Parto Cesareo? Recupera Meglio e Prima con il Protocollo ERAS!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che sta cambiando il modo in cui viviamo l’esperienza del parto cesareo, rendendola più dolce e il recupero molto più rapido. Parliamo del protocollo ERAS, acronimo che sta per Enhanced Recovery After Surgery, ovvero “Recupero Migliorato Dopo l’Intervento Chirurgico”. Sembra complicato? Assolutamente no! È un insieme di piccole attenzioni, basate su solide prove scientifiche, che fanno una differenza enorme per noi mamme e anche per i nostri piccoli.
Sapete, il parto cesareo, specialmente quello programmato (elettivo), è un intervento chirurgico a tutti gli effetti. Per anni, l’approccio standard prevedeva lunghi periodi di digiuno prima e dopo, mobilizzazione lenta, e un recupero che poteva sembrare infinito. Ma la ricerca va avanti, e ci siamo chiesti: si può fare di meglio? La risposta è un sonoro SÌ!
Cos’è esattamente questo Protocollo ERAS?
Immaginate un percorso studiato su misura per voi, che inizia già prima dell’intervento e vi accompagna fino alla dimissione. L’idea di base dell’ERAS è semplice: mettere il corpo nelle migliori condizioni possibili per affrontare lo stress chirurgico e aiutarlo a riprendersi velocemente. Non si tratta di una singola magia, ma di tanti piccoli passi che insieme creano un grande risultato. Ecco alcuni degli elementi chiave che differenziano l’ERAS dalla cura tradizionale, basati su uno studio osservazionale molto interessante che ha coinvolto 450 future mamme:
- Stop ai lunghi digiuni: Basta stare a stomaco vuoto per ore e ore! Con l’ERAS, il digiuno per i solidi è limitato a 6 ore prima dell’intervento, e per i liquidi chiari (come l’acqua) a sole 2 ore. Anzi, circa 2 ore prima, alle mamme del gruppo ERAS è stata data una bevanda speciale a base di carboidrati (maltodestrine). Questo aiuta a mantenere l’energia e a ridurre lo stress metabolico.
- Gestione del dolore ottimizzata: Durante l’anestesia spinale (quella più comune per il cesareo), viene utilizzata una combinazione di farmaci (bupivacaina e oppioidi come morfina e fentanil) per un controllo del dolore efficace e duraturo. Dopo l’intervento, invece di aspettare che il dolore si faccia sentire, si somministrano regolarmente antidolorifici non steroidei (FANS) e paracetamolo. Un approccio multimodale che riduce il bisogno di analgesici “di salvataggio”.
- Prevenzione della nausea: La nausea e il vomito post-operatori (PONV) sono un fastidio comune. Nel protocollo ERAS, si usa una doppia protezione con due farmaci antiemetici (metoclopramide + granisetron), riducendo significativamente questo problema.
- Mobilizzazione precoce: Appena possibile, via il catetere urinario e… in piedi! Muoversi presto aiuta a prevenire complicazioni come le trombosi e a riattivare l’intestino. Nello studio, le mamme ERAS si sono alzate prima.
- Alimentazione rapida: Dimenticate l’attesa infinita per poter bere o mangiare qualcosa. Già dopo 2 ore dall’intervento si può bere acqua, dopo 4 ore si passa a liquidi e cibi morbidi, e dopo 6 ore a una dieta normale. Masticare chewing gum può anche aiutare!
- Focus sull’allattamento e sul legame mamma-bambino: Appena nato il bimbo, via al contatto pelle a pelle e all’incoraggiamento per l’allattamento al seno, già in sala operatoria se possibile! Un momento prezioso supportato attivamente.
I risultati parlano chiaro: Mamme più felici e in forma!
Lo studio che vi ho menzionato ha confrontato 150 mamme che hanno seguito il protocollo ERAS con 300 mamme che hanno ricevuto le cure standard. E i risultati? Davvero incoraggianti!
Per prima cosa, hanno usato uno strumento specifico per misurare la qualità del recupero post-parto, chiamato ObsQoR-11T (la versione turca validata dell’Obstetric Quality of Recovery Score 11). È un questionario compilato dalle mamme stesse, che valuta diversi aspetti del benessere fisico ed emotivo. Ebbene, le mamme del gruppo ERAS hanno riportato punteggi significativamente più alti! Questo significa che si sentivano oggettivamente meglio e il loro recupero era di qualità superiore.
Ma non è tutto. Guardate qui che differenze:
- Meno dolore: I punteggi del dolore sulla scala VAS a 24 ore dall’intervento erano più bassi nel gruppo ERAS. E di conseguenza, hanno avuto bisogno di meno antidolorifici extra.
