Primo piano di una risonanza magnetica della colonna lombare che mostra chiari segni di degenerazione discale e spondilosi, visualizzata su uno schermo medico ad alta risoluzione in una clinica moderna. Sullo sfondo, sfocati, si intravedono elementi decorativi con motivi tessili Kente ghanesi. Fotografia medica, obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata e precisa per evidenziare i dettagli patologici.

Mal di Schiena in Ghana: La Risonanza Magnetica Svela i Segreti della Colonna Lombare

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che, ahimè, tocca tantissime persone: il mal di schiena, o LBP (Low Back Pain) come lo chiamano gli esperti. Pensate che è diventata la prima causa di disabilità al mondo! Un problema enorme, che impatta la vita quotidiana, il lavoro e il benessere generale di milioni di individui. Si stima che tra il 60% e l’80% di noi, prima o poi, dovrà farci i conti.

Ma cosa succede esattamente nella nostra schiena quando fa male? E come varia la situazione in diverse parti del mondo? Oggi ci spostiamo in Ghana, grazie a uno studio interessante che ha usato la risonanza magnetica (MRI) per “guardare dentro” la colonna lombare di pazienti con mal di schiena. Perché proprio in Ghana? Perché, nonostante il problema sia diffuso anche lì (uno studio rurale parlava del 15.7%), mancavano dati specifici basati sulla MRI, che è considerata la tecnica migliore per vedere i tessuti molli della colonna (dischi, nervi, ecc.).

Questo studio, anche se condotto in un solo centro (il più grande ospedale del Ghana, il Korle Bu Teaching Hospital), ci offre uno spaccato prezioso. Hanno analizzato retrospettivamente 59 referti di risonanza magnetica lombare, tutti di pazienti che si erano presentati proprio per mal di schiena, nel periodo tra gennaio e dicembre 2023.

Chi erano i pazienti sotto la lente?

Diamo un’occhiata a chi erano le persone coinvolte nello studio:

  • Genere: La maggioranza erano donne (57.6%, 34 referti) rispetto agli uomini (32.4%, 25 referti). Un rapporto di circa 0.74 uomini per ogni donna, un dato che si ritrova anche in altri studi sul mal di schiena. Le ragioni? Potrebbero essere ormonali (specialmente dopo la menopausa), anatomiche, psicosociali, o forse le donne sono semplicemente più propense a cercare aiuto medico.
  • Età: L’età media era di 44.7 anni (con una deviazione standard di 16.1 anni). La fascia d’età più rappresentata era quella tra i 30 e i 39 anni (25.4%), ma in generale, il mal di schiena sembrava colpire di più tra i 30 e i 70 anni.
  • Curvatura Lombare: Sorprendentemente, nella maggior parte dei casi (74.6%), la lordosi lombare (la normale curva della bassa schiena) è risultata normale. Questo ci dice che la relazione tra curvatura e dolore non è così diretta come si potrebbe pensare.
  • Terminazione Midollo Spinale: Nella maggior parte dei pazienti (54.2%), il midollo spinale terminava all’altezza della prima vertebra lombare (L1), che è considerato normale.

Le Scoperte Principali: Degenerazione e Spondilosi Vanno a Braccetto

E veniamo al dunque: cosa hanno trovato queste risonanze magnetiche? Due “protagonisti” principali sono emersi prepotentemente:

  1. Degenerazione discale: Presente in ben il 93.2% dei casi (55 referti)! Praticamente quasi tutti i pazienti con mal di schiena mostravano segni di usura dei dischi intervertebrali.
  2. Spondilosi lombare: Trovata nel 76.3% dei casi (45 referti). La spondilosi è un termine un po’ generico che indica cambiamenti degenerativi nelle vertebre, spesso con formazione di osteofiti (piccole escrescenze ossee).

La cosa ancora più interessante è che queste due condizioni spesso coesistevano. Infatti, tutti i 45 pazienti con spondilosi lombare avevano anche degenerazione discale! C’era un’associazione statisticamente significativa e forte tra le due (p=0.038, V=0.325). Questo suggerisce che, almeno in questi pazienti, la degenerazione del disco potrebbe essere un precursore o un fattore che contribuisce allo sviluppo della spondilosi, e viceversa. È come se l’usura del disco aprisse la strada ad altri cambiamenti strutturali nella colonna.

Immagine fotorealistica di una sezione sagittale di risonanza magnetica della colonna lombare umana, che mostra chiaramente la degenerazione di un disco intervertebrale (L4/L5) con riduzione dell'altezza e segnale alterato. Fotografia medica, obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli del disco e delle vertebre adiacenti.

Degenerazione Discale: Il Livello L4/L5 Sotto i Riflettori

Andando più nel dettaglio della degenerazione discale, lo studio ha rivelato quali livelli della colonna lombare fossero più colpiti. E indovinate un po’?

  • L4/L5: Il livello più frequentemente colpito, presente nell’89.8% dei referti con degenerazione.
  • L5/S1: Subito dopo, con l’86.4%.
  • L3/L4: 76.3%
  • L2/L3: 71.2%
  • L1/L2: 69.5%

Quindi, la parte più bassa della colonna lombare, specialmente il passaggio tra la quarta e la quinta vertebra lombare (L4/L5), sembra essere la più vulnerabile all’usura in questi pazienti ghanesi. Questo dato è in linea con altri studi internazionali, che indicano come oltre l’80% della degenerazione discale lombare avvenga proprio a L4/L5 e L5/S1. Un’informazione cruciale per i medici ghanesi quando valutano pazienti con mal di schiena.

