Probiotici e Immunoterapia Orale per Allergie Alimentari: Amici o Nemici per la Sicurezza?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che tocca la vita di tantissime persone, soprattutto bambini: le allergie alimentari. Sappiamo bene quanto possano essere limitanti e, a volte, spaventose. Nel mondo occidentale, si stima che colpiscano circa il 5% degli adulti e l’8% dei bambini. Un bel numero, vero?
Le Sfide delle Allergie Alimentari e l’Immunoterapia
Fino a poco tempo fa, le armi principali contro queste allergie erano evitare l’allergene come la peste e usare antistaminici per gestire i sintomi. Utile, certo, ma immaginate la difficoltà, specialmente se si è allergici a più alimenti! Fortunatamente, la ricerca non si ferma mai e negli ultimi anni è emersa una strategia terapeutica molto promettente: l’immunoterapia specifica per allergene (AIT). In parole povere, si cerca di “rieducare” il sistema immunitario a tollerare l’alimento “nemico”. L’obiettivo è proprio andare alla radice del problema, quella disregolazione immunologica che scatena l’allergia.
L’AIT viene presa in considerazione soprattutto per chi ha allergie severe o per chi vede la propria qualità di vita pesantemente influenzata. Attualmente, ci si concentra su allergeni comuni come latte vaccino, uova e arachidi. Esistono diverse vie di somministrazione (orale, sublinguale, sottocutanea, epicutanea), ma l’immunoterapia orale (OIT) sembra essere una delle più efficaci, anche se, ahimè, porta con sé un tasso più alto di effetti collaterali rispetto, ad esempio, a quella epicutanea. Restano quindi dubbi sulla sua sicurezza e sulla capacità di indurre una tolleranza permanente.
Entrano in Scena i Probiotici: Un Possibile Aiuto?
Ed è qui che entrano in gioco i nostri piccoli amici batteri: i probiotici! Li conosciamo per i loro effetti benefici sull’intestino e sul sistema immunitario. L’idea geniale è stata: e se li usassimo come “aiutanti” (adiuvanti, in termine tecnico) durante l’immunoterapia orale? Magari potrebbero aumentare l’efficacia della desensibilizzazione e ridurre quegli fastidiosi effetti collaterali. Molti studi hanno usato ceppi di Lactobacilli, ma anche altri batteri come Bifidobacterium breve, Lactobacillus Plantarum e Clostridium butyricum hanno mostrato effetti interessanti nel modulare la risposta immunitaria in contesti allergici, come la rinite o l’asma (almeno nei modelli animali).
Ma la domanda cruciale è: associare probiotici all’immunoterapia orale è sicuro? Nonostante l’interesse, i dati sulla sicurezza di questa combinazione specifica per le allergie alimentari sono ancora limitati. Ed è proprio questo il punto che ha analizzato una recente meta-analisi di studi clinici randomizzati e controllati (RCTs), il tipo di studio più affidabile che abbiamo.
Cosa Dice la Meta-Analisi sulla Sicurezza?
I ricercatori hanno setacciato la letteratura scientifica (banche dati come Cochrane Library, PubMed, Scopus, Web of Science) fino a gennaio 2024, cercando tutti gli RCT che avessero confrontato l’immunoterapia orale con probiotici rispetto all’immunoterapia orale con placebo in pazienti (soprattutto bambini) con allergie alimentari. Dopo un’attenta selezione, sono stati inclusi 3 studi, per un totale di 258 pazienti (141 nel gruppo probiotici, 144 nel gruppo placebo). L’età media era intorno ai 5-6 anni, con una prevalenza di maschi e molti partecipanti con eczema, asma o allergie multiple preesistenti.

Ebbene, quali sono stati i risultati sulla sicurezza? Tiriamo un sospiro di sollievo: in generale, il profilo di sicurezza della terapia combinata (OIT + probiotici) è risultato favorevole! Analizzando gli eventi avversi per la maggior parte degli organi e sistemi (gastrointestinale, pelle, respiratorio superiore e inferiore, eventi seri come l’anafilassi), non sono emerse differenze significative rispetto al gruppo che prendeva il placebo. Ad esempio, per gli effetti collaterali gastrointestinali, il rischio relativo (RR) era praticamente 1 (0.9837), indicando nessuna differenza sostanziale. Lo stesso vale per gli eventi avversi cutanei (RR = 0.6920, non significativo) e per gli eventi avversi seri (RR = 0.7666, non significativo). Anche per l’orticaria, sebbene ci fosse un leggerissimo aumento nel gruppo probiotici, il risultato non era statisticamente rilevante (RR = 1.2629).
