Fotografia grandangolare 10mm di uno skyline di una metropoli cinese avvolto in una densa foschia di inquinamento PM2.5, con edifici iconici appena visibili, luce diffusa e piatta, messa a fuoco nitida sull'intera scena.

PM2.5 in Cina: Viaggio nell’Aria che Respiriamo (e che a volte uccide)

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che riguarda l’aria che respiriamo, in particolare in un paese enorme e complesso come la Cina. Parliamo di PM2.5, quelle minuscole particelle sospese nell’aria, così piccole (con un diametro aerodinamico inferiore o uguale a 2.5 micrometri) da poter penetrare profondamente nei nostri polmoni e persino nel flusso sanguigno. Non sono un esperto che vive lì, ma i dati parlano chiaro e voglio condividere con voi cosa sta succedendo e cosa potrebbe riservarci il futuro.

La Cina, con la sua rapidissima urbanizzazione e industrializzazione, si trova ad affrontare un problema ambientale gigante: l’inquinamento da PM2.5. Pensate che nel 2022, ben 126 città cinesi superavano gli standard di qualità dell’aria! E non di poco: i giorni in cui il PM2.5 era alle stelle rappresentavano oltre un terzo (36.9%) di tutti i giorni di superamento degli standard. Questo non è solo un “fastidio”, è una vera e propria minaccia per la salute umana.

Un Nemico Invisibile ma Letale

A livello globale, l’inquinamento atmosferico (sia esterno che interno) è una brutta bestia. Secondo un rapporto del 2024, nel 2021 ha causato la morte di circa 8.1 milioni di persone nel mondo. La maggior parte di queste morti premature avviene nelle aree urbane, dove vive ormai oltre la metà della popolazione mondiale (e si prevede che arriveremo al 70% entro il 2050!).

In Cina, la situazione è particolarmente critica. L’inquinamento da particolato fine è tra i principali fattori di rischio per la morte prematura, insieme a dieta scorretta, pressione alta e fumo. Già nel 2013, uno studio riportava che le morti premature causate dall’inquinamento atmosferico in Cina erano dovute principalmente a:

  • Ictus (50%)
  • Malattie ischemiche del cuore (IHD) (28%)
  • Cancro ai polmoni (LC) (9%)
  • Malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) (12%)

Fortunatamente, la Cina non è rimasta a guardare. Ha implementato una serie di misure di controllo, come piani d’azione contro l’inquinamento pesante e obiettivi ambiziosi di “picco del carbonio” e “neutralità carbonica”. Queste azioni hanno portato a una significativa riduzione delle concentrazioni di PM2.5. Tuttavia, la battaglia è lungi dall’essere vinta. Nel 2019, l’inquinamento da PM2.5 ambientale era ancora responsabile di circa 1.4 milioni di morti premature nel paese. Addirittura, uno studio ha evidenziato come, nonostante i controlli sulle emissioni navali, la mortalità nazionale legata al PM2.5 da trasporto marittimo sia aumentata dell’11.4% fino al 2020. C’è quindi un bisogno urgente di capire meglio l’impatto attuale e futuro del PM2.5 sulla salute per poter definire politiche ancora più efficaci.

Fotografia macro di particelle di PM2.5 sospese nell'aria sopra uno skyline urbano cinese sfocato al tramonto, illuminazione controllata, alta definizione, lente macro 100mm, messa a fuoco precisa.

Sotto la Lente: Chi Inquina di Più?

Una delle cose più affascinanti (e preoccupanti) che emerge dallo studio che vi racconto è l’analisi delle fonti di emissione. Da dove arriva tutto questo PM2.5? Beh, abbiamo indagato sui principali sospettati:

  • Combustione di carbone (soprattutto per il riscaldamento domestico)
  • Combustione di biomassa (fuochi agricoli, legna per cucinare/scaldarsi, centrali a biomassa)
  • Industria
  • Emissioni dai tubi di scappamento dei trasporti su strada

I risultati sono piuttosto netti: le zone centrali e orientali della Cina sono le più colpite, concentrando circa il 75% delle morti premature legate al PM2.5. E i principali responsabili, secondo le stime basate su un modello lineare (ne parleremo tra poco), sono la combustione di biomassa (40%) e l’industria (34%). Questo è un dato cruciale, perché ci dice dove concentrare gli sforzi.

Studi precedenti avevano già puntato il dito su queste fonti. Ad esempio, eliminare le emissioni residenziali o industriali in Asia meridionale e orientale potrebbe evitare centinaia di migliaia di morti premature ogni anno. Passare a energie pulite nel settore residenziale rurale cinese ha già mostrato benefici enormi, evitando circa 130.000 morti premature.

Due Strade per il Futuro: Scenari a Confronto

Lo studio ha esplorato due possibili futuri da qui al 2049, utilizzando modelli climatici e di emissione sofisticati (il modello DEHM per l’inquinamento e il modello EVA per l’impatto sulla salute).

1. Scenario CLE (Current Legislation Emission): Immagina che le leggi e le politiche attuali rimangano in vigore, senza ulteriori strette.
2. Scenario MFR (Maximum Feasible Reductions): Immagina uno sforzo massimo, implementando tutte le tecnologie di riduzione delle emissioni tecnicamente ed economicamente fattibili. È lo scenario più ottimistico.

Cosa succederebbe alle morti premature legate al PM2.5 in questi due casi? Qui le cose si fanno interessanti, perché i risultati cambiano a seconda di come si modella la relazione tra esposizione al PM2.5 e mortalità.

