Viaggio nei Ricoveri Psichiatrici in Brasile: Un Decennio Sotto la Lente (2012-2023)
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un’analisi affascinante che ho avuto modo di approfondire recentemente, riguardante i ricoveri psichiatrici in Brasile, all’interno del loro Sistema Sanitario Unificato (il famoso SUS). Si tratta di uno studio osservazionale che ha messo sotto la lente d’ingrandimento i tassi di ospedalizzazione dal 2012 fino al 2023. Un periodo bello lungo, che ci permette di vedere come sono cambiate le cose.
La Politica di Salute Mentale Brasiliana: Un Cambio di Rotta
Prima di tuffarci nei numeri, è importante capire il contesto. In Brasile, la cura della salute mentale si basa sulla Politica Nazionale di Salute Mentale, che è allineata con i principi del SUS: universalità, equità e completezza. La grande svolta è stata la Legge 10.216 del 2001, che ha protetto i diritti delle persone con disturbi mentali e ha spinto per un modello di cura più aperto, preferibilmente comunitario. L’idea di fondo è che il ricovero ospedaliero debba essere l’ultima spiaggia, da considerare solo quando le risorse extra-ospedaliere non bastano più.
Questo cambio di paradigma è figlio della Riforma Psichiatrica degli anni ’70, un movimento forte che voleva smantellare il vecchio modello manicomiale, centrato sull’ospedale psichiatrico, che spesso portava alla cronicizzazione e all’isolamento sociale dei pazienti. L’obiettivo non era eliminare tutti i letti ospedalieri, ma spostare il focus, rendendoli disponibili preferibilmente negli ospedali generali e non più come fulcro della terapia. Pensate che questa riforma proteggeva non solo i pazienti, ma anche gli operatori sanitari, spesso vittime di pratiche autoritarie quando denunciavano condizioni precarie.
Per gestire questa nuova visione, è nata la Rete di Assistenza Psicosociale (RAPS), che organizza e struttura i vari servizi sul territorio. Il ricovero, quindi, diventa solo una delle modalità di cura, un regime terapeutico in ospedale per 24 ore o più.
Uno Sguardo Generale ai Dati: Cosa è Successo dal 2012 al 2023?
Lo studio che ho analizzato ha usato i dati pubblici del Dipartimento di Informatica del SUS (DATASUS), concentrandosi sui ricoveri per disturbi mentali e comportamentali (gruppo V dell’ICD-10) in uomini e donne, da 0 a 80 anni e oltre. Hanno usato software statistici come SPSS e Jointpoint per capire le tendenze nel tempo.
Ebbene, la prima cosa che salta all’occhio è una tendenza generale alla riduzione dei tassi di ricovero psichiatrico. Questo, amici miei, sembra confermare che la politica di dare priorità all’assistenza territoriale stia dando i suoi frutti. Meno persone finiscono in ospedale per problemi psichiatrici, almeno in linea generale.

Ma Non è Tutto Oro Quello Che Luccica: Le Fluttuazioni
Attenzione però, perché scavando un po’ più a fondo, il quadro si fa più complesso. Questa tendenza generale alla diminuzione non è uniforme se guardiamo ai singoli disturbi, al genere e alle fasce d’età.
Ad esempio, mentre i ricoveri totali scendevano, quelli per disturbi affettivi (dell’umore) e per disturbi legati allo stress e alla somatizzazione sono aumentati. Questo è stato particolarmente vero tra il 2021 e il 2023, proprio quando i ricoveri per altri disturbi calavano più vistosamente. Un campanello d’allarme, non trovate?
Un altro dato interessante riguarda il genere: c’è una predominanza significativa di ricoveri nel genere maschile. Tuttavia, le tendenze alla diminuzione sono state meno marcate proprio tra gli uomini, specialmente per i ricoveri legati all’uso di alcol e altre sostanze. Questo fa riflettere anche sui tassi di ospedalizzazione femminile, che pur essendo inferiori, mostrano dinamiche particolari.
L’Impatto Inaspettato del COVID-19
Come potevamo non parlare della pandemia? Il COVID-19 ha avuto un impatto enorme. Molti studi, sia brasiliani che internazionali, hanno notato un calo drastico dei ricoveri psichiatrici durante il picco pandemico (specialmente nel 2020). Perché? Semplice e tragico: c’era un bisogno disperato di letti per i malati di COVID-19, e molti letti di altre specialità, inclusa la psichiatria, sono stati “assorbiti”. Inoltre, circa il 93% dei paesi ha dovuto sospendere o ridurre i servizi di salute mentale.
Questo ha significato adottare criteri di ammissione più severi per i pochi letti psichiatrici rimasti disponibili. La scarsità di servizi, unita all’aumento della sofferenza mentale causata dalla pandemia stessa (isolamento, paura, crisi economiche), ha reso la popolazione ancora più vulnerabile. Lo studio conferma che i tassi di ricovero più bassi si concentrano proprio a partire dal 2020, coincidendo con il periodo critico della pandemia.

