Scatto d'azione dinamico di un gruppo eterogeneo di persone che tagliano il traguardo di una parkrun in un parco del Regno Unito, sorridenti e accaldati, con volontari che applaudono. Fotografia sportiva, teleobiettivo zoom 100-200mm, alta velocità dell'otturatore per congelare il movimento, colori naturali.

Parkrun e Medici di Base: La Ricetta (Gratuita) per la Salute che Funziona (con qualche intoppo!) nel Regno Unito?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero incuriosito e che arriva dritto dritto dal Regno Unito. Sappiamo tutti quanto sia importante muoversi, vero? L’attività fisica è una specie di pozione magica per la nostra salute fisica e mentale. Eppure, diciamocelo, quanti di noi rispettano davvero le famose raccomandazioni dei 150 minuti di attività moderata a settimana? Pochi, troppo pochi! E qui entrano in gioco i nostri medici di base, figure chiave che potrebbero darci quella spintarella giusta. Ma anche loro, poveretti, spesso si scontrano con mille ostacoli: tempo che non basta mai, risorse limitate, a volte poca formazione specifica.

L’Idea Geniale: parkrun practice!

Immaginatevi la scena: è il 2018, nel Regno Unito. Qualcuno ha un’idea tanto semplice quanto brillante: perché non mettere in contatto gli studi medici con le parkrun locali? Cos’è parkrun, vi chiederete? È un’iniziativa fantastica: corse o camminate gratuite di 5 km, organizzate ogni sabato mattina in parchi e spazi verdi, aperte a tutti, senza competizione, solo per il piacere di muoversi insieme. L’obiettivo? Incoraggiare medici, staff degli ambulatori e, ovviamente, i pazienti a diventare più attivi. Nasce così la “parkrun practice initiative”, una sorta di “prescrizione sociale” del movimento, supportata dal Royal College of General Practitioners (RCGP) e da Sport England. Figo, no?

Perché Aderire? Le Motivazioni Dietro le Quinte

Ma cosa spinge uno studio medico, già oberato di lavoro, a buttarsi in questa avventura? Ho dato un’occhiata a uno studio recente che ha intervistato proprio i protagonisti: staff degli studi medici e organizzatori di parkrun in tutto il Regno Unito. E le risposte sono illuminanti!
Le motivazioni principali sono quelle che ci aspetteremmo:

  • Migliorare la salute e il benessere dei pazienti (citato dal 65% degli intervistati negli studi medici!).
  • Migliorare la salute e il benessere dello staff stesso (43%). Perché sì, anche medici e infermieri hanno bisogno di scaricare lo stress e mantenersi in forma!
  • Molti membri dello staff erano già appassionati di parkrun (38.5%) e volevano condividere questa passione.

Ma non finisce qui. C’è anche una forte spinta verso il coinvolgimento della comunità (11%), il desiderio di incontrare pazienti e colleghi fuori dall’ambiente lavorativo, in un contesto più rilassato e socializzante. E, udite udite, un miglioramento del morale dello staff (6%)! Qualcuno ha detto: “è molto socievole e bello incontrarsi tutti fuori dal lavoro con uno scopo – non vediamo l’ora!“. Fantastico, vero? Anche il ruolo promozionale del RCGP (5.5%) ha avuto il suo peso.

Gruppo variegato di persone, diverse età ed etnie, che partecipano a una parkrun in un parco verdeggiante del Regno Unito in una mattina di sole, alcuni corrono, altri camminano, atmosfera comunitaria e inclusiva. Fotografia di reportage, obiettivo zoom 35mm, colori vivaci, luce naturale.

Come Funziona (o Dovrebbe Funzionare) sul Campo?

Ok, l’idea è bella, le motivazioni pure. Ma in pratica, cosa fanno questi “studi parkrun”? Lo studio ha indagato anche questo. Le attività più comuni riportate dallo staff medico sono:

  • Partecipare attivamente alla parkrun locale.
  • Parlare di parkrun con pazienti e colleghi durante le visite o le pause caffè.
  • Condividere materiale informativo: volantini, poster nelle sale d’attesa, link sul sito web dello studio, messaggi sui social media.
  • Organizzare presentazioni o eventi specifici.

Sembra tutto molto attivo, no? Beh, qui emerge una piccola (o grande?) discrepanza. Quando hanno chiesto agli organizzatori delle parkrun cosa vedessero fare dagli studi medici collegati, la percezione era un po’ diversa. A parte il parlare con i pazienti e l’uso dei social media, gli organizzatori tendevano a percepire un livello di attività inferiore rispetto a quanto dichiarato dagli studi. Un “gap di percezione”, come lo chiamano i ricercatori. Forse un problema di comunicazione tra le due parti? Probabile.

