Cancro Testa-Collo in India: La Ricostruzione è un Lusso o una Realtà Accessibile?
Amici, oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ particolare, nel cuore di una questione sanitaria che tocca milioni di vite in India: la lotta contro il cancro testa-collo e, soprattutto, la possibilità di tornare a una vita dignitosa dopo interventi chirurgici spesso devastanti. Parliamo della disponibilità dei servizi di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva (CPR), in particolare quelli che utilizzano i cosiddetti lembi liberi microvascolari (LLM), una tecnica sopraffina per la ricostruzione.
Il Nocciolo della Questione: Diagnosi Tardive e la Necessità di Ricostruzioni Complesse
Vedete, il cancro della testa e del collo è una brutta bestia, ed è tra i più comuni in India. Immaginate che il cancro orale, da solo, è il 16° più diffuso al mondo, e l’India ne sopporta quasi un terzo del carico globale. Uno studio ha addirittura evidenziato che 1 maschio su 33 e 1 femmina su 107 sono a rischio. Il problema grosso è che, troppo spesso, la diagnosi arriva tardi, quando il tumore è già in stadio avanzato. Questo significa che circa due terzi dei pazienti necessitano di resezioni chirurgiche importanti, che lasciano il segno non solo fisicamente ma anche emotivamente e funzionalmente. E qui entra in gioco la ricostruzione.
Negli ultimi vent’anni, la ricostruzione con lembi liberi è diventata lo standard, il gold standard come diciamo noi addetti ai lavori, perché migliora i risultati oncologici, la funzionalità (pensate al parlare, al deglutire) e riduce le complicazioni. Ma c’è un “ma”, grosso come una casa.
Cosa Dice la Scienza? Uno Sguardo alla Situazione Reale
Recentemente, un gruppo di ricercatori ha voluto fare un “reality check”, una verifica sul campo, per capire come stanno davvero le cose in India. Hanno analizzato centinaia di centri oncologici sparsi per il paese, inclusi quelli della National Cancer Grid (NCG) e istituti con programmi accademici specifici. L’obiettivo? Capire quanti avessero un dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e quanti offrissero effettivamente la ricostruzione con lembi liberi.
I risultati, pubblicati su Springer, dipingono un quadro a tinte chiaroscure. Su 368 centri identificati, solo il 46% (188 centri) aveva un dipartimento di CPR dedicato. E indovinate un po’? La maggior parte di questi si trovava nelle regioni meridionali (63,3%) e settentrionali (60%), prevalentemente in strutture private (58,9%), nelle città di “tier 1” (le metropoli, 58%) e in centri con programmi accademici attivi. Questo, amici miei, già ci dice molto sulla disparità di accesso.

Quanti Centri Offrono Davvero la Ricostruzione con Lembi Liberi?
Dei 188 centri con un dipartimento di CPR, 166 eseguivano effettivamente ricostruzioni con lembi liberi microvascolari (LLM). Questo significa che, nel complesso, circa il 57,2% degli ospedali analizzati in tutto il paese offriva questa opzione avanzata. Sembra un numero ragionevole, no? Però, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli.
La distribuzione di questi servizi è tutt’altro che uniforme. C’è una forte concentrazione nelle istituzioni private e nelle grandi città. Pensate che i centri che eseguivano più di 100 interventi di LLM all’anno erano spesso situati proprio nelle città di tier 1. È interessante notare che in alcuni centri (circa il 14,6%), la ricostruzione veniva eseguita dagli stessi chirurghi che avevano asportato il tumore, soprattutto nelle città di tier 2. Questo suggerisce una certa flessibilità e adattamento alle risorse disponibili.
Nord vs Sud, Città vs Campagna: La Mappa delle Disuguaglianze
Le differenze regionali sono marcate. Le zone meridionali e settentrionali dell’India sembrano meglio attrezzate rispetto a quelle occidentali, orientali, centrali e, soprattutto, nord-orientali, dove la disponibilità di questi servizi è minima. Questo è preoccupante, perché significa che un paziente nel nord-est ha molte meno probabilità di accedere a una ricostruzione ottimale rispetto a uno che vive, per esempio, a Mumbai o Delhi.
Un dato che mi ha colpito è che pochissimi Centri Oncologici Regionali (RCC), Istituti Oncologici Statali (SCI) e Centri Oncologici Terziari (TCCC) – che dovrebbero essere il fiore all’occhiello del sistema pubblico – avevano dipartimenti di CPR dedicati o offrivano LLM. Questo è un campanello d’allarme serio e richiede un intervento immediato.
La predominanza del settore privato nell’offrire LLM rispetto alle strutture governative/istituzionali indica la necessità di potenziare queste ultime, dotandole delle attrezzature e delle competenze per la microchirurgia.
I ‘Battitori Liberi’ della Chirurgia Ricostruttiva
Un’osservazione significativa è la presenza di 41 chirurghi plastici e ricostruttivi “freelance” o “on-call” che eseguono un numero considerevole di LLM all’anno (tra 100 e 300) in diverse strutture, spesso anche piccole. Questo fenomeno suggerisce che, a volte, la competenza individuale può superare la necessità di grandi infrastrutture istituzionali, specialmente in un paese vasto e con risorse limitate come l’India. Potrebbe essere questa una via da percorrere per migliorare l’accesso nelle città di tier 2 e 3 e nelle aree più piccole? È una riflessione importante, che sfata un po’ il mito che la microchirurgia richieda per forza team enormi e setup istituzionali imponenti.
Proposte per Cambiare Rotta: Come Migliorare l’Accesso alle Cure
Lo studio non si limita a fotografare la situazione, ma avanza anche delle proposte concrete. Eccole, perché credo siano spunti validi ovunque ci siano disparità nell’accesso alle cure:
- Identificare centri di eccellenza per l’insegnamento e la formazione in LLM in ogni zona dell’India.
- Assicurare la presenza di un team/unità capace di eseguire LLM (a tempo pieno o su chiamata) in ogni equipe che si occupa di cancro testa-collo.
- Rendere obbligatoria la presenza di un’unità di CPR a tempo pieno in tutti i RCC, SCI e TCCC.
- Garantire la disponibilità di un microscopio operatorio in tutte le unità di chirurgia oncologica testa-collo.
- Migliorare i pacchetti assicurativi sanitari governativi per gli interventi di LLM, magari con un “add-on” specifico, e considerare incentivi per chi opera in città di tier 2 e 3.
- Rendere obbligatoria una formazione di base in microchirurgia per tutti gli specializzandi in CPR e Chirurgia Testa-Collo.
Tirando le Somme: Una Sfida Aperta
Insomma, la situazione della chirurgia ricostruttiva post-oncologica in India è complessa. Se da un lato c’è un numero di centri che offrono questi servizi più alto di quanto si potesse percepire, dall’altro le disparità geografiche, economiche e tra settore pubblico e privato sono evidenti e preoccupanti. I numeri ci dicono che i servizi di CPR sono disponibili nel 46% dei centri che trattano il cancro testa-collo, e i lembi liberi vengono eseguiti nel 57,2% degli ospedali. Non male, ma lontano dall’ideale.
La buona notizia è che studi come questo forniscono dati preziosi ai decisori politici per affrontare queste disuguaglianze. La speranza è che si possa agire per colmare il divario, perché ogni paziente, indipendentemente da dove viva o dalle sue possibilità economiche, merita la migliore ricostruzione possibile per ritrovare non solo la forma, ma anche la funzione e la gioia di vivere.
Fonte: Springer
