PrEP HIV: Un’Arma Segreta Contro l’Epatite B? Scopriamolo Insieme!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente interessante che sta emergendo nel campo della prevenzione HIV, qualcosa che potrebbe avere un impatto pazzesco anche sulla lotta contro un’altra infezione virale: l’Epatite B (HBV). Parliamo della famosa PrEP, la profilassi pre-esposizione per l’HIV, e di come uno studio recente condotto in Cina ci stia dando spunti sorprendenti.
Siamo abituati a pensare alla PrEP, specificamente alla combinazione emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato (F/TDF), come a uno scudo potentissimo contro l’HIV, soprattutto per le popolazioni a rischio più elevato come noi uomini che abbiamo rapporti sessuali con altri uomini (MSM). Ma se vi dicessi che questo farmaco potrebbe fare il “doppio lavoro”?
Cos’è la PrEP e Perché Parliamo di Epatite?
Allora, facciamo un passo indietro. La PrEP a base di F/TDF è una strategia super efficace, presa giornalmente o al bisogno (event-driven), per impedire al virus HIV di attecchire. Funziona alla grande, lo sappiamo. La cosa affascinante è che uno dei suoi componenti, il tenofovir, è un farmaco che viene usato anche per trattare l’infezione cronica da HBV. Quindi, la domanda sorge spontanea: può la PrEP che prendiamo per l’HIV proteggerci *anche* dall’Epatite B?
D’altra parte, c’è un’altra faccia della medaglia da considerare: l’Epatite C (HCV). A differenza dell’HBV, la PrEP con F/TDF non ha attività contro l’HCV. Anzi, c’è il timore che l’uso della PrEP possa, in alcuni casi, portare a un aumento del rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST), inclusa l’HCV. Questo fenomeno, chiamato “risk compensation” (compensazione del rischio), potrebbe verificarsi se, sentendoci protetti dall’HIV, abbassiamo la guardia su altre misure preventive, come l’uso del preservativo. Alcuni studi, infatti, hanno suggerito un’incidenza maggiore di HCV tra chi usa la PrEP rispetto a chi non la usa.
Insomma, il quadro è complesso e servono dati solidi, soprattutto da contesti diversi da quelli dei paesi occidentali ad alto reddito, come la Cina, dove la prevalenza di HBV tra gli MSM è particolarmente alta (si parla del 7.9%-8.9%!).
Lo Studio Cinese: Cosa Hanno Scoperto?
Ed è qui che entra in gioco lo studio CROPrEP (China Real-World Oral Intake of PrEP), un’indagine multicentrica che ha seguito per 12 mesi un gruppo di MSM HIV-negativi in quattro grandi città cinesi (Pechino, Shenyang, Shenzhen e Chongqing). Alcuni usavano la PrEP (F/TDF), altri no. I ricercatori hanno analizzato specificamente l’incidenza di nuove infezioni da HBV e HCV.
Per l’analisi sull’HBV, hanno considerato solo gli uomini che all’inizio dello studio erano “suscettibili” all’HBV, cioè non avevano l’infezione attiva e non avevano sviluppato immunità (né da infezione passata né da vaccino). Parliamo di 259 utilizzatori di PrEP e 120 non utilizzatori.
E qui arriva il bello: dopo 12 mesi di follow-up, tra i 259 uomini suscettibili che usavano la PrEP, non si è verificato NESSUN nuovo caso di infezione da HBV! Zero assoluto. L’incidenza è stata calcolata come 0.00 per 100 persone-anno (PY). Nel gruppo dei non utilizzatori di PrEP, invece, tra i 109 uomini suscettibili seguiti, si è registrato un caso di nuova infezione da HBV, con un’incidenza di 0.77/100 PY.
L’analisi statistica (usando una regressione bayesiana di Poisson, per i più tecnici tra voi) ha confermato questa osservazione: l’uso di F/TDF è risultato associato a una riduzione significativa del rischio di contrarre l’HBV (adjusted Incidence Rate Ratio – aIRR: 0.00). Un risultato davvero notevole! Sembra proprio che la PrEP faccia da scudo anche contro l’Epatite B.
E l’Epatite C (HCV)? Occhio al Rischio!
Passiamo all’HCV. Qui la storia è un po’ diversa, e conferma in parte i timori sulla compensazione del rischio. Tra gli utilizzatori di PrEP che all’inizio erano negativi per l’HCV (850 uomini), si sono verificati 3 nuovi casi di infezione in 12 mesi, portando a un’incidenza dello 0.31/100 PY. Non altissima, certo, ma comunque presente.
