Telephoto zoom, 200mm, un campo di canna da zucchero per panela in Colombia, con alcune piante che mostrano segni di stress idrico sotto un sole intenso. In lontananza, si intravedono le montagne. L'immagine cattura l'azione del vento sulle foglie, con una leggera sfocatura di movimento, fast shutter speed.

Panela Sotto Scacco: Come la Siccità Minaccia la Canna da Zucchero (e Cosa Possiamo Fare!)

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ particolare, nel cuore di un problema che tocca da vicino l’agricoltura e, diciamocelo, anche le nostre tavole, o meglio, quelle di tanti colombiani: il rischio siccità per la produzione della panela. Cos’è la panela? È quel dolcificante grezzo, non raffinato, ottenuto dal succo della canna da zucchero, una vera e propria istituzione in Colombia e in altre parti dell’America Latina. Pensate che è la terza coltura più estesa in Colombia dopo caffè e banane, e dà da vivere a circa 350.000 famiglie!

Il Nemico Invisibile: il Cambiamento Climatico

Partiamo da un presupposto ormai innegabile: il cambiamento climatico è una realtà. Ce ne accorgiamo tutti, con eventi estremi sempre più frequenti e intensi. E chi ne soffre di più, spesso, è proprio l’agricoltura. Immaginatevi campi assetati, colture che faticano a crescere, e intere comunità che dipendono da quei raccolti messe a dura prova. Ecco, è proprio in questo contesto che si inserisce la nostra analisi, focalizzata su come la siccità stia mettendo a rischio la canna da zucchero destinata alla panela.

La Panela: Un Tesoro da Proteggere

La canna da zucchero per la panela non è una pianta qualsiasi. È una specie erbacea che ama i climi tropicali, con temperature ideali tra i 10 e i 38 °C. Troppo freddo e non germoglia, troppo caldo e la qualità dello zucchero ne risente. Ha un ciclo di crescita che dura dai 14 ai 17 mesi, scandito da quattro fasi fisiologiche ben precise. E, soprattutto, ha bisogno di acqua: parliamo di 1200-1500 mm all’anno, a volte fino a 1750 mm, specialmente durante la germinazione. Senza un’irrigazione costante in questa fase, la piantina fa fatica. Nonostante la sua importanza nazionale, meno del 4% della produzione di panela avviene nella regione Caraibica della Colombia, e nel dipartimento del Cesar, dove ci siamo concentrati, si coltivano meno di 4.000 ettari.

Aguachica, Cesar: Il Nostro “Laboratorio” a Cielo Aperto

Per il nostro studio, abbiamo puntato i riflettori su Aguachica, un comune nel dipartimento del Cesar. Perché proprio lì? Beh, Aguachica si trova nella cosiddetta regione del “Caribe Secco”, una zona con un grande potenziale agricolo ma, come suggerisce il nome, anche molto incline alla siccità, specialmente durante fenomeni come El Niño. L’IDEAM (l’istituto di meteorologia colombiano) ha messo in guardia su un possibile aumento delle temperature fino a 1.8 °C e una riduzione delle piogge del 10-20% in diverse regioni, inclusa questa. L’agricoltura qui rappresenta il 13% dell’economia locale, con coltivazioni sia temporanee che permanenti. Le condizioni climatiche di Aguachica, con temperature medie sui 28°C e piogge annuali che possono arrivare a 1800 mm, la rendono un’area interessante ma complessa.

Come Abbiamo “Misurato” il Rischio?

Per capire il rischio, abbiamo dovuto considerare due fattori principali: la minaccia (l’evento climatico estremo, in questo caso la siccità) e la vulnerabilità (quanto la coltura e il suo ambiente sono suscettibili a quella minaccia).
Per calcolare la minaccia, abbiamo usato un indice chiamato SPEI (Standardized Precipitation-Evapotranspiration Index). Sembra un nome complicato, ma in pratica ci dice se c’è siccità in un determinato periodo, basandosi su dati di precipitazione ed evapotraspirazione (cioè quanta acqua “evapora” dal suolo e “traspira” dalle piante). Abbiamo raccolto dati climatici storici (degli ultimi 30 anni almeno!) da stazioni meteo locali e li abbiamo elaborati con software specifici come R Studio e QGIS per creare mappe mensili.
La vulnerabilità, invece, è un concetto più “soggettivo” perché dipende da tre fattori:

  • Esposizione: svantaggi geografici.
  • Sensibilità: fragilità interna del sistema (ad esempio, suoli erosi, mancanza di sistemi di irrigazione).
  • Capacità di adattamento: l’abilità di rispondere ai cambiamenti (ad esempio, accesso a informazioni, infrastrutture, associazioni di produttori).

Una volta ottenuti i valori di minaccia e vulnerabilità, li abbiamo combinati per ottenere una mappa del rischio agroclimatico per la canna da zucchero da panela ad Aguachica.

Macro lens, 80mm, close-up di una pianta di canna da zucchero per panela sofferente per la siccità, con foglie ingiallite e terreno arido e screpolato sullo sfondo. Luce dura e diretta che enfatizza la secchezza, high detail.

