Immagine fotorealistica di un 'Gallery Frame Passage Space' (GPS) in un campus universitario, visto dalla prospettiva di uno studente. Il sentiero è avvolto da una rigogliosa vegetazione che forma archi naturali, creando un senso di rifugio e tranquillità. La luce del sole filtra dolcemente attraverso il fogliame. Utilizzare un obiettivo prime da 35mm con una leggera profondità di campo per mettere a fuoco il sentiero e lo studente in lontananza, mantenendo i colori verdi intensi e naturali.

Il Segreto del Benessere nel Campus? Te lo Svelo Io: Attenzione a Dove Cammini!

Amici universitari, e non solo! Vi siete mai chiesti se il semplice atto di camminare per il campus, magari tra una lezione e l’altra, possa influenzare il vostro umore o addirittura il vostro battito cardiaco? Beh, preparatevi a una sorpresa, perché la risposta è un sonoro SÌ! E non parlo di una passeggiata qualsiasi, ma del tipo specifico di “corridoio verde” o sentiero che percorrete.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questo: gli effetti fisiologici e psicologici delle visite a diversi tipi di paesaggi spaziali lineari – in pratica, i percorsi che attraversiamo – all’interno dell’ambiente del campus. E credetemi, i risultati sono più che interessanti, direi quasi illuminanti per chiunque viva o frequenti un’università (o anche solo per chi è curioso di come l’ambiente ci modelli!).

Lo Stress Universitario: Un Nemico Conosciuto

Partiamo da un dato di fatto: la vita da studente universitario, per quanto stimolante, è spesso un bel concentrato di pressioni. Tra esami, lezioni, scadenze e la ricerca del futuro impiego, non è raro sentirsi un po’ giù, tesi, stanchi o addirittura ansiosi. Pensate che l’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala un aumento della depressione tra i giovani, e dati recenti dalla Cina, dove è stato condotto lo studio, indicano che circa un quarto degli studenti universitari mostra sintomi depressivi. Durante la pandemia, poi, la situazione si è acuita, con quarantene e restrizioni che hanno pesato non poco sul benessere emotivo.

Promuovere la salute fisica e mentale degli studenti è quindi una priorità assoluta. E se vi dicessi che una delle chiavi potrebbe essere proprio sotto i nostri piedi, nel design dei percorsi del campus?

La Natura come Terapia: Non Solo Parchi, Ma Anche Sentieri!

Sappiamo da tempo che gli spazi verdi urbani fanno un gran bene alla nostra salute. Ma la ricerca si sta spingendo oltre, analizzando nel dettaglio quali tipi di verde e come sono configurati. Questo studio si è concentrato su un aspetto spesso trascurato: i paesaggi lineari, come i viali, i sentieri lungo l’acqua o i passaggi coperti da vegetazione. Sono spazi che usiamo continuamente per spostarci, ma raramente pensiamo al loro impatto sul nostro benessere.

L’idea di fondo è che non tutti i sentieri sono uguali. Un viale alberato è diverso da un sentiero vicino a un fiume, che a sua volta è diverso da un passaggio incorniciato da piante o, ahimè, da un semplice vialetto asfaltato accanto alle auto.

L’Esperimento: Mettiamo alla Prova i Sentieri del Campus

I ricercatori hanno coinvolto un gruppo di studenti (età media 20 anni) e li hanno fatti “visitare” per 15 minuti cinque diversi tipi di percorsi lineari all’interno del campus della Xi’an Polytechnic University in Cina:

  • Avenue passage space (APS): un classico viale alberato.
  • Gallery frame passage space (GPS): un passaggio incorniciato da strutture e molta vegetazione, quasi un tunnel verde.
  • Waterfront road passage space (WPS): un percorso lungo un corso d’acqua.
  • Driveway passage space (DPS): un viale carrabile, con meno elementi naturali e più “duri”.
  • Indoor corridor passage space (IPS): un corridoio interno, usato come gruppo di controllo.

Prima e dopo ogni “visita”, agli studenti sono stati misurati parametri fisiologici come la frequenza cardiaca (HR), la pressione sanguigna sistolica (SBP) e diastolica (DBP). Inoltre, hanno compilato questionari per valutare il loro stato d’animo (tramite il POMS – Profile of Mood States), i livelli d’ansia (STAI – State-Trait Anxiety Inventory) e la percezione del potenziale rigenerativo del luogo (PRS – Perceived Restorative Scale).

Fotografia realistica di uno studente universitario che cammina rilassato lungo un sentiero GPS (Gallery Frame Passage Space) nel campus, caratterizzato da una fitta vegetazione che forma una sorta di tunnel verde, con luce solare che filtra attraverso le foglie. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo, colori naturali vividi.

L’obiettivo? Capire se e come questi diversi ambienti influenzassero corpo e mente.

I Risultati Parlano Chiaro: Non Tutti i Percorsi Portano alla Calma

Ebbene sì, i risultati sono stati sorprendenti! Dopo aver passeggiato nei percorsi APS (viale alberato), GPS (passaggio a galleria verde) e WPS (lungo l’acqua), i livelli di pressione sanguigna (SBP e DBP) e la frequenza cardiaca degli studenti sono significativamente diminuiti. Un chiaro segno di rilassamento fisiologico!

