Pressione Alta? Per le Donne Anziane il Rischio Arterie Rigide è Decisamente Più Alto!
Amici e amiche della salute, oggi voglio parlarvi di una scoperta che mi ha fatto davvero riflettere, e che riguarda da vicino la salute cardiovascolare, soprattutto quella femminile con l’avanzare dell’età. Avete presente la pressione sanguigna e la rigidità delle arterie? Beh, sembra proprio che per noi donne, superata una certa età, il legame tra questi due fattori sia molto più stretto e, diciamocelo, preoccupante rispetto ai nostri coetanei maschi. Sto parlando di uno studio norvegese, l’Hordaland Health Study, che ha messo nero su bianco delle differenze di genere piuttosto significative.
Donne e Pressione: Un Legame Più Stretto del Previsto
Partiamo dalle basi. Sappiamo tutti che la pressione alta (ipertensione) non è una buona amica del nostro cuore e dei nostri vasi. Ma questo studio ha voluto vederci più chiaro, analizzando se l’associazione tra pressione sanguigna, sia quella misurata al braccio (brachiale) sia quella centrale (più vicina al cuore), e l’aumento della rigidità arteriosa fosse diversa tra uomini e donne anziane. Ebbene sì, le differenze ci sono, eccome!
I ricercatori hanno preso in esame i dati di 1135 donne e 943 uomini, tutti dell’età di 68 anni. Hanno classificato la pressione brachiale in:
- Normale (inferiore a 130/85 mmHg)
- Normale-alta (tra 130-139/85-89 mmHg)
- Ipertensione (uguale o superiore a 140/90 mmHg)
La rigidità arteriosa, invece, è stata misurata tramite la velocità dell’onda di polso carotideo-femorale (cfPWV). Un valore superiore a 10 m/s indica un aumento della rigidità.
Cos’è la Rigidità Arteriosa e Perché Dovremmo Preoccuparcene?
Magari vi state chiedendo cosa sia esattamente questa “rigidità arteriosa”. Immaginate le vostre arterie come dei tubi elastici che si espandono e si contraggono ad ogni battito cardiaco per far fluire il sangue. Con l’invecchiamento, o a causa di fattori di rischio come ipertensione, diabete, obesità, questi “tubi” possono diventare meno elastici, più rigidi. Questo non è un buon segno, perché arterie più rigide significano un maggior lavoro per il cuore e un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ictus e mortalità per tutte le cause. Pensate che nello studio Framingham Heart Study, una cfPWV > 10 m/s è risultata essere il tipo più comune di danno d’organo mediato dall’ipertensione. È un campanello d’allarme importante!
Le donne, poi, tendono a sperimentare un aumento più ripido della pressione sanguigna e della rigidità arteriosa a partire dalla mezza età. Le cause non sono chiarissime, ma si pensa possano entrare in gioco differenze nel sistema nervoso autonomo, nella prevalenza di fattori di rischio metabolici e fattori specifici femminili, come la menopausa.
Lo Studio Hordaland: Numeri che Parlano Chiaro
Torniamo al nostro studio norvegese. I ricercatori hanno ipotizzato che l’associazione tra pressione e rigidità arteriosa differisse per sesso negli individui anziani e che la pressione sistolica centrale fosse più strettamente associata alla rigidità arteriosa rispetto a quella brachiale. E i risultati hanno dato loro ragione, soprattutto per quanto riguarda il gentil sesso.
Lo studio fa parte di un’indagine più ampia sulla salute condotta nella contea di Hordaland, nella Norvegia occidentale, e per questa analisi specifica si è concentrato su individui nati nel 1950-51, quindi tutti intorno ai 68 anni al momento dello studio (tra il 2018 e il 2020).
Sono state misurate la pressione brachiale, la pressione centrale (tramite analisi dell’onda sfigmica brachiale con l’apparecchio SphygmoCor XCEL) e la cfPWV. Sono stati raccolti anche dati su storia medica, abitudini al fumo, farmaci, BMI, colesterolo, diabete e funzionalità renale. Insomma, un quadro piuttosto completo.
I Risultati Chiave: Una Sorpresa di Genere
E qui viene il bello, o meglio, il dato che ci deve far riflettere. Dopo aver aggiustato i dati per vari fattori di rischio cardiovascolare (come BMI, diabete, frequenza cardiaca e fumo), è emerso che:
- Sia l’ipertensione che la pressione normale-alta erano associate in modo molto più forte alla presenza di aumentata rigidità arteriosa nelle donne rispetto agli uomini. Per darvi un’idea, nelle donne con ipertensione, il rischio (Odds Ratio, OR) di avere arterie rigide era di 5.81, mentre negli uomini era di 2.56. Anche con pressione normale-alta, le donne mostravano un OR di 2.56 contro il 2.01 degli uomini.
- Anche la pressione sistolica centrale ha mostrato un’associazione più forte con l’aumento della rigidità arteriosa nelle donne (OR 1.06 per ogni aumento unitario) rispetto agli uomini (OR 1.05).