Nel gruppo dei non utilizzatori di PrEP (396 uomini inizialmente negativi), invece, non si è registrato nessun nuovo caso di HCV (incidenza 0.00/100 PY). L’analisi statistica ha mostrato che non usare la PrEP era associato a un rischio significativamente più basso di contrarre l’HCV rispetto a usarla (aIRR: 0.00). Anche avere meno partner sessuali occasionali era protettivo.
Questo ci ricorda una cosa fondamentale: la PrEP è fantastica contro l’HIV e, come sembra emergere, anche contro l’HBV, ma non ci protegge da tutto il resto. L’HCV, la sifilide, la gonorrea… per queste infezioni servono altre strategie, a partire dal buon vecchio preservativo e da screening regolari.
Vaccinazione HBV: C’è Ancora Lavoro da Fare!
Un altro dato interessante emerso dallo studio riguarda la vaccinazione per l’HBV. Quando hanno fatto i test sierologici all’inizio, hanno scoperto che solo una parte degli uomini era immune grazie al vaccino. Tra gli utilizzatori di PrEP, il 53.7% aveva gli anticorpi specifici del vaccino (anti-HBs positivi, ma HBsAg e anti-HBc negativi). Tra i non utilizzatori, questa percentuale era più bassa (33.9%).
La cosa curiosa è che, quando chiedevano ai partecipanti se si fossero vaccinati negli ultimi 10 anni, le percentuali di chi rispondeva “sì” erano simili tra i due gruppi (circa 44%) e non corrispondevano perfettamente ai dati sierologici. Questo suggerisce due cose:
- Molti non ricordano bene la loro storia vaccinale o non sono sicuri.
- C’è ancora una fetta importante di MSM, anche tra chi inizia la PrEP, che non è protetta dall’HBV tramite vaccinazione.
Questo è un campanello d’allarme! Dato che gli MSM sono considerati ad alto rischio per l’HBV e che la vaccinazione è il modo più efficace per prevenire l’infezione a lungo termine, è cruciale potenziare gli sforzi per promuovere e offrire il vaccino HBV, specialmente quando si inizia un percorso di PrEP. La consulenza per la PrEP diventa un’occasione d’oro per fare screening per l’HBV e offrire la vaccinazione a chi ne ha bisogno.
Cosa Significa Tutto Questo per Noi?
Allora, tiriamo le somme. Questo studio cinese ci dà una notizia potenzialmente fantastica: la PrEP con F/TDF, oltre a proteggerci dall’HIV, sembra offrire una protezione significativa anche contro l’Epatite B. È come un “due al prezzo di uno” in termini di prevenzione! Questo è particolarmente rilevante in contesti come la Cina, ma anche globalmente, visto l’obiettivo dell’OMS di eliminare le epatiti virali come minaccia per la salute pubblica entro il 2030.
Tuttavia, non dobbiamo abbassare la guardia:
- Rischio HCV: La PrEP non protegge dall’HCV e potrebbe essere associata a un rischio leggermente maggiore, probabilmente legato ai comportamenti. Screening regolari per HCV e altre IST rimangono essenziali per chi è in PrEP.
- Vaccinazione HBV: La protezione offerta dalla PrEP contro l’HBV è un “bonus”, ma la strategia principale rimane la vaccinazione. Dobbiamo assicurarci che tutti gli MSM suscettibili vengano vaccinati.
- Aderenza e Monitoraggio: Se si usa la PrEP anche per la protezione HBV, è fondamentale l’aderenza e il monitoraggio, perché interrompere il tenofovir in persone con HBV preesistente (magari non diagnosticata) può essere rischioso.
Lo studio ha i suoi limiti (condotto in specifiche città cinesi, dati sui comportamenti auto-riferiti, numero basso di eventi HCV/HBV osservati), ma i risultati sono promettenti e rafforzano l’idea di strategie di prevenzione integrate. La PrEP non è solo una pillola contro l’HIV, ma un’opportunità per una presa in carico più completa della salute sessuale, che includa screening e vaccinazioni per HBV, test per HCV e altre IST, e consulenza sui comportamenti a rischio.
Insomma, la ricerca va avanti, ma quello che emerge è che la PrEP a base di tenofovir potrebbe essere un alleato ancora più potente di quanto pensassimo nella lotta contro le infezioni virali che ci riguardano da vicino. Continuiamo a informarci e a prenderci cura della nostra salute!
Fonte: Springer