Herpes, Addio? Un Nanocorpo Bispecifico Rivela il Tuo Tallone d’Achille!
Amici scienziati e curiosi di scoperte che cambiano la vita, oggi vi porto nel cuore di una battaglia microscopica, quella contro l’Herpes Simplex Virus (HSV), un nemico subdolo che affligge miliardi di persone nel mondo. Sapete, l’HSV è un tipo tosto: una volta che ti infetta, resta lì per tutta la vita, pronto a risvegliarsi. E sebbene abbiamo farmaci antivirali, la resistenza è un problema crescente e, diciamocelo, non riescono a sradicarlo del tutto. Ma se vi dicessi che abbiamo trovato una nuova, potentissima arma?
Un’introduzione all’HSV: Il nemico invisibile
L’Herpes Simplex Virus, o HSV, è un po’ come quel parente fastidioso che si autoinvita a casa tua e non se ne va più. Esistono due tipi principali: l’HSV-1, famoso per causare l’herpes labiale ma anche congiuntiviti, cheratiti e, nei casi più gravi, encefaliti, e l’HSV-2, il principale responsabile dell’herpes genitale, una delle infezioni a trasmissione sessuale più diffuse. Pensate che nel 2016, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre 3,7 miliardi di persone sotto i 50 anni avevano l’herpes orale e circa 500 milioni quello genitale. Numeri da capogiro! E non dimentichiamo l’herpes neonatale, che ha un tasso di mortalità infantile altissimo, o il fatto che l’HSV-2 aumenta il rischio di contrarre l’HIV.
I farmaci attuali come aciclovir, famciclovir e valaciclovir sono utili, sì, ma hanno i loro limiti: efficacia non sempre ottimale, problemi di sicurezza e, come accennato, il virus può diventare resistente. Inoltre, questi farmaci non eliminano il virus latente che si nasconde nei gangli nervosi, portando a infezioni ricorrenti. Ecco perché la ricerca di nuove strategie è fondamentale.
Nanocorpi: Piccoli guerrieri, grande potenziale
Qui entrano in gioco gli anticorpi antivirali, che agiscono con meccanismi diversi dai farmaci tradizionali. In particolare, la glicoproteina D (gD) dell’HSV è un bersaglio d’elezione. È la proteina più abbondante sulla superficie del virus e gioca un ruolo chiave nel legarsi ai recettori delle nostre cellule e nel facilitare la fusione e l’ingresso del virus. È lei che stimola la produzione di anticorpi neutralizzanti nel nostro corpo dopo l’infezione.
Ora, immaginate degli anticorpi super piccoli, derivati dai camelidi (sì, cammelli e lama!), chiamati nanocorpi (o VHH). Questi frammenti anticorpali sono una vera manna dal cielo: più facili da produrre, più stabili al calore, più solubili e, soprattutto, più semplici da “ingegnerizzare” in formati multivalenti. E proprio questa ingegneria multivalente, che permette di combinare più nanocorpi, può aumentare drasticamente la loro avidità di legame e la potenza neutralizzante. Una strategia che, per esempio, ha dato ottimi frutti nello sviluppo di anticorpi contro il SARS-CoV-2.
Ed è proprio qui che la nostra storia si fa interessante. Abbiamo deciso di usare i nanocorpi per scovare nuovi punti deboli, o “epitopi”, conservati sulla gD dell’HSV e progettare anticorpi terapeutici super efficaci.
La scoperta di Nb14 e Nb32: Due cecchini contro l’HSV
Per farla breve, abbiamo immunizzato un cammello con la gD ricombinante dell’HSV-2 e costruito una libreria di fagi che mostravano tutti i VHH. Dopo un paio di “setacciate” (tecnicamente si chiama panning), abbiamo isolato 13 colonie di nanocorpi che si legavano alla gD dell’HSV-2. Li abbiamo espressi come fusioni Nb-Fc (cioè legati a un pezzetto di anticorpo umano per migliorarne l’efficacia) e abbiamo testato la loro capacità di neutralizzare il virus.
