Trota Iridea Sotto Stress? Scopri l’Ossigeno Giusto per un Trasporto Senza Danni!
Ciao a tutti, appassionati di acquacoltura, biologia e del benessere dei nostri amici pinnuti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che riguarda uno dei pesci più allevati al mondo: la splendida trota iridea (Oncorhynchus mykiss). Parliamo di un vero campione globale, presente ovunque tranne che in Antartide, con una produzione che sfiora le 850.000 tonnellate annue. Mica male, eh?
Ma c’è un momento critico nella vita di queste trote (e nell’acquacoltura in generale): il trasferimento. Che sia per venderle, per migliorare la qualità dell’acqua dove vivono, o per spostare i giovani esemplari verso il mare per diventare salmoni, spostare i pesci è una necessità. Ed è proprio qui che casca l’asino, o meglio, la trota!
Il Dramma Nascosto del Trasporto: Lo Stress
Immaginatevi: venire presi, messi in spazi ristretti (le vasche di trasporto), sballottati per ore… non proprio una passeggiata di salute, vero? Per i pesci, queste operazioni sono una fonte enorme di stress. E lo stress, amici miei, non è solo una brutta sensazione. Ha conseguenze fisiologiche ben precise:
- Rilascio di ormoni come catecolamine e corticosteroidi (il famoso cortisolo!).
- Aumento del glucosio nel sangue (un po’ come quando noi ci agitiamo).
- Danni da stress ossidativo: le cellule del pesce, bombardate da molecole reattive (i famosi ROS, specie reattive dell’ossigeno), iniziano a “danneggiarsi”.
- Soppressione del sistema immunitario, rendendo i pesci più vulnerabili alle malattie.
Insomma, un pesce stressato è un pesce che soffre e che rischia di non farcela. Per ridurre questi effetti negativi, in acquacoltura si usano vari trucchi, come aggiungere sedativi (isoeugenolo) o sale all’acqua di trasporto. Ma c’è un fattore ancora più fondamentale: l’ossigeno disciolto.
Ossigeno: Né Troppo, Né Troppo Poco. La Sfida dell’Equilibrio
Sembra ovvio: i pesci respirano ossigeno dall’acqua, quindi più ce n’è, meglio è, giusto? E invece no! Qui sta il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista). Certo, troppo poco ossigeno (ipossia) porta alla morte per soffocamento, e questo lo sappiamo. Ma anche troppo ossigeno (iperossia), una condizione spesso creata artificialmente nelle vasche di trasporto con ossigeno puro per “stare sicuri”, può essere dannoso.
L’iperossia, infatti, può causare problemi come l’acidosi respiratoria e, udite udite, aumentare la produzione di quei ROS di cui parlavamo prima, generando stress ossidativo! È un paradosso: cerchiamo di aiutarli dando più ossigeno e rischiamo di stressarli ulteriormente. Aggiungete poi che durante il carico e il trasporto i pesci si agitano, consumano più ossigeno, producono più CO2 (che abbassa il pH dell’acqua) e acido lattico nei muscoli… un vero cocktail micidiale!
La Nostra Indagine: Alla Ricerca dell’Ossigeno Perfetto
Di fronte a questa situazione, con pratiche di trasporto che spesso puntano all’iperossia, ci siamo chiesti: qual è davvero la concentrazione di ossigeno ottimale per trasportare le trote iridee adulte minimizzando stress e danni?
Per scoprirlo, abbiamo condotto uno studio mirato. Abbiamo preso un bel gruppo di trote iridee adulte (circa 350-400g), allevate in un bacino idrico (il Kürtün Reservoir, in Turchia), e le abbiamo preparate per un viaggio di 4 ore. Le abbiamo divise in 5 gruppi:
- Controllo: Pesci analizzati prima del trasferimento, nelle condizioni del lago (circa 8 mg/L di ossigeno).
- Gruppo 1 (Ipossia): Trasportati con 6 mg/L di ossigeno.
- Gruppo 2 (Normossia bassa): Trasportati con 8 mg/L di ossigeno (simile al loro ambiente naturale).
- Gruppo 3 (Normossia alta): Trasportati con 10 mg/L di ossigeno.
- Gruppo 4 (Iperossia): Trasportati con >30 mg/L di ossigeno (la pratica comune in molti allevamenti).
Dopo il viaggio, abbiamo prelevato campioni di sangue e tessuto muscolare da ogni gruppo e siamo andati a vedere cosa era successo a livello biochimico e di stress ossidativo. Abbiamo misurato un sacco di parametri: enzimi antiossidanti come GSH-Px e SOD, indicatori di danno cellulare come MDA (malondialdeide, un prodotto della perossidazione lipidica) e LDH (lattato deidrogenasi), lo stato ossidante/antiossidante totale (TOS e TAS) e il loro rapporto (l’Indice di Stress Ossidativo – OSI), il cortisolo (l’ormone dello stress), il glucosio, e altri metaboliti come urea, acido urico, creatinina, calcio e magnesio. Un check-up completo!
