo iniziale (2016-2019) con quello finale (2020-2023), l’aumento è netto e statisticamente significativo. Sembra proprio che il PoRVA stia diventando un problema ancora più pressante negli ultimi anni.

I Nuovi “Re” della Scena: G5P[23] e G4P[23]

Ma la vera sorpresa è arrivata quando abbiamo guardato ai genotipi. Dimenticate i vecchi dominatori! Nel nostro studio, i genotipi più diffusi sono stati, quasi a pari merito:

  • G5P[23] (28.7%)
  • G4P[23] (28.4%)

Questi due insieme rappresentano oltre la metà di tutti i virus trovati! È un cambiamento sostanziale rispetto a quanto riportato in passato nella stessa area geografica. Certo, abbiamo trovato anche altri genotipi noti: G5P[13] (9.9%), G3P[23] (9.6%), G9P[23] (8.2%), G4P[13] (7.9%), e in misura minore G9P[13], G3P[13], G4P[6], e persino un G2P[23]. Una bella varietà!

È affascinante notare come G5P[23] fosse praticamente assente tra il 2017 e il 2021, per poi “esplodere” nel 2022-2023. Stessa cosa per G4P[23], non rilevato tra il 2016 e il 2020 e poi diventato super comune dal 2021. Cosa ha causato questa improvvisa ascesa? Forse una mancanza di immunità specifica nella popolazione suina contro questi “nuovi” arrivati? È un’ipotesi plausibile.

Il Ritorno Inaspettato: Il Caso G2P[27]

E poi c’è stata la ciliegina sulla torta, o forse dovremmo dire la “pecora nera” tra i genotipi. Abbiamo trovato un caso (0.3% del totale) del genotipo G2P[27]. Ricordate? Quello raro, identificato per la prima volta proprio a Chiang Mai nel 2000. Ebbene, dopo oltre 20 anni di silenzio, eccolo ricomparire!

Questo G2P[27] è un tipo strano. È stato trovato solo in pochi paesi al mondo (oltre alla Thailandia, in Italia, Giappone, Slovenia, Belgio) e quasi esclusivamente nei maiali. La parte G2 è comune negli umani, mentre la P[27] è tipica dei suini. Questa combinazione insolita fa pensare a un possibile “salto” di specie (zoonosi) avvenuto in passato, o comunque a una storia evolutiva complessa che coinvolge virus umani e animali. La sua ricomparsa, anche se in un solo caso, ci dice che questo genotipo, seppur poco efficiente nel diffondersi rispetto agli altri, è riuscito a sopravvivere “sottotraccia” nella popolazione suina locale per tutto questo tempo. Servirebbero analisi più approfondite (come il sequenziamento dell’intero genoma) per capirne di più sulla sua origine e sul suo potenziale.

Micrografia elettronica stilizzata del Rotavirus, obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione drammatica con contrasto elevato per evidenziare la struttura icosaedrica, sfondo scuro e pulito, resa fotorealistica.

P[13] e P[23]: Due Costanti nel Tempo

Un altro dato importante riguarda i genotipi P. Nel nostro studio, la stragrande maggioranza dei virus (quasi il 98%!) apparteneva ai genotipi P[23] (75.2%) o P[13] (22.8%). Questi due “signori” sono presenti nell’area di Chiang Mai da almeno il 2000 (P[13]) e il 2008 (P[23]). Nonostante i genotipi G con cui si combinano siano cambiati nel tempo (G3, G4, G5, G9, G11…), loro sono rimasti i protagonisti principali per oltre due decenni.

Questo suggerisce che i ceppi PoRVA con P[13] e P[23] si siano adattati molto bene ai suinetti di questa regione. Studi precedenti hanno anche indicato che questi genotipi P potrebbero essere associati a forme più virulente della malattia e sono raramente trovati in altre specie animali o nell’uomo, indicando una forte specificità per l’ospite suino. La loro persistenza è un fattore chiave da considerare.

Cosa Significa Tutto Questo? Perché è Importante?

Il nostro studio, durato sette anni, ci ha mostrato un quadro dinamico e in evoluzione del Rotavirus A nei suinetti con diarrea nel Nord della Thailandia. Abbiamo visto:

  • Una prevalenza generale in aumento negli ultimi anni.
  • L’emergere di nuovi genotipi dominanti (G5P[23] e G4P[23]), diversi da quelli del passato.
  • La persistenza di genotipi P specifici (P[13] e P[23]) per oltre due decenni.
  • La ricomparsa di un genotipo raro e potenzialmente interessante dal punto di vista evolutivo (G2P[27]).

Questi risultati sono preziosi. Ci aiutano a capire meglio come il virus circola e cambia nel tempo (la sua epidemiologia molecolare e la sua evoluzione). Questa conoscenza è fondamentale per:

  • Sviluppare e aggiornare i vaccini, assicurandosi che proteggano contro i ceppi attualmente più diffusi. L’emergere di G5P[23] e G4P[23] potrebbe essere legato a una protezione incrociata incompleta offerta dall’immunità naturale o dai vaccini esistenti.
  • Implementare migliori strategie di controllo negli allevamenti.
  • Monitorare potenziali rischi zoonotici, anche se i ceppi dominanti P[13] e P[23] sembrano molto specifici per i suini.

Insomma, il Rotavirus suino non è un nemico statico. È un avversario che si adatta e cambia continuamente. Per questo, la sorveglianza continua, come quella che abbiamo condotto, non è solo utile, ma assolutamente essenziale per proteggere la salute dei nostri animali e sostenere un settore zootecnico fondamentale. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia!

Visualizzazione astratta di un albero filogenetico virale su uno schermo di computer high-tech in un laboratorio di ricerca, obiettivo 50mm, profondità di campo ridotta che mette a fuoco i rami dell'albero, colori blu e ciano duotone, atmosfera scientifica e moderna.

Fonte: Springer

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