I Benefici Percepiti: Una Ventata di Positività

Nonostante le possibili difficoltà di comunicazione, i benefici percepiti sono tanti e importanti. Lo staff medico sente che l’iniziativa ha un impatto positivo su:

  • Salute e benessere dello staff (25%): meno stress, più forma fisica, umore migliore. “Penso sia stato positivo per lo staff e un legame condiviso tra diversi membri del team che di solito non lavorano insieme giorno per giorno“, ha commentato un operatore sanitario.
  • Salute e benessere dei pazienti (23%): più movimento, ma anche benefici sociali per chi magari soffre di solitudine.
  • Coinvolgimento della comunità (14%): sentirsi parte di qualcosa, socializzare, dare visibilità allo studio medico nel quartiere. “Fantastico per aiutare coloro che ci credono a creare comunità, scopo, appartenenza, conversazione, oltre all’esercizio fisico“, ha detto un altro.
  • Morale dello staff (11%): un’attività condivisa fuori dal lavoro che rafforza il team.

Anche gli organizzatori delle parkrun, per la maggior parte (quasi il 40%), vedono un’influenza positiva dell’iniziativa sul loro evento in generale, anche se l’impatto diretto sull’aumento dei partecipanti è più difficile da quantificare (solo il 15% lo nota chiaramente).

Medico di base oberato di lavoro alla sua scrivania in un ambulatorio del Regno Unito, circondato da scartoffie, guarda stancamente l'orologio, simboleggiando la mancanza di tempo come barriera. Ritratto, obiettivo 50mm, profondità di campo ridotta per sfocare lo sfondo, illuminazione d'ufficio leggermente fredda.

Gli Ostacoli sulla Strada: Non è Tutto Rose e Fiori

E veniamo alle note dolenti, perché come in tutte le cose belle, ci sono anche degli ostacoli. E sono simili sia per lo staff medico che per gli organizzatori parkrun:

  • Mancanza di tempo: Ah, il tempo! Il nemico numero uno. Sia gli organizzatori (38%) che lo staff medico (14%) lamentano di non averne abbastanza per dedicarsi all’iniziativa come vorrebbero.
  • Mancanza di coinvolgimento: Questo è un punto cruciale. Gli organizzatori faticano a coinvolgere gli studi medici (22%), mentre all’interno degli studi, chi promuove l’iniziativa fatica a coinvolgere i propri colleghi (30%!). “È così difficile motivare lo staff a partecipare. Molti sono molto sedentari e sovrappeso e non hanno alcun desiderio di cambiare“, confessa un operatore. C’è anche chi fatica a convincere i dirigenti.
  • Impatto del COVID-19: La pandemia ha picchiato duro. Ha aumentato il carico di lavoro, interrotto le parkrun per un periodo, fatto perdere lo slancio all’iniziativa (citato dal 6% dello staff medico). Molti dicono che si sta ancora cercando di recuperare quel momentum perso.
  • Distanza/Accessibilità: A volte la parkrun più vicina non è poi così vicina, né per lo staff (che magari abita lontano dal lavoro) né per i pazienti (10% dello staff medico).
  • Mancanza di consapevolezza/risorse: Gli organizzatori lamentano anche poca consapevolezza dell’iniziativa da parte dello staff medico (15%) e mancanza di risorse o formazione specifica.

Cosa Impariamo? La Strada per il Futuro

Questo studio ci dà un quadro onesto della situazione: l’iniziativa parkrun practice è apprezzata e porta benefici tangibili, soprattutto sul morale e il benessere di chi lavora nella sanità (cosa non da poco di questi tempi!) e sulla comunità. Tuttavia, le barriere sono reali e vanno affrontate.
Cosa suggeriscono i ricercatori per migliorare?

  1. Comunicazione chiara e continua: Bisogna oliare gli ingranaggi tra studi medici e organizzatori parkrun, e anche all’interno degli studi stessi.
  2. Semplicità di implementazione: L’iniziativa deve essere facile da portare avanti, richiedendo il minor tempo possibile a staff e volontari già super impegnati.
  3. Risorse adeguate: Servono supporti concreti (finanziari, formativi, di personale). Magari coinvolgendo di più figure come i “social prescriber” che già esistono nel sistema sanitario britannico.

Mi ha colpito molto il potenziale impatto sul benessere dello staff medico. In un periodo di crisi per la sanità pubblica, iniziative come questa potrebbero essere una piccola, ma significativa, boccata d’ossigeno. E poi, diciamolo, c’è l’effetto “medico attivo, paziente attivo”: se i dottori stessi si muovono e ci credono, sono più convincenti!

Insomma, l’idea di “prescrivere” una corsa o camminata nel parco è affascinante. Ha le sue sfide, certo, ma i benefici sembrano superare gli ostacoli. Chissà che non possa essere d’ispirazione anche qui da noi? Staremo a vedere!

Fonte: Springer

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