Immagine concettuale di microbolle di perfluoropropano che si diffondono in un piano fasciale visualizzate tramite ecografia 2D, con un ago che inietta il farmaco. Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, duotone blu e grigio per evidenziare l'aspetto tecnologico e medico.

Ecografia e Anestesia: Il Perfluoropropano Rivela la Diffusione del Farmaco!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una cosa che mi sta particolarmente a cuore e che, secondo me, potrebbe davvero fare la differenza nel campo dell’anestesia e della gestione del dolore. Immaginate di dover fare un’iniezione per togliere il dolore in una zona specifica del corpo. Sarebbe fantastico poter vedere esattamente dove va a finire il farmaco, vero? Beh, forse ci siamo avvicinati un po’ di più a questo sogno.

Il Problema: Vedere l’Invisibile

Quando noi medici eseguiamo i cosiddetti blocchi dei piani fasciali (FPBs), iniettiamo un anestetico locale (LA) nello spazio tra due strati di tessuto connettivo, le fasce appunto. L’idea è che l’anestetico si diffonda lì intorno, raggiungendo i nervi e bloccando il dolore. L’efficacia di questa tecnica dipende tantissimo da come e dove si diffonde il farmaco.

L’ecografia è diventata la nostra migliore amica per guidare questi blocchi: è non invasiva, ci fa vedere cosa stiamo facendo e possiamo portarla ovunque. Però, diciamocelo, anche l’ecografia ha i suoi limiti. A volte non è così facile capire con precisione dove si sta spargendo l’anestetico, sia con le tecniche 2D che 3D. Ecco perché c’era bisogno di trovare un modo nuovo per “illuminare” il percorso del farmaco.

L’Idea Scintillante: Usiamo un Agente di Contrasto!

E qui entra in gioco la nostra idea: perché non usare un agente di contrasto ecografico (UCA)? Si tratta di microbolle che, quando colpite dagli ultrasuoni, brillano letteralmente sullo schermo dell’ecografo. Già usati per via endovenosa in altre applicazioni, ci siamo chiesti: e se li iniettassimo localmente insieme all’anestetico?

Alcuni studi giapponesi avevano già aperto la strada con un agente chiamato Sonazoid®, a base di perfluorobutano. Mostrava bene la diffusione dell’anestetico, ma c’erano degli intoppi: serviva una modalità ecografica speciale (CEUS) che non tutti gli ecografi portatili hanno, il perfluorobutano è costoso e difficile da reperire, e non c’erano studi dettagliati sulla sua tossicità a livello cellulare se mischiato con gli anestetici.

Così, abbiamo pensato di provare con un nuovo UCA a base di perfluoropropano, sviluppato in Cina e attualmente in fase III di sperimentazione clinica. Questo UCA è anallergico e funziona con un’ampia gamma di sonde ecografiche. Nei nostri esperimenti preliminari, abbiamo visto che le sue microbolle hanno la dimensione giusta (meno di 10 micrometri, quindi nessun rischio di ostruire i vasi sanguigni) e che mischiarlo con la ropivacaina (un comune anestetico locale) non ne altera il pH.

Mettiamolo alla Prova: Esperimenti In Vitro e In Vivo

Il nostro obiettivo era semplice: verificare se questo nuovo UCA a base di perfluoropropano potesse aiutarci a monitorare la diffusione del farmaco durante i blocchi fasciali, e farlo in modo sicuro.

Trovare la “Ricetta” Giusta

Prima di tutto, dovevamo capire la diluizione ottimale. Abbiamo mischiato l’UCA con ropivacaina allo 0.375% in diverse proporzioni (non diluito, diluito 10x, 30x, 100x, 300x, 1000x) e abbiamo osservato le immagini ecografiche 2D in una piastra a sei pozzetti. Volevamo immagini stabili e con un buon contrasto.
Abbiamo scoperto che la miscela di 2 ml di ropivacaina allo 0.375% con l’UCA di perfluoropropano, senza ulteriori diluizioni, dava immagini 2D stabili e ad alto contrasto sia nell’esperimento in vitro che poi nei coniglietti. Anche la diluizione 10 volte sembrava promettente inizialmente, ma quella non diluita era la più stabile nel tempo.

Un ricercatore in un laboratorio medico osserva attentamente un ecografo che mostra immagini ad alto contrasto di un piano fasciale durante un esperimento su un modello animale. Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, l'ambiente è sterile e ben illuminato.

