Fotografia paesaggistica grandangolare del bacino del fiume Demie, Etiopia meridionale, durante la stagione secca. Terreno vulcanico con vegetazione verde sparsa, un piccolo corso d'acqua visibile in lontananza, luce solare diffusa, obiettivo 20mm, messa a fuoco nitida, stile fotorealistico.

Viaggio nel Cuore dell’Etiopia: Svelando i Segreti dell’Acqua Sotterranea del Fiume Demie

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, non in un luogo esotico pieno di turisti, ma nel sottosuolo di una regione remota e vitale: il bacino del fiume Demie, nel sud dell’Etiopia. Perché proprio lì? Perché l’acqua, soprattutto quella nascosta sotto i nostri piedi, è vita. E in molte parti del mondo, come in Etiopia, l’acqua sotterranea non è solo una risorsa, è la risorsa fondamentale per bere, per coltivare, per vivere.

Pensateci: a livello globale, circa il 65% dell’acqua sotterranea disseta le persone, il 20% nutre campi e bestiame, e il 15% alimenta industrie e miniere. In Etiopia, questa dipendenza è ancora più marcata. Purtroppo, però, l’accesso all’acqua pulita è una sfida enorme. Molte comunità si affidano a pozzi scavati a mano, sorgenti non protette, fiumi e stagni stagionali, spesso contaminati. Questo, purtroppo, apre le porte a malattie legate all’acqua. Con una popolazione in crescita e uno sviluppo che avanza, la sete di acqua pulita diventa sempre più pressante.

Ecco perché ho deciso, insieme ad altri ricercatori, di “tuffarmi” – metaforicamente, s’intende! – nelle profondità del bacino del fiume Demie. Quest’area, caratterizzata da paesaggi vulcanici mozzafiato modellati da antiche eruzioni e movimenti tettonici, dipende quasi esclusivamente dalle sue riserve idriche sotterranee. Mancano grandi fiumi perenni, e la gente usa pozzi e sorgenti per ogni necessità. Eppure, incredibilmente, nessuno aveva mai condotto uno studio idrogeochimico completo qui! Era come avere un tesoro nascosto senza conoscerne il reale valore o la sua composizione.

Un’Indagine Approfondita: Come Abbiamo Fatto?

Il nostro obiettivo era chiaro: capire la qualità di quest’acqua sotterranea, scoprire da dove provengono i suoi sali minerali e valutare se è sicura per bere e adatta all’irrigazione. Non è stato un lavoro da poco! Abbiamo raccolto ben 40 campioni d’acqua durante la stagione secca, prelevandoli da diverse fonti:

  • 10 sorgenti fredde
  • 2 pozzi scavati a mano
  • 23 pozzi poco profondi
  • 5 pozzi profondi (boreholes)

Abbiamo scelto i punti di campionamento strategicamente, coprendo diverse zone (altopiani, scarpate, pianure), differenti tipi di roccia e aree con diversa densità di popolazione e uso del suolo. Volevamo una fotografia il più possibile completa e rappresentativa della situazione.

Per ogni campione, abbiamo misurato sul posto parametri come pH, temperatura, conducibilità elettrica (EC) e solidi totali dissolti (TDS) usando strumenti portatili. Poi, in laboratorio (presso l’Arba Minch University Water Technology Institute), abbiamo analizzato la concentrazione di 17 diversi parametri fisico-chimici: i principali cationi (Sodio – Na+, Potassio – K+, Calcio – Ca2+, Magnesio – Mg2+), anioni (Bicarbonato – HCO3-, Cloruro – Cl-, Solfato – SO42-, Nitrato – NO3-, Fluoruro – F-) e anche il Ferro (Fe2+). Abbiamo usato tecniche statistiche avanzate, come l’analisi dei cluster gerarchici (HCA), e software specifici come Aquachem e PHREEQC per visualizzare i dati (avete presente quei grafici colorati come il diagramma di Piper?) e calcolare indici specifici, come l’Indice di Qualità dell’Acqua (WQI) per l’uso potabile e vari indici per l’irrigazione (SAR, RSC, MAR, PI, KI…).

Fotografia di un ricercatore sul campo nel bacino del fiume Demie, Etiopia, mentre raccoglie un campione d'acqua da una sorgente naturale. Indossa guanti e utilizza una bottiglia sterile. Il paesaggio circostante è roccioso e arido, tipico della stagione secca. Obiettivo prime 35mm, luce naturale del mattino, profondità di campo media per mostrare sia il soggetto che l'ambiente, stile fotorealistico.

