Una donna, ritratto 35mm, toni bicromatici blu e grigio, profondità di campo, che guarda fuori da una finestra in una giornata nuvolosa, trasmettendo un senso di introspezione e vulnerabilità emotiva legata all'esperienza del lutto perinatale.

Aborto Spontaneo e Lutto Perinatale: Quando la Mente Soffre Ma il Corpo (Ancora) Non Risponde

Ciao a tutti, sono qui oggi per parlarvi di un argomento delicato, spesso avvolto nel silenzio, ma incredibilmente comune e impattante: la perdita di una gravidanza, che sia un aborto spontaneo (MC – miscarriage) o un lutto perinatale (SB – stillbirth). Si stima che colpisca circa il 10-20% di tutte le gravidanze. Un’esperienza che può essere devastante, un vero e proprio evento potenzialmente traumatico (PTE – potentially traumatic event).

Sappiamo che eventi come questi possono portare, in alcuni casi, allo sviluppo di un disturbo da stress post-traumatico (PTSD). La scienza ha studiato abbastanza a fondo cosa succede a livello psicologico e biologico quando il PTSD è già conclamato, ma cosa accade subito dopo l’evento traumatico? Quali sono le primissime reazioni del nostro corpo e della nostra mente? Ecco, questa è la domanda che ci ha spinto a indagare.

Il Nostro Studio: Uno Sguardo da Vicino

Abbiamo voluto capire meglio questi meccanismi precoci, queste “adattamenti” psicobiologici iniziali. Per farlo, abbiamo coinvolto 25 donne che avevano vissuto un aborto spontaneo o un lutto perinatale negli ultimi tre mesi e le abbiamo confrontate con 28 donne che non avevano vissuto esperienze simili recenti (il nostro gruppo di controllo).

Cosa abbiamo chiesto loro di fare? Le abbiamo invitate per un appuntamento in cui hanno partecipato a un test specifico, chiamato Socially Evaluated Cold-Pressor Test (SECPT). In pratica, è un modo standardizzato per indurre un po’ di stress psicosociale in laboratorio: si immerge una mano in acqua ghiacciata per un breve periodo, mentre si è osservati da un ricercatore. Non è piacevole, certo, ma ci permette di vedere come reagisce il corpo allo stress acuto.

Prima, durante e dopo questo test, abbiamo raccolto campioni di saliva e di sangue a intervalli precisi (a riposo, subito dopo il test, e poi a 20, 45 e 90 minuti). Perché? Per misurare alcuni indicatori chiave della risposta allo stress:

  • Il cortisolo nella saliva: il famoso “ormone dello stress”, indicatore principale dell’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA).
  • L’attività dell’alfa-amilasi salivare (sAA): un marcatore della risposta del sistema nervoso autonomo (la parte “veloce” della risposta allo stress).
  • Le concentrazioni di interleuchina-6 (IL-6) nel sangue: una molecola legata all’infiammazione, che sappiamo essere spesso coinvolta nelle reazioni allo stress cronico e nel PTSD.

Oltre a questo, abbiamo chiesto alle partecipanti di compilare dei questionari per valutare i sintomi di PTSD, ansia e depressione.

I Risultati: Una Sorpresa Psicobiologica

E qui arriva la parte interessante, e per certi versi inaspettata.

Sintomi Psicologici: Il Peso Emotivo è Evidente

Come ci aspettavamo, le donne che avevano vissuto un aborto spontaneo o un lutto perinatale hanno riportato significativamente più sintomi di PTSD (p<0.001) e più sintomi d’ansia (p<0.001) rispetto al gruppo di controllo. I questionari hanno confermato quello che molte donne sanno fin troppo bene: il carico emotivo e psicologico dopo una perdita del genere è altissimo. Abbiamo visto punteggi più alti nelle scale che misurano pensieri intrusivi, evitamento e iperattivazione (tutti sintomi tipici del trauma), oltre a livelli di ansia basale e umore generale più bassi (meno calma, meno energia). Fotografia macro di una provetta per saliva (Salivette) appoggiata su un tavolo da laboratorio, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata, obiettivo macro 90mm.