- Meno nausea e vomito: L’incidenza di PONV era decisamente inferiore tra le mamme ERAS. Un sollievo non da poco!
- Ripresa più rapida delle funzioni corporee: Il primo flatus (sì, parliamo di aria nella pancia!), segno che l’intestino si sta riattivando, è arrivato prima nel gruppo ERAS. E come detto, anche la mobilizzazione e la rimozione del catetere sono state più veloci.
- Degenza più breve: Le mamme ERAS sono potute tornare a casa prima! La durata della degenza ospedaliera (LOS – Length of Stay) era significativamente più corta.
- Meno complicazioni (come l’ipoglicemia): Un dato interessante riguarda l’ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue). Nel gruppo di controllo (cure standard), 8 mamme (soprattutto diabetiche, ma non solo) hanno avuto bisogno di glucosio per via endovenosa a causa dell’ipoglicemia, probabilmente legata al digiuno prolungato. Nel gruppo ERAS, questo non è successo a nessuna. La bevanda pre-operatoria e la ripresa rapida dell’alimentazione hanno fatto la differenza.
E per i nostri piccoli tesori? Buone notizie anche per loro!
Quando si parla di parto, ovviamente, l’attenzione è doppia: mamma e bambino. Il protocollo ERAS ha mostrato vantaggi anche per i neonati.
In termini generali, i punteggi APGAR (la valutazione della vitalità del neonato subito dopo la nascita), il peso alla nascita e la durata della degenza in ospedale dei piccoli erano simili tra i due gruppi. Non ci sono state differenze significative nemmeno nel bisogno di cure particolari come l’ossigeno o la fototerapia per l’ittero.
Tuttavia, due aspetti fondamentali legati all’alimentazione hanno mostrato un netto miglioramento nel gruppo ERAS:
- Miglior avvio dell’allattamento: Grazie all’incoraggiamento precoce e al contatto pelle a pelle immediato, la percentuale di bambini allattati esclusivamente al seno (senza aggiunte di latte artificiale) era nettamente più alta nel gruppo ERAS. Un successo importantissimo per la salute a lungo termine di mamma e bambino!
- Minor calo di peso iniziale: È normale che i neonati perdano un po’ di peso nei primi giorni. Ma nel gruppo ERAS, il calo ponderale medio nelle prime 24 ore era significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo (5.32% contro 5.66%). Questo suggerisce che i bimbi si sono nutriti meglio fin da subito.
C’è stato un dato tecnico sui gas del sangue del cordone ombelicale (pH e pO2) che erano leggermente più bassi nel gruppo ERAS. Gli autori dello studio suggeriscono che questo potrebbe essere legato all’uso di efedrina (un farmaco usato per contrastare l’ipotensione da anestesia spinale, necessario perché un altro farmaco, la fenilefrina, non era disponibile), piuttosto che al protocollo ERAS in sé. È importante sottolineare che i valori medi di pH erano comunque sopra la soglia considerata critica per l’acidosi fetale (cioè > 7.20), e questo non ha avuto impatti negativi sulla salute dei neonati.
Perché tutto questo è così importante?
Il parto cesareo è una realtà per moltissime donne (in alcuni paesi, Italia inclusa, le percentuali sono molto alte). Rendere questa esperienza il più positiva possibile, riducendo il dolore, le complicazioni e i tempi di recupero, ha un impatto enorme sulla qualità di vita della neomamma e sulla sua capacità di prendersi cura del suo bambino fin dai primi istanti. Un recupero più rapido significa poter godere prima e meglio del proprio piccolo, sentirsi più in forze e autonome. L’avvio facilitato dell’allattamento al seno, poi, è un regalo prezioso per entrambi.
Questo studio, sebbene osservazionale e con alcune limitazioni (come l’impossibilità di randomizzare i gruppi), aggiunge un tassello importante a favore dell’implementazione routinaria dei protocolli ERAS per i parti cesarei elettivi. Dimostra che un approccio integrato, che considera ogni fase del percorso chirurgico, può davvero migliorare gli esiti sia per la mamma che per il neonato.
Certo, ogni ospedale e ogni team medico dovrà adattare il protocollo alla propria realtà, ma la direzione sembra chiara: verso una cura sempre più personalizzata, attenta al benessere globale e basata sulle migliori evidenze scientifiche. Se state programmando un cesareo, chiedete informazioni sul protocollo ERAS nella vostra struttura. Potrebbe fare una grande differenza per voi e per il vostro bambino!
Fonte: Springer