L’Esperimento sui Conigli: Il Blocco del Piano Trasverso dell’Addome (TAPB)

Una volta scelta la concentrazione (quella non diluita), siamo passati ai nostri amici conigli. Abbiamo eseguito su di loro un blocco del piano trasverso dell’addome (TAPB). In pratica, si inietta l’anestetico (misto al nostro UCA e a un colorante blu, il blu di metilene) in un piano specifico tra i muscoli dell’addome.
Con l’ecografo 2D, abbiamo registrato in tempo reale l’area di diffusione dell’agente di contrasto. Poi, dopo la procedura, abbiamo esaminato i conigli per vedere dove si era diffuso il blu di metilene. Volevamo confrontare le due misurazioni: quella “live” con l’ecografo e quella “visiva” con il colorante.

I Risultati: Funziona e Sembra Sicuro!

Ebbene, i risultati sono stati davvero incoraggianti!

  • Non c’era una differenza statisticamente significativa tra l’area di diffusione vista con l’UCA all’ecografo e quella vista con il blu di metilene dopo la dissezione.
  • C’era una forte correlazione (R=0.70, P=0.02) tra i due metodi. In pratica, quello che vedevamo con l’ecografo corrispondeva bene a dove era andato effettivamente il farmaco.
  • L’analisi di Bland-Altman (un modo per vedere quanto sono d’accordo due metodi di misurazione) ha mostrato una buona concordanza.

Ma la domanda cruciale era: è sicuro? Abbiamo condotto studi di tossicità sia in vivo (sui conigli, esaminando nervi e muscoli dopo l’iniezione) che in vitro (su diverse linee cellulari: fibroblasti, neuroblastoma, cellule di Schwann e mioblasti).
La buona notizia è che né gli studi in vivo né quelli in vitro hanno trovato che il nostro UCA a base di perfluoropropano aumentasse la tossicità muscolare o neurale già nota della ropivacaina allo 0.375%. In altre parole, l’aggiunta dell’UCA non sembrava peggiorare le cose dal punto di vista della sicurezza locale. Non abbiamo osservato un aumento della morte cellulare (apoptosi) o dello stress ossidativo (ROS) nelle cellule trattate con ROP+UCA rispetto a quelle trattate solo con ROP.

Perché Questo Studio è Interessante? Le Innovazioni

Credo che questo studio, seppur preliminare, porti con sé alcune novità importanti:

  1. È il primo studio, a quanto ne so, a riportare l’uso di un UCA a base di perfluoropropano per monitorare la diffusione dell’anestetico nei blocchi dei piani fasciali.
  2. Abbiamo usato un ecografo portatile e la normale modalità 2D, quella che abbiamo tutti i giorni a disposizione, senza bisogno di modalità CEUS complesse. Questo è un enorme vantaggio per la pratica clinica!
  3. Abbiamo esaminato la tossicità della miscela UCA + ropivacaina a livello cellulare microscopico, cosa che non era stata fatta in dettaglio prima per questo tipo di applicazione.

Siamo Onesti: I Limiti e il Futuro

Come ogni studio preliminare, anche il nostro ha dei limiti. Il campione di animali era piccolo e ci siamo concentrati solo sul TAPB. L’anatomia dei conigli non è identica a quella umana, quindi non possiamo generalizzare tutto. Inoltre, abbiamo testato l’UCA solo con la ropivacaina; altri anestetici potrebbero comportarsi diversamente. E non abbiamo ancora esplorato a fondo la tossicità sistemica, cioè se l’UCA, una volta assorbito nel sangue, possa influenzare il metabolismo dell’anestetico a livello generale.

Un team di ricercatori discute animatamente davanti a schermi che mostrano immagini ecografiche e dati di laboratorio. Portrait photography, 35mm, depth of field, l'atmosfera è collaborativa e focalizzata sulla ricerca.

Quindi, cosa ci aspetta? Sicuramente servono studi più ampi, sia su animali che su cadaveri, per confermare questi risultati e vedere come si comporta questo metodo in diverse parti del corpo e con diversi tipi di blocco. L’obiettivo finale è portare questa tecnica nella pratica clinica. E chissà, magari un giorno avremo anche una modalità ecografica dedicata, che sfrutti al meglio gli UCA per monitorare la diffusione del farmaco nei blocchi fasciali.

In Conclusione

Questo studio preliminare ci dice che usare l’UCA a base di perfluoropropano per monitorare la diffusione dell’anestetico locale nei conigli, usando un semplice ecografo 2D, è fattibile e sembra sicuro. Abbiamo ottenuto immagini stabili e ad alto contrasto, e c’è una buona corrispondenza con la diffusione reale del farmaco.
Certo, la strada è ancora lunga, ma è un primo passo promettente. Poter “vedere” meglio dove va l’anestetico potrebbe aiutarci a migliorare l’efficacia dei nostri blocchi, ridurre le dosi di farmaco e, in definitiva, offrire un sollievo dal dolore più mirato e sicuro per i nostri pazienti. E questa, per me, è una prospettiva davvero affascinante!

Fonte: Springer

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