Etiopia Rurale: Quando la Povertà ha Tante Facce – Lo Studio Shock dal West Gojjam
Amici lettori, oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero toccato nel profondo. Ho messo le mani su uno studio scientifico che dipinge un quadro piuttosto crudo, ma necessario, della vita in una specifica area rurale dell’Etiopia: la zona del West Gojjam. Il titolo originale è “Prevalence and associated factors of multidimensional poverty among rural households in West Gojjam Zone, northern Ethiopia: a household-based cross-sectional study”, un po’ un boccone da mandar giù, lo so, ma il succo è importantissimo. Parliamo di povertà multidimensionale. E no, non è solo una questione di non avere abbastanza soldi in tasca. È molto, molto di più.
Ma cos’è esattamente questa “Povertà Multidimensionale”?
Ve lo spiego in parole povere. Immaginate la povertà non come un singolo mostro, ma come un’idra dalle molte teste. Non si tratta solo della mancanza di reddito, ma di una serie di privazioni che colpiscono contemporaneamente diversi aspetti fondamentali della vita: l’istruzione (adulti che non hanno completato un ciclo di studi minimo, bambini che non vanno a scuola), la salute (malnutrizione, mortalità infantile) e gli standard di vita (accesso all’acqua pulita, ai servizi igienici, all’elettricità, tipo di pavimento in casa, possesso di beni essenziali). Lo studio che ho analizzato ha usato proprio questo approccio, basato sul lavoro dell’Oxford Poverty and Human Development Initiative (OPHI), per capire quanto sia diffusa e intensa questa forma di povertà nel West Gojjam.
I Numeri da Far Tremare i Polsi nel West Gojjam
Preparatevi, perché i dati sono di quelli che lasciano il segno. Lo studio, condotto su 628 famiglie rurali, ha rivelato che ben il 93,95% di queste vive in condizioni di povertà multidimensionale. Avete letto bene, quasi il 94%! Questo significa che la stragrande maggioranza delle persone in quell’area soffre di privazioni in almeno un terzo degli indicatori considerati. Ma non finisce qui. L’intensità media della povertà, cioè quanto profondamente queste privazioni colpiscono chi è povero, è del 61,17%. Combinando questi due dati, si ottiene l’Indice di Povertà Multidimensionale (MPI) aggiustato, che per il West Gojjam è del 57,47%. In pratica, le persone povere in questa zona sperimentano oltre il 57% delle privazioni totali possibili. Un fardello enorme.
Ma quali sono le “teste dell’idra” più fameliche? Lo studio ci dice che la dimensione più critica è quella degli standard di vita (che contribuisce per il 40,14% alla povertà multidimensionale), seguita dalla salute (30,76%) e dall’istruzione (29,05%). Moltissime famiglie vivono in case con pavimenti di fango, non hanno accesso a servizi igienici adeguati né all’elettricità. Per cucinare, dipendono da combustibili tradizionali come letame animale, paglia o carbone, perché non hanno accesso a fonti di energia moderne. E pensate, per molte famiglie recuperare acqua pulita significa fare un viaggio di oltre 30 minuti. Dal punto di vista sanitario, la malnutrizione è un problema gravissimo: il 15,47% della popolazione rurale non assume le 2100 chilocalorie giornaliere raccomandate dall’OMS. Per quanto riguarda l’istruzione, il 14,87% degli adulti non ha un’educazione di base e, cosa ancor più preoccupante, un numero significativo di bambini non frequenta la scuola all’età giusta, ipotecando così il proprio futuro.
Chi Rischia di Più e Quali Fattori Fanno la Differenza?
Lo studio non si è limitato a fotografare la situazione, ma ha cercato di capire quali fattori fossero associati a una maggiore o minore probabilità di essere multidimensionalmente poveri. E qui le cose si fanno interessanti, perché emergono chiaramente delle leve su cui si potrebbe agire.
Fattori che riducono la probabilità di povertà multidimensionale:
- Proprietà terriera: Ogni ettaro di terra coltivata in più riduce le probabilità di essere poveri del 99,6% (AOR = 0.004). La terra è vita, letteralmente.
- Reddito extra-agricolo: Un aumento dell’1% in questo tipo di reddito è associato a una riduzione del 98,4% della probabilità di povertà (AOR = 0.016). Diversificare è fondamentale.
- Accesso a strade percorribili tutto l’anno: Le famiglie con questo accesso hanno il 99,9% di probabilità in meno di essere povere (AOR = 0.001). Le strade portano opportunità.
- Servizi di divulgazione agricola: Ogni contatto in più con questi servizi riduce la probabilità di povertà del 97,3% (AOR = 0.027). Sapere come coltivare meglio fa la differenza.