Ma la degenerazione discale non viene da sola. Spesso porta con sé altre problematiche. Lo studio ha identificato 8 tipi di anomalie associate:

  • Riduzione dell’altezza del disco
  • Artrosi delle faccette articolari (la più comune, trovata frequentemente a tutti i livelli!)
  • Ispessimento del legamento giallo (enlarged ligamentum flava)
  • Impronta sulla teca anteriore (sacchetto che contiene il midollo)
  • Stenosi del canale spinale (restringimento)
  • Restringimento dei forami neurali (dove escono i nervi)
  • Compressione delle radici nervose
  • Stenosi della cauda equina

L’artrosi delle faccette articolari era particolarmente diffusa, il che non sorprende visto che è fortemente legata alla degenerazione del disco.

Spondilosi Lombare e Altre Anomalie Vertebrali

Parlando di spondilosi, quali vertebre erano più coinvolte? Anche qui, la parte bassa della schiena la fa da padrona:

  • L5: Anormalità nel 61% dei casi
  • L4: 59.3%
  • L3: 55.9%
  • L2: 44.1%
  • L1: 37.3%

La spondilosi era significativamente associata a tutte le vertebre lombari tranne L1, con le associazioni più forti a L5 e L4.

E quali erano le anomalie specifiche trovate nelle vertebre stesse, legate alla spondilosi o ad altro?

  • Osteofiti: I più comuni, specialmente a L3 e L4 (52.5% dei casi per entrambi). Come detto, sono tipici della spondilosi.
  • Noduli di Schmorl: Trovati abbastanza frequentemente, soprattutto a L5 (10.1%). Sono piccole erniazioni del disco dentro il corpo vertebrale. Alcuni studi suggeriscono che possano contribuire al mal di schiena, specialmente nella parte bassa della colonna dove il carico meccanico è maggiore.
  • Riduzione dell’altezza vertebrale: Osservata più spesso a L4 (13.6%).
  • Lipoma intraosseo: Il meno comune, una formazione benigna di grasso nell’osso, spesso scoperta per caso.

Fotografia sportiva di un lavoratore ghanese di mezza età che solleva un carico pesante, catturato con un teleobiettivo zoom 100-400mm, alta velocità dell'otturatore per congelare il movimento, tracciamento dell'azione focalizzato sulla schiena inarcata, luce naturale intensa che evidenzia lo sforzo fisico.

L’Età Conta, Ma Come?

Lo studio ha anche guardato come queste scoperte si relazionavano all’età.
Per la degenerazione discale, c’era un trend interessante: la frequenza aumentava con l’età, raggiungeva un picco tra i 30 e i 39 anni, e poi sembrava diminuire leggermente. Tuttavia, questa associazione non era statisticamente significativa (p=0.055). Comunque, era chiaro che la degenerazione fosse molto comune tra i 30 e i 70 anni. Perché quel picco a 30-39 anni? Gli autori ipotizzano che possa essere legato al tipo di lavoro. Molti ghanesi svolgono lavori manuali pesanti, e le statistiche locali indicano che il picco di attività fisica lavorativa si concentra proprio in quelle fasce d’età. Sappiamo che carichi lavorativi elevati possono accelerare i processi degenerativi della colonna.

Per la spondilosi lombare, invece, l’associazione con l’età era significativa (p=0.004). Era rara sotto i 30 anni, ma diventava molto più prevalente tra i 30 e i 70 anni. Questo conferma che la spondilosi è un processo legato all’invecchiamento e all’usura della colonna.

Un Quadro Complesso: Risonanza e Dolore

È fondamentale ricordare una cosa: trovare queste anomalie alla risonanza magnetica non significa automaticamente che siano la causa del dolore del paziente. Molti studi hanno dimostrato che persone senza mal di schiena possono avere degenerazione discale, spondilosi o altre alterazioni visibili alla MRI. La relazione tra ciò che si vede nelle immagini e il dolore percepito è complessa e non ancora del tutto chiarita. Questo studio, essendo “trasversale” (una fotografia in un dato momento), non può stabilire un rapporto causa-effetto.

Limiti dello Studio e Passi Futuri

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Il campione era piccolo (solo 59 referti) e proveniva da un unico ospedale. Questo è dovuto, in parte, a frequenti guasti della macchina MRI nel centro. Inoltre, non avevano accesso completo alle cartelle cliniche dei pazienti, il che ha limitato l’analisi di altri fattori. Quindi, bisogna essere cauti nel generalizzare questi risultati a tutta la popolazione ghanese.

Nonostante ciò, lo studio fornisce dati preziosi e inediti per il contesto ghanese. Gli autori suggeriscono giustamente che future ricerche dovrebbero coinvolgere più centri, magari in diverse regioni del Ghana, raccogliere dati per periodi più lunghi e includere più informazioni cliniche per avere un quadro ancora più completo.

In conclusione, questo “viaggio” dentro la schiena dei pazienti ghanesi con LBP ci mostra che la degenerazione discale, specialmente a livello L4/L5, è estremamente comune, spesso accompagnata da spondilosi lombare, la quale è chiaramente legata all’età. Capire questi pattern è il primo passo per migliorare la diagnosi e la gestione del mal di schiena in Ghana e, perché no, per aggiungere un altro tassello alla nostra comprensione globale di questo diffusissimo problema.

Fonte: Springer

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