Monsone Asiatico: Decifrarlo con Vettori e Angoli Segreti!
Ragazzi, parliamo di qualcosa di affascinante e potente: i monsoni! In particolare, voglio portarvi con me alla scoperta del Monsone Estivo dell’Asia Orientale (EASM). Sapete, quel fenomeno climatico pazzesco che detta legge sulle piogge estive in Cina orientale, Giappone, Corea e dintorni. È un gigante che sposta umidità da lontano, dall’Oceano Indiano e dalle zone indonesiane, influenzando la vita e l’economia di milioni di persone.
Il Cuore Pulsante delle Piogge Estive: La Fascia Meiyu–Changma–Baiu
Avete mai sentito parlare della fascia di pioggia Meiyu–Changma–Baiu? È strettamente legata all’EASM. Immaginate una sorta di “nastro trasportatore” di pioggia che attraversa queste regioni. Eventi estremi, come le piogge torrenziali del Meiyu nel 2020, ci ricordano quanto sia cruciale capire questo sistema. La sua variabilità dipende da un sacco di fattori: El Niño (ENSO), l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO), il riscaldamento globale, eruzioni vulcaniche, e persino cose più “esotiche” come l’andamento dei venti nell’emisfero sud o la copertura nevosa sull’altopiano tibetano. Insomma, un vero rompicapo climatico!
La Sfida: Misurare il Monsone
Per studiare un fenomeno così complesso, abbiamo bisogno di “misurarlo”. Gli scienziati hanno sviluppato diversi indici nel tempo, basati su differenze di pressione, venti a diverse quote, vorticità… un po’ di tutto. Questi indici cercano di catturare diversi aspetti del monsone. Pensate a indici basati sul contrasto termico tra terra e mare, o sulla forza dei venti da sud-ovest. C’è persino un indice che guarda alla “stagionalità dinamica normalizzata” (DNS), che cerca di cogliere l’essenza del monsone: l’inversione stagionale dei venti.
Però, c’è un “ma”. Molti di questi indici, anche quelli considerati molto validi, sembrano perdere un po’ di smalto col passare del tempo. Le correlazioni con le piogge, che magari erano fortissime all’inizio, tendono a indebolirsi. Ad esempio, alcuni indici famosi (come LZI, WFI, ZTCI) mostravano correlazioni intorno a -0.6 con le piogge Meiyu nei loro periodi di studio originali, ma ora questi valori sono scesi sotto -0.5. Questo ci dice che il monsone è una bestia complessa e in continua evoluzione, e forse ci serve un approccio nuovo per capirlo davvero a fondo.
Una Nuova Prospettiva: L’Asse del Monsone e le Coordinate Monsoniche
Ed è qui che entriamo in gioco noi, con un’idea fresca! Abbiamo pensato: e se guardassimo al vento monsonico non solo in termini assoluti, ma in relazione alla sua direzione “tipica”, quella prevalente? Abbiamo introdotto il concetto di “asse del monsone”. Immaginate di trovarvi in un punto: l’asse del monsone punta nella direzione in cui soffia il vento medio estivo in quel punto (il vento climatologico). Poi, creiamo un sistema di coordinate locale: un asse segue il vento prevalente (lo chiamiamo τ), e un altro è perpendicolare, puntando verso sinistra (lo chiamiamo n). Questo sistema, che chiamiamo coordinate monsoniche, ci permette di confrontare i monsoni in luoghi diversi in modo più omogeneo.
I Nuovi Protagonisti: MVP e DA
Dentro questo nuovo sistema, abbiamo definito due nuovi concetti chiave:
- Proiezione Vettoriale del Monsone (MVP – Monsoon Vector Projection): Misura quanto è forte il vento di un dato anno *lungo la direzione dell’asse del monsone* (cioè, lungo la direzione prevalente). Se la proiezione (V*) è maggiore della forza media del vento (V̄), allora il monsone di quell’anno è più forte del normale in quella direzione. Definiamo anche l’anomalia MVP (MVPa = V* – V̄) per vedere proprio questa differenza.
