Fotografia dettagliata di una sezione di traversa in composito PGFRP rinforzata con un manicotto metallico di tipo plug-in, montato con bulloni. Obiettivo macro 70mm, illuminazione da studio che evidenzia la texture del composito e la finitura del manicotto in acciaio inox, con interposto uno strato di gomma siliconica. Alta definizione dei dettagli di assemblaggio.

Traverse delle Torri Elettriche: Più Forti e Durevoli con i Rinforzi a Manicotto!

Ciao a tutti, appassionati di scienza e tecnologia! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che forse diamo per scontato, ma che è fondamentale per la nostra vita quotidiana: le traverse delle torri di trasmissione elettrica. Sì, proprio quelle strutture che sostengono i cavi dell’alta tensione. Sembrano eterne, vero? Eppure, anche loro invecchiano e si usurano, soprattutto se fatte con materiali tradizionali come il legno, che dopo un po’ si arrende alle intemperie e ai difetti naturali.

Per questo, da tempo si è passati a materiali più moderni e performanti, come i compositi polimerici rinforzati con fibre di vetro pultruse (PGFRP). Leggeri, resistenti, immuni alla corrosione… sembravano la soluzione definitiva! E in gran parte lo sono, ma anche questi campioni di ingegneria hanno un nemico subdolo: lo scorrimento viscoso (o “creep”, se vogliamo fare i fighi con l’inglese) e il carico statico prolungato. Immaginate di tenere un peso sollevato per ore, giorni, anni… prima o poi il braccio cede, no? Ecco, qualcosa di simile accade a queste traverse, che possono arrivare a cedimenti improvvisi, con tutti i rischi e i costi di manutenzione che ne conseguono.

Il Problema: Quando le Traverse Cedono

In posti come la Malesia, dove le prime linee elettriche usavano traverse in legno Chengal fin dal 1929, il passaggio ai PGFRP negli anni ’90 è stato una vera rivoluzione. Questi compositi, prodotti con una tecnica chiamata pultrusione (che garantisce ottime qualità meccaniche e produzione su larga scala), sono costituiti da fibre di vetro E-glass immerse in resine poliestere insature. Il loro design a tubo quadrato li rende robusti, ma il problema principale emerso col tempo è stato il cedimento improvviso delle traverse PGFRP nelle torri ad alta tensione. Le cause? Diverse: rottura dei cavi, appunto lo scorrimento viscoso, forti sbalzi di temperatura e umidità, vibrazioni, carichi dinamici come il vento, e persino una non perfetta adesione tra fibre e matrice o sequenze di impilamento non ottimali.

Quando una traversa si rompe, i cavi elettrici si avvicinano pericolosamente al suolo, creando un rischio enorme per persone e infrastrutture. E i costi per le compagnie elettriche? Alle stelle! Si sono provate varie soluzioni: staffaggi aggiuntivi, che però sono difficili da installare e manutenere, e possono scivolare o addirittura peggiorare la situazione; oppure l’incollaggio di strutture a nido d’ape, la cui resina adesiva però si degrada con calore, umidità e raggi UV. Insomma, serviva qualcosa di più efficace e duraturo.

La Nostra Indagine: Manicotti al Soccorso!

Ed è qui che entriamo in gioco noi, o meglio, la ricerca di cui vi parlo oggi! L’idea geniale è stata quella di rinforzare queste traverse PGFRP con dei manicotti (sleeve, in inglese) di tipo “plug-in”. Immaginate una sorta di armatura esterna, fatta su misura, che abbraccia la traversa nei punti critici. L’obiettivo? Non solo aumentare la resistenza strutturale, ma creare un componente unificato che limiti le deformazioni della traversa, sia verticali che orizzontali, aumentandone la vita operativa.

Per capire se questa idea funzionava davvero, abbiamo preso delle traverse PGFRP a grandezza naturale (sezione quadrata 102×102 mm, spessore 7.8 mm, lunghezza 3651 mm, mica bruscolini!) e le abbiamo “vestite” con questi manicotti. I manicotti, lunghi 1200 mm (circa un terzo della traversa), sono stati realizzati in acciaio inox SS304-2B, scelto per la sua minore conduttività elettrica rispetto ad altri metalli. Tra la traversa e il manicotto, abbiamo inserito fogli di gomma siliconica spessi 1.5 mm: un isolante perfetto, impermeabile e che riduce il rischio di scivolamenti, oltre a fornire un effetto ammortizzante. Il tutto ben serrato con bulloni e rondelle specifiche per assorbire shock e vibrazioni.

Fotografia di dettaglio di una traversa in composito PGFRP rinforzata con un manicotto metallico di tipo plug-in, montata con bulloni. Obiettivo macro 70mm, illuminazione da studio che evidenzia la texture del composito e la finitura del manicotto in acciaio inox, con interposto uno strato di gomma siliconica. Alta definizione dei dettagli di assemblaggio.

Poi, via ai test! Abbiamo usato la classica prova di flessione a tre punti (3PB), secondo gli standard ASTM, per analizzare le proprietà elastiche, la risposta allo scorrimento viscoso a flessione e il comportamento in termini di deflessione. Abbiamo testato sia le traverse “nude” (virgin) che quelle rinforzate, su diverse lunghezze di campata (da 1000 mm a 3000 mm).

Risultati da Urlo: I Manicotti Fanno la Differenza!

E i risultati? Beh, preparatevi a rimanere a bocca aperta! L’aggiunta del manicotto ha migliorato significativamente il comportamento carico-deflessione del 45.30% e la resistenza allo scorrimento viscoso a lungo termine del 47.10%. Mica male, eh?

