Prezzi degli Esami in Vista? Ecco Come Cambia (Forse) il Lavoro dei Medici in Europa
Ragazzi, parliamoci chiaro: i nostri sistemi sanitari europei, compreso quello italiano, sono un po’ sotto stress. Tra invecchiamento della popolazione, malattie croniche che aumentano e personale che scarseggia, la pressione è tanta [1, 2, 3]. E sapete qual è una delle cose che fa più riflettere? L’OCSE stima che circa il 20% di quello che facciamo in sanità – tra esami, test e trattamenti – sia in realtà poco efficace o addirittura superfluo [4]. Un bello spreco, no?
La Domanda da un Milione di Euro (o Forse Meno): E se Mostrassimo i Prezzi?
Ecco che salta fuori un’idea: e se provassimo a ridurre gli sprechi partendo dagli esami di laboratorio inutili? Sembra banale, ma pensateci: meno esami superflui significa:
- Risparmio diretto di soldi e risorse umane.
- Meno rischio di innescare altri esami a cascata, magari inutili pure quelli, con costi annessi per indagini e trattamenti [5, 6].
- Meno stress e tempo perso per i pazienti.
- Un piccolo aiuto all’ambiente, riducendo l’uso di materiali usa e getta e le emissioni di CO2.
Il punto è che, nonostante i costi sanitari salgano, noi medici spesso abbiamo una consapevolezza limitata di quanto costino farmaci, esami e procedure [7]. Già in passato, altre revisioni scientifiche (americane per lo più) avevano guardato a questa cosa [8, 9], trovando che mostrare i prezzi poteva effettivamente portare a ordinare meno roba, che fossero esami, farmaci o radiografie.
Perché Focalizzarsi sull’Europa?
Ma l’Europa è diversa dagli Stati Uniti, i nostri sistemi sanitari funzionano in modo differente. Quindi, importare soluzioni dagli USA non è sempre la mossa giusta. Ecco perché mi sono tuffato (o meglio, ci siamo tuffati, parlando in termini di ricerca) in una revisione sistematica focalizzata proprio sull’Europa. Volevamo capire se, dalle nostre parti, mostrare il prezzo degli esami di laboratorio al momento della prescrizione avesse un impatto reale. E, diciamocelo, con le sfide attuali – clima, carenza di personale, budget risicati – era ora di fare il punto della situazione qui da noi. L’ipotesi? Che vedendo il costo, i medici europei ci pensassero due volte prima di cliccare “ordina”.
Caccia agli Studi: Cosa Abbiamo Trovato?
Seguendo le rigorose linee guida PRISMA [10], abbiamo setacciato PubMed ed EMBASE (fino a febbraio 2025, siamo avanti!). Abbiamo cercato studi europei, scritti in inglese, che avessero testato proprio questo: mostrare i prezzi ai medici mentre ordinavano gli esami. Niente corsi educativi sui costi, solo l’informazione lì, sul momento.
Dopo aver vagliato oltre 2000 articoli, ne sono rimasti solo cinque che facevano al caso nostro [11, 12, 13, 14, 15]. Pochi, vero? Questo già la dice lunga su quanto sia ancora agli inizi questa ricerca in Europa.

Questi cinque studi venivano da Svezia (due), Belgio, Paesi Bassi e Francia, pubblicati tra il 2002 e il 2021. Coprivano sia la medicina generale [14] che gli ospedali (pronto soccorso [12, 13], terapia intensiva [15]).
I Risultati Chiave: Funziona, Ma…
Ebbene sì, tutti e cinque gli studi hanno riportato una riduzione dei costi e/o del numero di esami prescritti dopo l’introduzione della visualizzazione dei prezzi. In quattro di questi, la riduzione era statisticamente significativa [11, 13, 14, 15]. Interessante notare che:
- La riduzione dei costi sembrava essere maggiore della riduzione del numero di test (in media, circa -18% sui costi contro -9.5% sul volume).
- L’effetto sembrava diminuire nel tempo: gli studi con interventi più brevi (due mesi) mostravano riduzioni più marcate (10-22%) rispetto a quelli con interventi più lunghi (6-13 mesi), dove le riduzioni erano più modeste (3.7-6.1%). Questo fa pensare: forse l’effetto “novità” svanisce? O forse dopo un po’ si torna alle vecchie abitudini?
