Long COVID e Stanchezza Cronica: MYPplus Potrebbe Essere la Svolta?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che, purtroppo, tocca da vicino molti di noi o persone che conosciamo: il Long COVID. In particolare, voglio concentrarmi su due dei suoi sintomi più subdoli e debilitanti: la stanchezza cronica e la cosiddetta “nebbia cognitiva” (brain fog). Sappiamo che circa il 10% di chi contrae il COVID-19 sviluppa poi questa condizione a lungo termine, e trovare soluzioni efficaci è diventata una vera e propria emergenza sanitaria secondaria. La sensazione di essere perennemente scarichi, senza energie, e quella difficoltà a concentrarsi possono davvero mettere a dura prova la vita quotidiana.
Fino ad oggi, purtroppo, non esistono trattamenti standardizzati o universalmente efficaci. Ci si affida a cure sintomatiche, riabilitazione, ma manca ancora una risposta mirata. Ed è qui che entra in gioco una speranza che arriva dalla ricerca, nello specifico da uno studio osservazionale che ho avuto modo di approfondire. Parliamo di MYPplus.
Cos’è il Long COVID e perché la stanchezza è un problema così grande?
Prima di addentrarci nello studio, facciamo un passo indietro. Il Long COVID, o Post-COVID Conditions (PCC), si manifesta con sintomi che persistono o compaiono nuovi tre mesi dopo l’infezione acuta da SARS-CoV-2 e durano almeno due mesi, senza che ci sia un’altra spiegazione medica. A livello globale, si stima che circa il 43% dei pazienti, parliamo di quasi 200 milioni di persone, sperimenti conseguenze a lungo termine.
Tra i sintomi più comuni, la stanchezza la fa da padrona (colpisce oltre il 53% dei casi), seguita da una ridotta qualità della vita e difficoltà respiratorie. Questa stanchezza non è quella normale che si prova dopo uno sforzo: è profonda, persistente, a volte dura anni. Spesso si accompagna a malessere post-sforzo (PEM) e disfunzioni cognitive come amnesia e difficoltà di concentrazione (la famosa nebbia cognitiva). L’impatto è devastante: quasi la metà delle persone colpite ha dovuto ridurre le ore di lavoro, e oltre il 20% ha perso il lavoro. Il peso economico? Stimato in 1 trilione di dollari all’anno a livello globale! Negli USA, il Long COVID è stato persino classificato come disabilità, proprio a causa dell’impatto limitante della nebbia cognitiva.
Le cause precise sono ancora oggetto di studio, ma le ipotesi principali includono disregolazione immunitaria, autoimmunità, segnali neurologici disfunzionali, che portano a infiammazione cronica e stress ossidativo. Curiosamente, il Long COVID condivide molte somiglianze cliniche e fisiopatologiche con l’encefalomielite mialgica/sindrome da stanchezza cronica (ME/CFS), spesso legata a infezioni virali. Entrambe le condizioni mostrano livelli aumentati di citochine pro-infiammatorie e problemi nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA).
MYPplus: Una possibile risposta dalla natura?
Considerando le somiglianze con la ME/CFS, i ricercatori hanno pensato di esplorare terapie che si sono mostrate promettenti per quella condizione. Una di queste è Myelophil (MYP), una formulazione a base di Astragali Radix e Salviae Radix, usata clinicamente in Corea del Sud per la ME/CFS con buoni risultati, specie nei casi di stanchezza severa.
A questa base è stato aggiunto un altro componente interessante: l’Aquilariae Lignum, un rimedio erboristico tradizionale noto per le sue proprietà anti-infiammatorie e benefiche sui disturbi mentali, che ha mostrato effetti contro la neuroinfiammazione in studi precedenti. Nasce così MYPplus, una combinazione di MYP e Aquilariae Lignum. Presso l’ospedale dove è stato condotto lo studio, questa formulazione veniva già prescritta dal 2020 per pazienti con ME/CFS e nebbia cognitiva, con osservazioni cliniche preliminari positive. Mancavano però dati sistematici sulla sua efficacia specifica nel Long COVID.
Lo Studio Osservazionale: Come abbiamo indagato
Ed eccoci allo studio pilota osservazionale condotto presso il Daejeon Korean Medicine Hospital della Daejeon University. L’obiettivo era chiaro: valutare l’efficacia e la sicurezza di MYPplus nell’alleviare la stanchezza e la nebbia cognitiva in pazienti con Long COVID, migliorando la loro qualità di vita.
Sono stati reclutati 50 pazienti (tra i 12 e i 71 anni) che, dopo essersi ripresi dal COVID-19, soffrivano di stanchezza severa (punteggio ≥ 60 sulla scala mKCFQ11, una versione coreana modificata della Chalder Fatigue Scale) e/o nebbia cognitiva significativa (punteggio ≥ 5 su una scala visiva analogica, VAS). Sono state escluse persone con altre cause potenziali di affaticamento (come cancro, malattie epatiche, ecc.) o che assumevano già farmaci specifici.
A questi 50 partecipanti è stato chiesto di assumere due capsule di MYPplus (500 mg per capsula) due volte al giorno, dopo i pasti, per 4 settimane. Ogni capsula conteneva 450 mg di un estratto etanolico al 30% di Astragali Radix e Salviae Radix, più 50 mg di polvere di Aquilariae Lignum.
