Neuroblastoma e Immunoterapia: Perché Togliere TIGIT dalle Cellule CAR-NK Potrebbe Non Bastare?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente affascinante che sta succedendo nel mondo della ricerca contro il cancro, in particolare contro il neuroblastoma. Sapete, il neuroblastoma è il tumore solido extracranico più comune nei bambini e, purtroppo, per le forme ad alto rischio la strada è ancora in salita, con tassi di sopravvivenza che devono assolutamente migliorare.
La Sfida del Neuroblastoma e le Terapie Attuali
Attualmente, una delle armi a nostra disposizione è l’immunoterapia con anticorpi monoclonali come il Dinutuximab, che prende di mira una molecola chiamata GD2 sulla superficie delle cellule tumorali. Funziona, eh, non fraintendetemi, tanto da essere diventata uno standard terapeutico. Però, ha i suoi limiti e può causare effetti collaterali pesanti, come il dolore neuropatico.
Recentemente, si è affacciata una nuova strategia: le cellule T modificate con un CAR (Chimeric Antigen Receptor) diretto contro GD2. I risultati sono promettenti, specialmente nei casi di recidiva o malattia refrattaria, con un miglioramento significativo della sopravvivenza e, cosa non da poco, senza gli stessi effetti collaterali del Dinutuximab. Ma noi ricercatori siamo fatti così, vogliamo sempre fare di più, capire meglio come potenziare queste terapie.
Il Microambiente Tumorale e i Checkpoint Immunitari
Uno dei problemi principali è che i tumori sono furbi. Creano attorno a sé un ambiente che “spegne” il nostro sistema immunitario. Come? Usando dei “freni” molecolari, i cosiddetti checkpoint immunitari (IC). Immaginate le cellule immunitarie come auto da corsa pronte a scattare contro il tumore; i checkpoint sono come dei pedali del freno che il tumore impara a premere per bloccarle.
Negli ultimi anni, abbiamo sviluppato farmaci (gli inibitori dei checkpoint immunitari) che bloccano questi freni, come quelli contro CTLA-4 o PD-1/PD-L1, permettendo al sistema immunitario di riattivarsi. Funzionano alla grande per molti tipi di cancro, ma non per tutti. Ecco perché siamo sempre alla ricerca di nuovi “freni” da sbloccare.
L’Asse PVR/PVRL2-TIGIT: Un Nuovo Bersaglio?
Recentemente, i riflettori si sono accesi su un altro asse di checkpoint: quello che coinvolge le molecole PVR (CD155) e PVRL2 (CD112) sulle cellule tumorali e il recettore TIGIT sulle cellule immunitarie (come le cellule T e le cellule Natural Killer, o NK). Quando TIGIT si lega a PVR o PVRL2, invia un segnale “stop” alla cellula immunitaria. Bloccare questa interazione potrebbe essere una nuova strategia, e alcuni studi suggeriscono che sia rilevante anche nel neuroblastoma.
Le cellule NK sono particolarmente interessanti. Fanno parte della nostra immunità innata, sono rapide e non hanno bisogno di una presentazione specifica dell’antigene per attaccare le cellule tumorali. Possiamo anche “armarle” con un CAR, creando le cellule CAR-NK, che sono già in sperimentazione clinica. Rispetto alle cellule T CAR, le cellule NK hanno alcuni vantaggi potenziali, e si può usare una linea cellulare stabile, la NK-92, che semplifica molto le cose.
Il Nostro Studio: Cosa Abbiamo Fatto?
Nel nostro lavoro, abbiamo voluto vederci chiaro sull’asse PVR/PVRL2-TIGIT nel neuroblastoma.
Ecco i passi principali:
- Abbiamo analizzato dati di espressione genica (RNA-Seq) da linee cellulari di neuroblastoma e da campioni di pazienti.
- Abbiamo verificato l’espressione delle proteine PVR e PVRL2 sulla superficie di diverse linee cellulari di neuroblastoma.
- Abbiamo usato la tecnica CRISPR/Cas9 (le famose “forbici molecolari”) per eliminare (fare un “knockout”) PVR e PVRL2 dalle cellule di neuroblastoma.
- Abbiamo fatto lo stesso per eliminare TIGIT dalle cellule NK-92.
- Infine, abbiamo combinato il tutto: abbiamo creato cellule NK-92 con il CAR anti-GD2 (GD2-CAR NK-92) e abbiamo anche eliminato TIGIT da queste cellule super-potenziate (TIGIT-/-GD2-CAR NK-92).
- Abbiamo testato in laboratorio quanto efficacemente le diverse versioni di cellule NK-92 riuscissero a uccidere le cellule di neuroblastoma.

