Fotografia ritratto, una donna anziana (circa 70 anni) sorridente e dall'aspetto sano, in abbigliamento sportivo, mentre si riposa un attimo durante un allenamento in una palestra per sole donne. Luce calda e motivante. Obiettivo 50mm, profondità di campo ridotta per sfocare leggermente lo sfondo della palestra. Tonalità duotone calde, tipo seppia e crema.

Palestre per Sole Donne: Un Elixir Segreto Contro la Disabilità?

Ragazze, parliamoci chiaro: invecchiare è un’arte, e mantenerci attive e in salute è la tela su cui dipingiamo i nostri anni migliori. Ma ammettiamolo, non sempre è facile trovare la motivazione o il posto giusto per fare attività fisica, specialmente quando gli anni avanzano. L’inattività fisica, purtroppo, è un problema serio, soprattutto tra noi donne, e contribuisce a un sacco di guai, dalle malattie croniche a una ridotta qualità della vita. Ecco perché mi ha incuriosito tantissimo uno studio recente che ho scovato, proveniente dal Giappone – un paese che, come sapete, sta affrontando l’invecchiamento della popolazione a ritmi record. Questo studio si è concentrato su un fenomeno interessante: le palestre riservate esclusivamente alle donne (Women-Only Fitness Clubs, o WOFC) e il loro potenziale impatto sulla nostra capacità funzionale con l’avanzare dell’età. In particolare, hanno esaminato se frequentare questi club potesse essere associato a un minor rischio di sviluppare disabilità funzionali. E i risultati, ve lo dico, sono piuttosto stuzzicanti!

Perché le Palestre per Sole Donne?

Prima di tuffarci nei risultati, capiamo un attimo il contesto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sprona a fare esercizio regolarmente a tutte le età, ma la realtà è che molte persone anziane, e in particolare le donne, faticano a farlo. Avere accesso a strutture adeguate, accoglienti ed economicamente sostenibili è fondamentale. Qui entrano in gioco le WOFC come “Curves”, la catena giapponese presa in esame dallo studio. Cosa rende speciali questi posti?

  • Offrono un programma strutturato di 30 minuti che combina allenamento di forza, esercizi aerobici e stretching.
  • Sono pensate per essere facilmente accessibili, spesso situate vicino a zone residenziali o commerciali, e non richiedono prenotazione.
  • Mettono l’accento su un coaching attento e sulla comunicazione amichevole, creando un ambiente confortevole anche per chi non si sente un’atleta nata o teme di aver perso forza con l’età.

Insomma, l’idea è rendere l’esercizio un’abitudine piacevole e senza stress. Studi precedenti avevano già collegato i programmi di Curves a benefici come la prevenzione del diabete di tipo 2, il miglioramento della funzione cognitiva e la riduzione del dolore cronico. Ma la domanda chiave rimaneva: frequentare queste palestre aiuta davvero a promuovere un “invecchiamento sano”, inteso come la capacità di mantenere la nostra autonomia e contribuire alla società?

Lo Studio: Metodo e Partecipanti

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno condotto uno studio trasversale, confrontando un gruppo di donne anziane (over 65) iscritte a Curves da almeno un anno e che si allenavano almeno una volta a settimana, con un gruppo di controllo di donne della stessa età che vivevano nella comunità, estratto da un ampio studio nazionale giapponese (il JAGES). Per assicurarsi che il confronto fosse il più equo possibile, hanno usato una tecnica statistica chiamata “propensity score matching”. In pratica, hanno “accoppiato” ogni donna del gruppo Curves con una donna del gruppo di controllo che avesse caratteristiche molto simili per età, istruzione, reddito, stato civile, condizioni di salute preesistenti e altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di disabilità. Alla fine, hanno confrontato i dati di oltre 6000 donne (circa 3000 per gruppo), con un’età media intorno ai 72 anni. La variabile chiave misurata era un punteggio predittivo di disabilità funzionale, sviluppato in Giappone per stimare il rischio di aver bisogno di assistenza a lungo termine entro tre anni. Più alto è il punteggio, maggiore è il rischio.

Fotografia realistica di un gruppo di donne anziane sorridenti (età 65-75) che si allenano in una palestra luminosa e accogliente, riservata alle donne. Alcune usano macchine per la forza, altre fanno stretching. Obiettivo 35mm, luce naturale diffusa, profondità di campo media per mostrare l'ambiente sociale e l'interazione positiva.

I Risultati: Cosa Hanno Scoperto?