- Angolo Diretto (DA – Directed Angle): Misura di quanto il vento di un dato anno devia, verso sinistra o verso destra, rispetto all’asse del monsone (cioè, rispetto alla direzione prevalente). Un angolo positivo (θ > 0) significa una deviazione a sinistra (antioraria), un angolo negativo (θ < 0) una deviazione a destra (oraria). Questo concetto non è nuovissimo, ma noi lo usiamo per catturare specificamente questa deviazione direzionale anno per anno.
Perché Questi Nuovi Indici Funzionano Meglio?
Abbiamo definito due indici basati su queste idee, calcolando le anomalie medie di MVPa e DAa (anomalie dell’Angolo Diretto) su specifiche aree della Cina:
- Indice MVP (MVPI): Basato sulla differenza di MVPa tra una regione meridionale (S) e una settentrionale (N).
- Indice DA (DAI): Basato sulla differenza di DAa tra una regione settentrionale e una meridionale.
E qui viene il bello! Abbiamo confrontato questi nuovi indici con le precipitazioni estive (JJA) nell’area chiave del Meiyu (usando un indice chiamato PIMLYR, basato su 12 stazioni meteo) per un lungo periodo (1951-2023). I risultati sono stati sorprendenti:
- La correlazione tra PIMLYR e MVPI è altissima: 0.76!
- La correlazione tra PIMLYR e DAI è anch’essa molto forte: 0.62!
Questi valori sono nettamente superiori a quelli ottenuti con gli indici precedenti (LZI: 0.45, WFI: 0.49, ZTCI: 0.44). In pratica, il nostro MVPI spiega circa il 58% della variabilità delle piogge Meiyu, e il DAI ne spiega il 38%, molto più del 20-24% spiegato dagli altri indici.
Non solo: anche la “coerenza di segno” è migliore. L’MVPI “azzecca” il segno (più o meno pioggia rispetto alla media) nel 78% dei casi, e il DAI addirittura nell’81% dei casi, contro il 60-68% degli altri indici. Sembra proprio che MVPI e DAI catturino meglio l’essenza della variabilità del monsone e il suo legame con le piogge.
Il Dipolo Nord-Sud e la Fascia Meiyu
Guardando le mappe di correlazione spaziale, abbiamo visto un’altra cosa interessante. Sia MVPI che DAI mostrano una forte correlazione positiva con le piogge nella fascia Meiyu, ma una correlazione negativa significativa con le piogge nel nord della Cina. Questo disegna un chiaro schema a dipolo nord-sud: quando il monsone è forte (MVPI positivo) e c’è una certa configurazione di deviazione angolare (DAI positivo), piove di più al sud (Meiyu) e di meno al nord. Il contrario accade con monsoni deboli. Questo schema a dipolo, ben noto agli studiosi, è catturato molto più chiaramente dai nostri nuovi indici rispetto a quelli vecchi. Inoltre, MVPI e DAI riescono a delineare l’intera fascia di pioggia Meiyu–Changma–Baiu, anche sulle aree oceaniche, in modo più completo.
Cosa Succede negli Anni di Monsone Forte vs Debole?
Abbiamo analizzato gli anni “tipici” di monsone forte e debole, usando l’MVPI come riferimento.
Negli anni forti:
- Il monsone si intensifica nel sud della Cina e aree limitrofe.
- Il monsone si indebolisce nel nord.
- Si crea una forte convergenza lungo il fronte del Meiyu.
- L’analisi del DA mostra una deviazione a destra nel sud e a sinistra nel nord, creando una forbice ciclonica anomala proprio sulla fascia Meiyu.
