Scuola: Prof e Compagni Contano Davvero per Gioia e Noia? Ecco Cosa Dice la Scienza!
Ciao a tutti, appassionati di scuola e dintorni! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che, ne sono sicura, tocca le corde di chiunque abbia varcato la soglia di un’aula: le relazioni. Sì, avete capito bene, quei legami, a volte fantastici, a volte un po’ meno, che si creano con gli insegnanti e con i compagni di classe. Ma vi siete mai chiesti quanto pesino davvero queste relazioni sul nostro umore scolastico, in particolare sulla gioia che proviamo (o non proviamo) e sulla temutissima noia durante le lezioni?
Beh, un recentissimo studio pubblicato su Springer ha cercato di fare luce proprio su questo, analizzando come le percezioni degli studenti riguardo ai rapporti con docenti e coetanei si colleghino a queste due emozioni fondamentali. E, udite udite, hanno anche cercato di capire se ci sono differenze tra maschi e femmine e tra i vari livelli scolastici, dalle elementari alle superiori. Pronti a scoprire cosa è emerso? Allacciate le cinture, perché ci sono delle chicche interessanti!
L’Importanza delle Emozioni a Scuola: Non Solo Voti!
Prima di tuffarci nei risultati, facciamo un piccolo passo indietro. Perché mai dovremmo preoccuparci di gioia e noia a scuola? Semplice: le emozioni che viviamo in classe non sono dettagli trascurabili. Influenzano tantissimo la nostra motivazione, il nostro impegno, come partecipiamo alle lezioni e persino la qualità con cui il nostro cervello elabora le informazioni. Pensateci: quando siete felici e interessati, non imparate meglio e con più facilità? E al contrario, quando la noia prende il sopravvento, quanto è difficile concentrarsi?
La famosa Teoria del Controllo-Valore di Pekrun ci dice proprio questo: l’ambiente di apprendimento, incluse le relazioni armoniose e di supporto, gioca un ruolo cruciale nel plasmare come ci sentiamo riguardo alle nostre competenze, al valore che diamo a ciò che studiamo e, di conseguenza, alle nostre emozioni. E indovinate un po’? Insegnanti e compagni sono una parte fondamentale di questo “ambiente”.
Relazioni Sotto la Lente: Prof vs. Compagni
Lo studio in questione ha coinvolto ben 1909 studenti, un bel gruppetto, che andava dalle scuole primarie (terza e quarta elementare) fino alle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori, fino alla nona classe, che corrisponde circa al nostro primo biennio delle superiori). A tutti è stato chiesto, tramite questionari, come percepissero la qualità delle loro relazioni con gli insegnanti di matematica e con i compagni di classe, oltre a valutare il loro livello di gioia e noia durante le lezioni di questa materia. La matematica è stata scelta perché è una materia “tosta” emotivamente per molti e presente in tutti i gradi scolastici.
Ma cosa si intende per “buona relazione”? Per quanto riguarda gli insegnanti, si è guardato a comportamenti come l’interesse personale verso lo studente, il senso di giustizia, il supporto all’apprendimento e la gentilezza reciproca. Per i compagni, invece, si è considerato l’aiuto reciproco, il sentirsi presi sul serio e il benessere generale all’interno della classe.
Cosa Dice la Ricerca? I Risultati Chiave
E ora, veniamo al sodo! I ricercatori, usando modelli statistici piuttosto sofisticati (i cosiddetti “modelli di equazioni strutturali”), hanno scoperto cose molto interessanti:
- Il rapporto con l’insegnante pesa di più: In generale, la qualità della relazione con il docente sembra avere un legame più forte con la gioia, la percezione di competenza e il valore attribuito alla materia, e un legame negativo più forte con la noia, rispetto alle relazioni con i compagni. Insomma, un buon prof fa davvero la differenza!
- L’importanza del prof cresce con l’età: Sebbene le relazioni con i compagni mantengano un’influenza relativamente costante attraverso i diversi livelli scolastici, il legame tra la relazione insegnante-studente e le emozioni (gioia e noia) diventa ancora più forte nelle scuole secondarie (sia medie che superiori). Questo è un punto cruciale: proprio quando si pensa che i ragazzi più grandi siano più indipendenti, il ruolo emotivo del docente sembra accentuarsi.
