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Pandemia e Malattie Metaboliche: Un Cocktail Esplosivo per la Nostra Mente?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, e che credo tocchi le corde di molti di noi, specialmente dopo il terremoto emotivo e sociale che è stata la pandemia di COVID-19. Abbiamo parlato tanto di polmoni, di vaccini, di distanziamento, ma c’è un’eco nascosta di questo periodo che sta emergendo con forza, e riguarda la nostra salute mentale. In particolare, mi sono imbattuto in una ricerca che getta una luce preoccupante su come le persone con malattie metaboliche preesistenti abbiano affrontato, e stiano ancora affrontando, questo periodo.

L’Eco Nascosta della Pandemia sulla Salute Mentale

Partiamo da un dato di fatto: la pandemia ha messo a dura prova i nervi di tutti. Le restrizioni, l’isolamento, la paura del contagio, l’incertezza economica… un mix micidiale. Ma cosa succede quando a questo si aggiunge il fardello di una malattia metabolica come il diabete, l’ipertensione o l’obesità? Beh, pare che la situazione si complichi, e non di poco.

Uno studio recente, pubblicato su una rivista scientifica di tutto rispetto (trovate il link alla fine, come sempre!), ha analizzato i dati di un campione enorme, parliamo di circa 90.580 partecipanti della UK Biobank che avevano contratto il COVID-19 tra il 2020 e il 2022. L’obiettivo? Capire se e come la loro salute mentale fosse cambiata rispetto al periodo pre-pandemico (2016-2017) e quali fattori fossero associati all’insorgenza di nuovi disturbi mentali.

Quando il Corpo Soffre, la Mente Segue a Ruota

E qui, amici, arrivano i dati che fanno riflettere. È emerso chiaramente che avere una malattia metabolica preesistente ha aumentato significativamente il rischio di sviluppare depressione e ansia per la prima volta dopo la pandemia. Facciamo qualche esempio concreto:

  • Chi soffriva di ipertensione ha mostrato un rischio maggiore del 22% di nuova depressione e del 32% di nuova ansia.
  • Per i pazienti con diabete, il rischio di nuova depressione è schizzato a un +80% e quello di nuova ansia a un +66%.
  • L’obesità non è da meno, con un +66% di rischio per la depressione e un +20% per l’ansia.

Questi non sono numeri da poco, eh? Indicano che queste condizioni fisiche rendono le persone particolarmente vulnerabili agli scossoni psicologici portati dalla pandemia. È come se il corpo, già impegnato a gestire uno squilibrio metabolico, avesse meno risorse per far fronte allo stress aggiuntivo.

In generale, lo studio ha osservato un aumento dei punteggi relativi alla depressione (misurati con il questionario PHQ-9) e all’ansia (con il GAD-7) in tutta la popolazione analizzata durante la pandemia. Pensate, un piccolo ma significativo peggioramento che, quando si applica a milioni di persone, diventa un problema di salute pubblica enorme. E, come abbiamo visto, questo peggioramento è stato ancora più marcato in chi già combatteva con diabete, ipertensione o chili di troppo.

Un'immagine concettuale che mostra una silhouette di una testa umana con ingranaggi che simboleggiano i processi mentali, e sullo sfondo elementi grafici stilizzati che rappresentano il diabete (molecola di glucosio), l'ipertensione (un cuore con un misuratore di pressione) e l'obesità (una bilancia). Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing, controlled lighting con colori freddi per la parte 'malattia' e un accenno di colore più caldo per la 'mente' per suggerire speranza o intervento.

Chi Rischia di Più? Identikit dei Più Vulnerabili

Ma non sono solo le malattie metaboliche a giocare un ruolo. La ricerca ha identificato altri fattori di rischio per l’insorgenza di questi disturbi mentali post-pandemia. Ad esempio:

  • Avere meno di 60 anni.
  • Essere di sesso femminile (rischio aumentato del 64% per la depressione!).
  • Essere fumatori (attuali o ex).
  • Svolgere un lavoro che implica turni.

Curiosamente, e qui la cosa si fa intrigante, i punteggi relativi ai disturbi da uso di alcol (AUDIT) sono diminuiti nel tempo. Gli autori suggeriscono che, sebbene all’inizio della pandemia ci potesse essere stato un aumento del consumo di alcol a causa dello stress e dell’isolamento, il periodo successivo, con l’allentamento delle restrizioni e forse una maggiore consapevolezza, potrebbe aver portato a una riduzione complessiva. Una piccola nota positiva in un quadro altrimenti preoccupante.

