Prometazina: La Svolta Contro Nausea e Vomito Post-Laparoscopia Ginecologica?
Amiche, diciamocelo chiaramente: l’idea di un intervento chirurgico, per quanto necessario, porta con sé un’ombra fastidiosa, quella della nausea e del vomito post-operatori (PONV, come la chiamano i medici, un acronimo che sta per Postoperative Nausea and Vomiting). Un fastidio che può trasformare un’esperienza già delicata in un vero e proprio incubo, rovinando il recupero e facendoci sentire a pezzi.
Soprattutto per noi donne che affrontiamo una laparoscopia ginecologica, questo spettro è bello presente. Pensate che le stime parlano di un’incidenza di PONV che si aggira intorno al 45% in questi casi. E se non si adotta nessuna misura preventiva, il rischio può schizzare addirittura all’80%! Numeri da far venire i brividi, vero? Purtroppo, nonostante gli sforzi della medicina, non esiste ancora una bacchetta magica, una soluzione unica e infallibile per debellare completamente questo problema. La ricerca di una strategia ideale è continua, un po’ come la caccia al tesoro.
Una Speranza dalla Ricerca: Lo Studio sulla Prometazina
Ma se vi dicessi che forse c’è un asso nella manica, un farmaco non nuovissimo ma che potrebbe essere riscoperto per questa specifica battaglia? Sto parlando della prometazina. Recentemente, un gruppo di ricercatori si è messo all’opera con uno studio serio e ben fatto – prospettico, monocentrico, randomizzato e in doppio cieco, insomma, roba da manuale! – condotto presso l’Ospedale Provinciale di Gansu tra giugno 2021 e marzo 2022. L’obiettivo? Capire se una piccola dose di prometazina somministrata prima dell’anestesia potesse fare la differenza per noi.
Hanno coinvolto 100 donne, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, che dovevano subire un intervento di laparoscopia ginecologica non urgente. Immaginate la scena: prima di addormentarsi per l’anestesia, a metà di loro (il gruppo “prometazina”) sono stati somministrati per via endovenosa 6.25 mg di prometazina. All’altra metà (il gruppo “controllo”) è stata data una semplice soluzione salina, il classico placebo. Ovviamente, né le pazienti né gli anestesisti sapevano chi riceveva cosa, per garantire l’imparzialità dei risultati. Dopo l’intervento, tutte le pazienti hanno ricevuto un’analgesia controllata (la famosa PCA, Patient-Controlled Intravenous Analgesia, che permette di autogestirsi il farmaco antidolorifico) e un’infusione continua di metoclopramide, un altro farmaco anti-nausea e vomito, alla dose di 50 mg.
I Risultati: Meno Nausea, Meno Vomito, Più Sorrisi!
Ebbene, tenetevi forte, perché i risultati sono stati più che incoraggianti! L’esito principale che i ricercatori volevano misurare era l’incidenza di nausea e vomito nelle 72 ore successive all’intervento. E sapete cosa è emerso? Una differenza significativa tra i due gruppi! (P=0.026 per la nausea, P=0.012 per il vomito, per chi mastica un po’ di statistica).
Scendendo nel dettaglio:
- Nelle prime 6 ore dopo l’operazione, l’incidenza e la severità della nausea erano significativamente più basse nel gruppo prometazina (P=0.043 e P=0.048 rispettivamente). Immaginate la gioia di svegliarsi senza quel terribile senso di scombussolamento!
- Anche nelle prime 24 ore, la differenza si è mantenuta bella solida, sia per l’incidenza che per la gravità della nausea (P=0.026 e P=0.003).
- Per quanto riguarda il vomito, nelle prime 6 ore c’era una tendenza a stare meglio con la prometazina, ma la differenza non era statisticamente schiacciante. Tuttavia, nelle 24 ore successive, la prometazina ha mostrato i muscoli: incidenza e severità del vomito significativamente ridotte (P=0.011 e P=0.004).
Ma non è finita qui! Anche osservando l’andamento fino a 48 e 72 ore, sebbene alcune differenze si assottigliassero (probabilmente anche grazie alla metoclopramide data a tutte), l’incidenza generale di nausea e vomito nelle 72 ore è rimasta significativamente più bassa per chi aveva ricevuto la prometazina preventiva. E, ciliegina sulla torta, la soddisfazione delle pazienti nel gruppo prometazina è risultata nettamente superiore (P=0.002). E scusate se è poco sentirsi meglio e più contente dopo un intervento!

Perché la Prometazina Funziona Così Bene?
Vi starete chiedendo come faccia questa prometazina a essere così efficace. Non è magia, è scienza! La prometazina è un farmaco che appartiene alla famiglia degli antistaminici, ma il suo meccanismo d’azione contro nausea e vomito è piuttosto ampio. Agisce inibendo i recettori chemorecettori della zona trigger nel midollo allungato (una specie di “centralina” del vomito), ha effetti anti-dopaminergici e un moderato effetto anticolinergico. In pratica, è come se mettesse a tacere diversi segnali che dal nostro corpo e dal cervello possono scatenare la nausea.
