Fotografia stile ritratto, 35mm, della facciata della Banca Centrale Europea a Francoforte, con bandiere dell'UE e dei paesi membri in primo piano, in una palette duotone blu e oro, profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo urbano, simboleggiando l'autorità e la coordinazione dell'Eurosistema.

Il Segreto Bancario dell’Eurosistema: Come si Spartiscono Profitti e Perdite tra Banche Centrali?

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi dietro le quinte di un meccanismo tanto affascinante quanto poco conosciuto del nostro sistema monetario europeo: il modo in cui le Banche Centrali Nazionali (BCN) dell’Eurosistema si dividono tra loro certi profitti e certe perdite. Avete mai pensato a come funziona davvero la “cassa comune” delle banche centrali dell’euro? Beh, preparatevi, perché stiamo per svelare il concetto di Reddito Monetario dell’Eurosistema.

Cos’è questo Famoso Reddito Monetario?

Immaginate l’Eurosistema (composto dalla Banca Centrale Europea, la BCE, e dalle BCN di ogni paese dell’euro) come una grande squadra. Come in ogni squadra, ci sono entrate e uscite legate all’attività principale. Nel nostro caso, l’attività principale è la politica monetaria e la gestione del sistema dei pagamenti (come il famoso TARGET2, ma ci arriveremo).

Le BCN, nel loro lavoro quotidiano, generano interessi attivi (guadagni) e pagano interessi passivi (costi) su determinate operazioni. Pensate ai prestiti concessi alle banche commerciali o agli interessi pagati sulle riserve che queste banche depositano presso la BCN. Ecco, una parte specifica di questi guadagni e costi viene messa in un “calderone” comune. Questo calderone è quello che chiamiamo il Reddito Monetario dell’Eurosistema.

Una volta raccolto tutto nel calderone, come si divide il bottino (o si ripartiscono le perdite)? Semplice (si fa per dire!): in base alla “chiave capitale”. Ogni BCN ha una quota di partecipazione al capitale della BCE, un po’ come le azioni di una società. Il reddito monetario totale viene ridistribuito tra le BCN proprio in proporzione a queste quote. Il risultato finale per ogni BCN è il suo “reddito monetario netto allocato”.

Perché tutto questo è importante, vi chiederete? Beh, pensate ai dibattiti attuali:

  • Gli enormi costi che le BCN stanno sostenendo per remunerare le riserve eccessive delle banche (parliamo di oltre 100 miliardi di euro all’anno da quando i tassi sono saliti nel 2022!).
  • Il rompicapo degli squilibri di TARGET2, che secondo alcuni creerebbero costi enormi per certi paesi.

Capire come funziona il reddito monetario ci aiuta a vedere questi problemi sotto una luce diversa, perché, come vedremo, questo meccanismo spesso ridistribuisce i costi delle riserve e addirittura neutralizza quelli legati a TARGET2. Sembra incredibile, vero? Eppure è così. Molti accademici e gran parte del pubblico non conoscono bene questo processo, quindi il mio scopo oggi è proprio fare un po’ di chiarezza!

Entriamo nel Dettaglio: Attività e Passività “Speciali”

Per calcolare questo reddito monetario da mettere in comune, ogni BCN guarda a una lista specifica di attività (le “attività computabili” o earmarkable assets) e passività (la “base di passività” o liability base) nel proprio bilancio. Non tutte le voci del bilancio contano, solo quelle strettamente legate alla politica monetaria comune.

Qualche esempio?

  • Attività computabili: Prestiti alle banche (operazioni di rifinanziamento), titoli acquistati per scopi di politica monetaria (come durante il Quantitative Easing), crediti interni all’Eurosistema (come quelli legati a TARGET2 o al trasferimento di riserve alla BCE).
  • Base di passività: Riserve bancarie (obbligatorie ed eccessive), passività interne all’Eurosistema (come i debiti TARGET2), banconote in circolazione (anche se queste non generano interessi di per sé).

Su queste voci, gli interessi attivi e passivi vengono calcolati e poi “versati” nel calderone comune. Attenzione però: a volte, per il calcolo del reddito da mettere in comune, non si usa il tasso di interesse effettivo, ma un “tasso di riferimento” convenzionale, spesso legato al tasso delle operazioni di rifinanziamento principali (il tasso MRO, anche se recentemente è stato modificato verso il tasso sui depositi, iDF). Questo aggiunge un ulteriore livello di complessità!