Ebbene, due di questi si sono distinti: Nb14-Fc e Nb32-Fc. Entrambi hanno mostrato una capacità impressionante di inibire l’infezione da HSV-1, con oltre il 90% di inibizione a concentrazioni basse (1 µg/mL). Gli altri 11, invece, non erano granché.
Abbiamo quindi studiato più a fondo Nb14 e Nb32. Entrambi si legano con altissima affinità sia alla gD dell’HSV-1 che a quella dell’HSV-2. Pensate che le costanti di dissociazione (KD), che misurano quanto forte è il legame, erano nell’ordine dei nanomolari e picomolari! Tradotto: si attaccano al virus come cozze allo scoglio.
Ma la vera chicca è che, tramite test di competizione, abbiamo scoperto che Nb14 e Nb32 si legano a epitopi non sovrapposti sulla gD. Questo significa che non si pestano i piedi a vicenda, anzi, possono lavorare insieme!

Svelare i meccanismi: Come agiscono Nb14 e Nb32?
Per capire come questi nanocorpi facessero il loro lavoro, siamo passati alla cristallografia, una tecnica che ci permette di “vedere” la struttura tridimensionale delle molecole.
La struttura del complesso Nb14/HSV-2 gD ha rivelato qualcosa di affascinante. Nb14 usa principalmente la sua lunga regione CDR3 (una parte variabile del nanocorpo) per interagire con un epitopo conformazionale situato in un’ansa esterna della gD, chiamata “interloop N-A'”. Sorprendentemente, questo sito di legame di Nb14 non si sovrappone ai siti di legame dei recettori noti del virus, HVEM e Nectina-1. Questo ci ha fatto capire che Nb14 ha un meccanismo di neutralizzazione nuovo e diverso da quello degli anticorpi conosciuti.
E Nb32? Lui è più “classico”. La struttura del complesso Nb32/HSV-2 gD ha mostrato che Nb32 si lega a un epitopo che si scontra stericamente con il recettore Nectina-1. In pratica, Nb32 impedisce al virus di agganciarsi alla cellula bloccando direttamente uno dei suoi “porti d’attracco”. È interessante notare che, pur coprendo un’area di contatto molto più piccola rispetto agli anticorpi convenzionali, Nb32 riesce ad avere affinità di legame elevatissime.
Quindi, ricapitolando:
- Nb32-Fc: Blocca competitivamente il legame della gD al recettore Nectina-1.
- Nb14-Fc: Non interferisce con il legame ai recettori, ma fa qualcos’altro. E cosa?
L’ingresso dell’HSV nelle cellule è un processo a più fasi:
- Legame della gD a un recettore (Nectina-1 o HVEM).
- Cambiamento conformazionale della gD che le permette di attivare la proteina regolatrice gH/gL.
- Attivazione della gB, che diventa “fusogenica” e permette la fusione delle membrane.
Dato che Nb14 non blocca il primo step, abbiamo ipotizzato che potesse interferire con il secondo, cioè l’attivazione di gH/gL da parte della gD. E i nostri esperimenti lo hanno confermato! Nb14 inibisce parzialmente l’interazione tra gD e gH/gL, mettendo i bastoni tra le ruote al processo di fusione.
Il super-nanocorpo: Nasce Nb14-32-Fc, il bispecifico
Avendo due nanocorpi così potenti e con meccanismi d’azione complementari, l’idea è venuta quasi da sé: perché non fonderli insieme? Abbiamo così creato un nanocorpo bispecifico, chiamato Nb14-32-Fc, legando Nb14-Fc all’estremità C-terminale di Nb32 con un connettore flessibile. L’obiettivo? Aumentare l’efficacia neutralizzante e la resistenza alle mutazioni del virus.
E i risultati sono stati spettacolari! L’affinità di legame di Nb14-32-Fc per la gD dell’HSV-2 è quasi raddoppiata rispetto a Nb32-Fc da solo. E, cosa più importante, la sua attività neutralizzante contro HSV-1 e HSV-2 è stata notevolmente potenziata. Pensate che, in vitro, Nb14-32-Fc è risultato da 4 a 335 volte più potente di anticorpi noti come E317 (attualmente in trial clinici), HSV8, CH42, CH43, e altri!