* Usando un modello lineare (Linear EVA – WHO_RR): Questo modello assume che il rischio aumenti proporzionalmente con la concentrazione di PM2.5.
* Nello scenario CLE: Le morti premature diminuirebbero del 43% dal 2010 al 2049. Un buon risultato, ma si può fare di meglio.
* Nello scenario MFR: La riduzione sarebbe drastica, ben l’80%! Questo scenario potrebbe evitare circa 1.55 milioni di morti premature all’anno entro il 2049 rispetto al 2010, agendo principalmente su riscaldamento a carbone, biomassa, industria e trasporti.

* Usando un modello non lineare (Nonlinear EVA – GEMM): Questo modello è più complesso e suggerisce che l’aumento del rischio sia più ripido a basse concentrazioni di PM2.5.
* Nello scenario CLE: Sorprendentemente, le morti premature potrebbero addirittura aumentare del 28%! Come è possibile? Una spiegazione è l’invecchiamento della popolazione cinese. La percentuale di over 65 passerà dall’8% nel 2010 al 23% nel 2049 (circa 170 milioni di persone in più!). Anche se l’aria migliora un po’, l’aumento della popolazione anziana, più vulnerabile, potrebbe più che compensare i benefici in questo scenario “moderato”.
* Nello scenario MFR: Qui i benefici sono chiari anche con il modello non lineare, con una riduzione delle morti premature del 40%. Il miglioramento della qualità dell’aria è così forte da superare l’effetto dell’invecchiamento.

Questa differenza tra modelli lineari e non lineari è importante. Ci dice che forse, soprattutto in aree già molto inquinate, i modelli lineari potrebbero sovrastimare l’impatto, mentre i modelli non lineari catturano meglio la complessità, inclusa l’interazione con fattori demografici come l’invecchiamento.

Fotografia grandangolare 15mm di campi agricoli cinesi con fumo da combustione di biomassa in lontananza sotto un cielo leggermente inquinato, luce del tardo pomeriggio, messa a fuoco nitida, lunga esposizione per nuvole mosse.

La Sfida Chiave: La Combustione di Biomassa

Indipendentemente dal modello usato per calcolare le morti totali, quando andiamo a vedere quali fonti contribuiscono di più alla riduzione delle morti premature negli scenari futuri (usando il modello lineare), emerge un chiaro vincitore: la biomassa.

Nello scenario MFR, che prevede di evitare 1.55 milioni di morti premature all’anno (rispetto al 2010) agendo sulle quattro fonti principali, ben il 51% di questa riduzione deriverebbe dal controllo delle emissioni da biomassa. Anche nello scenario CLE, la biomassa contribuirebbe per il 54% alla riduzione ottenuta (che però è minore in termini assoluti).

Questo significa che affrontare la combustione di biomassa (che include pratiche agricole, riscaldamento e cottura domestica, e persino l’uso in alcune centrali elettriche) è assolutamente cruciale per migliorare la salute pubblica in Cina. Come fare? Le strade sono diverse:

  • Promuovere stufe più avanzate ed efficienti (a gassificazione, “under-fire”).
  • Migliorare la qualità del combustibile solido.
  • Intensificare l’utilizzo alternativo della paglia e i divieti di bruciatura all’aperto.
  • Sviluppare tecnologie emergenti, come lo stoccaggio di energia per bilanciare domanda e offerta di calore da biomassa o per migliorare l’efficienza della gassificazione.

Qualche Cautela (Doverosa)

Come ogni studio scientifico, anche questo ha le sue incertezze. I modelli sono semplificazioni della realtà. Ad esempio:

  • La risoluzione spaziale dei modelli potrebbe non catturare perfettamente l’esposizione locale.
  • Non tutte le fonti di PM2.5 sono state incluse (come la polvere sollevata dal vento, importante in alcune zone).
  • Le funzioni che legano esposizione e risposta sanitaria hanno delle incertezze intrinseche.
  • Usare dati di mortalità del 2017 per proiezioni future introduce un’approssimazione.

Tuttavia, la forza di questo lavoro sta nell’aver confrontato diversi scenari e diversi modelli (lineare e non lineare), fornendo una visione piuttosto completa dei potenziali benefici derivanti da politiche di controllo dell’inquinamento più stringenti. Ci dà un’idea dell’ordine di grandezza dei benefici raggiungibili: potenzialmente, si potrebbero evitare fino a 2.76 milioni di morti premature all’anno in Cina entro il 2049 rispetto al 2010, se si adottassero le misure più efficaci (scenario MFR, stima lineare).

Ritratto 35mm di un anziano contadino cinese accanto a un mucchio di biomassa agricola, espressione pensierosa, bianco e nero, profondità di campo ridotta.

Cosa Portiamo a Casa?

Questo viaggio nei dati sul PM2.5 in Cina ci lascia con alcuni messaggi chiave. L’inquinamento atmosferico è un killer silenzioso, con un impatto devastante sulla salute pubblica. Identificare le fonti principali – in questo caso, biomassa e industria spiccano – è fondamentale per agire in modo mirato. Il futuro non è scritto: politiche ambientali ambiziose possono fare una differenza enorme, salvando milioni di vite, anche se sfide come l’invecchiamento della popolazione richiedono attenzione.

La strada per un’aria più pulita in Cina (e nel mondo) è ancora lunga e complessa, ma studi come questo ci forniscono la bussola per navigarla, indicando dove gli sforzi possono essere più efficaci. E la lotta contro la combustione incontrollata di biomassa sembra essere una delle battaglie più importanti da vincere.

Spero che questa chiacchierata vi sia stata utile per capire meglio un problema così complesso e importante!

Fonte: Springer

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