- Accesso al credito: Le famiglie con accesso a prestiti hanno il 98,1% di probabilità in meno di essere povere (AOR = 0.019). I soldi per investire sono cruciali.
C’è però un fattore che, al contrario, aumenta significativamente il rischio: l’età del capofamiglia. Le famiglie guidate da persone di 60 anni o più hanno una probabilità 12,2 volte maggiore di sperimentare la povertà multidimensionale (AOR = 12.182). Questo riflette la maggiore vulnerabilità degli anziani, spesso con capacità di guadagno ridotte, maggiori bisogni sanitari e una crescente dipendenza.
Un Contesto Più Ampio: Non Solo West Gojjam
Questi dati, seppur specifici per il West Gojjam, ci dicono molto. La prevalenza della povertà multidimensionale qui è notevolmente più alta rispetto ad altre parti dell’Etiopia, come la più ampia regione Amhara o centri urbani come Nekemte City in Oromia. Curiosamente, tassi di povertà così elevati ricordano quelli osservati in aree rurali dell’Asia meridionale, come Charsadda in Pakistan (84% di povertà) o negli stati BIMARU dell’India. Queste regioni affrontano sfide sistemiche simili: infrastrutture insufficienti, accesso limitato ai servizi pubblici e mancanza di opportunità di lavoro.
Il divario tra aree rurali e urbane in Etiopia è netto. Le zone rurali del West Gojjam, poi, devono fare i conti con ulteriori problemi specifici come la fragilità istituzionale, l’instabilità politica e stress ambientali, che ostacolano l’efficacia delle iniziative di riduzione della povertà. Le privazioni in salute e istruzione nel West Gojjam sono particolarmente gravi se confrontate con altre regioni. Le famiglie rurali qui lottano per accedere a un’assistenza sanitaria e un’istruzione di qualità a causa di servizi pubblici sottosviluppati, con operatori sanitari spesso informali e lunghe distanze per raggiungere i centri sanitari, unite a strutture educative inadeguate.
La proprietà terriera è emersa come un fattore chiave. In Etiopia, la disuguaglianza nell’accesso alla terra rimane uno dei principali motori della povertà. Garantire una proprietà sicura e una distribuzione più equa della terra è essenziale. Anche l’accesso al credito è un fattore protettivo significativo. Nonostante i benefici, l’accesso rimane limitato da alti costi di transazione e scarsa alfabetizzazione finanziaria, specialmente nelle aree rurali.
Il reddito extra-agricolo si è dimostrato un altro potente alleato. Serve come fonte critica di stabilità finanziaria, permettendo alle famiglie rurali di accedere a servizi essenziali e aumentando la resilienza riducendo la dipendenza dall’agricoltura. Per massimizzare i benefici, sono necessari interventi politici mirati per promuovere la formazione professionale, l’imprenditorialità e l’accesso a un impiego extra-agricolo sicuro e sostenibile.
Infine, le infrastrutture, in particolare quelle stradali, sono fondamentali. Le strade forniscono connessioni vitali a mercati, input agricoli, assistenza sanitaria, istruzione e opportunità di lavoro extra-agricolo, aumentando significativamente il reddito e la produttività agricola.
Cosa Possiamo Imparare e Cosa Si Può Fare?
Questo studio, pur con alcune limitazioni (è uno spaccato di un momento preciso, non segue le famiglie nel tempo, e si basa su dati auto-riferiti), ci offre spunti preziosissimi. La povertà nel West Gojjam è una realtà dura e complessa, ma non insormontabile. Le raccomandazioni che emergono sono chiare:
- Potenziare i servizi di divulgazione agricola per fornire conoscenze e tecnologie aggiornate.
- Promuovere attività economiche extra-agricole diversificate (piccole imprese, formazione professionale).
- Migliorare l’accesso al credito e ai servizi finanziari con prodotti su misura.
- Investire nelle infrastrutture stradali rurali per connettere le comunità.
- Facilitare un’allocazione equa e trasparente della terra e garantirne la sicurezza del possesso.
- Prestare particolare attenzione ai capifamiglia anziani, implementando programmi di protezione sociale mirati, assistenza sanitaria adeguata e formazione specifica.
Insomma, amici, la lotta alla povertà multidimensionale è una maratona, non uno sprint. Ma studi come questo ci indicano la direzione, ci mostrano dove concentrare gli sforzi. E ci ricordano che dietro ogni statistica ci sono persone, famiglie, vite che meritano dignità e opportunità. Spero che questa “immersione” nei dati, seppur dura, sia servita a farci riflettere.
Fonte: Springer