Per predire il comportamento viscoelastico nel tempo, abbiamo usato il modello della legge di potenza di Findley. Questo modello ci ha rivelato che, mentre la traversa “nuda” subiva un calo del 75% del modulo elastico nel tempo, quella rinforzata con il manicotto vedeva una diminuzione di solo il 34%. Questo significa un miglioramento di oltre il 40% nella capacità della traversa di resistere alla deformazione per periodi prolungati! Anche il fattore di riduzione globale è migliorato di 0.51 rispetto alla traversa non rinforzata.

In pratica, la traversa con il manicotto ha mostrato:

  • Minore deflessione sotto carico
  • Migliore resistenza allo scorrimento viscoso
  • Maggiore resistenza a flessione
  • Una vita teorica più lunga

Le prove di scorrimento viscoso sono state condotte per 1000 ore in ambiente tropicale reale (temperatura media 29.19 °C, umidità relativa media 69.83%), simulando le condizioni operative effettive. Abbiamo appeso un carico statico costante e misurato la deformazione nel tempo. È emerso chiaramente che la deformazione da scorrimento viscoso nelle traverse rinforzate era notevolmente inferiore.

Previsioni a Lungo Termine: 50 Anni di Serenità?

Ma non ci siamo fermati qui. Usando le equazioni derivate dal modello di Findley, abbiamo estrapolato questi dati per prevedere il comportamento delle traverse su un arco temporale di 50 anni. I risultati sono entusiasmanti: si prevede che il modulo elastico medio della traversa “nuda” sarà inferiore del 74.79% rispetto a quello iniziale, mentre per la traversa rinforzata la riduzione sarà solo del 33.75%. Un miglioramento di circa il 41% nella conservazione della rigidezza nel tempo!

Questo significa che il fattore di riduzione per la traversa in PGFRP è stato migliorato di circa il 66% grazie all’uso del manicotto. Confrontando i valori del modulo elastico previsto a 10, 25 e 50 anni, quelli della traversa rinforzata sono rimasti costantemente superiori a quelli della traversa non rinforzata, e nettamente migliori rispetto ad altre soluzioni proposte in passato.

Grafico comparativo che mostra la previsione della riduzione del modulo elastico nel tempo per una traversa PGFRP standard (linea rossa in forte calo) e una rinforzata con manicotto (linea blu con calo più contenuto) su un periodo di 50 anni. Obiettivo grandangolare 24mm per visualizzare l'intero grafico, con etichette chiare e colori distinti.

La cosa fantastica di questa soluzione è la sua praticità. I manicotti possono essere installati sulle torri di trasmissione esistenti senza dover smontare tutto, grazie al loro design “plug-in”. Questo si traduce in minori costi di manutenzione e una vita utile prolungata per le traverse. Pensateci: produzione semplice, facilità di installazione, materiali disponibili. È una soluzione economicamente vantaggiosa e sicura.

Sfide e Vantaggi dell’Adozione su Larga Scala

Certo, l’adozione su larga scala di questa tecnica di rinforzo presenta alcune potenziali sfide. L’investimento iniziale potrebbe essere un fattore, a causa dell’approvvigionamento e della produzione delle strutture dei manicotti. Tuttavia, nel lungo periodo, il ritorno sull’investimento sarà più elevato e vantaggioso. Le strutture a manicotto di tipo plug-in proposte hanno la capacità di essere installate direttamente sulle traverse esistenti, ma richiedono un allineamento preciso e una coppia di serraggio adeguata per ottenere i risultati desiderati.

Nonostante il costo aggiuntivo, il rinforzo a manicotto migliora significativamente le prestazioni strutturali, in particolare in condizioni di servizio a lungo termine. Come dimostrato in questo studio, le traverse rinforzate hanno mostrato una resistenza superiore alla deformazione da scorrimento viscoso, un ritardo nell’insorgenza del degrado meccanico e una maggiore capacità di carico. Questi miglioramenti si traducono direttamente in una vita di servizio estesa e una ridotta probabilità di guasti in servizio, fattori critici nelle infrastrutture di utilità come i pali di trasmissione e distribuzione.

Uno dei vantaggi più convincenti risiede nella riduzione della frequenza di manutenzione e dei costi di sostituzione. Le traverse tradizionali in GFRP, sebbene resistenti alla corrosione, possono soffrire di deformazioni a lungo termine e fatica in ambienti difficili. Le versioni rinforzate sono più robuste, potenzialmente riducendo gli intervalli di ispezione e minimizzando le riparazioni di emergenza. Nel tempo, i risparmi in manodopera, tempi di inattività e sostituzione dei materiali possono superare l’investimento iniziale più elevato.

Il GFRP rinforzato con manicotto contribuisce anche a migliorare l’affidabilità e la sicurezza del sistema. Per le reti di distribuzione elettrica, il guasto di una traversa può portare a significative interruzioni operative e rischi per la sicurezza pubblica. Il rinforzo aiuta a mitigare questi rischi, offrendo una soluzione progettuale più resiliente, una componente intangibile ma critica dell’equazione costi-benefici. L’osservazione più solida sarebbe che l’incorporazione di retrofit a manicotto elimina i guasti catastrofici che generalmente porterebbero a incidenti mortali.

Quindi, la prossima volta che alzate gli occhi verso una torre dell’alta tensione, pensate che grazie a ricerche come questa, quelle traverse potrebbero essere più forti, più sicure e più durevoli, grazie a un’idea tanto semplice quanto efficace come un “manicotto” rinforzante. E chissà quante altre applicazioni potranno beneficiare di questa tecnologia: dal rinforzo di colonne nei ponti, agli assali di veicoli pesanti, fino alle strutture di navi e imbarcazioni. Il futuro dell’ingegneria dei materiali è davvero affascinante!

Fonte: Springer

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