Probiotici e Chirurgia Gastrica: L’Arma Segreta Dopo la Chemio Neoadiuvante?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che riguarda una sfida importante nel campo dell’oncologia: il cancro gastrico. Come sapete, è un tumore piuttosto comune e, quando viene diagnosticato in fase avanzata, spesso richiede un approccio combinato. Prima dell’intervento chirurgico di rimozione dello stomaco (la gastrectomia radicale), molti pazienti devono affrontare la chemioterapia neoadiuvante (NACT).
La Chemio Prima dell’Intervento: Un Aiuto con Qualche Rischio
La NACT è fondamentale, intendiamoci. Aiuta a ridurre le dimensioni del tumore, aumenta le possibilità di un’asportazione completa e migliora la sopravvivenza a lungo termine. Studi importanti come il MAGIC e il RESOLVE lo hanno dimostrato chiaramente. Però, come spesso accade con le terapie potenti, c’è un rovescio della medaglia. La NACT, in particolare con farmaci come il 5-FU, può mettere a dura prova il nostro intestino. Immaginate la barriera intestinale, quella sorta di “muro difensivo” che ci protegge, un po’ indebolita. E non solo: anche l’equilibrio del microbiota intestinale, quella comunità di miliardi di batteri buoni che vive dentro di noi, può essere alterato.
Il risultato? Un possibile aumento del rischio di infezioni postoperatorie. E questo, ovviamente, è qualcosa che vogliamo assolutamente evitare, perché può complicare il recupero dopo un intervento già di per sé impegnativo come la gastrectomia radicale, anche quando eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopia o robotica).
E Se Chiedessimo Aiuto ai Batteri “Buoni”?
Ed è qui che entra in gioco un’idea affascinante: e se potessimo dare una mano al nostro intestino proprio nel momento più delicato, usando i probiotici? Sì, parlo proprio di quei microrganismi vivi, i famosi “batteri amici”, che, se assunti in quantità adeguate, possono portare benefici alla nostra salute. L’ipotesi è che i probiotici possano:
- Rinforzare la barriera intestinale.
- Mantenere l’equilibrio del microbiota, magari contrastando i batteri “cattivi”.
- Ridurre l’infiammazione intestinale.
- Modulare la risposta immunitaria.
Studi precedenti, anche su altri tipi di chirurgia addominale (fegato, pancreas, colon-retto), hanno suggerito che i probiotici potrebbero effettivamente ridurre le infezioni e migliorare il recupero. Ma cosa succede specificamente nei pazienti con cancro gastrico che hanno fatto la NACT?

Nasce lo Studio GISSG2023-01: Mettiamo alla Prova i Probiotici!
Proprio per rispondere a questa domanda, è nato uno studio clinico importante, multicentrico e randomizzato, chiamato GISSG2023-01. L’obiettivo è chiarissimo: verificare se dare un supplemento di probiotici nel periodo perioperatorio (cioè, da dopo l’ultimo ciclo di chemio fino a una settimana dopo l’intervento o alla dimissione) possa davvero fare la differenza per questi pazienti.
Come funziona? Abbiamo coinvolto ben 22 ospedali e arruolato 318 pazienti che rispondevano a criteri precisi (età 18-80 anni, cancro gastrico avanzato T3/4 N+, 2-4 cicli di NACT a base di 5-FU completati, intervento di gastrectomia radicale mininvasiva programmato, ecc.). Questi pazienti sono stati divisi casualmente in due gruppi:
- Gruppo Probiotico (159 pazienti): Hanno ricevuto delle capsule di probiotici specifici (BIFICO, contenente Bifidobacterium longum, Lactobacillus acidophilus ed Enterococcus faecalis) due volte al giorno.
- Gruppo Controllo (159 pazienti): Non hanno ricevuto i probiotici, ma per il resto sono stati gestiti esattamente nello stesso modo.
È importante sottolineare che tutti i pazienti, in entrambi i gruppi, hanno seguito un protocollo standardizzato di “recupero potenziato dopo chirurgia” (ERAS), che prevede tante piccole attenzioni per accelerare la guarigione (niente preparazione intestinale meccanica, mobilizzazione precoce, gestione mirata dei liquidi e del dolore, ripresa rapida dell’alimentazione…).
Cosa Vogliamo Scoprire Esattamente?
L’obiettivo principale (il cosiddetto primary outcome) è vedere se c’è una differenza significativa nell’incidenza delle infezioni postoperatorie entro 30 giorni dall’intervento tra i due gruppi. Stiamo parlando di polmoniti, infezioni urinarie, infezioni della ferita chirurgica, infezioni intra-addominali, infezioni legate ai cateteri, fino a condizioni più serie come la SIRS (sindrome da risposta infiammatoria sistemica) o la sepsi.
Ma non ci fermiamo qui! Vogliamo valutare anche tanti altri aspetti (gli secondary outcomes):
- Come e quando riprende la funzione intestinale (primo flatus, prima evacuazione, tolleranza al cibo solido).
- Come stanno i pazienti in generale (qualità della vita misurata con questionari specifici come EORTC QLQ-C30 e PGSAS-45).
- I parametri dell’infiammazione nel sangue (globuli bianchi, neutrofili, proteina C reattiva, procalcitonina) nei giorni subito dopo l’intervento.
- La durata della degenza ospedaliera e i costi.
- Eventuali riammissioni o mortalità a 30 giorni.
- Quanto tempo usano gli antibiotici (se necessari per curare un’infezione).
- Il dolore postoperatorio.
- Quanto tempo passa prima di poter iniziare l’eventuale chemioterapia adiuvante (quella dopo l’intervento).

Perché Questo Studio è Importante?
Se i risultati confermeranno la nostra ipotesi, avremo finalmente delle prove solide (di alto livello, perché derivanti da uno studio randomizzato e multicentrico) che un intervento relativamente semplice e sicuro come l’integrazione con probiotici può migliorare significativamente l’esito a breve termine per i pazienti con cancro gastrico che affrontano la NACT e poi la chirurgia mininvasiva. Potrebbe diventare una pratica standard per aiutare questi pazienti a recuperare meglio e con meno complicazioni.
Abbiamo già condotto uno studio preliminare in un singolo centro che suggeriva questi benefici, ma ora, con il GISSG2023-01, puntiamo a una conferma su larga scala. La sicurezza dei probiotici usati è stata valutata attentamente (anche per l’Enterococcus faecalis, verificando l’assenza di fattori di virulenza noti).
Lo studio ha completato la fase di arruolamento dei pazienti e siamo attualmente nella fase cruciale di raccolta e analisi dei dati. Non vediamo l’ora di poter condividere i risultati! Speriamo davvero che questo lavoro possa contribuire a migliorare la cura e il percorso di recupero per tanti pazienti che lottano contro il cancro gastrico.

Fonte: Springer
