Immagine fotorealistica di un gruppo eterogeneo di persone che uniscono le mani al centro, simboleggiando la forza delle coalizioni e della collaborazione per la giustizia sociale. Scattata con un obiettivo da 35mm, con una profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo per concentrarsi sulle mani unite, utilizzando una palette di colori caldi e accoglienti.

L’Unione Fa la Forza: Come le Coalizioni Danno Voce (e Potere!) alla Giustizia Sociale

Amiche e amici, vi siete mai chiesti come fanno le cause apparentemente “piccole”, quelle che difendono i diritti delle comunità storicamente messe ai margini, a farsi sentire nel frastuono assordante della politica e della burocrazia? Io sì, un sacco di volte. Ebbene, ho scovato una lettura che mi ha aperto un mondo, un libro di una certa Maraam A. Dwidar che si intitola, traducendolo liberamente, “Potere ai partner: le coalizioni organizzative nella difesa della giustizia sociale”. E ragazzi, che scoperta!

Pensate un po’: spesso immaginiamo il lobbying come un gioco per ricchi e potenti, dove chi ha più soldi vince. Ma Dwidar ci mostra un’altra faccia della medaglia, quella del lobbying per la giustizia sociale ed economica. Parliamo degli interessi dei bambini, degli anziani, delle minoranze razziali, della comunità LGBTQ+, delle persone a basso reddito… insomma, di tutte quelle voci che rischiano di perdersi. Questi gruppi, pur avendo risorse finanziarie limitate, hanno trovato un modo per ribaltare gli schemi: fare squadra.

La Magia delle Coalizioni: Numeri che Parlano

L’autrice non si basa su impressioni, ma su dati solidissimi. Ha analizzato il lavoro di oltre 1700 coalizioni negli Stati Uniti, spulciando circa 2800 normative emanate da 116 agenzie federali americane in un arco di 17 anni (dal 2000 al 2016). Un lavoro mastodontico! E cosa emerge? Che quando le organizzazioni per la giustizia sociale uniscono le forze in coalizioni formali, la loro capacità di influenzare le regole del gioco – quelle che poi hanno un impatto enorme, a volte vitale, sulla vita delle persone – aumenta significativamente.

La cosa affascinante è che Dwidar non si è limitata a contare quante volte una proposta è passata o meno (una misura spesso binaria, tipo sì/no). È andata molto più a fondo, analizzando come queste coalizioni riescano a inserire specifiche frasi o concetti nei testi finali delle normative. E credetemi, poche parole ben piazzate possono cambiare tutto: includere un gruppo prima escluso, espandere i servizi offerti, o richiedere forme di consultazione più significative.

E qui viene il bello: questo effetto positivo delle coalizioni sembra essere una prerogativa quasi esclusiva dei gruppi per la giustizia sociale. Quando Dwidar ha analizzato un campione di organizzazioni “mainstream” (quelle, per intenderci, con più risorse e agganci), ha scoperto che per loro fare coalizione non porta lo stesso tipo di vantaggio incrementale. È come se per i “piccoli”, l’unione non solo facesse la forza, ma fosse la forza.

Non Solo Numeri: Storie che Ispirano e Intersezionalità

Ma il libro non è solo una sfilza di dati, per quanto impressionanti. È intessuto di esempi concreti e interviste a leader di organizzazioni e burocrati. Storie che ti fanno dire: “Cavolo, allora si può fare!”. E c’è un altro aspetto che mi ha colpito profondamente: le coalizioni sono un terreno fertile per l’advocacy intersezionale.

Cosa significa? Significa rappresentare persone che vivono svantaggi incrociati: pensate alle donne di colore, o alle minoranze che vivono in povertà. Spesso, le singole organizzazioni, magari per timore di perdere finanziamenti o per focalizzarsi su un target più “semplice”, tendono a mettere in secondo piano queste battaglie più complesse. Le coalizioni, invece, sono significativamente più propense ad abbracciare queste cause, portando avanti idee politiche più complete e informate. È come se, unendo le forze, si sentissero più sicure nell’affrontare le sfide più difficili, quelle che toccano le fondamenta delle disuguaglianze.