Un Piccolo Campanello d’Allarme: Gli Effetti Orali
C’è stato però un dato che ha attirato l’attenzione: un potenziale aumento degli effetti collaterali a livello orale (bocca, gola) nel gruppo che assumeva i probiotici (RR = 1.7573). Attenzione però: anche questo risultato non ha raggiunto la significatività statistica (il p-value era 0.4598, ben lontano dalla soglia critica). Questo significa che potrebbe essere dovuto al caso, ma è comunque un aspetto da tenere d’occhio in studi futuri.
Come si potrebbe spiegare questo potenziale aumento? Le ragioni potrebbero essere diverse:
- Fattori individuali dell’ospite: Le condizioni specifiche del tratto gastrointestinale di una persona (acidità, succhi duodenali, bile) possono influenzare l’attività di alcuni ceppi probiotici.
- Ceppo specifico utilizzato: Non tutti i probiotici sono uguali! Ad esempio, il Lactobacillus rhamnosus GG, usato in alcuni degli studi, sembra avere effetti positivi sulla guarigione della mucosa intestinale, il che potrebbe spiegare perché non c’erano differenze significative negli effetti gastrointestinali generali. Altri ceppi potrebbero comportarsi diversamente.
- Dosaggio: L’effetto immunomodulante dei probiotici può dipendere dalla dose. Dosi diverse potrebbero dare risultati diversi.
Perché i Probiotici Potrebbero Funzionare (e Perché Sono Interessanti)
L’idea che i probiotici possano aiutare si basa sulla loro capacità di “parlare” con il nostro sistema immunitario. Stimolano la produzione di proteine immunitarie che aiutano a ridurre l’infiammazione delle mucose e interagiscono direttamente con le cellule dell’intestino, modulando la risposta di macrofagi, cellule T e cellule B. Tutto ciò si collega anche alla famosa “ipotesi igienica”, secondo cui l’esposizione precoce ai microbi ci protegge dalle allergie.
Pensate che altri studi hanno mostrato benefici dei probiotici usati da soli per la rinite allergica o addirittura in combinazione con farmaci come la cetirizina, migliorandone l’efficacia. Certo, i dati non sono sempre concordi (ad esempio, sull’asma i risultati sono contrastanti), il che sottolinea la necessità di più ricerca.
Un altro aspetto interessante è il confronto con altre terapie adiuvanti, come l’omalizumab (un anticorpo anti-IgE). L’omalizumab è efficace e sicuro, anche in combinazione con l’OIT, ma ha un costo decisamente più elevato rispetto ai probiotici. I probiotici potrebbero quindi rappresentare un’alternativa più accessibile? Servirebbero studi comparativi per capirlo.

Limiti dello Studio e Prospettive Future
È importante essere onesti sui limiti di questa meta-analisi. Innanzitutto, si basa solo su tre studi, un numero piccolo. Questo limita la forza delle conclusioni e la possibilità di analizzare a fondo l’eterogeneità (cioè le differenze tra gli studi, ad esempio nei dosaggi usati) e il rischio di bias di pubblicazione (la tendenza a pubblicare solo studi con risultati positivi). Inoltre, la dimensione ridotta dei campioni ha fatto sì che molti risultati, pur mostrando una tendenza, non raggiungessero la significatività statistica.
La buona notizia è che ci sono almeno quattro studi di fase 2 attualmente in corso che stanno valutando proprio l’uso dei probiotici come adiuvanti nell’immunoterapia per le allergie ad arachidi e uova. I risultati di questi studi saranno fondamentali per avere un quadro più chiaro sull’efficacia e sulla sicurezza, magari chiarendo anche l’effetto di ceppi e dosi specifiche.
In Conclusione: Promettenti ma con Cautela
Quindi, cosa mi sento di dire alla fine di questa analisi? Che la combinazione di probiotici e immunoterapia orale per le allergie alimentari sembra essere generalmente sicura e rappresenta un approccio promettente. Non sono emerse differenze significative negli eventi avversi rispetto al placebo per la maggior parte dei problemi comuni, il che è rassicurante.
Questo non vuol dire che sia la soluzione definitiva o priva di qualsiasi potenziale criticità (vedi gli effetti orali da monitorare), ma apre sicuramente la porta a ulteriori esplorazioni. In un mondo dove le allergie sono in aumento, trovare modi per migliorare l’efficacia e la tollerabilità dell’immunoterapia è cruciale. I probiotici potrebbero aiutarci a rispondere meglio alla terapia, magari riducendone la durata e la dipendenza dai farmaci.
Ovviamente, come per ogni trattamento, l’approccio deve essere cauto: è fondamentale selezionare attentamente i pazienti e monitorarli da vicino. E, soprattutto, abbiamo bisogno di più ricerca: studi più ampi, con ceppi e dosaggi standardizzati, per avere prove più solide. Ma la strada intrapresa sembra quella giusta!
Fonte: Springer