Risposte Biologiche: Il Corpo Sembra (Ancora) Non Rispondere

Ecco la sorpresa. Nonostante questo evidente disagio psicologico nel gruppo MC/SB, quando siamo andati a vedere i dati biologici… non abbiamo trovato differenze significative nei livelli di cortisolo salivare, attività dell’alfa-amilasi (sAA) o concentrazioni di IL-6 tra i due gruppi. Né a riposo, né in risposta allo stress indotto dal test SECPT.

Cosa significa? Sembra che, almeno in questa fase iniziale (entro tre mesi dall’evento), l’intenso stress psicologico vissuto da queste donne non si sia ancora “tradotto” in alterazioni misurabili nei principali sistemi biologici dello stress (asse HPA, sistema nervoso autonomo) o nei marcatori infiammatori come l’IL-6, almeno non in modo diverso da come reagisce una persona non traumatizzata recentemente.

È un risultato che fa riflettere. Sappiamo da molti altri studi che nel PTSD cronico, queste differenze biologiche spesso ci sono (ad esempio, si parla spesso di ipocortisolismo, cioè livelli di cortisolo più bassi, o di infiammazione cronica di basso grado). Ma forse, nel periodo immediatamente successivo al trauma, il corpo ha bisogno di più tempo per “registrare” l’impatto a livello biologico duraturo, o forse i meccanismi sono più complessi e non lineari.

Interpretazione e Prospettive Future

Questi risultati sottolineano quanto sia complessa la relazione tra un trauma precoce, i sintomi che ne derivano e le risposte biologiche del nostro corpo. È possibile che le alterazioni biologiche associate al PTSD richiedano più tempo per svilupparsi e stabilizzarsi. Forse i tre mesi successivi all’evento sono un periodo “finestra” in cui il disagio è prevalentemente psicologico, ma non ancora “incorporato” a livello fisiologico profondo.

C’è anche da dire che il nostro studio ha delle limitazioni, come la dimensione relativamente piccola del campione e il fatto che abbiamo usato il test SECPT invece del più comune TSST (Trier Social Stress Test), anche se la nostra scelta era volta a ridurre il carico psicologico per partecipanti già vulnerabili. Inoltre, abbiamo misurato l’IL-6 solo in due momenti; misurazioni più frequenti avrebbero potuto dare un quadro più dettagliato della risposta infiammatoria.

Un dato emerso da analisi esplorative suggerisce che le donne che, oltre al trauma, sviluppavano anche sintomi depressivi, mostravano una reattività dell’alfa-amilasi (sAA) leggermente inferiore. Questo potrebbe indicare che la depressione stessa gioca un ruolo nel modulare alcune risposte biologiche allo stress in questo contesto.

Primo piano del volto di una donna con espressione pensierosa, fotografia in bianco e nero, pellicola noir, leggera profondità di campo, obiettivo 35mm.

Cosa Portiamo a Casa?

La nostra ricerca, pur essendo la prima a indagare la reattività allo stress in questo specifico lasso di tempo dopo un MC/SB, suggerisce che l’impatto psicologico immediato di queste perdite è fortissimo, ma potrebbe non riflettersi subito in cambiamenti biologici significativi nei sistemi dello stress che abbiamo esaminato.

Questo non sminuisce affatto la sofferenza vissuta. Anzi, rafforza un messaggio fondamentale: è cruciale offrire supporto psicologico tempestivo alle donne che affrontano un aborto spontaneo o un lutto perinatale. Non dobbiamo aspettare “segnali biologici” per riconoscere la profondità del loro dolore e il potenziale rischio di sviluppare PTSD o altri disturbi. L’intervento precoce potrebbe essere fondamentale per prevenire conseguenze a lungo termine.

C’è ancora molto da capire sui meccanismi che legano trauma, sviluppo di PTSD e risposte biologiche. Servono studi longitudinali, che seguano le donne nel tempo, per vedere come queste risposte evolvono e chi è più a rischio di sviluppare alterazioni biologiche durature. Bisogna anche differenziare meglio tra lutto e trauma, e considerare altri fattori come il supporto sociale o esperienze traumatiche passate.

In conclusione, questo studio ci ricorda l’impatto profondo dell’aborto spontaneo e del lutto perinatale e la necessità di non sottovalutare la sofferenza psicologica che ne deriva, anche se il corpo, nelle prime fasi, potrebbe non mostrare ancora segni evidenti di “battaglia” a livello biologico. La ricerca continua, ma nel frattempo, l’ascolto e il supporto precoce restano le nostre armi più importanti.

Fonte: Springer

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