Al contrario, nel DPS (viale carrabile), la frequenza cardiaca è addirittura aumentata, e come c’era da aspettarsi, anche nel corridoio interno (IPS) non si sono visti miglioramenti significativi, anzi, per alcuni parametri c’è stato un peggioramento.

Ma non è finita qui. Anche dal punto di vista psicologico, i cambiamenti sono stati notevoli:

  • I punteggi relativi a stati d’animo negativi come rabbia-ostilità, fatica-inerzia, tensione-ansia, confusione-smarrimento e depressione-sconforto (misurati con il POMS) sono diminuiti significativamente dopo la visita ai percorsi “verdi” (APS, GPS, WPS).
  • Allo stesso tempo, il punteggio relativo al vigore-attività è aumentato! Gli studenti si sentivano più energici.
  • I livelli di ansia (misurati con lo STAI) si sono ridotti, e la percezione di recupero psicologico (PRS) è stata elevata, specialmente per alcuni percorsi.

E il vincitore assoluto? Il Gallery frame passage space (GPS), il passaggio incorniciato dalla vegetazione, è quello che ha mostrato i cambiamenti più marcati e positivi in quasi tutti gli indici misurati. Sembra che sentirsi avvolti e protetti dalla natura, anche in un semplice percorso, faccia miracoli!

Perché Alcuni Sentieri Funzionano Meglio di Altri?

Viene da chiedersi: cosa rende il GPS così speciale? Secondo lo studio, la chiave sta nella combinazione di elementi paesaggistici abbondanti, caratteristiche di sicurezza e senso di rifugio. Un ambiente con vegetazione densa crea microambienti riparati e sicuri, che favoriscono il rilassamento.

Il WPS (lungo l’acqua) combina gli elementi botanici con i benefici noti degli “spazi blu” (la vicinanza all’acqua), offrendo stimoli visivi ampi e rilassanti. L’APS (viale alberato) offre arrangiamenti arborei semi-privati. Al contrario, il DPS (viale carrabile), con il suo paesaggio monotono e “duro”, ha suscitato risposte meno positive.

È interessante notare che i percorsi APS e GPS hanno ottenuto punteggi elevati nelle dimensioni della Perceived Restorative Scale (PRS) relative al “sentirsi via” (being away – cioè la sensazione di essere in un ambiente diverso dalla routine quotidiana) e alla “fascinazione” (fascination – cioè il coinvolgimento estetico intrinseco). Questo suggerisce che i paesaggi lineari semi-chiusi con un elevato appeal sensoriale sono quelli che attraggono di più e meglio gli studenti.

Rispetto al gruppo di controllo, il corridoio interno (IPS), che presentava esclusivamente elementi artificiali, ha mostrato un aumento degli indici fisiologici di stress e degli stati d’animo negativi. Questo rafforza l’idea che attraversare spazi verdi nel campus influenzi positivamente il recupero psico-fisiologico rispetto agli ambienti interni.

Veduta grandangolare di un sentiero WPS (Waterfront Road Passage Space) in un campus universitario, con studenti che passeggiano accanto a un corso d'acqua sereno, circondati da alberi e panchine. Obiettivo grandangolare 10-24mm, messa a fuoco nitida, luce pomeridiana dorata.

Cosa Ci Insegna Questo Studio (E Cosa Possiamo Fare)?

Questo studio, amici, è una piccola perla. Ci dice che anche un breve programma di “visita del paesaggio” può indurre cambiamenti notevoli negli indicatori fisiologici e psicologici degli studenti. E, cosa fondamentale, non tutti i paesaggi lineari sono uguali nel loro effetto benefico.

Le implicazioni pratiche sono enormi. Amministratori di campus e architetti del paesaggio dovrebbero prestare molta più attenzione alla progettazione di questi spazi. Non si tratta solo di creare percorsi funzionali per andare da A a B, ma di disegnare veri e propri corridoi di benessere. In particolare, i risultati suggeriscono di dare priorità ai Gallery frame passage space (GPS), curandone la pulizia, la manutenzione delle sedute e delle strutture, e ottimizzando la stratificazione e la disposizione delle specie vegetali per creare ambienti visivamente attraenti e salutari.

Certo, lo studio ha le sue limitazioni, come il fatto che ogni partecipante ha visitato i luoghi solo una volta e in una singola stagione, o l’assenza di variabili socio-economiche. Future ricerche potrebbero esplorare come il tempo trascorso in questi spazi influenzi i benefici, se visite regolari producano effetti cumulativi, o se ci siano differenze tra studenti di diverse discipline o background culturali.

Ma il messaggio principale è forte e chiaro: l’esposizione a paesaggi spaziali lineari, specialmente quelli ricchi di elementi naturali, sicuri e riparati come il GPS, ha un potenziale terapeutico notevole. Può migliorare le funzioni fisiologiche e rappresentare un’efficace strategia di rilassamento psicologico per noi studenti.

Quindi, la prossima volta che camminate per il campus, fateci caso! Scegliete il percorso più verde, quello che vi fa sentire più “avvolti” e sereni. Potrebbe fare una differenza più grande di quanto pensiate per il vostro benessere quotidiano. E chissà, magari potremmo iniziare a chiedere campus più verdi e pensati per la nostra salute, non solo per la nostra formazione!

Insomma, ragazzi, la natura è una potente alleata, anche nelle forme più semplici e lineari di un sentiero universitario. Sfruttiamola!

Fonte: Springer

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