Macro fotografia, obiettivo 100mm, di monete e banconote Euro impilate accanto a un grafico finanziario complesso su uno schermo, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli, simboleggiando l'aggregazione di attivi e passivi nel reddito monetario.

C’è anche un concetto chiamato “GAP“. Se le attività computabili di una BCN non bilanciano perfettamente la sua base di passività, la differenza (il GAP) viene considerata come se generasse (o costasse) interessi al tasso di riferimento. È un modo per assicurarsi che tutto quadri contabilmente e che nessuna BCN sia ingiustamente avvantaggiata o svantaggiata dal fatto che le operazioni di politica monetaria possano influenzare anche altre parti del suo bilancio.

Come Funziona la Magia: Esempi Pratici di Accantonamento e Allocazione

Vediamo ora come questo meccanismo di accantonamento (pooling) e allocazione (allocation) modifica il risultato finale per le singole BCN. Userò esempi semplificati con solo due BCN, A e B, con quote capitale diverse (diciamo 1/3 per A e 2/3 per B).

1. Operazioni di Rifinanziamento (Prestiti alle Banche)
Questi prestiti normalmente generano un guadagno per la BCN. Ma negli anni scorsi, con i tassi negativi (ricordate i TLTRO?), hanno generato un costo! Sia i guadagni che i costi vengono messi nel calderone. La cosa interessante è che la quantità di prestiti richiesti in un paese non dipende dalla quota capitale della sua BCN, ma da fattori locali. Qui entra in gioco l'”effetto composizione“: se una BCN presta molto più (o meno) della sua quota capitale, il meccanismo di redistribuzione cambierà il suo risultato finale.

Esempio (tassi positivi): BCN A presta 200 mld a un tasso del 2%, BCN B presta 100 mld allo stesso tasso.
– A mette nel calderone: 200 * 2% = 4 mld
– B mette nel calderone: 100 * 2% = 2 mld
– Totale calderone: 6 mld
– Redistribuzione: A riceve 1/3 di 6 = 2 mld; B riceve 2/3 di 6 = 4 mld
– Risultato netto: A ha versato 4 ma riceve 2 (perdita netta di 2); B ha versato 2 ma riceve 4 (guadagno netto di 2). Vedete? Anche se A aveva guadagnato di più inizialmente, alla fine il guadagno viene riproporzionato alla quota capitale. Il contrario accadrebbe con tassi negativi.

2. Titoli Acquistati per Politica Monetaria (QE)
Qui la faccenda si complica! Dipende dal tipo di titoli e dalle regole di condivisione del rischio.
Titoli Pubblici (APP e PEPP): Il rischio su questi titoli (es. BTP, Bund) non è condiviso tra le BCN. Ogni BCN compra titoli del proprio paese in proporzione alla sua quota capitale. Il reddito da questi titoli viene messo nel calderone calcolandolo con un tasso convenzionale (il tasso MRO/iDF), non quello reale. Poiché sia gli acquisti (composizione) sia il tasso usato per il calcolo (reddito) sono allineati alla quota capitale, non c’è nessun effetto redistributivo netto. Ogni BCN versa nel calderone esattamente quanto riceve indietro. In pratica, ogni BCN si tiene i guadagni (o le perdite) reali dei titoli pubblici che ha comprato.
Titoli Privati (Corporate Bonds): Qui il rischio è condiviso. Il reddito viene messo nel calderone al tasso effettivo. Poiché i tassi effettivi possono variare tra i titoli comprati dalle diverse BCN, qui c’è un “effetto reddito” che porta a una redistribuzione.

Fotografia grandangolare, obiettivo 15mm, del palazzo della BCE a Francoforte al tramonto, con le bandiere dell'UE e dei paesi membri in primo piano, simboleggiando la politica monetaria coordinata ma decentralizzata. Messa a fuoco nitida, cielo drammatico.