Questa combinazione (convergenza + shear ciclonico) pompa umidità e favorisce le piogge intense nella zona Meiyu, mentre il nord rimane più secco. Abbiamo identificato anche tre percorsi principali di trasporto dell’umidità che convergono sulla zona.
Negli anni deboli, avviene il contrario:
- Monsone più debole al sud, più forte al nord.
- Divergenza sulla fascia Meiyu.
- Deviazione angolare opposta, che crea una forbice anticiclonica anomala.
Risultato: meno piogge nella fascia Meiyu, più piogge (potenzialmente) al nord. È interessante notare che la coerenza tra MVPI, DAI e piogge PIMLYR in questi anni estremi è del 100%!
Il Ruolo della Circolazione Atmosferica: WPSH e Teleconnessioni
Questi cambiamenti non avvengono nel vuoto. Sono legati a variazioni su larga scala. L’Anticiclone Subtropicale del Pacifico Occidentale (WPSH) gioca un ruolo chiave:
- Negli anni forti, il WPSH si estende più a ovest e la sua cresta si sposta a sud.
- Negli anni deboli, si ritira verso est e la cresta si sposta a nord.
Questi spostamenti influenzano direttamente i venti e il trasporto di umidità. La configurazione delle anomalie di pressione e vento negli anni forti (anticiclone anomalo sul WNP, ciclone anomalo sul Mar Giallo) spiega perfettamente l’intensificazione/deviazione dei venti e la formazione dello shear ciclonico sul Meiyu. Negli anni deboli, la configurazione è invertita.
Queste anomalie non sono isolate, ma fanno parte di schemi di circolazione su scala planetaria, le cosiddette teleconnessioni. In particolare, abbiamo visto che la configurazione osservata è una chiara manifestazione della Teleconnessione Indo-Asiatica-Pacifica (IAP), un pattern che collega l’Oceano Indiano, l’Asia, il Pacifico e si estende fino all’Atlantico e all’Africa occidentale! Questa teleconnessione sembra avere una struttura più inclinata verticalmente (baroclina) negli anni forti e più verticale (barotropica) negli anni deboli.
Un Nuovo Strumento per Seguire le Onde: Il Flusso WRF
Per visualizzare meglio come l’energia si propaga lungo queste teleconnessioni (che sono essenzialmente treni di onde atmosferiche, le onde di Rossby), abbiamo introdotto un altro concetto nuovo: il Flusso del Raggio dell’Onda di Rossby (WRF – Rossby Wave Ray Flux). È un modo per rappresentare vettorialmente l’attività e la direzione di propagazione di queste onde. Usando il WRF, abbiamo potuto “vedere” il percorso della teleconnessione IAP in modo molto chiaro, confermando le differenze tra anni forti e deboli. Il WRF sembra uno strumento promettente per diagnosticare l’attività locale e la propagazione di queste onde su larga scala.
Conclusioni e Prospettive Future
Insomma, questo nuovo approccio basato sul sistema di coordinate monsoniche, con gli indici MVPI (per l’intensità) e DAI (per la direzione), sembra offrirci una lente molto più potente per osservare e quantificare il Monsone Estivo dell’Asia Orientale. Catturano meglio la sua variabilità, il legame con le piogge Meiyu e lo schema a dipolo nord-sud.
Inoltre, ci aiutano a capire meglio le dinamiche associate agli anni forti e deboli, collegandole a fenomeni su larga scala come il WPSH e la teleconnessione IAP. E il nuovo strumento WRF apre strade interessanti per studiare la propagazione dell’energia atmosferica.
Cosa ci riserva il futuro? Beh, questo sistema di coordinate monsoniche potrebbe essere esteso ad altre regioni monsoniche del pianeta! E chissà, forse integrare queste metodologie nei modelli climatici potrebbe aiutarci a prevedere meglio questi fenomeni così impattanti. La ricerca continua, e decifrare i segreti dei monsoni è una sfida che vale assolutamente la pena affrontare!
Fonte: Springer