I Risultati: Cosa Abbiamo Scoperto?

Ebbene, i risultati sono stati in gran parte incoraggianti, ma con qualche sfumatura interessante.

Per l’uso potabile: Abbiamo calcolato l’Indice di Qualità dell’Acqua (WQI) per ogni campione, confrontando i valori con gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La notizia è ottima: l’87.5% dei campioni è risultato di qualità “eccellente” e il restante 12.5% di qualità “buona”. Nessun campione è rientrato nelle categorie “scadente” o “molto scadente”. Questo significa che, in generale, l’acqua sotterranea del bacino del Demie è sicura da bere. Un sospiro di sollievo per le comunità locali! Certo, abbiamo notato che circa il 20% dei campioni aveva una torbidità superiore ai limiti raccomandati e il 17.5% superava i limiti per il ferro (Fe2+), soprattutto nei pozzi più profondi, probabilmente a causa del dilavamento di minerali ricchi di ferro presenti nelle rocce vulcaniche come basalti e pirosseni.

Per l’irrigazione: L’agricoltura è fondamentale in questa regione. Abbiamo quindi analizzato l’acqua usando diversi indici specifici (come SAR – Sodium Adsorption Ratio, Na% – Percentuale di Sodio, RSC – Residual Sodium Carbonate, MAR – Magnesium Adsorption Ratio, PI – Permeability Index, KI – Kelly’s Index). Anche qui, buone notizie! La maggior parte dei campioni si è rivelata adatta all’uso agricolo, con bassi rischi di salinità (l’accumulo di sali nel terreno) e sodicità (l’eccesso di sodio che danneggia la struttura del suolo). L’acqua è prevalentemente “dolce” (TDS < 1000 mg/l) e la conducibilità elettrica (EC), pur variando, rientra per lo più in categorie a rischio basso o medio. Solo pochi campioni, specialmente quelli provenienti da pozzi più profondi o in specifiche aree, mostravano valori leggermente più alti che potrebbero richiedere qualche attenzione in più nella gestione irrigua a lungo termine.

Svelare i Segreti Nascosti: La Geochimica dell’Acqua

Ma da dove arriva questa composizione chimica? Qui entra in gioco l’idrogeochimica. Analizzando gli ioni disciolti, abbiamo scoperto che i cationi dominanti seguono quest’ordine: Na+ > Ca2+ > Mg2+ > K+, mentre per gli anioni è: HCO3- > Cl- > SO42- > NO3- > F-. Il sodio (Na+) e il bicarbonato (HCO3-) sono i protagonisti principali.

Abbiamo identificato tre tipi principali di acqua utilizzando il diagramma di Piper:

  • Ca-HCO3: Tipica delle sorgenti e dei pozzi superficiali nelle aree di ricarica (zone più elevate, a sud). Quest’acqua è meno mineralizzata, indicando un’interazione limitata con le rocce e un percorso sotterraneo breve. È l’acqua “più giovane”.
  • Ca-Na-HCO3: Una fase intermedia, dove l’acqua ha iniziato a interagire di più con le rocce.
  • Na-HCO3: Trovata soprattutto nei pozzi più profondi e nelle aree di scarico (zone più basse, a nord). Quest’acqua è più mineralizzata, risultato di un’interazione prolungata con le rocce e processi come lo scambio ionico. È l’acqua “più matura”.

Questa evoluzione, da Ca-HCO3 a Na-HCO3, segue il percorso naturale dell’acqua sotterranea mentre si muove nel sottosuolo. I processi chiave che modellano la chimica dell’acqua qui sono principalmente:

  1. Alterazione dei silicati (Silicate Weathering): Le rocce vulcaniche della zona (basalti, ignimbriti, tufi, ceneri, rioliti – parte delle formazioni Jima e Nazret) si “sciolgono” lentamente a contatto con l’acqua, rilasciando ioni come calcio, magnesio, sodio, potassio e bicarbonato.
  2. Scambio Cationico: Immaginate le argille presenti nel sottosuolo come delle “spugne” che possono scambiare ioni. Spesso, catturano il calcio (Ca2+) e il magnesio (Mg2+) dall’acqua e rilasciano sodio (Na+) e potassio (K+). Questo spiega perché il sodio diventa dominante lungo il percorso dell’acqua. Abbiamo confermato questo processo calcolando gli Indici Cloro-Alcalini (CAI), risultati quasi sempre negativi, segno di questo scambio “in avanti”.
  3. Interazione Acqua-Roccia: Più a lungo l’acqua rimane a contatto con le rocce (maggior tempo di residenza), più minerali riesce a sciogliere. Questo spiega perché l’acqua nei pozzi profondi è generalmente più mineralizzata (TDS e EC più alti).

