Rigenerazione Endodontica negli Adolescenti: Salvare Incisivi Maturi con Coagulo Sanguigno o PRF
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente affascinante che sta cambiando il modo in cui pensiamo alla cura dei denti, specialmente quelli che hanno già subito un trattamento canalare (la cosiddetta “devitalizzazione”) ma che, ahimè, presentano ancora problemi. Immaginate un dente, magari un incisivo centrale superiore di un adolescente, che nonostante le cure precedenti mostra ancora una di quelle fastidiose macchie scure alla radice in radiografia, segno di un’infezione persistente o di una guarigione incompleta (la chiamiamo radiolucenza periapicale). Tradizionalmente, le opzioni sarebbero un ritrattamento canalare standard o addirittura un intervento chirurgico. Ma se vi dicessi che c’è una terza via, una strada che punta non solo a pulire, ma a rigenerare?
La Magia dell’Endodonzia Rigenerativa (REPs)
Esatto, parliamo di Procedure Endodontiche Rigenerative (REPs). L’idea di base è quasi fantascientifica, ma tremendamente reale: sfruttare le capacità naturali del nostro corpo per riparare i tessuti danneggiati all’interno e intorno alla radice del dente. Pensateci: invece di riempire semplicemente il canale vuoto con materiali inerti, cerchiamo di guidare un processo biologico che possa ricreare qualcosa di simile al tessuto pulpare originale, con vasi sanguigni e magari anche nervi! Questo non solo aiuterebbe a risolvere l’infezione e a guarire l’osso circostante, ma potrebbe potenzialmente restituire al dente alcune delle sue funzioni vitali, come la sensibilità o le capacità di difesa immunitaria.
Le REPs si basano su tre pilastri fondamentali dell’ingegneria tissutale:
- Cellule staminali mesenchimali (MSCs): Cellule “jolly” che possono differenziarsi in vari tipi di tessuto.
- Scaffold (impalcatura): Una struttura che guida la crescita delle nuove cellule.
- Fattori di crescita: Molecole che stimolano le cellule a proliferare e differenziarsi.
Finora, le REPs hanno dato risultati incredibili soprattutto nei denti permanenti immaturi (quelli con la radice non ancora completamente formata), ma la grande domanda è: funzionano anche sui denti maturi, quelli con un apice radicolare già chiuso e spesso più difficile da raggiungere per le cellule rigenerative? E funzionano anche quando si tratta di un ritrattamento, cioè su un dente già trattato in passato?
Lo Studio: Coagulo Sanguigno (BC) vs. Fibrina Ricca di Piastrine (PRF) a Confronto
Ed è qui che entra in gioco uno studio clinico randomizzato davvero interessante, di cui voglio parlarvi oggi. Ha coinvolto 48 adolescenti (tra gli 11 e i 18 anni) con incisivi centrali superiori maturi che, nonostante una precedente devitalizzazione, presentavano ancora lesioni periapicali. L’obiettivo primario era confrontare, dopo un anno, i risultati clinici e radiografici di due diverse tecniche REPs usate per il ritrattamento di questi denti.
Le due tecniche messe a confronto sono state:
- Rivitalizzazione con formazione indotta di coagulo sanguigno (BC – Blood Clot): Questa è la tecnica “classica”. Dopo aver disinfettato accuratamente il canale, si stimola un leggero sanguinamento dalla zona apicale. Il sangue che riempie il canale forma un coagulo, che agisce da scaffold naturale, ricco di fattori di crescita e che attira le cellule staminali dalla zona circostante. Semplice, ma a volte può essere difficile ottenere un sanguinamento adeguato, specialmente in tessuti compromessi.
- Fibrina Ricca di Piastrine (PRF): Questa è considerata una tecnica di seconda generazione. Si preleva una piccola quantità di sangue dal braccio del paziente (come per un normale esame del sangue), lo si centrifuga immediatamente senza aggiungere anticoagulanti, e si ottiene una sorta di “gelatina” giallastra (la PRF, appunto). Questa matrice è super concentrata in piastrine e fibrina, e quindi ricchissima di fattori di crescita che vengono rilasciati in modo più controllato e prolungato nel tempo rispetto al semplice coagulo. La PRF viene poi inserita nel canale radicolare disinfettato per agire da scaffold potenziato.