Diverse persone di etnie e background differenti che collaborano attorno a un tavolo pieno di documenti, simbolo di una coalizione per la giustizia sociale al lavoro. Illuminazione da studio controllata, obiettivo da 35mm per un ritratto di gruppo, con un leggero effetto duotone blu e grigio per dare profondità.

Questo libro, ve lo dico col cuore, infonde speranza. E lo fa su più livelli. Primo, ci dimostra che il lobbying per la giustizia sociale, anche se con meno soldi, può vincere. Secondo, ci fa vedere come l’unione possa superare le reticenze strategiche di singole organizzazioni, promuovendo cause intersezionali fondamentali.

Burocrazia: Non Solo un Muro, Ma un Terreno Fertile?

E poi c’è la questione della burocrazia. Quante volte l’abbiamo vista come un mostro insensibile, lontano dai bisogni dei cittadini, facilmente “catturabile” dalle pressioni delle grandi industrie? Dwidar, con i suoi dati, smonta un po’ questo mito. Certo, i burocrati non devono affrontare le elezioni, ma questo non significa che siano sordi. Anzi!

L’analisi mostra chiaramente che c’è una rispondenza burocratica agli interessi dei gruppi per la giustizia sociale, specialmente quando questi si presentano uniti. Le coalizioni che rappresentano una diversità di istanze (cioè che coprono più di un tipo di comunità o problema) hanno una marcia in più nel riuscire a modificare la formulazione di una proposta di legge. E, come dicevo prima, quelle modifiche contano, eccome!

L’Architettura Conta: Costruire Coalizioni che Durano

Certo, non basta mettersi insieme alla bell’e meglio. Un punto chiave del libro è che l’architettura della coalizione è fondamentale. Non si tratta di alleanze estemporanee, ma di sviluppare “coalizioni durature con architetture che governino membri, leadership e processi decisionali” e che includano partner con “capacità complementari”. Pensateci: è come costruire una casa. Servono fondamenta solide, un progetto chiaro e materiali diversi che, insieme, creano una struttura resistente.

Il libro, pur non fornendo una ricetta dettagliata su come superare le inevitabili sfide interne a una coalizione (pensate a mettere d’accordo tante teste, ognuna con le sue priorità!), offre una motivazione potentissima per farlo. Ci dice che, nonostante le difficoltà, vale la pena investire in queste forme di collaborazione strutturata e diversificata.

Un Messaggio di Speranza (e Azione) in Tempi Complessi

Viviamo tempi complicati, non solo negli USA ma in tante parti del mondo. Polarizzazione crescente, tagli ai fondi per certe organizzazioni della società civile, l’ascesa di forze politiche che non vedono di buon occhio certe battaglie per i diritti… In questo contesto, il messaggio di Dwidar risuona ancora più forte: unitevi se le probabilità sembrano contro di voi!

Come dice lei stessa (e io sottoscrivo): “Per quei gruppi che spesso si trovano dalla parte sbagliata del bastone, costruire coalizioni può aiutare a livellare il campo di gioco. Costruendo alleanze, specialmente quelle che aderiscono alle migliori pratiche del lavoro di coalizione, le organizzazioni per la giustizia sociale ed economica possono ridurre i loro limiti individuali ed espandere le loro capacità collettive, ottenendo una credibilità che altrimenti non avrebbero e promuovendo idee politiche più complete e ben informate.”

Insomma, questo libro è una boccata d’aria fresca, uno stimolo a non mollare e a credere nel potere della collaborazione. Perché, alla fine, se vogliamo un mondo più giusto, dobbiamo imparare a costruirlo insieme, pezzo dopo pezzo, alleanza dopo alleanza. E questa, amici miei, è una lezione che vale oro.

Primo piano di una penna che modifica un documento legale, con mani di diversa carnagione che indicano un punto specifico. Lente macro da 60mm, alta definizione, illuminazione precisa per evidenziare il testo e le mani, simboleggiando l'impatto delle coalizioni sulla stesura delle leggi.

Fonte: Springer

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