Ma non ci siamo fermati ai test in provetta. Nb14-32-Fc ha dimostrato di poter neutralizzare l’infezione da HSV sia prima che dopo l’attacco del virus alle cellule, con efficienza quasi identica. E c’è di più: ha inibito marcatamente la diffusione del virus da cellula a cellula, una strategia che l’HSV usa per eludere il sistema immunitario. In pratica, questo super-nanocorpo non solo impedisce al virus di entrare, ma limita anche la sua capacità di diffondersi una volta dentro.

La prova del nove: Efficacia in modelli animali
Le vere sfide, però, si vincono “sul campo”, o meglio, in modelli animali che mimano l’infezione umana.
Abbiamo testato Nb14-32-Fc in un modello murino di infezione intracranica da HSV-1, che simula la temibile encefalite da herpes. Somministrando una singola dose di 1 mg/kg di Nb14-32-Fc 12 ore dopo l’infezione, abbiamo ottenuto una protezione del 100%! Le cariche virali nel cervello e nel midollo spinale dei topi trattati erano ridotte di circa 3 logaritmi (cioè 1000 volte) rispetto al gruppo di controllo. Anche i singoli Nb14-Fc e Nb32-Fc hanno mostrato protezione, ma Nb14-32-Fc è stato nettamente superiore, e anche più efficace dell’anticorpo clinico E317, specialmente a dosi più basse (0.5 mg/kg).
Poi siamo passati all’HSV-2, usando un modello di infezione vaginale in topi femmina. Anche qui, Nb14-32-Fc (1 mg/kg) ha dato risultati eccezionali: 100% di sopravvivenza, nessuna perdita di peso o sintomi di malattia, e una significativa riduzione della carica virale nella vagina e nel cervello. Le analisi istologiche dei tessuti vaginali hanno confermato che Nb14-32-Fc ha completamente bloccato i danni causati dall’infezione. Ancora una volta, si è dimostrato superiore a E317.
E contro i ceppi resistenti all’aciclovir? Abbiamo testato Nb14-32-Fc in un modello di infezione corneale con un ceppo di HSV-1 resistente. Indovinate un po’? Ha alleviato significativamente i sintomi oculari e ridotto la carica virale negli occhi e nei gangli trigeminali, mentre l’aciclovir non faceva quasi nulla. Una vittoria su tutta la linea!
Cosa significa tutto questo? Un futuro più roseo contro l’Herpes
Questi risultati sono davvero entusiasmanti. Abbiamo identificato due nanocorpi, Nb14 e Nb32, che colpiscono la proteina gD dell’HSV in modi diversi e complementari. Nb14, in particolare, si lega a un epitopo “non classico”, svelando un nuovo meccanismo di neutralizzazione che non blocca il recettore ma interferisce con la fusione delle membrane. La loro fusione nel nanocorpo bispecifico Nb14-32-Fc ha creato un candidato terapeutico con una potenza antivirale straordinaria, sia in vitro che in vivo, anche contro ceppi resistenti e in modelli di infezioni gravi come l’encefalite.
L’efficacia di Nb14-32-Fc nel neutralizzare il virus prima e dopo l’attacco e nell’inibire la diffusione cellula-cellula potrebbe essere la chiave della sua elevata efficacia terapeutica. Queste scoperte non solo aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci contro l’HSV, ma forniscono anche preziose informazioni per la progettazione razionale di vaccini.
Certo, la strada per arrivare a un farmaco per l’uomo è ancora lunga, ma i risultati ottenuti con Nb14-32-Fc ci danno una speranza concreta. Potremmo avere tra le mani un’arma formidabile per combattere un nemico che, fino ad oggi, sembrava invincibile. E questo, amici miei, è il bello della scienza: continuare a cercare, a innovare, per migliorare la vita di tutti noi.
