Protesi d’anca bilaterale: Un colpo solo o due tempi? L’approccio ALSA svela i vantaggi!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che tocca da vicino molti di noi, direttamente o indirettamente: la protesi d’anca. Quando il problema riguarda entrambe le anche, sorge spontanea una domanda cruciale: è meglio affrontare l’intervento in un’unica soluzione, operando entrambe le anche contemporaneamente, oppure procedere per gradi, un’anca alla volta? Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante che confronta proprio queste due opzioni – la protesi totale d’anca bilaterale simultanea (simBTHA) e quella sequenziale (stgBTHA) – utilizzando un approccio chirurgico specifico, l’approccio anterolaterale supino (ALSA). E i risultati, ve lo anticipo, sono davvero interessanti!
Capire le Opzioni: Simultanea vs Sequenziale e l’Approccio ALSA
Prima di tuffarci nei risultati, chiariamo un po’ i termini. La protesi totale d’anca (THA) è uno degli interventi ortopedici di maggior successo. Quando entrambe le anche necessitano di una protesi, si può scegliere:
- Simultanea (simBTHA): Entrambe le protesi vengono impiantate durante la stessa sessione chirurgica, sotto un’unica anestesia e durante un unico ricovero. Il vantaggio potenziale? Costi ridotti e recupero più rapido nel complesso. Lo svantaggio? Un intervento più invasivo in una sola volta, con rischi potenzialmente maggiori legati a trasfusioni, complicazioni e mortalità.
- Sequenziale (stgBTHA): Si opera prima un’anca e, dopo un certo intervallo di tempo, si interviene sulla seconda. Questo “spezza” l’impegno chirurgico, ma richiede due ricoveri, due anestesie e un tempo di recupero complessivo più lungo.
Lo studio in questione si concentra sull’utilizzo dell’approccio anterolaterale supino (ALSA). Introdotto nel 2007, è un’alternativa meno comune ma efficace rispetto al più noto approccio anteriore diretto (DAA). Come il DAA, l’ALSA offre vantaggi come la preservazione muscolare, un basso tasso di lussazioni e una minima discrepanza nella lunghezza delle gambe (LLD). Un punto chiave è che l’ALSA si esegue con il paziente in posizione supina (sdraiato sulla schiena). Questo è un vantaggio non da poco rispetto alla posizione sul fianco (decubito laterale), perché elimina la necessità di riposizionare il paziente a metà intervento e permette potenzialmente di operare su entrambe le anche contemporaneamente (nel caso della simBTHA), riducendo i tempi di anestesia e forse anche le complicazioni.
Lo Studio nel Dettaglio: Metodologia e Pazienti
I ricercatori hanno condotto uno studio retrospettivo su pazienti che necessitavano di una protesi bilaterale e sono stati operati con l’approccio ALSA tra agosto 2015 e gennaio 2023. Hanno diviso i pazienti in due gruppi: 104 nel gruppo simBTHA (intervento simultaneo) e 25 nel gruppo stgBTHA (intervento sequenziale). Hanno raccolto dati demografici (età, sesso, BMI, stato di salute generale secondo l’ASA-PS score), dati operatori (tempo chirurgico, perdita di sangue, trasfusioni, tempo per iniziare a camminare) e risultati clinici (utilizzando scale di valutazione specifiche come JOA, JHEQ, FJS-12). Hanno anche registrato complicazioni, revisioni, riammissioni e mortalità entro 90 giorni. Infine, hanno analizzato i costi totali, la durata della degenza (LOS) e l’intervallo tra i due interventi nel gruppo sequenziale.
È importante notare una differenza significativa all’inizio: i pazienti nel gruppo sequenziale (stgBTHA) avevano in media uno stato di salute generale leggermente peggiore (ASA-PS score più alto). Questo suggerisce che la scelta per l’intervento sequenziale è stata fatta, in alcuni casi, proprio per motivi di salute preesistenti (anemia, obesità eccessiva, problemi cardiaci o renali) o per preferenza personale del paziente, per ridurre i rischi percepiti dell’intervento simultaneo.
Risultati a Confronto: Cosa Dice la Scienza?
Ed eccoci al cuore della questione: cosa ha rivelato il confronto?