I Risultati: Sorprese e Conferme
Ebbene, i risultati sono stati illuminanti!
Prima di tutto, abbiamo confermato che il trasferimento in sé causa stress ossidativo. Ma la cosa più interessante è stata confrontare i diversi livelli di ossigeno.
Ipossia (6 mg/L) e Iperossia (>30 mg/L): Due Facce della Stessa Medaglia (Negativa)
Sia i pesci trasportati con poco ossigeno che quelli trasportati con ossigeno altissimo hanno mostrato segni evidenti di difficoltà.
- In entrambi i casi, i livelli di ROS sembravano aumentati.
- I meccanismi di difesa antiossidante erano in difficoltà. Nel gruppo ipossico (Gruppo 1), l’attività dell’enzima GSH-Px era significativamente più bassa rispetto al controllo. Nel gruppo iperossico (Gruppo 4), lo stato antiossidante totale (TAS) nel siero era basso e l’Indice di Stress Ossidativo (OSI) era il più alto di tutti! Questo indica uno squilibrio netto verso lo stress ossidativo.
- Anche i livelli di glucosio nel siero erano più alti in tutti i gruppi trasferiti rispetto al controllo, ma erano significativamente più elevati nel gruppo iperossico, suggerendo uno stress metabolico prolungato.
- L’attività dell’enzima LDH, legato al metabolismo energetico e al possibile danno tissutale, aumentava con l’aumentare dell’ossigeno, raggiungendo livelli altissimi nel gruppo iperossico.
In pratica, sia la carenza che l’eccesso di ossigeno mandano in tilt il sistema, sopprimono le difese naturali del pesce e causano stress.
La Via di Mezzo: La Normossia Vince, Soprattutto a 10 mg/L!
E i gruppi trasportati in condizioni normossiche (8 e 10 mg/L)? Qui le cose andavano decisamente meglio! In particolare, il Gruppo 3 (10 mg/L) è emerso come il migliore.
- Questo gruppo ha mostrato una risposta antiossidante più robusta: l’attività degli enzimi chiave GSH-Px e SOD nel siero era più alta rispetto agli altri gruppi di trasferimento.
- Nel tessuto muscolare, i livelli di MDA (l’indicatore di danno lipidico) erano significativamente più bassi in questo gruppo rispetto agli altri.
- Anche se lo stress c’era (il glucosio era comunque più alto del controllo), il sistema sembrava gestire meglio la situazione, mantenendo un equilibrio ossidativo più favorevole rispetto alle condizioni estreme di ipossia e iperossia.
- I livelli di calcio nel siero, che tendevano ad aumentare negli altri gruppi trasferiti (possibile segno di squilibrio), rimanevano simili al controllo nel gruppo a 10 mg/L.
Il gruppo a 8 mg/L (Gruppo 2) si è comportato meglio dei gruppi estremi, ma non così bene come quello a 10 mg/L su diversi parametri chiave, come l’attività degli enzimi antiossidanti e i livelli di MDA muscolare.
Cosa Significa Tutto Questo per l’Acquacoltura?
Questi risultati ci dicono una cosa fondamentale: la pratica comune di “pompare” ossigeno a livelli altissimi (>30 mg/L) durante il trasporto delle trote, pensando di fare loro un favore, potrebbe in realtà essere controproducente. L’iperossia induce uno stress ossidativo significativo, forse anche peggiore dell’ipossia moderata (anche se l’ipossia grave resta ovviamente letale).
La condizione ottimale che abbiamo identificato, 10 mg/L di ossigeno disciolto, rappresenta un equilibrio ideale. Fornisce abbastanza ossigeno per sostenere il metabolismo del pesce durante lo stress del trasporto, ma senza raggiungere livelli eccessivi che sovraccaricano e danneggiano i sistemi antiossidanti cellulari.
Mantenere livelli di ossigeno adeguati e controllati (intorno ai 10 mg/L) durante il trasporto è cruciale per ridurre lo stress fisiologico, minimizzare i danni ai tessuti e, in definitiva, migliorare il benessere e la sopravvivenza delle trote iridee. Questo non solo è importante dal punto di vista etico (benessere animale), ma ha anche un impatto economico diretto per gli allevatori, riducendo le perdite post-trasporto e garantendo pesci più sani e robusti.
In Conclusione: Ascoltiamo i Pesci!
La nostra ricerca suggerisce fortemente di riconsiderare le pratiche attuali di gestione dell’ossigeno durante il trasporto dei pesci. Non basta evitare l’ipossia; bisogna anche evitare l’iperossia. C’è una “finestra” ottimale, e per la trota iridea adulta sembra essere intorno ai 10 mg/L.
Questo studio è un piccolo passo, ma speriamo contribuisca a migliorare le procedure di trasferimento, rendendole meno stressanti e più sicure per questi magnifici animali. Perché un’acquacoltura sostenibile e di qualità passa anche, e soprattutto, dal rispetto e dalla cura del benessere dei pesci. E voi, cosa ne pensate? Avete esperienze simili? Parliamone!
Fonte: Springer