L’Importanza Vitale dei Legami e della Resilienza

Un altro aspetto fondamentale che emerge dallo studio è il ruolo dell’interazione sociale e della resilienza individuale. Non avere contatti regolari con amici e familiari è stato associato a un rischio quasi triplicato di sviluppare depressione e ansia. E sentirsi spesso “esclusi” o “soli”? Beh, qui i numeri sono impressionanti: un rischio aumentato di 28 volte per la depressione e quasi 16 volte per l’ansia! Fa davvero capire quanto siamo esseri sociali e quanto la solitudine possa erodere il nostro benessere psicologico.

Al contrario, sentirsi “in sintonia” con le persone intorno e avere una buona capacità di riprendersi dagli eventi stressanti (la cosiddetta resilienza) si sono dimostrati fattori protettivi potentissimi. Chi si sentiva connesso e chi riusciva a “rimbalzare” dopo una difficoltà aveva una probabilità significativamente inferiore di sviluppare disturbi mentali.

Questo ci dice una cosa importantissima: coltivare i nostri legami sociali e lavorare sulla nostra capacità di affrontare le avversità non è un lusso, ma una necessità per la nostra salute mentale, specialmente in tempi difficili. E questo vale ancora di più per chi convive con una malattia metabolica, perché, come abbiamo visto, il peggioramento della salute mentale in questi pazienti è stato più rapido e intenso.

Non Solo Nuovi Casi, Ma un Peggioramento Diffuso

È importante sottolineare che lo studio non ha solo guardato ai “nuovi casi” di depressione o ansia, ma anche a come i sintomi siano peggiorati nel tempo. E, ancora una volta, le persone con ipertensione e obesità hanno mostrato un aumento più ripido dei punteggi di depressione (PHQ-9) e ansia (GAD-7) rispetto a chi non aveva queste condizioni. È come se la pandemia avesse premuto l’acceleratore su una vulnerabilità preesistente.

Anche fattori come essere donna, fumatrice, fare lavori su turni, sentirsi soli o avere poca resilienza sono stati associati a un peggioramento più marcato dei sintomi depressivi. Un quadro complesso, dove fattori fisici, sociali e individuali si intrecciano.

Un gruppo diversificato di persone di età e background differenti che interagiscono positivamente in un ambiente comunitario luminoso e accogliente, come un parco o un centro sociale. Alcuni parlano, altri sorridono. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale calda. L'immagine deve trasmettere un senso di supporto, comunità e resilienza.

Perché Dobbiamo Prenderci Cura di Mente e Corpo, Insieme

Cosa ci portiamo a casa da tutto questo? Innanzitutto, la consapevolezza che la pandemia ha lasciato cicatrici profonde sulla salute mentale, e che queste cicatrici potrebbero essere più evidenti e problematiche in chi già affronta una malattia metabolica. Queste persone non solo hanno un rischio maggiore di sviluppare COVID-19 in forma grave, ma sono anche più esposte a un deterioramento della loro salute psicologica.

Questo studio, con i suoi limiti (è basato sulla popolazione del Regno Unito, e l’uso di questionari potrebbe sovrastimare un po’ i disturbi), ha il grande pregio di aver analizzato la situazione su un lungo periodo e su un campione vastissimo. Ci ricorda che mente e corpo sono indissolubilmente legati. Non possiamo pensare di curare il diabete o l’ipertensione ignorando l’aspetto psicologico, né possiamo affrontare la depressione o l’ansia senza considerare lo stato di salute generale del corpo.

La lezione, per me, è chiara: c’è un bisogno urgente di strategie di salute pubblica che tengano conto di questa vulnerabilità. Dobbiamo identificare precocemente chi è a rischio, offrire supporto psicologico mirato, promuovere stili di vita sani che giovino sia al corpo che alla mente, e incentivare quelle connessioni sociali che si sono rivelate un vero e proprio scudo protettivo.

Insomma, prendiamoci cura della nostra salute metabolica, ma non dimentichiamoci mai della nostra testa. E se siete tra coloro che convivono con una di queste patologie, sappiate che non siete soli e che chiedere aiuto per il vostro benessere psicologico è un segno di forza, non di debolezza. La strada per uscire pienamente dalle conseguenze della pandemia è ancora lunga, ma conoscerne gli effetti è il primo passo per affrontarli al meglio.

E voi, come avete vissuto questo periodo? Avete notato cambiamenti nella vostra salute mentale o in quella di persone a voi care con patologie metaboliche? Parliamone!

Fonte: Springer

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