Primo piano di diverse compresse di rosuvastatina, alcune generiche rosa e una di marca (Crestor®) gialla, disposte artisticamente su una superficie di legno scuro, obiettivo macro 90mm, profondità di campo ridotta, illuminazione da studio laterale che crea ombre morbide.

Rosuvastatina Generica: Amica del Cuore o Rischio Nascosto? Uno Sguardo dalla Nigeria

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che tocca da vicino molti di noi o i nostri cari: la gestione del colesterolo e i farmaci che ci aiutano in questa battaglia, in particolare le statine. Tra queste, la rosuvastatina è una superstar, molto efficace nel ridurre il colesterolo “cattivo” (LDL) e proteggerci da problemi cardiovascolari. Sicuramente avrete sentito parlare del farmaco originale, il Crestor®. Ma da quando il suo brevetto è scaduto nel 2016, il mercato è stato invaso da versioni generiche, molto più economiche. E qui sorge la domanda da un milione di dollari: saranno affidabili quanto l’originale?

Il Dilemma dei Generici: Costo vs Qualità

Le dislipidemie, ovvero quegli squilibri nei grassi del sangue come colesterolo alto o trigliceridi alle stelle, sono un problema sempre più diffuso, anche in Africa, complici diete e stili di vita che strizzano l’occhio all’Occidente. Di conseguenza, l’uso delle statine è in costante aumento. La rosuvastatina, in particolare, è tra le più prescritte in paesi come la Nigeria e l’Etiopia.

I farmaci generici sono una manna dal cielo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, perché rendono le cure accessibili a più persone. L’idea è che siano “bio-simili” all’originale, cioè che contengano lo stesso principio attivo e si comportino allo stesso modo nel nostro corpo. Ma è sempre così? Purtroppo, il mondo dei farmaci non è esente da rischi. Abbiamo sentito notizie preoccupanti di rosuvastatina contraffatta sequestrata in India o di lotti contaminati a Taiwan. A volte, il problema non è la contraffazione vera e propria, ma una produzione “substandard”, che non rispetta le buone pratiche di fabbricazione (cGMP), portando a farmaci meno efficaci o potenzialmente dannosi. Capite bene che un farmaco di bassa qualità non solo non cura, ma può minare la fiducia nelle medicine e nel sistema sanitario. Ecco perché i controlli post-marketing sono fondamentali.

Sotto la Lente d’Ingrandimento: Lo Studio Nigeriano

Proprio per fugare questi dubbi, un gruppo di ricercatori si è messo al lavoro a Jos, una città nel centro-nord della Nigeria. Hanno preso il farmaco di marca, il Crestor®, e quattro diverse marche generiche di rosuvastatina da 10 mg disponibili nelle farmacie locali. L’obiettivo? Valutare se questi generici fossero all’altezza dell’originale, sia dal punto di vista fisico che chimico, e se potessero essere considerati bioequivalenti in vitro.

Cosa hanno fatto, in pratica? Si sono trasformati in veri detective della pillola!

  • Ispezione Visiva: Hanno controllato l’aspetto delle compresse, il colore, la forma, il tipo di rivestimento (se presente) e ovviamente che non fossero scadute. Tutto a posto da questo punto di vista.
  • Test Fisici (secondo Farmacopea): Hanno eseguito una serie di test standard, quelli previsti dalle farmacopee ufficiali (come quella americana, USP):
    • Uniformità di peso: Hanno pesato singolarmente 20 compresse per marca. Le variazioni erano minime, ben dentro i limiti consentiti. Buon segno di produzione costante!
    • Dimensioni: Hanno misurato spessore e diametro di 20 compresse per marca. Anche qui, pochissima variabilità.
    • Friabilità: Hanno messo le compresse in un apparecchio che le fa “ruzzolare” per vedere se si sbriciolano facilmente (pensate al trasporto e alla manipolazione). Tutte hanno resistito egregiamente, perdendo meno dell’1% del peso.
    • Durezza: Hanno misurato la forza necessaria per rompere le compresse. Qui i risultati sono stati più variabili, con alcune marche più “dure” della media (4-8 kg/F), ma visto che si tratta di un test non ufficiale e che il test successivo è andato bene, non è stato considerato un problema.
    • Disintegrazione: Hanno misurato quanto tempo impiega la compressa a sciogliersi in acqua a 37°C (la nostra temperatura corporea). Sorprendentemente, tutte le marche si sono disintegrate in meno di 3 minuti, molto più velocemente dei limiti previsti (15 min per le non rivestite, 30 min per quelle con film). Questo è ottimo, perché una disintegrazione rapida favorisce un assorbimento più veloce del farmaco.

Fotografia macro di diverse compresse di rosuvastatina, alcune generiche e una di marca, disposte ordinatamente su un bancone di laboratorio. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata da studio, messa a fuoco precisa sulle texture delle compresse.

