Fotografia ritratto, obiettivo 50mm, di un medico esausto con segni di stanchezza sul viso, in piedi in un ambiente ospedaliero scarsamente illuminato, una mano sulla parte bassa della schiena. Effetto duotone blu e grigio per accentuare la fatica e lo stress.

Medici e Infermieri Sotto Scacco: Quando il Lavoro Fa Male Davvero!

Ragazzi, parliamoci chiaro. Quante volte abbiamo pensato al personale medico – dottori, infermieri, tecnici – come a degli eroi instancabili? Sempre pronti, sempre lì per noi. Ma ci siamo mai chiesti a quale prezzo? Non parlo solo dello stress o dei turni massacranti, ma di qualcosa di più subdolo, che logora giorno dopo giorno: i disturbi muscoloscheletrici lavoro-correlati (li chiameremo DMSL, o WMSDs in inglese, per capirci). Ebbene sì, quel mal di schiena persistente, quel dolore al collo che non dà tregua, quella fitta alla spalla… spesso non sono un caso, ma una diretta conseguenza del loro lavoro.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante, condotto su larga scala in Cina, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questo problema. Hanno coinvolto quasi 6100 professionisti sanitari da 54 ospedali diversi. L’obiettivo? Capire non solo *quali* fattori ergonomici avversi (cioè quelle condizioni di lavoro scomode o faticose) causano problemi, ma soprattutto *come* agiscono, specialmente quando si presentano tutti insieme. Perché, ammettiamolo, raramente un medico o un infermiere è esposto a *un solo* fattore di rischio alla volta.

Il Problema è Serio: I DMSL Dilagano

Prima di tuffarci nei dettagli dello studio, capiamo meglio cosa sono questi DMSL. Si tratta di un gruppo di malattie croniche cumulative causate da fattori come sforzi intensi, movimenti ripetitivi, posture scorrette, ma anche da un’organizzazione del lavoro non ottimale e fattori psicosociali. Coinvolgono muscoli, tendini, ossa, cartilagini, legamenti e nervi, portando a dolore, disagio e limitazioni nei movimenti.

Lo studio conferma quello che altre ricerche già suggerivano: la prevalenza dei DMSL tra il personale medico è altissima, superiore al 75% secondo alcune review! Questo studio specifico ha trovato che le zone più colpite sono il collo (41.7%), le spalle (33.5%) e la parte bassa della schiena (26.3%). Numeri impressionanti, che ci fanno capire quanto sia diffuso il problema. Pensateci: lavori spesso sedentari o, al contrario, che richiedono di stare in piedi per ore, alta concentrazione mentale, operazioni manuali precise… un cocktail micidiale per il nostro sistema muscoloscheletrico.

Lo Studio Cinese: Cosa Hanno Scoperto?

I ricercatori cinesi hanno usato un metodo statistico piuttosto avanzato (il modello WQS, Weighted Quantile Sum) per analizzare come un *mix* di fattori ergonomici avversi influenzi il rischio di DMSL in diverse parti del corpo. E i risultati sono stati illuminanti.

La scoperta più clamorosa? Essere esposti a molteplici fattori ergonomici avversi contemporaneamente aumenta drasticamente il rischio di sviluppare DMSL, molto più che l’esposizione a un singolo fattore. Parliamo di un rischio che può essere da quasi 3 volte (OR 2.83) fino a quasi 7 volte (OR 6.92) maggiore a seconda della parte del corpo considerata! Questo ci dice che l’effetto combinato è devastante.

Ma quali sono i “colpevoli” principali per le diverse zone del corpo?

Collo, Spalle, Schiena Alta e Bassa: Occhio alle Posizioni Scomode!