I Risultati: Sorprese e Conferme
Cosa abbiamo scoperto? Beh, alcune cose interessanti e qualche sorpresa.
1. PVR e PVRL2 nel Neuroblastoma: Abbiamo confermato che PVR e PVRL2 sono spesso espressi sulle cellule di neuroblastoma. Analizzando i dati dei pazienti, abbiamo visto che un’alta espressione di PVR è correlata a una prognosi peggiore (minor sopravvivenza libera da eventi). Per PVRL2, la correlazione era meno netta ma tendeva nella stessa direzione per la sopravvivenza libera da eventi. Questo suggerisce che queste molecole giocano effettivamente un ruolo nella malattia.
2. Knockout di PVR/PVRL2 sulle Cellule Tumorali: Qui la prima sorpresa. Eliminare PVR o PVRL2 dalle cellule di neuroblastoma non ha migliorato significativamente la capacità delle cellule NK-92 “normali” di ucciderle. Questo ci dice che agire solo sul lato tumorale potrebbe non essere sufficiente. Forse entrano in gioco altre molecole? Abbiamo controllato Nectin-3, un’altra molecola che lega TIGIT, ed era presente, complicando ulteriormente il quadro.
3. Knockout di TIGIT sulle Cellule NK-92: E qui le cose si fanno interessanti! Abbiamo notato una cosa importante: le cellule NK-92 usate in laboratorio esprimono molto TIGIT (il freno) ma pochissimo DNAM-1 (un acceleratore che lega anch’esso PVR/PVRL2). Le cellule NK “primarie” (pNK) prese da donatori sani, invece, hanno poco TIGIT e molto DNAM-1. Questo è cruciale! Quando abbiamo eliminato TIGIT dalle cellule NK-92 (creando le TIGIT-/-NK-92), abbiamo visto che queste erano più brave a uccidere le cellule di neuroblastoma che esprimevano alti livelli di PVR/PVRL2. Bingo! Sembrava la strada giusta.
4. La Combinazione Definitiva? TIGIT Knockout + GD2-CAR: A questo punto, l’ipotesi era chiara: se potenziamo le NK-92 con il CAR anti-GD2 E in più togliamo il freno TIGIT, dovremmo ottenere un effetto super! Le cellule GD2-CAR NK-92, come previsto, erano potentissime contro le cellule di neuroblastoma positive per GD2, molto più delle NK-92 normali. Ma… ecco il colpo di scena: le cellule TIGIT-/-GD2-CAR NK-92 (quelle con CAR e senza TIGIT) non erano significativamente più efficaci delle cellule GD2-CAR NK-92 (quelle solo con il CAR). Sembra che l’attivazione potentissima data dal CAR anti-GD2 sia talmente forte da “ignorare” o rendere irrilevante l’ulteriore sblocco del freno TIGIT in questo specifico contesto. Abbiamo confermato questo risultato anche guardando altri parametri di attivazione cellulare, come il rilascio di granuli citotossici (degranulazione) e la produzione di interferone-gamma.

Cosa Significa Tutto Questo?
Il nostro studio conferma che l’asse PVR/PVRL2-TIGIT è rilevante nel neuroblastoma e potrebbe essere un bersaglio terapeutico. Tuttavia, la faccenda è più complessa di quanto sembri.
Primo, agire solo sulle molecole PVR/PVRL2 del tumore non basta, probabilmente perché ci sono altre interazioni in gioco (come Nectin-3).
Secondo, eliminare TIGIT dalle cellule NK-92 “lisce” può aumentarne l’efficacia, ma questo effetto sembra svanire quando le cellule sono già super-attivate da un CAR potente come quello anti-GD2. È possibile che il segnale del CAR sia così dominante da bypassare la regolazione fine operata da TIGIT, o che altri meccanismi di freno subentrino.
Terzo, il profilo recettoriale delle cellule effettrici è fondamentale. Le NK-92, con tanto TIGIT e poco DNAM-1, potrebbero comportarsi diversamente dalle cellule NK primarie o dalle cellule T, che hanno equilibri diversi tra segnali attivatori e inibitori. Questo è un punto chiave da considerare quando si traslano questi risultati verso la clinica.
Prospettive Future
Quindi, buttiamo via l’idea di colpire TIGIT nel neuroblastoma? Assolutamente no! Questo studio ci dice che dobbiamo guardare al quadro completo. L’asse PVR/PVRL2-TIGIT è una rete complessa, con più attori (PVR, PVRL2, TIGIT, DNAM-1, Nectin-3 e forse altri ancora). Inibire un solo elemento potrebbe non essere sufficiente.
Forse la strategia vincente sarà combinare l’approccio CAR (come GD2-CAR) con il blocco di multipli checkpoint immunitari, non solo TIGIT. Oppure, potrebbe essere necessario identificare quali altri recettori in questa rete complessa sono i veri “colli di bottiglia” da colpire.
Insomma, la ricerca continua! Abbiamo aggiunto un tassello importante alla comprensione di come le cellule immunitarie interagiscono con il neuroblastoma, evidenziando la complessità di queste interazioni. Eliminare TIGIT dalle cellule NK-92 è promettente, ma non è la bacchetta magica, specialmente quando entra in gioco la potenza delle cellule CAR. Serviranno ulteriori studi per capire come orchestrare al meglio queste strategie immunoterapiche e offrire trattamenti sempre più efficaci ai piccoli pazienti che lottano contro il neuroblastoma.

Fonte: Springer