- Compagni sempre importanti, ma in modo diverso: Non fraintendiamoci, anche i compagni contano! Sentirsi accettati e supportati dai pari è associato a più emozioni positive e meno negative. È che, nel confronto diretto, l’impatto del docente sulle emozioni specifiche di gioia e noia sembra essere, in media, più marcato.
Questi risultati confermano che avere relazioni percepite come premurose e di supporto, sia con gli insegnanti che con i compagni, dovrebbe essere un obiettivo primario per ogni scuola e per ogni lezione. Non si tratta solo di “star bene”, ma di creare le condizioni ottimali per l’apprendimento.

È interessante notare come, in media, la gioia e la percezione di competenza tendano a essere più alte alle elementari per poi calare nelle scuole secondarie, mentre la noia, ahimè, tende ad aumentare. Questo trend, già noto in letteratura, suggerisce che forse qualcosa cambia nel modo di fare scuola, magari con un approccio più frontale e competitivo e meno contatto personale man mano che si cresce.
Maschi vs. Femmine: Ci Sono Differenze?
E qui arriva un’altra parte succosa dello studio: le differenze di genere. Sono emerse delle sfumature, anche se i ricercatori parlano di differenze “minime” nel complesso. Ecco cosa si è visto:
- Per i ragazzi, la relazione con l’insegnante sembra avere associazioni tendenzialmente più forti con le emozioni e la percezione di competenza (specialmente alle superiori per la competenza). In particolare, alle elementari, il legame tra rapporto col prof e gioia/noia era significativamente più forte per i maschi.
- Per le ragazze, le relazioni con i compagni mostrano correlazioni un po’ più alte, specialmente per quanto riguarda la noia alle elementari e alle superiori. Sembra quasi che per le ragazze, un buon gruppo di pari possa essere una risorsa importante per “tamponare” la noia.
Un dato interessante è che, in generale, le ragazze tendono a percepire un maggior supporto da parte degli insegnanti. Tuttavia, altri studi indicano che, specialmente in matematica, le ragazze potrebbero sottostimare le proprie competenze e il proprio interesse rispetto ai ragazzi, il che potrebbe contribuire a una maggiore percezione di emozioni negative. Lo studio attuale, però, non ha trovato differenze significative di genere nel legame tra relazioni e percezione di competenza/valore intrinseco alle elementari, il che è una buona notizia: il supporto del prof sembra “funzionare” per entrambi in questa fase.
E con l’Età? Dalle Elementari alle Superiori
Abbiamo già accennato che l’impatto della relazione con l’insegnante sulle emozioni sembra rafforzarsi con il passaggio alle scuole secondarie. Ma c’è di più. Alle elementari e alle medie inferiori, la relazione con l’insegnante e quella con i compagni sono correlate in modo abbastanza forte tra loro (coefficienti di correlazione intorno a 0.60-0.65). Questo suggerisce che i più piccoli potrebbero percepire un “clima di classe” più generale, dove il comportamento del docente e quello dei compagni si influenzano a vicenda.
Nelle scuole superiori (o meglio, nella “Mittelstufe” tedesca, che arriva fino alla nona classe), questa correlazione tra relazione col prof e relazione coi pari si indebolisce, specialmente per i ragazzi. Potrebbe significare una crescente indipendenza nel modo in cui gli adolescenti vivono queste due sfere relazionali. Ma, rovescio della medaglia, sottolinea quanto sia importante per gli insegnanti delle primarie e delle medie essere un modello positivo nella gestione delle relazioni, dato il loro impatto più “diffuso”.
Il fatto che la relazione con l’insegnante correli più fortemente con le emozioni nelle secondarie rispetto alle primarie è un dato che fa riflettere. Spesso si pensa che alle elementari il “maestro” o la “maestra” sia una figura affettiva centrale, e lo è. Ma forse, proprio nell’età turbolenta dell’adolescenza, quando le richieste scolastiche aumentano e le dinamiche sociali si complicano, un insegnante capace di costruire un rapporto di supporto diventa ancora più cruciale per il benessere emotivo in classe.