Un altro vantaggio non da poco è la sua rapidità d’azione: somministrata per via endovenosa, inizia a fare effetto in soli 3-5 minuti! L’effetto antistaminico dura generalmente 6-12 ore, mentre quello sedativo (che a volte può essere un effetto collaterale) dura dalle 2 alle 8 ore. Proprio per questo, darla prima dell’anestesia sembra essere una mossa vincente per prevenire la PONV fin da subito.
Nello studio, l’effetto preventivo si è visto chiaramente nelle prime 24 ore, e una riduzione significativa dell’incidenza di PONV si è osservata anche a 48 ore. Questo si sposa bene con le caratteristiche farmacologiche della prometazina, che ha un’emivita di circa 14 ore, garantendo una copertura efficace nel primo periodo post-operatorio, quello più critico.
Sicurezza e Confronto con Altre Strategie
Un aspetto fondamentale, quando si parla di farmaci, è la sicurezza. E anche su questo fronte, la prometazina a basso dosaggio (6.25 mg) si è comportata egregiamente. Gli effetti collaterali più comuni della prometazina, come sedazione e sonnolenza, o i più rari effetti extrapiramidali, non sono stati un problema significativo in questo studio. Non ci sono state differenze importanti nei punteggi di sedazione tra i due gruppi, né nei tempi di estubazione o di permanenza nella sala di risveglio post-anestesia (PACU). Addirittura, due pazienti nel gruppo prometazina hanno riferito vertigini, ma un’indagine più approfondita ha rivelato che in un caso erano dovute al digiuno prolungato, non direttamente al farmaco. Entrambe si sono comunque sentite meglio entro 12 ore.
È interessante notare che studi precedenti avevano associato l’uso di prometazina ad alcuni effetti avversi postoperatori, ma spesso si trattava di dosaggi superiori. La scelta dei 6.25 mg sembra quindi un ottimo compromesso tra efficacia e tollerabilità. Confrontando questi risultati con altri studi, ad esempio uno che utilizzava 4 mg di ondansetron (un altro comune antiemetico) per prevenire la PONV in laparoscopia ginecologica, l’incidenza di PONV riportata in questo studio con la prometazina (9.8% nelle prime 24 ore) è apparsa notevolmente inferiore.
La PONV, come dicevo, è un problema serio, soprattutto per pazienti considerate ad alto rischio, come le donne (sì, siamo più inclini!), chi non fuma, chi ha una storia pregressa di PONV o soffre di cinetosi (mal d’auto, mal di mare), e chi riceve oppioidi dopo l’intervento. Ognuno di questi fattori aumenta il rischio di circa il 20%. Gestire la PONV in queste pazienti è una bella sfida clinica. Questo studio si è concentrato proprio su un gruppo ad alto rischio, e i risultati sono davvero promettenti: una riduzione così marcata della PONV non solo migliora la soddisfazione, ma facilita anche tutto il percorso di recupero.

Limiti e Prospettive Future
Come ogni ricerca scientifica che si rispetti, anche questo studio ha delle limitazioni, ammesse onestamente dagli stessi autori. Innanzitutto, la dimensione del campione (100 pazienti, poi ridotti a 82 nell’analisi finale per varie esclusioni) potrebbe non essere sufficiente per cogliere effetti avversi molto rari derivanti dall’uso combinato dei farmaci. Inoltre, la valutazione della nausea e del vomito si basa su resoconti soggettivi delle pazienti, il che introduce sempre un piccolo margine di potenziale errore. Nonostante ciò, i risultati sono solidi e aprono la strada a considerazioni importanti.
Si parla spesso di “prevenzione multimodale” per la PONV, specialmente nei pazienti ad alto rischio, cioè usare una combinazione di due o più farmaci. Tuttavia, le indagini attuali su questa strategia non hanno sempre dato risultati pienamente soddisfacenti. Questo studio suggerisce che una prevenzione efficace, mirata a ridurre la PONV precocemente, potrebbe essere ottenuta anche con un approccio più “semplice” ma ben mirato, come la somministrazione profilattica di prometazina.
Un Messaggio da Portare a Casa
Quindi, cosa ci portiamo a casa da questa interessante ricerca? Che la somministrazione di una piccola dose di prometazina (6.25 mg) prima di un intervento di laparoscopia ginecologica, abbinata a un’analgesia post-operatoria che include anche metoclopramide, sembra essere una strategia notevolmente efficace nel ridurre sia l’incidenza che la severità di nausea e vomito nelle prime 72 ore. E tutto questo con pochi effetti collaterali e senza reazioni avverse gravi, portando a una maggiore soddisfazione da parte nostra, le pazienti!
Sulla base di questi risultati, la somministrazione profilattica preoperatoria di prometazina si candida a essere un’alternativa clinicamente raccomandabile per prevenire la PONV nella chirurgia laparoscopica ginecologica. Un piccolo gesto prima dell’intervento che potrebbe davvero fare una grande differenza nel nostro risveglio e nel nostro recupero. La prossima volta che dovrete affrontare un intervento simile, parlatene con il vostro medico: forse la prometazina potrebbe essere la vostra alleata per un post-operatorio più sereno!
Fonte: Springer
