Immagine concettuale che mostra la silhouette di un cervello adolescenziale sovrapposta a forme astratte e colorate rappresentanti sostanze psichedeliche e tratti di personalità. Stile macro 80mm, alta definizione, illuminazione drammatica laterale per creare contrasto e profondità, evocando la complessità dell'interazione tra mente, sostanze e carattere individuale.

Psichedelici negli Adolescenti: Ansia Aumentata? La Personalità Potrebbe Essere la Risposta

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che scotta parecchio ultimamente: l’uso di sostanze psichedeliche. Se ne sente parlare sempre di più, spesso in contesti terapeutici per adulti, con risultati a volte sorprendenti per ansia e depressione. Ma cosa succede quando a farne uso sono gli adolescenti? È la stessa storia? Beh, mi sono imbattuto in uno studio svedese freschissimo (del 2024!) che getta una luce nuova, e forse un po’ preoccupante, sulla questione. E la cosa più interessante? Sembra che la personalità di chi le usa giochi un ruolo da protagonista.

Lo Studio Svedese: Numeri e Contesto

Prima di tuffarci nei risultati, diamo un’occhiata a cosa hanno fatto questi ricercatori. Hanno analizzato i dati dell’ultima indagine nazionale svedese sull’uso di alcol e droghe nelle scuole (la CAN survey 2024), coinvolgendo la bellezza di oltre 10.000 studenti del 9° e 11° anno (parliamo di ragazzi tra i 15 e i 18 anni). Per la prima volta, hanno chiesto specificamente dell’uso di psichedelici classici come LSD, psilocibina (i famosi funghetti magici) e DMT (inclusa l’ayahuasca).

E qual è stata la risposta? L’1.9% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di aver provato queste sostanze almeno una volta nella vita. Non una cifra enorme, direte voi, ed è vero, è più bassa rispetto ad altri studi (ad esempio, uno studio svedese su gemelli parlava del 3-4%, ma forse includeva sostanze diverse come ketamina o MDMA). È comunque un dato su cui riflettere, soprattutto se consideriamo che tra i più giovani (15enni), la percentuale scende allo 0.9%.

Risultati Sorprendenti sulla Salute Mentale

Ed eccoci al punto cruciale. Contrariamente a quanto si osserva spesso negli adulti, dove l’uso naturalistico di psichedelici è a volte associato a una riduzione dell’ansia e a un maggior benessere, qui le cose sembrano andare diversamente. Gli adolescenti che hanno usato psichedelici hanno mostrato livelli di ansia significativamente più alti (misurati con la scala GAD-7) rispetto ai loro coetanei che non ne hanno fatto uso. Parliamo di un punteggio medio di 9.7 contro 5.4 – una differenza notevole (Cohen’s d = 0.80, considerato un effetto grande!).

Non solo: questi ragazzi riportavano anche maggiori difficoltà nel funzionamento quotidiano (scuola, amici, famiglia) e una minore soddisfazione generale verso sé stessi. Insomma, il quadro che emerge per la salute mentale non sembra roseo, anzi, va in direzione opposta a certi report sugli adulti. Questo fa suonare un campanello d’allarme: forse l’esperienza psichedelica in età adolescenziale ha dinamiche e rischi diversi?

Primo piano di un adolescente dall'aspetto ansioso e pensieroso, seduto in una stanza poco illuminata. Fotografia in bianco e nero, stile film noir, obiettivo 35mm con profondità di campo ridotta per isolare il soggetto e accentuare l'introspezione.

Il Fattore Personalità: Un Pezzo Cruciale del Puzzle

Qui le cose si fanno ancora più interessanti. Lo studio non si è fermato alla salute mentale, ma ha indagato anche i tratti di personalità dei ragazzi, usando il modello dei Big Five (Estroversione, Gradevolezza, Coscienziosità, Nevroticismo, Apertura all’esperienza). E cosa è saltato fuori?

Gli adolescenti che usavano psichedelici avevano punteggi significativamente più alti di nevroticismo (la tendenza a provare emozioni negative come ansia, preoccupazione, irritabilità) e più bassi di coscienziosità (la tendenza ad essere organizzati, responsabili, autodisciplinati). Mostravano anche maggiore estroversione e minore gradevolezza, mentre non c’erano differenze significative nell’apertura all’esperienza.

Questo profilo è diverso da quello tipico degli utilizzatori adulti, che spesso mostrano maggiore apertura e minore nevroticismo. Il nevroticismo, in particolare, è un tratto fortemente legato a problemi di salute mentale, soprattutto ansia e depressione. E indovinate un po’? Gli adolescenti, in generale, tendono ad avere livelli di nevroticismo naturalmente più alti rispetto agli adulti. Coincidenza? Forse no.