Un altro dato interessante: mentre la pressione brachiale sistolica era più bassa nelle donne normotese rispetto agli uomini normotesi, nei gruppi con pressione normale-alta e ipertensione, la pressione sistolica brachiale non differiva significativamente tra i sessi. Tuttavia, in questi stessi due gruppi (normale-alta e ipertensione), la pressione sistolica centrale era più alta nelle donne rispetto agli uomini. Questo suggerisce che, a parità di pressione misurata al braccio, il carico effettivo sul cuore e sulle grandi arterie potrebbe essere maggiore nelle donne anziane ipertese o con pressione normale-alta.
Pressione Sanguigna Centrale: Un Indicatore Cruciale per le Donne
La pressione sistolica centrale è considerata da alcuni esperti una misura migliore del carico effettivo sul cuore e sulle arterie rispetto alla pressione sistolica brachiale. E questo studio sembra confermarlo, soprattutto per le donne. Infatti, un’analisi più approfondita ha rivelato che nelle donne, una pressione sistolica centrale più elevata era associata a una maggiore rigidità arteriosa indipendentemente dalla pressione sistolica brachiale. Negli uomini, questa associazione indipendente non era altrettanto chiara.
Questo è un punto fondamentale: potrebbe significare che, per le donne, affidarsi solo alla misurazione della pressione al braccio potrebbe non essere sufficiente per valutare appieno il rischio di danno vascolare.
Perché Queste Differenze? Ipotesi sul Tavolo
Come accennavo prima, le donne sperimentano un aumento più marcato della pressione e della rigidità arteriosa con l’età, specialmente dopo i 50 anni, periodo che spesso coincide con la menopausa. Studi precedenti avevano già suggerito un’accelerazione dell’aumento della rigidità arteriosa nell’anno successivo alla menopausa, in parte spiegata da aumenti della pressione sistolica e della circonferenza vita.
La scoperta che anche livelli di pressione “normale-alta” siano più fortemente associati a rigidità arteriosa nelle donne è particolarmente degna di nota. Questo legame più forte potrebbe contribuire a spiegare perché l’ipertensione aumenti il rischio relativo di malattie cardiovascolari più nelle donne che negli uomini.
Cosa Significa Tutto Questo per la Salute Femminile?
Questi risultati, a mio avviso, sono un forte richiamo all’azione. Sebbene la rigidità arteriosa (cfPWV > 10 m/s) sia risultata più prevalente negli uomini in questo studio, l’associazione tra pressione sanguigna e danno arterioso è documentata come più forte nelle donne, anche a livelli di pressione “normale-alta”. Considerato che le donne affrontano un rischio di mortalità da rigidità arteriosa quasi doppio rispetto agli uomini, come evidenziato da altre ricerche, la questione è seria.
La buona notizia è che la maggior parte delle classi di farmaci usati per trattare l’ipertensione ha effetti benefici sulla riduzione della rigidità arteriosa. Tuttavia, spesso gli studi clinici non riportano risultati specifici per sesso. I risultati di questo studio suggeriscono che un inizio precoce del trattamento antipertensivo potrebbe essere particolarmente vantaggioso nel prevenire il danno d’organo arterioso nelle donne.
Un Occhio Critico: Limiti e Prospettive Future
Come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti. È uno studio trasversale, quindi stabilisce associazioni ma non rapporti di causa-effetto. I partecipanti erano principalmente caucasici, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altri gruppi etnici. Mancavano informazioni dettagliate su specifici farmaci antipertensivi o terapie ormonali sostitutive, che potrebbero influenzare i risultati. Infine, il danno d’organo è stato valutato solo con la cfPWV.
Nonostante ciò, i punti di forza sono notevoli: un campione relativamente ampio e un disegno specificamente attento alle differenze di genere, che fa avanzare le nostre conoscenze.
Il Messaggio da Portare a Casa
Insomma, care amiche, sembra proprio che per noi donne di 68 anni (e probabilmente anche per quelle in fasce d’età simili), tenere sotto controllo la pressione sanguigna sia ancora più cruciale. Anche valori di pressione “normale-alta” non vanno sottovalutati, perché potrebbero già indicare un rischio maggiore di sviluppare arterie più rigide rispetto agli uomini. E la pressione centrale? Potrebbe diventare uno strumento di valutazione ancora più importante per noi.
La conclusione dello studio è chiara: nelle donne di 68 anni, la pressione normale-alta, l’ipertensione e una pressione sistolica centrale più elevata sono associate in modo più marcato all’aumento della rigidità arteriosa rispetto agli uomini. E la pressione sistolica centrale è associata alla rigidità arteriosa nelle donne indipendentemente dalla pressione brachiale.
Questo legame più forte potrebbe essere una delle chiavi per capire perché l’ipertensione sembra pesare di più sul rischio cardiovascolare femminile. Un motivo in più per non abbassare la guardia e parlare con il proprio medico di strategie preventive personalizzate!
Fonte: Springer