Cosa abbiamo misurato?
- Stanchezza: Utilizzando la scala mKCFQ11 (outcome primario), l’Inventario Multidimensionale della Fatica (MFI-20) e una scala VAS specifica per la stanchezza.
- Nebbia Cognitiva: Tramite una scala VAS dedicata.
- Qualità della Vita: Con il questionario Short-Form Health Survey (SF-12).
- Biomarcatori: Sono stati misurati i livelli plasmatici di tre citochine (TNF-α, TGF-β, IFN-γ), molecole legate all’infiammazione e alla persistenza dei sintomi del Long COVID, e i livelli di cortisolo, ormone legato allo stress e alla regolazione immunitaria, spesso alterato in questi pazienti.
- Sicurezza: Attraverso analisi del sangue (funzionalità epatica, renale, emocromo completo) e delle urine, oltre al monitoraggio di eventuali eventi avversi.
I Risultati: Cosa abbiamo scoperto?
E i risultati? Beh, sono stati davvero incoraggianti! Tutti e 50 i partecipanti hanno completato lo studio, mostrando un’ottima aderenza al trattamento. Dopo 4 settimane di assunzione di MYPplus, i miglioramenti sono stati significativi su tutti i fronti (p<0.01):
- La stanchezza misurata con la scala mKCFQ11 è diminuita drasticamente, passando da un punteggio medio di 75.3 a 40.5, con una riduzione del 46%! Sia la componente fisica che quella mentale hanno mostrato miglioramenti simili.
- Anche la scala MFI-20 ha mostrato una riduzione della stanchezza del 26%.
- La percezione soggettiva della stanchezza (Fatigue VAS) è calata del 49%.
- La nebbia cognitiva (Brain fog VAS) ha visto una diminuzione ancora più marcata: -52%!
- La qualità della vita (SF-12) è migliorata notevolmente, con un aumento del 59%.
Questi miglioramenti nei sintomi principali (stanchezza e nebbia cognitiva) erano fortemente correlati tra loro, suggerendo un effetto benefico generalizzato.
E i biomarcatori? Qui i risultati sono stati più sfumati. Non ci sono state variazioni statisticamente significative nei livelli medi di TNF-α, IFN-γ e cortisolo. Tuttavia, è emerso un dato interessante per il TGF-β: i suoi livelli plasmatici hanno mostrato una tendenza alla diminuzione dopo il trattamento con MYPplus (da 765.0 a 243.9 pg/mL, p=0.07). Sebbene non statisticamente significativo (forse a causa della variabilità o del campione ridotto), questo è un segnale da non sottovalutare, poiché livelli elevati di TGF-β sono stati implicati nella persistenza dei sintomi del Long COVID e nella gravità della ME/CFS. Alcuni studi preclinici avevano già suggerito che MYP potesse modulare l’attività del TGF-β.
Sicurezza e Considerazioni Finali
Dal punto di vista della sicurezza, MYPplus si è dimostrato ben tollerato. Solo due partecipanti (il 4%) hanno riportato eventi avversi lievi (diarrea, in un caso accompagnata da dolore addominale), che si sono risolti spontaneamente in una settimana senza necessità di intervento. Gli esami del sangue e delle urine sono rimasti nei limiti della norma per tutta la durata dello studio.
Certo, dobbiamo essere cauti. Questo era uno studio osservazionale pilota, senza un gruppo di controllo con placebo e con un numero relativamente piccolo di partecipanti. Questo significa che non possiamo trarre conclusioni definitive sull’efficacia e che c’è la possibilità di bias. Tuttavia, i risultati sono decisamente promettenti.
Verso il Futuro: Cosa ci dice questo studio?
Questo studio osservazionale fornisce le prime evidenze cliniche preliminari sul potenziale farmacologico di MYPplus nel gestire i sintomi di stanchezza e nebbia cognitiva associati al Long COVID. Il miglioramento significativo riportato dai pazienti in termini di sintomi e qualità della vita è un segnale forte che merita attenzione.
La tendenza alla diminuzione del TGF-β, se confermata in studi più ampi, potrebbe offrire uno spaccato sui meccanismi d’azione di questa formulazione erboristica. L’ipotesi che MYPplus agisca modulando la neuroinfiammazione e forse altri percorsi infiammatori e immunitari legati al Long COVID (similmente a quanto ipotizzato per la ME/CFS) sembra plausibile alla luce di questi risultati.
Ovviamente, il prossimo passo fondamentale è condurre studi clinici randomizzati, controllati con placebo e su larga scala. Solo così potremo confermare in modo robusto l’efficacia e la sicurezza di MYPplus e capire se potrà davvero diventare un’opzione terapeutica validata per i tanti pazienti che lottano quotidianamente contro gli strascichi del COVID-19.
Per ora, teniamo d’occhio questa pista interessante. La battaglia contro il Long COVID è complessa, ma ogni potenziale strumento che emerge dalla ricerca ci avvicina un po’ di più a offrire un aiuto concreto a chi ne ha bisogno.
Fonte: Springer