Un esempio? Uno studio francese [15] ha visto i costi calare del 22% e il numero di test del 18.4% (anche se quest’ultimo dato non era statisticamente significativo). Un altro studio olandese [14] ha registrato un calo del 6.1% nel numero di test.
Le Ombre: Qualità degli Studi e Sicurezza dei Pazienti
Qui arriva la parte un po’ meno entusiasmante. Valutando la qualità degli studi (usando una checklist modificata chiamata Downs and Black), abbiamo visto che c’erano delle debolezze comuni. Ad esempio, quasi tutti confrontavano un “prima” e un “dopo” l’intervento, senza gruppi di controllo solidi o randomizzazione. Questo apre la porta a possibili fattori confondenti: cambiamenti stagionali nelle malattie, nuove linee guida, persino il fatto che i medici più giovani imparano col tempo a prescrivere meno [16].
Inoltre, in alcuni studi c’erano altri interventi in corso contemporaneamente (tipo mostrare anche i prezzi delle radiografie), rendendo difficile isolare l’effetto del solo prezzo degli esami di laboratorio.
Ma la cosa che mi (e ci) preoccupa di più è questa: nessuno degli studi inclusi ha valutato seriamente la sicurezza dei pazienti. Hanno controllato se, per risparmiare, si finiva per non prescrivere esami che invece erano necessari? Hanno verificato se ci fossero state riammissioni in ospedale, diagnosi ritardate o altri eventi avversi? La risposta è no. E questo, amici miei, è un buco enorme nella nostra conoscenza.

Perché si Prescrivono Troppi Esami? E Quali Alternative?
Sappiamo da tempo che si tende a prescrivere troppi esami [18]. Le ragioni sono tante: la “medicina difensiva” (prescrivo di più per paura di cause legali) [5, 6], la routine, gli ordini automatici, la ripetizione di pacchetti di esami quando un paziente passa da un reparto all’altro [19].
Ovviamente, mostrare i prezzi non è l’unica idea sul tavolo. Ci sono campagne come “Choosing Wisely” che promuovono l’appropriatezza prescrittiva [20], l’educazione sui costi, il feedback da colleghi esperti, o persino bloccare la possibilità di riordinare certi esami troppo frequentemente, come hanno fatto in un ospedale danese riducendo i test del 10% [19].
Il Potenziale e i Dubbi
Mostrare i prezzi è un intervento semplice ed economico da implementare nei sistemi informatici, molto più di programmi educativi complessi. Se davvero riduce gli esami inutili, i benefici sono tangibili: risparmi economici, meno carico di lavoro, minor impatto ambientale e meno rischio di sovradiagnosi dannose per i pazienti.
Però, il dubbio sulla sicurezza resta. E se i medici, influenzati dal prezzo, omettessero test vitali? D’altro canto, ordinare tanti test subito (tipo al pronto soccorso) a volte fa risparmiare tempo nella diagnosi [21]. Quindi, anche un “sotto-consumo” potrebbe essere dannoso. C’è poi la difficoltà pratica di avere prezzi accurati e trasparenti per tutti gli esami [9].
Cosa Ci Manca e Dove Andare?
Questa revisione ci dice che mostrare i prezzi sembra funzionare nel ridurre costi e volumi in Europa, forse più sui costi che sui volumi. Ma ci dice anche che la ricerca europea su questo tema è scarsa e datata (solo due studi nell’ultimo decennio!).
Abbiamo un disperato bisogno di studi europei di alta qualità, che durino più a lungo, con follow-up estesi, e che mettano al centro la valutazione della sicurezza del paziente e della qualità delle cure. Dobbiamo capire se l’effetto dura nel tempo o svanisce. Forse mostrare i prezzi solo a intermittenza potrebbe essere un’idea?
Finché non avremo queste risposte, è difficile dire se implementare su larga scala la visualizzazione dei prezzi sia la mossa giusta. Ma il potenziale per alleggerire la pressione sui nostri sistemi sanitari, a beneficio di tutti (pazienti inclusi) e del pianeta, è troppo grande per non continuare a indagare.
Fonte: Springer
