Immagine concettuale di un team medico multidisciplinare che analizza dati di sopravvivenza oncologica su un grande schermo digitale in una sala conferenze high-tech. Prime lens, 24mm, per dare un senso di collaborazione e progresso, colori freddi e professionali con un tocco di blu acceso per simboleggiare la tecnologia e la speranza.

Tumour Board Uro-Oncologico: 5 Anni Sotto la Lente, i Nostri Risultati Parlano Chiaro!

Amici, parliamoci chiaro: quando si tratta di salute, e in particolare di oncologia, la trasparenza e la qualità delle cure sono tutto. Ecco perché oggi voglio portarvi con me dietro le quinte, per raccontarvi un’esperienza diretta, quella del nostro centro uro-oncologico all’Ospedale Petz Aladár. Abbiamo deciso di mettere nero su bianco i risultati di cinque anni di lavoro del nostro tumour board multidisciplinare. Un po’ come fare il tagliando alla macchina, ma per un servizio che salva vite!

Perché Guardare Indietro? La Qualità Prima di Tutto!

Sapete, in Ungheria, il mio paese, gli indicatori oncologici non sono sempre stati brillanti, anzi. Siamo tra i primi posti in Europa per incidenza e, purtroppo, mortalità per cancro. Questo ci spinge ancora di più a chiederci: stiamo facendo il massimo? Il nostro lavoro fa davvero la differenza? Per rispondere, non c’è niente di meglio che analizzare i dati, quelli veri, dei nostri pazienti. E così, abbiamo iniziato a registrare sistematicamente ogni caso discusso dal nostro team multidisciplinare dal 1° gennaio 2017. L’obiettivo? Controllo qualità interno e trasparenza verso chi si affida a noi.

Per le malattie localizzate, dove puntiamo alla guarigione, un buon metro di misura è il tasso di sopravvivenza globale a 5 anni. Per le forme metastatiche, dove l’obiettivo è palliativo, guardiamo la sopravvivenza a 1 anno e la sopravvivenza mediana. Semplice, ma tremendamente efficace.

Come Funziona il Nostro “Consiglio dei Saggi” Oncologico

Immaginate un tavolo attorno al quale siedono urologi, oncologi, radioterapisti. Ogni paziente con una nuova diagnosi di tumore urologico (prostata, rene, vescica, ma anche testicolo, anche se li gestiamo a parte per le loro peculiarità) viene presentato qui. Si discutono gli esami istologici, la stadiazione, le comorbidità e si decide insieme il percorso terapeutico migliore, seguendo le linee guida internazionali. Nessuno viene escluso. Dal 2017, abbiamo seguito prospetticamente tutti i pazienti per i quali il board ha preso una decisione. Nel solo 2017, sono stati 353!

Per i tumori localizzati, il follow-up resta in mano agli urologi o ai radioterapisti. Se la malattia diventa metastatica, entrano in gioco principalmente gli oncologi. Le decisioni per le linee di trattamento successive vengono prese in un board oncologico separato. Insomma, un lavoro di squadra continuo.

I Numeri Che Contano: Cosa Dicono i Nostri 5 Anni?

Ed eccoci al dunque. Dopo cinque anni di attento follow-up dei pazienti del 2017, cosa abbiamo scoperto?

  • Per il tumore della prostata localizzato, il tasso di sopravvivenza globale specifica per malattia a 5 anni è stato del 79%. Un dato che ci conforta, considerando che l’età media dei pazienti era vicina all’aspettativa di vita nel nostro paese, e molte perdite sono state dovute ad altre patologie.
  • Per il tumore del rene localizzato, la sopravvivenza globale a 5 anni ha toccato l’81%. Un risultato che definirei eccezionale, probabilmente legato all’efficacia della chirurgia e alla diagnosi spesso precoce durante ecografie fatte per altri motivi.
  • Per il tumore della vescica muscolo-infiltrante localizzato (quello più aggressivo, per intenderci), la sopravvivenza a 5 anni è stata del 21%. Qui il confronto è più complesso, perché spesso i dati internazionali aggregano forme infiltranti e non.

