Primo piano macro di un'ape regina italiana (più grande) e una russa (leggermente più piccola) affiancate su un favo ricco di polline. Obiettivo macro 105mm, alta definizione, illuminazione naturale controllata per evidenziare la salute e la vitalità in condizioni ottimali, contrasto tra le due varietà.

Regine Api: Stress Nutrizionale? La Risposta Dipende dalla Razza!

Ciao a tutti, appassionati di api e curiosi della natura! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi affascina enormemente e che tocca da vicino il cuore pulsante dell’alveare: la regina. Ma non una regina qualsiasi. Parliamo di come diverse “famiglie” di api regine, selezionate per caratteristiche specifiche, reagiscono a una delle sfide più grandi: la carenza di cibo, in particolare di polline. Avete mai pensato che non tutte le regine fossero uguali di fronte alle difficoltà? Beh, sembra proprio che sia così!

Due Regine a Confronto: L’Italiana e la Russa

Nel mondo dell’apicoltura, due “star” si contendono spesso la scena: l’Ape Italiana (Apis mellifera ligustica) e l’Ape Russa. Sono entrambe, tecnicamente, della stessa “famiglia” genetica (A. m. ligustica), ma decenni di selezione e adattamento le hanno rese diverse.

* L’Italiana (IHB): È la classica ape che molti apicoltori conoscono e amano. È nota per essere relativamente docile e per la sua incredibile capacità di costruire colonie popolose rapidamente. Ha cicli di deposizione lunghi e costanti. Il rovescio della medaglia? Ha bisogno di tantissimo cibo per sostenere questa crescita e tende un po’ a “rubare” miele da altre colonie. È anche piuttosto sensibile al famigerato acaro Varroa destructor.
* La Russa (RHB): Importata negli USA dalla regione russa del Primorsky Krai, questa ape ha una storia affascinante. È stata selezionata proprio perché sembrava cavarsela meglio contro la Varroa. Una delle sue caratteristiche distintive è la tendenza a interrompere la deposizione (la produzione di covata) più frequentemente rispetto all’Italiana, specialmente quando le risorse scarseggiano. Questo è un vantaggio contro la Varroa (senza covata, l’acaro non si riproduce), ma può significare una crescita della colonia più lenta in certi periodi.

La domanda che mi (e molti ricercatori) si sono posti è: questa diversa gestione delle risorse, specialmente la tendenza delle Russe a fermare la covata, dipende direttamente dalla regina e dalla sua risposta allo stress nutrizionale? O è più una decisione “collettiva” dell’alveare?

L’Esperimento: Fame o Abbondanza?

Per capirci qualcosa di più, è stato messo in piedi un esperimento interessante. Abbiamo preso colonie di api Italiane e Russe e le abbiamo divise in due gruppi.

  • Metà delle colonie di ciascuna “razza” ha vissuto per 6 settimane con delle trappole per il polline attive. Questo significa che gran parte del polline raccolto dalle api operaie veniva intercettato, simulando un periodo di forte carenza nutrizionale (stress da polline).
  • L’altra metà, invece, ha avuto libero accesso al polline raccolto, vivendo in condizioni di relativa abbondanza.

Dopo queste 6 settimane “difficili” (o normali), tutte le colonie hanno avuto un periodo di recupero di 3 settimane, durante il quale tutte potevano raccogliere e conservare liberamente il polline. L’idea era vedere non solo come reagivano allo stress, ma anche quanto velocemente si riprendevano.

Infine, le regine sopravvissute a questo trattamento (purtroppo, lo stress ha causato perdite significative, suggerendo che forse c’erano anche altri fattori in gioco come malattie latenti) sono state prelevate e messe in piccole gabbiette da laboratorio (chiamate QMC), ognuna con un gruppetto di api operaie attendenti. Qui, al sicuro e con cibo (acqua, miele e polline) sempre disponibile, abbiamo monitorato per 14 giorni quante uova deponevano ogni giorno. Abbiamo anche analizzato il contenuto proteico delle uova deposte a metà esperimento.

Macro fotografia di due api regine, una italiana (Apis mellifera ligustica) e una russa, su un favo. Luce controllata, obiettivo macro 100mm, alta definizione per mostrare le differenze morfologiche sottili e il contesto dell'alveare.

I Risultati: Chi Vince la Sfida?

E qui arriva il bello! I risultati sono stati piuttosto chiari e, per certi versi, sorprendenti.

Prima di tutto, una curiosità: le regine Italiane erano mediamente più pesanti delle Russe, indipendentemente dal trattamento nutrizionale subito in colonia.