L’Analisi Chimica: C’è la Giusta Dose? E Si Scioglie Bene?

Dopo i test fisici, è arrivato il momento della verità chimica.

  • Quantità di Principio Attivo (Dosaggio): Usando una tecnica chiamata spettrofotometria UV-Visibile (una scelta pratica ed efficiente, validata e più economica dell’HPLC in contesti con risorse limitate), hanno verificato quanto principio attivo (rosuvastatina calcio) ci fosse effettivamente in ogni compressa. I risultati? Ottimi! Tutte le marche contenevano una quantità di farmaco compresa tra il 94.92% e il 109.2% di quanto dichiarato in etichetta, perfettamente in linea con i requisiti della Farmacopea USA (90-110%). Niente brutte sorprese qui.
  • Test di Dissoluzione: Questo è un test cruciale, soprattutto per farmaci come la rosuvastatina che non si sciolgono facilmente in acqua (è classificata come BCS Classe II: bassa solubilità, alta permeabilità). Il test simula quanto velocemente il farmaco viene rilasciato dalla compressa una volta nel corpo, un fattore chiave per la sua efficacia. Hanno messo le compresse in un bagno a 37°C con un liquido che simula le condizioni intestinali (pH 6.6, scelto specificamente perché la rosuvastatina è instabile a pH più acidi) e hanno misurato quanto farmaco si scioglieva nel tempo. Anche qui, risultati eccellenti: tutte le marche hanno rilasciato più dell’80% della rosuvastatina entro i primi 20 minuti!

Bioequivalenza In Vitro: Generici Intercambiabili?

Ma la vera domanda è: i profili di dissoluzione dei generici erano *simili* a quello del Crestor®? Per capirlo, hanno usato due parametri matematici, chiamati fattore di differenza (f1) e fattore di similarità (f2). Senza entrare troppo nel tecnico, diciamo che:

  • Un valore di f1 basso (tra 0 e 15) indica poca differenza tra le curve di dissoluzione del generico e dell’originale.
  • Un valore di f2 alto (tra 50 e 100) indica alta similarità.

Ebbene, tutte le marche generiche testate hanno mostrato valori di f1 e f2 che rientrano in questi intervalli di “equivalenza”. Questo suggerisce fortemente che, almeno in laboratorio (in vitro), questi generici si comportano in modo molto simile al farmaco di marca e potrebbero quindi essere usati in modo intercambiabile. Una marca (RC1) è risultata quasi identica al Crestor®, mentre un’altra (RC2), pur rientrando nei limiti, ha mostrato qualche differenza iniziale nel rilascio, quindi la sua intercambiabilità perfetta potrebbe essere leggermente meno garantita, ma comunque accettabile secondo gli standard.

Grafico scientifico su schermo di computer che mostra curve di dissoluzione sovrapposte per diverse marche di rosuvastatina, evidenziando la similarità (fattore f2). Ambiente di laboratorio moderno sullo sfondo, profondità di campo ridotta.

I Risultati: Buone Notizie dalla Nigeria!

Cosa ci dice, quindi, questo studio? Ci dà una bella dose di rassicurazione! Le marche di rosuvastatina generica analizzate a Jos, in Nigeria, sembrano essere di buona qualità. Hanno superato tutti i test fisici e chimici richiesti, contengono la giusta quantità di principio attivo e lo rilasciano in modo rapido e simile al farmaco originale.

Questo è fondamentale per i pazienti e i medici nigeriani, che possono contare su alternative più economiche ma apparentemente altrettanto valide del Crestor®. È anche una testimonianza dell’importanza della sorveglianza post-marketing: controllare i farmaci anche dopo che sono stati approvati e messi in commercio è essenziale per garantire la sicurezza e l’efficacia delle terapie, specialmente in un mercato globale dove i rischi di prodotti substandard o falsificati sono sempre dietro l’angolo.

Certo, lo studio ha i suoi limiti. Ad esempio, non è stato possibile effettuare l’analisi delle impurità, un altro aspetto importante della qualità, per mancanza degli standard di riferimento. Tuttavia, i parametri critici valutati forniscono un quadro decisamente positivo.

Conclusione: Un Sospiro di Sollievo (con Cautela)

Insomma, almeno per queste marche testate a Jos, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Sembra che i pazienti che usano questi generici di rosuvastatina stiano ricevendo un trattamento di qualità comparabile a quella dell’innovatore. È un’ottima notizia che rafforza la fiducia nei farmaci generici, a patto che vengano mantenuti rigorosi controlli di qualità lungo tutta la filiera. E ci ricorda quanto sia vitale continuare a monitorare il mercato farmaceutico per proteggere la nostra salute.

Fonte: Springer

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