E per le forme metastatiche?

  • Tumore della prostata metastatico: sopravvivenza a 1 anno del 70%, con una sopravvivenza mediana di 36 mesi.
  • Tumore del rene metastatico: sopravvivenza a 1 anno del 40%, sopravvivenza mediana di 8 mesi.
  • Tumore della vescica metastatico: sopravvivenza a 1 anno del 33%, sopravvivenza mediana di 8 mesi.

Questi numeri, soprattutto per le forme metastatiche, vanno letti con cautela: i pazienti inclusi negli studi clinici sono spesso “selezionati”, mentre noi trattiamo la vita reale, con tutte le sue complessità e fragilità. Nonostante ciò, i nostri risultati sono in linea, e a volte migliori, di quelli riportati in letteratura o nei bracci di controllo di importanti trial.

Un team multidisciplinare di medici, inclusi urologi e oncologi, in una sala riunioni moderna, discute referti e immagini diagnostiche proiettate su un grande schermo. L'atmosfera è seria e concentrata. Prime lens, 35mm, depth of field, duotone blu e grigio per un look professionale e high-tech.

Confronti Nazionali e Internazionali: Dove Ci Collochiamo?

A livello nazionale ungherese, non ci sono molte analisi simili alla nostra. Ma confrontando i nostri tassi di sopravvivenza specifici per malattia con i dati generali del Registro Nazionale Tumori, siamo circa l’8% sopra la media per prostata e rene, e probabilmente anche di più per la vescica. Un piccolo, grande orgoglio!

Internazionalmente, se prendiamo ad esempio i dati del Regno Unito, la sopravvivenza a dieci anni per il tumore prostatico localizzato è del 78%, simile al nostro 79% a 5 anni specifico per malattia. Per il rene, il nostro 81% è notevole rispetto al circa 70% europeo. Per la vescica muscolo-infiltrante, come dicevo, il confronto è più difficile, ma i nostri dati sembrano accettabili se paragonati a casistiche “real world”.

Il “Segreto” del Successo? Non Proprio un Segreto!

Ma allora, come si spiegano questi risultati, specialmente in un contesto nazionale con indicatori oncologici non sempre al top? Credo ci siano alcuni punti chiave:

  • Il Team Multidisciplinare: tutti i reparti coinvolti sono rappresentati da professionisti aggiornati sulle migliori pratiche, molti con esperienze internazionali.
  • Capacità Operativa: la capacità chirurgica urologica e quella radioterapica hanno permesso di eseguire tutti gli interventi decisi.
  • Innovazione Precoce: per il cancro alla prostata, ad esempio, abbiamo introdotto il trattamento con docetaxel upfront subito dopo la sua pubblicazione nel 2015, prima ancora che fosse promosso o incluso nei protocolli finanziari nazionali. Per il tumore vescicale muscolo-infiltrante, la chemioterapia di induzione era la regola, forse unici nel paese all’epoca.
  • L’Effetto “Sorveglianza”: il semplice fatto di registrare le decisioni del board, con le date della diagnosi e della discussione, ci ha permesso di tenere sotto controllo i tempi diagnostici.

Non abbiamo ricevuto finanziamenti extra rispetto ad altri ospedali. Credo fermamente che la disciplina nella formazione professionale e nell’organizzazione possano fare una grande differenza.

Cosa Abbiamo Imparato e Cosa Ci Aspetta

Questa analisi, amici, ci ha dimostrato che un metodo semplice di sorveglianza può essere uno strumento potentissimo per il controllo qualità interno di un team oncologico multidisciplinare. I dati di questo primo follow-up quinquennale indicano che le cure per i tumori urologici al Petz Aladár Hospital sono ben bilanciate e di alta qualità, anche in un paese con indicatori oncologici generali, come dicevamo, non ottimali.

È un incoraggiamento a continuare su questa strada, a monitorare, a confrontarci e a migliorare costantemente. Perché dietro ogni numero, c’è una persona, una famiglia, una storia. E il nostro impegno è offrire a ciascuno la migliore possibilità.

Fonte: Springer

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