I Risultati: Un Quadro Preoccupante ma con Speranza

E cosa abbiamo scoperto? Beh, la probabilità di siccità ad Aguachica c’è, e si manifesta durante tutto l’anno, con i mesi di gennaio e febbraio che risultano i più critici (SPEI inferiore a -1) in quasi tutto il territorio. Dicembre è un mese di transizione, con il rischio che inizia ad aumentare. La zona sud-orientale è la più problematica: lì la siccità persiste praticamente sempre, anche durante i periodi piovosi, un po’ come accade nei comuni più a est che ricevono pochissime piogge.
Al contrario, la zona meridionale di Aguachica sembra cavarsela meglio da aprile a settembre, senza siccità. Ma da ottobre a dicembre, anche lì iniziano i problemi. La zona settentrionale, invece, presenta valori di SPEI interessanti tra settembre e gennaio, con gennaio che è il mese meno arido. Per il resto dell’anno, però, si oscilla tra condizioni normali e negative, aumentando la probabilità di eventi siccitosi. Questa variabilità è dovuta anche alle diverse altitudini presenti nel comune, che creano differenti “piani termici”.
La mappa del rischio che abbiamo elaborato mostra una categoria intermedia nella maggior parte del territorio di Aguachica. C’è un rischio basso nelle estremità nord e sud, ma un rischio alto nella zona sud-orientale. Questo significa che oltre l’80% del territorio è a rischio medio, mentre il 9.6% affronta un rischio da moderatamente alto a molto alto.

Cosa Significa Tutto Questo per i Coltivatori?

Questi dati sono fondamentali. Un rischio siccità elevato, con almeno quattro mesi di deficit idrico, rende la coltivazione della canna da zucchero quasi impossibile senza un sistema di irrigazione tecnologicamente avanzato. E purtroppo, le condizioni climatiche e le limitazioni socio-economiche dei piccoli agricoltori locali riducono ulteriormente la fattibilità in queste aree più critiche.
La vulnerabilità sociale gioca un ruolo chiave. La sensibilità è alta a causa della forte erosione del suolo e della mancanza di sistemi di irrigazione. Inoltre, molti sono piccoli produttori, con limitate possibilità di investimento in tecnologia per migliorare la produttività. L’erosione del suolo è una sfida enorme, portando a un impoverimento dei nutrienti a lungo termine. Sebbene la rotazione delle colture sia una pratica comune, la probabilità che i piccoli produttori (che rappresentano il 17.2% del totale ma che attualmente non coltivano canna da zucchero) adottino la canna da zucchero come nuova alternativa commerciale rimane bassa, seppur non impossibile.
La regione è molto vulnerabile alla scarsità d’acqua a causa del suo clima e della suscettibilità a El Niño. Anche se esistono sistemi di allerta precoce, i piccoli produttori spesso hanno un accesso limitato alle informazioni. In termini di capacità di adattamento, ci sono poche associazioni di produttori, un accesso limitato ai prestiti agricoli e bassi tassi di approvazione. Tuttavia, le infrastrutture stradali sono ben sviluppate.

La Soluzione Esiste: L’Importanza dell’Irrigazione

Ma non tutto è perduto! Abbiamo utilizzato un software chiamato AquaCrop (sviluppato dalla FAO) per simulare cosa succederebbe alla produzione di canna da zucchero con e senza irrigazione. I risultati sono stati sorprendenti. Nelle condizioni attuali, senza irrigazione, le rese sono bassissime, circa 0.26 tonnellate per ettaro, a causa della mancanza d’acqua nelle fasi iniziali della coltura. Ma implementando un piano di irrigazione a goccia, mantenendo il terreno alla sua capacità di campo (con apporti idrici tra 10 e 20 mm/giorno, 3-4 volte a settimana), le rese schizzano a 20 tonnellate per ettaro! Un valore ben superiore alla media nazionale colombiana, che si attesta tra le 4 e le 5 tonnellate per ettaro. Questo dimostra quanto la canna da zucchero sia sensibile alla mancanza d’acqua e l’enorme potenziale produttivo che si potrebbe sbloccare con l’irrigazione.

Landscape wide angle, 15mm, veduta aerea di campi coltivati ad Aguachica, Colombia, con diverse tonalità di verde (irriguo) e marrone (secco) che indicano vari livelli di stress idrico e l'impatto dell'irrigazione, sotto un cielo parzialmente nuvoloso. Focus nitido sull'estensione del territorio, long exposure per nuvole soffici.

Guardando al Futuro: Decisioni Informate per un’Agricoltura Sostenibile

Quindi, cosa ci dice tutto questo? Che la canna da zucchero potrebbe ottenere rese migliori nella zona settentrionale di Aguachica, essendo la meno colpita nei periodi più critici. Per le altre zone, l’implementazione di un sistema di irrigazione diventa cruciale.
Abbiamo anche confrontato i nostri risultati con le mappe di idoneità delle colture fornite dall’UPRA (Unidad de Planificación Rural Agropecuaria). È emerso che il 9.6% delle aree considerate idonee dall’UPRA per la canna da zucchero da panela affronta in realtà significative limitazioni climatiche, sociali e produttive a causa della siccità. Questo sottolinea l’importanza di integrare l’analisi del rischio siccità mensile negli studi di idoneità esistenti, per fornire strumenti decisionali migliori agli agricoltori e pianificare in modo più efficace.
In conclusione, il nostro studio ha evidenziato che la maggior parte del comune di Aguachica affronta un rischio medio di siccità per la canna da zucchero da panela, con rischi più elevati concentrati nella zona sud-orientale. Le zone settentrionali e meridionali offrono condizioni migliori. La gestione integrata delle risorse idriche, con un focus sui sistemi di irrigazione e pratiche agronomiche migliorate, è essenziale per garantire una produzione di canna da zucchero redditizia e sostenibile.
La metodologia che abbiamo applicato, combinando mappatura del rischio siccità, analisi di vulnerabilità e modellazione dell’irrigazione, può servire da modello anche per valutare altre colture. Il prossimo passo? Validare questi risultati con prove sul campo ed estendere l’analisi ad altre regioni agricole. Solo così potremo prendere decisioni sempre più informate per la gestione delle risorse idriche e la sostenibilità delle nostre preziose colture. Perché proteggere la panela significa proteggere un pezzo importante della cultura e dell’economia colombiana!

Fonte: Springer

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