Uno Zoom sui Diversi Disturbi
Vediamo più nel dettaglio alcuni disturbi specifici:
- Schizofrenia, Disturbi Schizotipici e Deliranti: Qui la tendenza alla diminuzione è stata forte e costante per gran parte del periodo (APC -9.8% tra 2012-2020). Gli uomini sono ricoverati più delle donne (in media 1.7 volte di più), ma curiosamente, la diminuzione è stata più marcata per le donne anziane negli ultimi anni. Nonostante questo, storicamente questi disturbi rappresentavano una fetta importante dei ricoveri.
- Disturbi legati all’Alcol: Anche qui, un calo significativo (-6.2% medio annuo). Ma attenzione: tra il 2021 e il 2023 si è vista una leggera inversione di tendenza (+3.5%, anche se non statisticamente significativa). Gli uomini, soprattutto adulti e anziani, dominano le statistiche, ma il calo è stato più accentuato per loro rispetto alle donne.
- Disturbi legati ad Altre Sostanze Psicoattive: Un andamento a due facce. Prima un calo (fino al 2016 per le donne, fino al 2021 per gli uomini), poi un aumento, specialmente tra il 2021 e il 2023 per gli uomini (+18.8%!). Anche qui, gli uomini sono ricoverati molto più delle donne (in media 2.9 volte di più, arrivando a 3.9 volte tra i giovani adulti). Sembra che il rapporto tra ricoveri maschili e femminili si stia leggermente riducendo negli ultimi anni, ma la predominanza maschile resta netta.
- Demenza: Tendenza generale alla diminuzione (-2.3% annuo). I tassi aumentano drasticamente con l’età, con i picchi tra gli anziani (60-79) e soprattutto i grandi anziani (over 80). Le donne prevalgono solo tra i grandi anziani. Il COVID ha inciso molto qui, data la vulnerabilità degli anziani.
- Disturbi Nevrotici, Legati allo Stress e Somatoformi: Qui le cose si fanno interessanti. Dopo un calo iniziale (non significativo), c’è stato un balzo enorme tra il 2021 e il 2023 (+25.6%!). I ricoveri sono prevalentemente di donne adulte ed anziane. Sembra proprio che lo stress post-pandemico abbia lasciato il segno.
- Disturbi Affettivi (Umore): Come accennato, questi disturbi mostrano una tendenza generale all’aumento nel periodo (anche se non statisticamente significativa nel complesso), con un calo isolato nel 2020. La predominanza è femminile. Anche qui, il post-COVID sembra aver giocato un ruolo.

Riflessioni Finali e Confronti Internazionali
Questi dati brasiliani non sono isolati. Scenari simili si vedono in altri paesi. In Italia, ad esempio, si è notato come la disponibilità di servizi territoriali influenzi i tassi di riammissione. In Cina, servizi forse non adeguati e scarsa riabilitazione psichiatrica sembrano legati ad alti tassi di riammissione. In Spagna, tra il 2006 e il 2021, hanno visto una riduzione generale dei ricoveri, ma un aumento dell’età media, delle ammissioni femminili, dei ricoveri a lungo termine e di quelli per disturbi affettivi, dipendenze e demenze – risultati molto simili a quelli brasiliani!
Anche l’impatto del COVID è stato globale. In Italia e Spagna, durante la pandemia, i ricoveri sono diventati più selettivi, inizialmente per ricadute psicotiche e TSO, poi sempre più per comportamenti suicidari, disturbo bipolare, depressione, ansia e stress. In Francia, hanno scoperto che chi era stato ricoverato in terapia intensiva per COVID-19 aveva una probabilità maggiore di finire poi in un ricovero psichiatrico, spesso per disturbi d’ansia e dell’umore.
Tornando al Brasile, la predominanza maschile nei ricoveri (tranne che per umore e stress/somatoformi) è un dato consolidato in molti studi. Tuttavia, il fatto che la riduzione dei ricoveri sia stata più lenta per gli uomini rispetto alle donne è un segnale da non sottovalutare.
Limiti e Prospettive
Ogni studio ha i suoi limiti, e questo non fa eccezione. L’analisi è stata fatta a livello nazionale, senza scendere nei dettagli regionali, che in un paese vasto e diversificato come il Brasile potrebbero mostrare differenze importanti. Inoltre, ci sono sempre possibili imprecisioni nei dati raccolti dal sistema sanitario (DATASUS) e recenti cambiamenti nelle proiezioni demografiche potrebbero aver leggermente sottostimato i tassi.
Nonostante ciò, credo che questa ricerca ci dia una fotografia preziosa. Ci mostra come le politiche sanitarie (la spinta verso la comunità) e gli eventi esterni (la pandemia) abbiano plasmato il panorama dei ricoveri psichiatrici. La tendenza generale è al ribasso, ma le eccezioni – l’aumento dei disturbi dell’umore e legati allo stress, specialmente nel post-pandemia e tra le donne, e le dinamiche complesse dell’uso di sostanze – ci dicono che la guardia non va abbassata. È fondamentale continuare a monitorare questi dati per capire l’evoluzione dei bisogni di salute mentale e l’efficacia delle politiche messe in campo.

Spero che questo viaggio nei dati brasiliani vi sia interessato quanto ha interessato me! Alla prossima!
Fonte: Springer