Per valutare i risultati in modo super preciso, i ricercatori non si sono accontentati delle tradizionali radiografie periapicali (le piccole lastrine bidimensionali), ma hanno usato la Tomografia Computerizzata Cone Beam (CBCT). La CBCT è fantastica perché ci dà immagini tridimensionali e permette di misurare il volume esatto delle lesioni, superando i limiti delle radiografie 2D dove le strutture si sovrappongono. Hanno misurato il diametro massimo e il volume delle lesioni all’inizio dello studio e dopo 12 mesi. Inoltre, hanno verificato se i denti trattati rispondevano ai test di sensibilità termica (freddo) ed elettrica, un indizio importante sulla possibile rigenerazione di tessuto vitale.
I Risultati: Guarigione Ossea e Sorpresa sulla Sensibilità!
E allora, cosa è emerso dopo un anno? I risultati sono stati davvero incoraggianti!
Innanzitutto, la buona notizia è che entrambe le tecniche hanno funzionato molto bene nel ridurre le dimensioni delle lesioni periapicali. Utilizzando la CBCT, si è visto che:
- Nel gruppo trattato con Coagulo Sanguigno (BC), il volume medio della lesione è passato da 0.33 cm³ a 0.13 cm³. Una riduzione notevole! L’85% dei denti ha mostrato una riduzione della lesione.
- Nel gruppo trattato con Fibrina Ricca di Piastrine (PRF), il volume medio è sceso da 0.27 cm³ a un incredibile 0.04 cm³! Qui, il 100% dei denti ha mostrato una riduzione della lesione.
Statisticamente, però, la differenza nella riduzione del volume tra i due gruppi non è stata considerata significativa. Questo significa che, dal punto di vista della guarigione ossea visibile radiograficamente, entrambe le tecniche si sono dimostrate efficaci e comparabili in questo studio su denti maturi ritrattati.

Ma ecco la parte forse più intrigante: i test di sensibilità pulpare. Dopo 12 mesi, un numero significativamente maggiore di denti trattati con PRF ha risposto positivamente sia al test del freddo (TPT) sia al test elettrico (EPT) rispetto ai denti trattati con BC.
- Risposta al freddo (TPT): Più denti nel gruppo PRF hanno “sentito” lo stimolo freddo (P=0.028).
- Risposta elettrica (EPT): Più denti nel gruppo PRF hanno risposto al test elettrico (P=0.032), e i valori medi di risposta indicavano una maggiore sensibilità (valore medio più basso nel gruppo PRF).
Questo è un risultato davvero notevole! Suggerisce che la PRF, forse grazie alla sua maggiore concentrazione e rilascio prolungato di fattori di crescita, potrebbe essere più efficace non solo nel promuovere la guarigione ossea, ma anche nel favorire la rigenerazione di un tessuto interno al dente capace di rispondere agli stimoli, un passo più vicino a un vero e proprio “ritorno alla vita” del dente.
Cosa Significa Tutto Questo per il Futuro dell’Endodonzia?
Questo studio, seppur con un follow-up di 12 mesi (sarebbe interessante vedere i risultati a più lungo termine), apre scenari davvero promettenti. Ci dice che le procedure rigenerative (REPs) non sono un’utopia riservata solo ai denti immaturi, ma possono essere un’opzione valida e concreta anche per il ritrattamento di denti permanenti maturi con lesioni periapicali negli adolescenti.
È fantastico pensare che, invece di limitarci a sigillare un canale, possiamo provare a innescare una vera guarigione biologica. La CBCT si conferma uno strumento preziosissimo per monitorare questi processi in modo accurato.
La tecnica con PRF sembra offrire un vantaggio aggiuntivo in termini di recupero della sensibilità pulpare, il che è un obiettivo importantissimo dell’endodonzia rigenerativa. Certo, richiede un prelievo di sangue e una procedura leggermente più complessa in studio, ma i potenziali benefici potrebbero valerne la pena.

Ovviamente, come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti: il periodo di osservazione è relativamente breve e non abbiamo analisi istologiche per sapere esattamente che tipo di tessuto si è formato all’interno del canale (è davvero polpa rigenerata o un tessuto riparativo diverso?). Serviranno sicuramente altre ricerche, magari con follow-up più lunghi e su una gamma più ampia di età e tipi di denti.
Tuttavia, la conclusione è chiara e molto positiva: le REPs, sia con coagulo sanguigno che, forse con una marcia in più, con PRF, rappresentano un’alternativa valida e promettente per il ritrattamento di incisivi centrali superiori maturi e dritti negli adolescenti. Un passo avanti entusiasmante verso un’odontoiatria sempre più biologica e conservativa!
Fonte: Springer