Per queste aree, il fattore che pesa di più in assoluto è il “lavorare in posizioni scomode“. Pensate a un chirurgo chino sul paziente per ore, a un infermiere che assiste un malato in una posizione innaturale, o anche semplicemente a chi passa tanto tempo al computer a scrivere referti. Queste posture, mantenute a lungo, mettono sotto stress muscoli e articolazioni, portando a dolore e rigidità. Lo studio ha quantificato questo impatto: questo fattore ha il “peso” maggiore (weight index) nel determinare il rischio per collo (0.327), spalle (0.313), schiena alta (0.262) e schiena bassa (0.262).

Fotografia realistica di un chirurgo concentrato durante un'operazione, chino sul tavolo operatorio in una posizione visibilmente scomoda per la schiena e il collo. Luce chirurgica intensa che illumina la scena. Obiettivo zoom 35mm, stile documentaristico, focus nitido sui dettagli della postura.

Gambe, Ginocchia, Piedi: Troppo Tempo in Piedi Pesa.

Se invece parliamo degli arti inferiori, il nemico numero uno è lo “stare in piedi per periodi prolungati“. Chi lavora in ospedale sa bene cosa significa passare ore e ore camminando o restando fermi in piedi. Questo sovraccarica le gambe, le ginocchia e i piedi. Non a caso, questo fattore è risultato il più influente per il rischio di DMSL ai piedi (peso: 0.413), alle gambe (peso: 0.313) e alle ginocchia (peso: 0.251).

Gomiti e Mani: Un Mix Pericoloso.

Per i gomiti, i fattori più rilevanti sono risultati il “trasportare oggetti pesanti (più di 20kg)” (peso: 0.229) e, di nuovo, il “lavorare in posizioni scomode” (peso: 0.177), seguiti dalle “operazioni ripetitive molte volte al minuto” (peso: 0.136).
Per le mani, invece, la situazione è ancora diversa. Qui i “top 3” fattori di rischio sono: “stare inginocchiati per periodi prolungati” (peso: 0.224 – pensate a chi deve fare medicazioni o prelievi al letto del paziente), “trasportare oggetti pesanti (>20kg)” (peso: 0.212) e “ripetere l’operazione molte volte al minuto” (peso: 0.170).

La Sorpresa: Seduti Sì, Ma Non Troppo (e Alternare Fa Bene!)

Qui arriva un dato interessante e un po’ controintuitivo. Lo “stare seduti per periodi prolungati“, se da un lato aumenta il rischio per collo, spalle, schiena alta e mani (specialmente se fatto frequentemente o molto frequentemente), dall’altro sembra essere *protettivo* per gambe, ginocchia e piedi! Allo stesso modo, lo “stare in piedi per periodi prolungati“, se fatto *occasionalmente*, può addirittura ridurre il rischio per collo, spalle, schiena alta e mani.

Cosa ci dice tutto questo? Che probabilmente la chiave sta nell’alternanza delle posture! Stare sempre nella stessa posizione, che sia seduta o in piedi, affatica specifici gruppi muscolari e articolari. Cambiare posizione regolarmente, invece, permette di distribuire il carico, ridurre l’affaticamento muscolare e migliorare la circolazione, diminuendo così il rischio complessivo di DMSL. È un po’ come dire: il troppo stroppia, in ogni senso!

Perché Questo Mix è Così Dannoso? Una Spiegazione Biomeccanica

Ma perché l’esposizione combinata a più fattori è così problematica? I ricercatori suggeriscono alcune spiegazioni biomeccaniche:

  • Postura Scomoda + Sforzo/Ripetizione: Una postura scorretta (es. schiena piegata, polso deviato) rende le articolazioni e i tessuti connettivi più vulnerabili. Se a questo aggiungiamo uno sforzo (come sollevare un paziente) o movimenti ripetitivi, il rischio di lesioni aumenta esponenzialmente. La postura errata abbassa la soglia di danno.
  • Affaticamento Cumulativo: Compiti ripetitivi affaticano muscoli e tendini, riducendo le riserve energetiche e ostacolando la riparazione dei tessuti. Se questi movimenti sono fatti in posizioni scomode, il carico muscolare peggiora e l’affaticamento si somma.
  • Ischemia da Contrazione Statica: Mantenere una posizione statica a lungo (es. stare fermi durante un intervento, impugnare strumenti) riduce il flusso sanguigno ai muscoli. Questo provoca accumulo di scorie metaboliche e indebolisce i tessuti, rendendoli più suscettibili a danni da altri carichi (es. spostare un paziente).