Il diagramma di Gibbs, un altro strumento grafico, ha confermato che l’interazione acqua-roccia è il meccanismo dominante che controlla la chimica dell’acqua, piuttosto che l’evaporazione o la composizione delle piogge.

Diagramma di Piper trilineare generato da software che mostra la classificazione dei 40 campioni d'acqua sotterranea del bacino del fiume Demie. I punti sono colorati o contrassegnati per indicare i tre tipi di acqua identificati (Ca-HCO3, Ca-Na-HCO3, Na-HCO3). Grafico scientifico chiaro e leggibile, stile pulito, alta risoluzione.

Cluster e Correlazioni: La Statistica ci Aiuta

L’analisi statistica ci ha dato ulteriori indizi. La forte correlazione positiva tra EC, TDS e gli ioni principali (Na+, K+, Ca2+, Mg2+, HCO3–, Cl−) conferma che sono loro a determinare la salinità totale dell’acqua e provengono in gran parte dagli stessi processi geologici. L’analisi dei cluster gerarchici (HCA) ha raggruppato i 40 campioni in tre cluster principali:

  • Cluster 3: Principalmente sorgenti e pozzi superficiali, con acqua meno mineralizzata (TDS e EC bassi), tipica delle zone di ricarica.
  • Cluster 1 e 2: Pozzi più profondi o situati più a valle, con acqua progressivamente più mineralizzata, mostrando l’effetto dell’interazione acqua-roccia e dello scambio ionico. Il Cluster 2 aveva le concentrazioni più alte di EC, TDS, Na+, K+ e HCO3-.

Interessante notare che l’HCA ha anche raggruppato nitrati (NO3-) e solfati (SO42-) separatamente. Sebbene le loro concentrazioni fossero generalmente basse e entro i limiti, questo suggerisce che la loro origine potrebbe essere parzialmente diversa, forse legata ad attività antropogeniche come l’agricoltura (fertilizzanti) o scarichi, anche se in modo limitato al momento.

Guardando al Futuro: Gestione Sostenibile e Monitoraggio

Questo studio è stato il primo passo fondamentale. Abbiamo stabilito una base di conoscenza solida sulla qualità dell’acqua sotterranea nel bacino del Demie. Sappiamo che, ad oggi, la risorsa è generalmente buona sia per bere che per irrigare. Tuttavia, non possiamo abbassare la guardia.

La regione sta crescendo, l’agricoltura si intensifica e i cambiamenti climatici potrebbero influenzare le piogge e la ricarica delle falde. È cruciale implementare un monitoraggio a lungo termine della qualità dell’acqua. Dobbiamo tenere d’occhio parametri come nitrati, fluoruri (anche se attualmente bassi), ferro e torbidità, soprattutto nelle aree più vulnerabili o dove l’attività umana è maggiore.

Comprendere come l’acqua si muove e si evolve chimicamente nel sottosuolo ci permette di pianificare meglio lo sfruttamento di questa risorsa preziosa in modo sostenibile, proteggendola per le generazioni future. È necessario anche studiare l’impatto potenziale di specifiche attività umane e sviluppare, se necessario, soluzioni semplici e a basso costo per trattare l’acqua localmente (ad esempio, per ridurre ferro o torbidità).

In conclusione, il nostro viaggio idrogeochimico nel bacino del fiume Demie ci ha rivelato un’acqua sotterranea di buona qualità, un vero tesoro liquido modellato dalle rocce vulcaniche e dai processi naturali. È una risorsa vitale che merita attenzione, protezione e una gestione oculata per garantire un futuro idrico sicuro a questa affascinante regione dell’Etiopia.

Fotografia di un campo agricolo irrigato nel sud dell'Etiopia, vicino al bacino del fiume Demie. Si vedono coltivazioni verdi rigogliose sotto un cielo azzurro. In primo piano, un sistema di irrigazione semplice (es. solchi o tubi). Obiettivo zoom 50mm, luce solare piena, colori vividi, stile fotorealistico per enfatizzare la vitalità resa possibile dall'acqua.

Fonte: Springer

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