Un’Occhiata al Metodo: Come Hanno Fatto?
Come dicevo, lo studio ha coinvolto quasi 2000 studenti di diverse età. Hanno compilato questionari cartacei durante l’orario scolastico, focalizzandosi sulle loro esperienze nell’ora di matematica. Le scale usate per misurare le relazioni, le percezioni di competenza, il valore intrinseco, la gioia e la noia erano basate su strumenti già validati in letteratura, adattati per l’età e per il contesto matematico.
Per analizzare i dati, hanno usato la modellizzazione ad equazioni strutturali (SEM), una tecnica statistica che permette di esaminare contemporaneamente le relazioni tra molteplici variabili. Hanno anche verificato la validità e l’affidabilità degli strumenti di misura, il che rende i risultati più robusti. È importante sottolineare che si tratta di uno studio trasversale (cross-sectional), cioè i dati sono stati raccolti in un unico momento. Questo significa che possiamo parlare di correlazioni, di “legami”, ma non possiamo stabilire con certezza rapporti di causa-effetto. Per quello servirebbero studi longitudinali, che seguono gli studenti nel tempo.

Cosa Significa Tutto Questo per Noi? Implicazioni Pratiche
Al di là dei tecnicismi, cosa ci portiamo a casa da questa ricerca? Moltissimo, direi!
- Insegnanti, siete fondamentali! Il vostro modo di relazionarvi con gli studenti ha un impatto diretto e significativo sulla loro gioia e sulla loro noia in classe, specialmente crescendo. Essere percepiti come persone che si interessano, che supportano l’apprendimento, che trattano con giustizia e gentilezza può fare un’enorme differenza.
- Coltivare buone relazioni tra pari: Anche se l’impatto del docente sembra più forte su gioia e noia, le relazioni tra compagni sono comunque una risorsa preziosa. Favorire un clima di classe positivo, di aiuto reciproco e di accettazione è un investimento per il benessere di tutti. Per le ragazze, in particolare, sembra essere un antidoto alla noia.
- Attenzione ai passaggi scolastici: Il calo di gioia e l’aumento di noia con il progredire degli anni scolastici è un campanello d’allarme. Forse è necessario ripensare a come si insegna nelle scuole secondarie per mantenere vivo l’interesse e il piacere di imparare.
- Differenze di genere da considerare, ma senza stereotipi: Le piccole differenze emerse suggeriscono che ragazzi e ragazze potrebbero “appoggiarsi” a risorse relazionali leggermente diverse per il loro benessere emotivo. Ma la cosa più importante è che un buon rapporto con l’insegnante sembra giovare a entrambi in termini di percezione di competenza e valore.
Limiti e Prospettive Future
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Il disegno trasversale, come detto, non permette di stabilire cause ed effetti. Magari sono gli studenti più gioiosi e meno annoiati a costruire relazioni migliori, e non solo il contrario. Inoltre, c’erano delle questioni tecniche sulla comparabilità delle misurazioni tra i diversi livelli scolastici (la cosiddetta “invarianza di misurazione”), quindi i confronti tra elementari e secondarie vanno presi con un pizzico di cautela.
Sarebbe fantastico vedere studi longitudinali che seguano gli studenti nel tempo per capire meglio queste dinamiche. E magari ricerche che integrino anche dati qualitativi, per sentire direttamente dalla voce degli studenti cosa rende una relazione “buona” per loro.
Nonostante ciò, lo studio ci offre spunti preziosissimi. Ci ricorda che la scuola non è solo un luogo di trasmissione di nozioni, ma un ecosistema complesso di relazioni ed emozioni. E che investire sulla qualità di queste relazioni è forse uno dei modi più efficaci per rendere l’esperienza scolastica più gioiosa, meno noiosa e, in definitiva, più fruttuosa per tutti.
E voi, che ne pensate? Vi ritrovate in questi risultati? Raccontatemi la vostra!
Fonte: Springer