Insomma, i diversi fattori di rischio non si sommano semplicemente, ma interagiscono tra loro potenziando i loro effetti negativi.

Illustrazione medica stilizzata che mostra la colonna vertebrale umana con frecce che indicano i punti di stress causati da una postura scorretta (es. flessione lombare) e dal sollevamento pesi. Colori contrastanti per evidenziare le zone di carico. Dettaglio elevato sulle vertebre e sui dischi.

Cosa Possiamo Fare? Strategie di Prevenzione

Ok, il quadro è preoccupante, ma non siamo impotenti. Lo studio stesso, insieme ad altre ricerche, suggerisce diverse strade per prevenire e gestire i DMSL nel personale medico. È fondamentale agire su più fronti:

  • Formazione e Consapevolezza: Bisogna formare il personale medico sui rischi ergonomici e sulle posture corrette da adottare. Sapere è il primo passo per proteggersi.
  • Ottimizzazione dell’Ambiente di Lavoro: Migliorare il layout degli spazi, regolare i flussi di lavoro per ridurre l’esposizione ai fattori di rischio. Ad esempio, avvicinarsi il più possibile al paziente quando lo si assiste, mantenere la schiena dritta, evitare torsioni inutili.
  • Attrezzature Ergonomiche: Promuovere l’uso di attrezzature e dispositivi medici progettati ergonomicamente (es. letti regolabili in altezza, sollevatori per pazienti, sedili ergonomici, supporti per braccia ed elbows, sistemi esoscheletrici per il sollevamento).
  • Organizzazione del Lavoro: Pianificare carichi di lavoro ragionevoli, garantire pause adeguate, promuovere l’alternanza tra compiti e posture diverse (seduti/in piedi).
  • Attività Fisica e Terapie: Incoraggiare l’attività fisica regolare (come nuoto o camminata), che ha dimostrato benefici nel migliorare il dolore cronico a collo, spalle e schiena. Anche terapie come la manipolazione spinale (SMT) o la mobilizzazione (MOB) possono essere efficaci per alleviare il dolore.

Pensateci: se il problema principale per collo e schiena è la postura scomoda, bisogna lavorare su come ci si posiziona durante le procedure, magari usando supporti. Se il sollevamento pesi impatta sui gomiti, servono aiuti meccanici o training specifici. Se stare in piedi a lungo massacra le gambe, bisogna trovare il modo di alternare con la posizione seduta.

Fotografia grandangolare, obiettivo 20mm, di un moderno reparto ospedaliero luminoso e ben organizzato. Si vedono infermieri che utilizzano sollevatori meccanici per spostare un paziente e postazioni di lavoro con sedie ergonomiche regolabili. Focus nitido su tutta la scena per mostrare un ambiente di lavoro ottimizzato.

Un Appello Finale

Questo studio ci ricorda che dietro ogni camice bianco c’è una persona con un corpo che soffre se sottoposto a stress continui e posture innaturali. Il fatto che in Cina i DMSL siano stati recentemente inclusi ufficialmente tra le malattie professionali sottolinea l’urgenza di affrontare il problema. Proteggere la salute di chi si prende cura della nostra è un dovere. Le istituzioni sanitarie devono investire in prevenzione, migliorando gli ambienti di lavoro e fornendo gli strumenti giusti. Noi, come pazienti e cittadini, dobbiamo essere consapevoli di questa realtà. Perché un medico o un infermiere che sta bene, lavora meglio. E questo va a vantaggio di tutti.

Fonte: Springer

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