Vaccini: Perché diciamo Sì o No? Le Voci della Nostra Mente Guidano le Scelte
Ciao a tutti! Vi siete mai chiesti perché di fronte ai vaccini le reazioni siano così diverse? C’è chi corre a farli senza pensarci due volte, chi invece tentenna, chi si fida ciecamente delle istituzioni scientifiche e chi, al contrario, storce il naso pieno di dubbi. È una questione complessa, lo so bene. Da un lato, abbiamo la scienza che ci dice quanto i vaccini siano un pilastro fondamentale per la salute pubblica, capaci di prevenire malattie, disabilità e salvare vite, proteggendo non solo noi stessi ma anche chi ci sta intorno grazie all’immunità di gregge. Dall’altro, però, c’è l’esitazione vaccinale, un fenomeno così rilevante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inserita tra le dieci principali minacce alla salute globale già nel 2019.
Ma cosa c’è davvero dietro questa esitazione? Non è solo una questione di informazioni corrette o sbagliate. C’entrano processi sociali complessi, come la fiducia nelle istituzioni e nella scienza, ma soprattutto entrano in gioco fattori psicologici profondi: le nostre convinzioni, le emozioni, il modo in cui percepiamo i rischi e i benefici. Insomma, le nostre attitudini verso la vaccinazione.
Proprio per cercare di fare un po’ di luce su questo groviglio di pensieri ed emozioni, abbiamo condotto uno studio qui in Italia, coinvolgendo un campione rappresentativo della popolazione adulta. L’obiettivo? Andare oltre l’analisi dei singoli fattori psicologici e capire come questi si combinano tra loro, creando dei veri e propri “profili” o, come li abbiamo chiamati noi, “motori psicologici” che guidano le nostre decisioni sui vaccini.
Come abbiamo “mappato” la mente?
Abbiamo utilizzato un questionario online molto dettagliato, chiedendo alle persone non solo informazioni demografiche, ma anche dettagli sui loro valori personali (quanto conta l’altruismo? E l’ambiente? O il piacere personale?), sulle loro credenze (fiducia nella scienza, tendenza a credere alle cospirazioni), sulla loro sensibilità agli stimoli esterni, sul loro legame con la natura, sulla spiritualità, sull’ottimismo e sulla speranza. Un bel mix, vero?
Grazie a un’analisi statistica chiamata “analisi fattoriale esplorativa”, abbiamo osservato come queste diverse variabili tendessero ad aggregarsi, rivelando quattro “motori psicologici” principali che sembrano influenzare in modo significativo l’atteggiamento verso i vaccini, misurato con una scala specifica (la VAX-I scale) che valuta:
- Sfiducia nei benefici dei vaccini
- Preoccupazioni per effetti collaterali futuri imprevisti
- Timori riguardo ai profitti delle case farmaceutiche
- Preferenza per l’immunità naturale
E ora, siete curiosi di scoprire quali sono questi quattro profili?

Profilo 1: Eco-umanesimo – Il Cuore Verde della Fiducia
Il primo motore l’abbiamo chiamato Eco-umanesimo. Cosa lo caratterizza? Un forte orientamento verso valori altruistici (il benessere degli altri) e biosferici (la salute del pianeta), unito a un profondo senso di connessione con la natura. Le persone che aderiscono maggiormente a questo profilo tendono ad avere un atteggiamento più positivo verso i vaccini. In particolare, mostrano minore sfiducia nei benefici dei vaccini e sono meno preoccupate dai possibili profitti delle aziende farmaceutiche. È come se la loro attenzione al benessere collettivo e all’equilibrio naturale li portasse a vedere la vaccinazione come un atto di responsabilità condivisa. Curiosamente, questo profilo sembra più comune tra le donne, le persone più avanti con l’età e chi si colloca politicamente a centro-sinistra.
Profilo 2: Prospettiva Scettica – Dubbi, Cospirazioni e Spiritualità
Il secondo motore è la Prospettiva Scettica. Qui il quadro cambia decisamente. Questo profilo è definito da una marcata sfiducia nella scienza ufficiale, una maggiore inclinazione a credere nelle teorie del complotto e, interessante, un ruolo importante attribuito alla spiritualità (intesa più in senso individuale che religioso organizzato). Come potete immaginare, chi si riconosce di più in questo profilo mostra un atteggiamento generale più negativo verso i vaccini. C’è maggiore sfiducia nei benefici, più preoccupazione per la sicurezza e per i profitti delle case farmaceutiche, e una spiccata preferenza per l’immunità naturale. Sembra che questo scetticismo di fondo si estenda a tutto ciò che riguarda la vaccinazione. Questo profilo è risultato più presente tra persone over 50, residenti nel Sud Italia e nelle Isole, con un livello di istruzione più basso, separati/divorziati, con redditi più bassi e, politicamente, più orientati a destra o non schierati.