Ed eccoci al dunque! Dopo aver bilanciato i gruppi, è emerso che le donne iscritte alle palestre Curves avevano un punteggio medio di rischio di disabilità funzionale significativamente più basso (circa 0,54 punti in meno) rispetto alle donne del gruppo di controllo. Questo risultato si è mantenuto anche quando hanno analizzato sottogruppi specifici, come le donne considerate più “fragili” (con un punteggio di rischio iniziale più alto) o includendo tutte le intervistate, anche quelle iscritte da meno tempo o meno assidue.
Scavando un po’ più a fondo nei componenti del punteggio, hanno notato due differenze interessanti:

  • Tra le frequentatrici delle WOFC c’erano meno donne sottopeso (con BMI inferiore a 18.5).
  • Meno donne del gruppo WOFC avevano ridotto la frequenza delle loro uscite rispetto all’anno precedente.

Questi due fattori – basso peso e ridotta mobilità/socialità – sono noti per essere campanelli d’allarme per un invecchiamento meno sano. Sembra quindi che frequentare queste palestre possa avere un effetto protettivo, non solo sulla forza fisica ma anche su aspetti legati alla nutrizione e all’abitudine a muoversi e uscire di casa.

Non Solo Muscoli: L’Importanza del Benessere Psicosociale

Ma c’è di più. Un’analisi aggiuntiva, condotta solo tra le iscritte a Curves, ha rivelato qualcosa di affascinante sugli effetti a lungo termine. Le donne che erano membre da più tempo (oltre tre anni) riportavano più frequentemente cambiamenti positivi nella loro vita quotidiana, soprattutto a livello psicosociale, rispetto a chi era iscritta da meno di un anno. In particolare, sentivano di avere:

  • Più opportunità di ridere.
  • Più opportunità di parlare con persone al di fuori della famiglia.

Questo suggerisce che l’ambiente della palestra non offre solo benefici fisici, ma funge anche da catalizzatore sociale. La comunicazione amichevole con lo staff e tra le membre, forse facilitata dal fatto di essere in uno spazio “solo donne”, potrebbe promuovere l’interazione sociale e quel senso di benessere che deriva dal sentirsi connesse e dal condividere momenti piacevoli. Ridere insieme, come dimostrano altri studi, contribuisce all’invecchiamento sano! Queste palestre potrebbero quindi funzionare un po’ come quei “luoghi di aggregazione comunitaria” che in Giappone si sono rivelati efficaci nel promuovere la salute e l’interazione sociale tra gli anziani.

Cosa Significa Tutto Questo per Noi?

Questi risultati, seppur preliminari (ricordiamoci che è uno studio trasversale), sono incoraggianti. Suggeriscono che le palestre per sole donne, con i loro programmi specifici e l’ambiente accogliente, potrebbero essere uno strumento prezioso per aiutarci a mantenerci autonome e in salute più a lungo. Potrebbero persino avere un impatto economico, riducendo potenzialmente i costi futuri legati all’assistenza a lungo termine (il punteggio usato nello studio è collegato anche a stime di costo). Questo potrebbe interessare non solo noi singole donne, ma anche i decisori politici e gli investitori privati, magari aprendo la strada a modelli innovativi come il “pay-for-success”, dove si investe in interventi preventivi che generano risparmi futuri.

Macro fotografia di una pagina di un report scientifico aperta sulla sezione 'Risultati', con grafici sfocati sullo sfondo. Focus nitido su parole chiave come 'functional disability' e 'healthy ageing'. Illuminazione controllata da studio, obiettivo macro 90mm, alta definizione per simboleggiare la ricerca scientifica dietro le scoperte sull'invecchiamento sano.

Occhio alle Limitazioni (Siamo Realiste!)

Come in tutte le ricerche, è giusto essere caute. Questo studio ha dei limiti:

  • È trasversale: non può dimostrare un rapporto causa-effetto. Potrebbe essere che le donne già più attive e a minor rischio scelgano di iscriversi a queste palestre (causalità inversa).
  • Discrepanza temporale: i dati dei due gruppi sono stati raccolti in anni diversi (2023 vs 2022), anche se i ricercatori hanno cercato di minimizzare l’impatto.
  • Possibile “bias di sopravvivenza”: le donne intervistate erano spesso iscritte da molto tempo; chi ha abbandonato potrebbe avere caratteristiche diverse.
  • Focus specifico: lo studio riguarda solo donne e una specifica catena di palestre in Giappone. I risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutti i contesti o a palestre miste.

Serviranno quindi studi longitudinali, che seguano le donne nel tempo, per confermare questi risultati e capire meglio i meccanismi in gioco.

In conclusione, però, il messaggio è positivo: creare ambienti accessibili, supportivi e specificamente pensati per le esigenze delle donne anziane sembra dare i suoi frutti, non solo per i muscoli ma anche per lo spirito e le relazioni sociali. Che sia una palestra “solo donne” o un altro tipo di attività, l’importante è trovare il nostro modo per rimanere attive, connesse e protagoniste del nostro benessere, anno dopo anno!

Fonte: Springer

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