Ma il dato cruciale riguarda la deposizione:

  • Le regine Italiane che non avevano subito la carenza di polline hanno deposto significativamente più uova rispetto alle regine Russe nelle stesse condizioni di abbondanza.
  • Confrontando all’interno della stessa “razza”, le regine Italiane che avevano avuto abbondanza di polline hanno deposto molte più uova rispetto alle Italiane che avevano sofferto la fame.
  • Sorprendentemente, per le regine Russe, non c’era una differenza significativa nella deposizione tra chi aveva sofferto la fame e chi no! Sembrava quasi che la precedente carenza di polline non avesse intaccato la loro capacità di deporre uova una volta messe in condizioni ottimali nel laboratorio.

E le uova? Anche qui, un pattern simile: le uova deposte dalle regine Italiane non stressate avevano un rapporto proteina/peso più alto rispetto a quelle delle Russe non stressate. Quando entrambe le regine provenivano da colonie che avevano sofferto la fame, questa differenza nel contenuto proteico spariva.

Cosa Ci Dice Tutto Questo?

L’interpretazione più diretta è affascinante: sembra che le regine Italiane siano delle vere “macchine da deposizione” quando le risorse sono abbondanti. Non solo depongono di più, ma investono anche di più in termini di proteine per ogni singolo uovo, il che potrebbe tradursi in larve inizialmente più robuste.

Tuttavia, questa loro “esuberanza” le rende anche più sensibili allo stress nutrizionale. Quando il polline scarseggia, la loro performance cala drasticamente.

Le regine Russe, d’altro canto, sembrano meno “impressionabili” dalle fluttuazioni nutrizionali a livello di performance individuale della regina. La loro deposizione in laboratorio non è stata influenzata dalla precedente carenza di polline subita in colonia. Questo potrebbe suggerire che le famose “pause di covata” delle colonie Russe non siano (o non siano *solo*) dovute a una decisione della regina di smettere di deporre a causa della fame, ma forse più a meccanismi regolatori a livello di colonia (ad esempio, le operaie che riducono l’alimentazione della regina o addirittura cannibalizzano la covata).

Certo, dobbiamo essere cauti. L’esperimento ha avuto delle difficoltà, come l’alta mortalità delle regine, che ci ricorda come in natura (e anche in un esperimento sul campo) ci siano tanti fattori in gioco: malattie, stress da manipolazione, trasporto… Fattori che potrebbero aver interagito con lo stress nutrizionale. Inoltre, testare le regine in laboratorio (le QMC) è utile, ma è un ambiente molto diverso dalla complessità di una colonia intera.

Fotografia macro di un'ape regina su un favo con scarsità di polline visibile nelle celle. Obiettivo macro 85mm, messa a fuoco precisa sulla regina, illuminazione leggermente drammatica per enfatizzare lo stress nutrizionale, alta definizione.

Il Messaggio per gli Apicoltori

Allora, qual è la regina “migliore”? La risposta, come spesso accade in biologia, è: dipende!

* Se un apicoltore opera in un’area ricca di fioriture, dove il polline è abbondante per gran parte della stagione, e magari ha ottime strategie per controllare la Varroa, allora una regina Italiana potrebbe garantire una crescita esplosiva della colonia e, potenzialmente, una maggiore produzione di miele. Fornire nutrimento supplementare (magari polline) a queste colonie potrebbe dare risultati particolarmente evidenti.
* Se, invece, l’ambiente è più incerto, con periodi di carestia, o se la priorità assoluta è la resistenza alla Varroa e una gestione più “stabile” della colonia anche a costo di una crescita meno rapida, allora una regina Russa potrebbe essere la scelta più saggia. La loro apparente minore sensibilità individuale allo stress nutrizionale e la tendenza a fare pause di covata potrebbero renderle più resilienti in contesti difficili.

Questo studio ci ricorda che la selezione genetica porta a dei trade-offs, dei compromessi. Non si può avere tutto. Scegliere una regina significa scegliere un pacchetto di caratteristiche, con i suoi pro e i suoi contro, che devono essere valutati attentamente in base agli obiettivi dell’apicoltore e, soprattutto, all’ambiente in cui le api dovranno vivere e prosperare.

Insomma, il mondo delle api non smette mai di stupirci con la sua complessità e le sue strategie adattative. E capire come le regine, il cuore della colonia, rispondono alle sfide ambientali è fondamentale per aiutarle a sopravvivere in un mondo che cambia.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *