Neonati in Pericolo? Un Nuovo Questionario in Arabo per Capire e Agire
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta davvero a cuore: la salute dei neonati, quei fagottini minuscoli e incredibilmente preziosi. Sapete, il periodo neonatale, cioè i primi 28 giorni di vita, è un momento super delicato. Il piccolo deve adattarsi a un mondo completamente nuovo fuori dalla pancia della mamma, e purtroppo è anche il periodo con il rischio più alto di mortalità. Fa impressione pensare che nel 2021, la media globale fosse di 18 decessi ogni 1000 nati vivi.
L’Importanza Cruciale di Riconoscere i Segnali
La buona notizia, se così si può dire, è che moltissime di queste morti potrebbero essere evitate. Come? Riconoscendo per tempo i segnali di pericolo neonatali (NDS). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne ha identificati diversi, tra cui:
- Scarsa alimentazione
- Convulsioni
- Respirazione veloce o difficoltosa (rientramenti toracici)
- Febbre alta o ipotermia (temperatura troppo bassa)
- Ittero (pelle gialla) nelle prime 24 ore o che coinvolge palmi e piante
- Letargia o perdita di coscienza
- Rossore o pus intorno all’ombelico
Sembra semplice, no? Eppure, la conoscenza di questi segnali varia tantissimo nel mondo, specialmente nei paesi a basso e medio reddito, dove il rischio per i neonati è dieci volte maggiore. Spesso, la mancanza di consapevolezza porta a ritardi fatali nel cercare cure mediche.
La Sfida: Misurare la Conoscenza nel Mondo Arabo
Qui entra in gioco il nostro lavoro. Ci siamo resi conto che, nonostante tanti studi avessero evidenziato una conoscenza spesso insufficiente dei segnali di pericolo, mancava uno strumento standardizzato e validato, soprattutto in lingua araba, per misurare *davvero* cosa sanno le persone. Come puoi creare campagne informative efficaci se non sai da dove parti? Come puoi capire se i tuoi interventi funzionano? Era un vuoto che andava colmato. Per questo, ci siamo messi all’opera per sviluppare e validare un questionario specifico: l’AQ-KNDS (Arabic Questionnaire to Assess the Knowledge of Neonatal Danger Signs).
Come Abbiamo Creato l’AQ-KNDS
Non è stato un processo semplice. Siamo partiti da una ricerca approfondita della letteratura esistente e da discussioni con esperti del settore: pediatri, neonatologi, esperti di salute pubblica e metodologi. Abbiamo buttato giù una prima lista di possibili segnali di pericolo (ben 17 inizialmente!). Poi, grazie al contributo di un panel di sette super esperti, abbiamo rivisto tutto: la chiarezza delle parole, l’aggiunta di domande importanti (arrivando a 28 item), l’eliminazione di quelle ambigue o meno rilevanti. Volevamo essere sicuri che le domande fossero comprensibili da tutti, culturalmente appropriate e che misurassero *esattamente* la conoscenza dei segnali di pericolo (quella che chiamiamo validità di facciata e di contenuto).
Successivamente, abbiamo fatto dei “test drive” con 30 persone – uomini e donne, con diversi livelli di istruzione, sia del settore medico che non – per assicurarci che tutto filasse liscio. Questo passaggio, chiamato interviste cognitive, ci ha permesso di limare ulteriormente il questionario.
La Validazione: Statistica al Servizio della Salute
Avere delle domande non basta. Dovevamo essere certi che il nostro questionario fosse scientificamente solido. Qui entra in gioco la statistica avanzata, in particolare la Teoria della Risposta all’Item (IRT). A differenza dei metodi classici, l’IRT ci permette di capire molto meglio come funziona ogni singola domanda: quanto è “difficile”? Quanto è brava a distinguere chi sa da chi non sa (discriminazione)? C’è la possibilità che uno indovini la risposta? Abbiamo testato diversi modelli IRT (1PL, 2PL, 3PL) sui dati raccolti.

Per fare questo, abbiamo coinvolto 283 persone che frequentavano due grandi ospedali pediatrici ad Alessandria d’Egitto tra settembre e novembre 2023. Erano per lo più donne (96.5%), sposate (94.7%), residenti in città (83.7%), con livelli di istruzione vari (circa il 28% con istruzione universitaria o superiore). Abbiamo raccolto i loro dati socio-demografici e le loro risposte al nostro questionario preliminare di 28 item.
Analizzando le risposte con l’IRT, abbiamo selezionato il modello migliore e siamo arrivati alla versione finale del questionario: 16 domande che si sono dimostrate le più efficaci nel misurare la conoscenza dei segnali di pericolo neonatali. Questo modello spiegava quasi il 64% della varianza totale, un ottimo risultato! Abbiamo verificato che ogni domanda funzionasse bene (item fit) e che le risposte delle persone fossero coerenti con il modello (respondent fit).
L’Affidabilità: Uno Strumento di Cui Fidarsi
Oltre alla validità, dovevamo assicurarci che il questionario fosse affidabile, cioè che desse risultati consistenti. Abbiamo usato diversi metodi:
- Consistenza interna (Cronbach’s Alpha): Ha dato un valore di 0.77, considerato più che accettabile. Significa che le domande del questionario “vanno d’accordo” tra loro nel misurare la stessa cosa.
- Split-Half Reliability: Anche qui i coefficienti (Guttman 0.812, Spearman-Brown 0.864) hanno confermato una forte coerenza interna.
- Test-Retest Reliability: Abbiamo riproposto il questionario a 100 partecipanti dopo 15 giorni. I risultati sono stati molto simili (correlazione significativa, ICC = 0.74), dimostrando che lo strumento è stabile nel tempo.
Insomma, abbiamo tra le mani uno strumento valido e affidabile!
Cosa Abbiamo Scoperto sulla Conoscenza dei Segnali?
Analizzando le risposte ai 16 item finali, abbiamo calcolato un punteggio di conoscenza per ogni partecipante. Il punteggio medio è stato di 14.25 su 16. Dividendo i partecipanti in base alla mediana (15 punti), abbiamo scoperto che quasi il 60% (59.4%) aveva una buona conoscenza dei segnali di pericolo. Un dato incoraggiante, superiore a quello riportato in studi precedenti in altri paesi arabi come Arabia Saudita e Sudan, anche se le differenze potrebbero dipendere dai diversi strumenti e criteri usati.
I segnali più conosciuti nel nostro campione sono stati convulsioni e letargia (riconosciuti dal 97.9%), mentre la bassa temperatura corporea era il meno noto (61.1%). Questo ci dice già dove concentrare gli sforzi informativi!
Chi Ne Sa di Più? I Fattori Determinanti
Abbiamo cercato di capire quali fattori influenzassero il livello di conoscenza. Usando la regressione logistica, abbiamo trovato alcuni predittori significativi per avere una *buona* conoscenza:
- Essere donna: Le donne avevano una probabilità 5.5 volte maggiore di avere una buona conoscenza rispetto agli uomini (AOR = 5.54). Questo non sorprende, dato che spesso sono le principali caregiver.
- Età: Le persone più grandi tendevano ad avere una conoscenza leggermente maggiore (AOR = 1.04 per ogni anno in più).
- Lavorare fuori dal campo medico: Sorprendentemente, chi lavorava in settori non medici aveva una probabilità oltre 3 volte maggiore di avere buona conoscenza rispetto a chi non lavorava (AOR = 3.26). Anche chi lavorava nel campo medico (un piccolo gruppo nel nostro campione, principalmente non medici) non spiccava particolarmente. Questo risultato inaspettato merita ulteriori indagini. Forse chi è fuori dal settore è più attento a informarsi da altre fonti? O forse c’è una specificità nel campione medico analizzato?
È interessante notare che, una volta considerati questi fattori, il livello di istruzione, il luogo di residenza (urbano/rurale) e il reddito percepito non risultavano più significativamente associati al livello di conoscenza.
Perché Questo Questionario è Importante?
Questo studio è il primo, a nostra conoscenza, a sviluppare e validare rigorosamente uno strumento in lingua araba per valutare la conoscenza dei segnali di pericolo neonatali nella comunità. L’AQ-KNDS è ora uno strumento valido e affidabile che può essere utilizzato dai responsabili delle politiche sanitarie e dagli operatori sul campo per:
- Valutare il livello di consapevolezza attuale nelle comunità di lingua araba.
- Identificare le lacune specifiche nella conoscenza (quali segnali sono meno noti?).
- Progettare campagne educative mirate ed efficaci per genitori e caregiver.
- Monitorare l’impatto degli interventi nel tempo.
- Allocare le risorse in modo più efficiente.
In definitiva, speriamo che l’AQ-KNDS possa contribuire a dare più potere a mamme, papà e a chi si prende cura dei neonati, aiutandoli a riconoscere precocemente i segnali di pericolo e a cercare cure tempestive. È un passo concreto verso la riduzione della mortalità e della morbilità neonatale, un obiettivo fondamentale per la salute globale. Il nostro strumento pone anche le basi per future ricerche, sia per valutare le conoscenze in altri paesi arabi, sia per tradurlo e validarlo in altre lingue.
Fonte: Springer