3. TARGET2: Il Mistero Svelato!
Ah, TARGET2! Quei saldi enormi tra BCN che tanto fanno discutere. Una BCN con un saldo TARGET2 passivo (debito) paga interessi mensili, mentre una con un saldo attivo (credito) li riceve. Sembrerebbe un costo per i primi e un guadagno per i secondi, giusto? Sbagliato! O meglio, quasi.
Il meccanismo del reddito monetario prevede che, a fine anno, la BCN che ha pagato interessi su TARGET2 li “deduca” da quanto versa nel calderone comune. Al contrario, chi li ha ricevuti, li “aggiunge” a quanto versa. L’effetto netto? Gli interessi pagati da alcune BCN cancellano esattamente quelli ricevuti dalle altre nel calderone comune. Risultato: l’impatto finanziario diretto di TARGET2 sui bilanci delle singole BCN è nullo! Gli eventuali costi o ricavi maturati durante l’anno vengono sterilizzati a fine anno. C’è un piccolo “residuo” legato alla posizione della BCE stessa in TARGET2, ma l’effetto principale è la neutralizzazione. Sorprendente, vero?

4. Banconote in Circolazione
Anche qui c’è una regola simile. In teoria, ogni BCN dovrebbe emettere banconote in proporzione alla sua quota capitale (più un 8% per la BCE). Ma la domanda di contante varia da paese a paese. Se una BCN emette più banconote della sua quota (come la Germania), paga una “penale”. Se ne emette meno (come l’Italia), riceve un “premio”. Ma indovinate un po’? Come per TARGET2, queste penali e premi vengono messi nel calderone e si annullano a vicenda. Nessun impatto netto sul bilancio finale della BCN derivante dall’aver emesso troppe o troppe poche banconote rispetto alla quota teorica (anche qui, al netto di un piccolo effetto legato alla quota BCE).

5. Riserve Eccessive: Condividere il Fardello (o il Guadagno)
Questo è forse l’aspetto più rilevante oggi. Le banche depositano enormi quantità di riserve presso le BCN, soprattutto a seguito del QE. Dal 2022, con i tassi positivi, le BCN pagano interessi cospicui su queste riserve (prima, con tassi negativi, incassavano!). Questi costi (o ricavi) vengono messi nel calderone comune.
Ma attenzione: la distribuzione delle riserve tra le BCN non segue le quote capitale! Ad esempio, a seguito di acquisti di titoli italiani fatti magari a Francoforte, le riserve potrebbero accumularsi in Germania (generando un saldo TARGET2 per l’Italia e riserve per la Bundesbank). Poiché il tasso pagato sulle riserve è uguale per tutti (niente effetto reddito), ma la loro distribuzione non è proporzionale alle quote (forte effetto composizione), il meccanismo di accantonamento e allocazione porta a una significativa redistribuzione di questi costi (o ricavi). Una BCN che ha “poche” riserve rispetto alla sua quota capitale finirà per sostenere una parte dei costi delle riserve detenute da altre BCN che ne hanno “troppe”. Questo mitiga l’impatto dei costi delle riserve per alcune BCN e lo aumenta per altre.

Teleobiettivo zoom, 200mm, che cattura schermi elettronici all'interno di una sala di controllo di una banca centrale moderna, mostrando grafici fluttuanti dei saldi TARGET2 e dei livelli delle riserve. Velocità dell'otturatore elevata per suggerire attività e monitoraggio costante.

Perché Tutto Questo è Importante?

Spero che questo viaggio nel meccanismo del reddito monetario vi abbia incuriosito. Abbiamo visto che:

  • Il reddito (o costo) derivante dai titoli pubblici acquistati senza condivisione del rischio (APP/PEPP) non viene di fatto redistribuito.
  • I costi (o ricavi) legati agli squilibri di TARGET2 e all’emissione diseguale di banconote vengono neutralizzati per le singole BCN.
  • I costi (o ricavi) derivanti dalla remunerazione delle riserve bancarie vengono invece significativamente redistribuiti tra le BCN in base alle quote capitale, mitigando l’impatto per chi ha tante riserve e aumentandolo per chi ne ha poche rispetto alla propria quota.
  • Anche i guadagni/costi da operazioni di rifinanziamento e dai titoli privati (corporate) vengono redistribuiti.

Questo complesso “rimescolamento” di entrate e uscite, spesso riflesso in voci di bilancio relativamente piccole (“reddito monetario netto allocato”), ha in realtà un ruolo fondamentale nel determinare chi paga cosa nell’Eurosistema, specialmente in un periodo di tassi d’interesse elevati come quello attuale. Capire questo meccanismo è cruciale per interpretare correttamente i bilanci delle nostre banche centrali e i dibattiti sulla politica monetaria. Non è affascinante scoprire cosa succede davvero dietro le quinte della nostra moneta unica?

Fonte: Springer

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