Profilo 3: Mentalità Positiva Orientata all’Obiettivo – Speranza e Ottimismo
Il terzo motore è la Mentalità Positiva Orientata all’Obiettivo. Qui troviamo persone cariche di speranza e ottimismo verso il futuro. È interessante notare che questo profilo non sembra avere un impatto diretto sull’atteggiamento generale verso i vaccini (né fortemente positivo, né fortemente negativo nel complesso). Tuttavia, un dettaglio importante emerge: chi aderisce a questa mentalità mostra una minore sfiducia nei benefici dei vaccini. Forse la loro visione positiva li porta a concentrarsi meno sui potenziali lati negativi? Questo profilo sembra risuonare di più tra i giovani adulti, chi ha redditi più alti e chi si colloca politicamente al centro o a destra.

Profilo 4: Atteggiamento Egocentrico – Io Prima di Tutto?
Infine, abbiamo l’Atteggiamento Egocentrico. Questo motore è caratterizzato da valori più focalizzati su di sé: il piacere personale (valori edonistici) e il vantaggio individuale (valori egoistici). Similmente a chi ha una prospettiva scettica, anche le persone con un forte atteggiamento egocentrico tendono ad avere una visione generale più negativa dei vaccini. Le loro preoccupazioni principali riguardano gli effetti collaterali imprevisti a lungo termine, i profitti delle aziende farmaceutiche e mostrano una forte preferenza per l’immunità naturale. La differenza chiave rispetto agli scettici? Non sembra esserci una particolare sfiducia nell’efficacia stessa dei vaccini. La loro esitazione pare più legata a una valutazione costi-benefici molto personale: “Cosa ci guadagno io? Quali sono i rischi *per me*?”. Questo profilo è risultato più comune tra i giovani sotto i 30 anni, lavoratori dipendenti e studenti.
Capire per Comunicare Meglio: La Sfida della Personalizzazione
Ma a cosa serve tutta questa analisi? È fondamentale! Questi risultati ci dicono chiaramente che non esiste un “vaccino-esitante” tipo. Le motivazioni e le preoccupazioni sono diverse, radicate in visioni del mondo e valori profondi. Questo significa che le campagne di comunicazione “taglia unica” rischiano di essere inefficaci, se non controproducenti.
Immaginate di parlare a una persona con un forte profilo “Eco-umanista”: potremmo fare leva sul senso di responsabilità collettiva, sul contributo alla salute di tutti e dell’ambiente. Ma lo stesso messaggio potrebbe non funzionare affatto con chi ha un profilo “Egocentrico”, per il quale forse sarebbe più utile affrontare direttamente le preoccupazioni sui rischi personali e sui benefici individuali.
E per chi ha una “Prospettiva Scettica”? Qui la sfida è più complessa. Non basta fornire dati scientifici, perché la sfiducia è più profonda. Potrebbe essere più utile lavorare sulla ricostruzione della fiducia nelle istituzioni, usare canali di comunicazione ritenuti più affidabili da questo gruppo, e affrontare le preoccupazioni specifiche legate alle teorie del complotto in modo aperto e non giudicante.
Certo, il nostro studio ha dei limiti – ad esempio, non abbiamo distinto tra i diversi tipi di vaccini e l’interpretazione dei “motori” ha una componente soggettiva. Ma crediamo fermamente che questo approccio “centrato sulla persona” sia la strada giusta. Riconoscere e rispettare la diversità delle voci individuali è il primo passo per costruire strategie di promozione della salute pubblica più efficaci e, in definitiva, per rafforzare la salute collettiva.
Il prossimo passo? Trasformare queste conoscenze in interventi concreti, messaggi su misura, campagne mirate che parlino davvero al cuore e alla mente delle persone, aiutandole a fare scelte informate per sé e per la comunità. Perché la salute di tutti passa anche dall’ascolto delle ragioni di ciascuno.
Fonte: Springer