Chi Spiega Cosa? Personalità Batte Psichedelici (nell’Associazione con l’Ansia)

I ricercatori hanno fatto un passo ulteriore con un’analisi statistica (regressione lineare a due passi) per capire cosa pesasse di più sull’ansia riportata: l’uso di psichedelici o il tratto di personalità del nevroticismo? I risultati sono stati chiarissimi.

Se si considera solo l’uso di psichedelici, questo spiega una piccolissima parte della varianza nei punteggi d’ansia (circa l’1%). Ma quando si inserisce nell’equazione il nevroticismo, questo tratto da solo spiega una fetta enorme della varianza (circa il 32%), e l’effetto diretto dell’uso di psichedelici si riduce ulteriormente. In pratica, sembra che l’associazione tra uso di psichedelici e maggiore ansia negli adolescenti sia spiegata in larghissima parte dal fatto che i ragazzi con un più alto livello di nevroticismo (e quindi già più predisposti all’ansia) siano forse più inclini a provare queste sostanze, o che la loro personalità renda l’esperienza più difficile e ansiogena. L’uso di psichedelici, di per sé, aggiunge pochissimo a questa spiegazione.

È come dire che non è tanto la sostanza in sé a “causare” l’ansia in questo gruppo, quanto la predisposizione individuale legata alla personalità.

Visualizzazione astratta e complessa che rappresenta i tratti di personalità dei Big Five come filamenti colorati interconnessi all'interno di una silhouette di testa umana. Stile macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli intricati delle connessioni, simboleggiando l'influenza della personalità sulla salute mentale.

Perché i Giovani Sono Diversi?

Questa discrepanza tra adolescenti e adulti apre molte domande. Perché i ragazzi sembrano avere esperienze diverse, potenzialmente più negative? Lo studio suggerisce alcune ipotesi:

  • Fase di sviluppo: Il cervello adolescente è ancora in piena maturazione, e potrebbe reagire diversamente alle sostanze.
  • Contesto d’uso: I giovani potrebbero sperimentare in ambienti meno sicuri (feste, festival) e senza la guida o la preparazione che magari cercano alcuni adulti.
  • Nevroticismo più alto: Come già detto, gli adolescenti tendono ad avere livelli di nevroticismo più elevati, e questo tratto è associato a esperienze psichedeliche più difficili e “sfidanti”.
  • Mancanza di esperienza: Gli adulti potrebbero avere più esperienza nel gestire le proprie reazioni emotive e nel prepararsi all’esperienza.

Un Occhio Critico: I Limiti dello Studio

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Dobbiamo essere onesti:

  • È uno studio trasversale: fotografa un momento, ma non può stabilire un rapporto di causa-effetto. Non sappiamo se l’ansia preesistesse all’uso di psichedelici o se l’uso l’abbia peggiorata. Serve ricerca longitudinale (che segua i ragazzi nel tempo).
  • Si basa su autodichiarazioni: C’è sempre il rischio che i ragazzi non dicano tutta la verità, magari per timore o vergogna (stigma), sottostimando l’uso.
  • Campione specifico: Riguarda studenti svedesi di 15-18 anni. I risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutti gli adolescenti ovunque.
  • Misurazione della personalità: Hanno usato scale molto brevi (solo due item per tratto). Questo è un limite tecnico, anche se è comunque prezioso avere almeno un dato sulla personalità.

Cosa Portiamo a Casa?

Nonostante i limiti, questo studio ci lascia un messaggio forte e chiaro: quando parliamo di psichedelici e adolescenti, non possiamo ignorare il fattore personalità. L’associazione con una maggiore ansia sembra legata più alle caratteristiche individuali, in particolare al nevroticismo, che all’uso della sostanza in sé.

Questo ha implicazioni importanti:

  • Educazione e prevenzione: Bisogna informare ragazzi, genitori ed educatori sui potenziali rischi, sottolineando come le differenze individuali (la personalità) possano influenzare l’esperienza. Non è uguale per tutti.
  • Supporto mirato: Se un adolescente ha avuto esperienze difficili, potrebbe aver bisogno di un supporto psicologico che tenga conto della sua personalità e lo aiuti a gestire l’ansia o altre emozioni negative. Strategie di riduzione del danno sono fondamentali.
  • Ricerca futura: C’è un bisogno enorme di studi longitudinali per capire meglio le traiettorie nel tempo: chi inizia a usare queste sostanze? Come cambia la salute mentale? Come interagisce la personalità?

Insomma, il mondo degli psichedelici è complesso, e lo è ancora di più quando si interseca con l’età delicata dell’adolescenza. Questo studio ci ricorda che non esistono risposte semplici e che guardare alle differenze individuali è fondamentale per capire davvero cosa succede.

Fonte: Springer

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