- Tempi Chirurgici: Sorprendentemente, il tempo chirurgico totale è stato significativamente più breve nel gruppo simultaneo (simBTHA) – 156 minuti contro i 175 minuti totali del gruppo sequenziale (stgBTHA). Questo probabilmente perché, con l’approccio ALSA in posizione supina, mentre si chiudeva la ferita del primo lato, si poteva già iniziare a preparare e operare il secondo. Un bel vantaggio!
- Perdita di Sangue e Trasfusioni: La perdita di sangue è risultata simile tra i due gruppi (circa 670 ml per simBTHA e 629 ml per stgBTHA), e non ci sono state differenze significative nemmeno nelle percentuali di trasfusioni (sia autologhe, cioè con sangue proprio pre-donato, sia allogeniche, da donatore).
- Recupero Funzionale Iniziale: Il tempo necessario per iniziare a camminare dopo l’intervento è stato identico: in media due giorni per entrambi i gruppi (e anche per entrambe le fasi nel gruppo sequenziale). Questo sfata un po’ il mito che l’intervento simultaneo possa rallentare i primissimi passi.
- Risultati Clinici a Lungo Termine: Utilizzando le scale di valutazione specifiche (JOA, JHEQ, FJS-12), non sono emerse differenze significative tra i due gruppi. In pratica, a distanza di tempo, i pazienti stavano ugualmente bene indipendentemente dalla scelta iniziale (simultanea o sequenziale). Anche la differenza di lunghezza delle gambe (LLD) post-operatoria era minima e simile nei due gruppi, probabilmente grazie alla precisione permessa dalla posizione supina.
- Complicazioni: Qui arriva una notizia rassicurante. Nonostante l’intervento simultaneo sia tecnicamente più “grande”, non ci sono state differenze significative nel tasso di complicazioni maggiori (come fratture periprotesiche, perforazioni, infarti) o minori (come trombosi venosa profonda, problemi di ferita, fratture minori del trocantere) tra i due gruppi. Nemmeno i tassi di revisione chirurgica o di riammissione in ospedale sono risultati diversi. E, cosa fondamentale, non ci sono stati decessi in nessun gruppo entro 90 giorni.
Il Vantaggio Decisivo: Costi e Degenza
Se fino ad ora i risultati sembravano sostanzialmente pari, ecco dove l’intervento simultaneo (simBTHA) mostra i muscoli:
- Costi Totali: L’intervento simultaneo è risultato significativamente meno costoso. Parliamo di un costo medio di circa 3.4 milioni di yen per la simBTHA contro i 4.1 milioni di yen per la stgBTHA (costi giapponesi, ma il concetto è chiaro: un solo ricovero, una sola anestesia, ecc., abbattono i costi). Si parla di un risparmio di quasi il 17%!
- Durata della Degenza (LOS): Anche qui, vittoria netta per l’approccio simultaneo. La degenza media totale è stata di 20.5 giorni per il gruppo simBTHA, contro i 30 giorni totali (sommando i due ricoveri) per il gruppo stgBTHA. Quasi 10 giorni in meno di ospedale!
Bisogna considerare che la durata media della degenza in Giappone è generalmente più lunga rispetto ad altri paesi OCSE per differenze nel sistema sanitario, quindi il confronto diretto dei giorni potrebbe non essere universale. Tuttavia, il dato sul tempo per iniziare a camminare (simile tra i gruppi) e il risparmio economico rimangono punti forti a favore dell’intervento simultaneo.
Conclusioni: Cosa Portarsi a Casa?
Questo studio, pur con i suoi limiti (come il numero ridotto di pazienti nel gruppo sequenziale), ci dice una cosa importante: per i pazienti che necessitano di una protesi ad entrambe le anche e sono in condizioni di salute generali adeguate, l’intervento bilaterale simultaneo con approccio ALSA offre risultati clinici e tassi di complicazione paragonabili all’intervento sequenziale. Tuttavia, presenta vantaggi significativi in termini di costi ridotti e minor durata complessiva della degenza ospedaliera.
Certo, la scelta deve essere sempre personalizzata e discussa attentamente con il proprio chirurgo, considerando lo stato di salute generale (come indicato dalla differenza negli score ASA-PS tra i gruppi). Ma per chi cerca un recupero complessivamente più rapido (meno tempo totale tra intervento e ritorno alla normalità) e un impatto economico minore, l’opzione simultanea, eseguita con tecniche moderne e meno invasive come l’ALSA in posizione supina, sembra essere una scelta non solo sicura, ma anche socialmente ed economicamente vantaggiosa. È un’opzione da considerare seriamente!
Fonte: Springer