MRSA e Otiti: Viaggio nel DNA di un Nemico Invisibile (e Sempre Più Furbo!)
Ciao a tutti, scienziati in erba e curiosi di ogni età! Oggi vi porto con me in un’avventura un po’ particolare, un viaggio nel microscopico mondo dei batteri, per capire meglio un nemico che, purtroppo, alcuni di noi potrebbero aver già incontrato: lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, meglio noto come MRSA. E più nello specifico, andremo a vedere come questo “supercattivo” si insinua nelle nostre orecchie causando fastidiose infezioni.
Le infezioni dell’orecchio, o otiti, sono un bel problema, diciamocelo. Possono causare dolore, perdita dell’udito e, nei casi più seri, complicazioni neurologiche. E indovinate un po’ chi è uno dei principali colpevoli a livello mondiale? Proprio lui, lo Staphylococcus aureus. La faccenda si complica ulteriormente quando questo batterio diventa MRSA, perché spesso è resistente a molti antibiotici comuni, rendendo le infezioni più difficili da trattare.
Ora, la domanda che si sono posti molti ricercatori è: come si diffonde esattamente l’MRSA responsabile delle otiti (che chiameremo EIA-MRSA, da “Ear Infections Associated MRSA”) nella comunità, cioè fuori dagli ospedali? Quali sono i suoi trucchi? Fino a poco tempo fa, non avevamo risposte chiarissime, soprattutto dal punto di vista genetico.
Spulciando nel DNA dei Batteri: Cosa Abbiamo Scoperto?
Ed è qui che entra in gioco la genomica, la scienza che ci permette di leggere l’intero libretto di istruzioni genetiche (il DNA) di questi microrganismi. Immaginate di avere la mappa del tesoro di un pirata: la genomica ci dà qualcosa di simile per i batteri! Recentemente, uno studio affascinante ha analizzato il DNA di 105 campioni di EIA-MRSA raccolti tra il 2020 e il 2021 da pazienti ambulatoriali a Shanghai, in Cina. Tutti questi pazienti erano residenti locali e non avevano storie familiari di infezioni all’orecchio, escludendo così la trasmissione all’interno della stessa famiglia e concentrandosi sulla diffusione nella comunità.
Analizzando questi genomi, i ricercatori hanno fatto scoperte davvero interessanti. Hanno usato una tecnica chiamata “core genome MLST” (Multilocus Sequence Typing del genoma centrale) per capire quanto fossero imparentati geneticamente i vari ceppi batterici. Pensatela come un albero genealogico, ma per i batteri. E hanno anche testato la sensibilità di questi batteri a ben diciassette antibiotici diversi, inclusi alcuni chinoloni di nuova generazione.
Il Tallone d’Achille (o la Forza?) dei Chinoloni
I chinoloni sono una classe di antibiotici che usiamo spesso per trattare varie infezioni, incluse quelle dell’orecchio. Ebbene, tenetevi forte: abbiamo scoperto che i ceppi di MRSA resistenti ai chinoloni sono dei veri campioni di diffusione! Lo studio ha rivelato che la resistenza ai chinoloni è un fattore di rischio significativo per la diffusione dell’EIA-MRSA nella comunità, con una probabilità di diffusione clonale ben 9 volte superiore rispetto ai ceppi sensibili. In pratica, se un MRSA impara a resistere ai chinoloni, ha molte più chance di passare da una persona all’altra.
Non solo: i ceppi geneticamente imparentati, quelli che formavano dei “cluster” di trasmissione, mostravano concentrazioni minime inibitorie (MIC) significativamente più alte non solo per la levofloxacina (un chinolone), ma anche per altri antibiotici come gentamicina, oxacillina, cefoxitina e trimetoprim-sulfametossazolo. Insomma, questi gruppi di batteri “imparentati” erano più tosti da debellare.
Ma la storia non finisce qui. C’è di peggio.
I Super-Resistenti: Nascono i Cloni eQR
I ricercatori hanno testato anche la resistenza a chinoloni più avanzati, come la sitafloxacina e la nemonoxacina. E qui è emerso un nuovo livello di cattiveria: alcuni ceppi, in particolare appartenenti ai lignaggi ST764 e due sottocloni dell’ipervirulento ST22-PT, hanno sviluppato un fenotipo che potremmo definire di “resistenza estesa ai chinoloni” (eQR). Questi ceppi eQR non solo resistono ai chinoloni classici, ma anche a quelli più moderni. Come ci riescono? Accumulando specifiche mutazioni in due geni chiave, chiamati gyrA e parC. Pensate a delle piccole modifiche nel loro manuale di istruzioni che li rendono invulnerabili a queste armi antibiotiche.
Ad esempio, una mutazione specifica nel codone 84 del gene parC sembra essere cruciale per questo fenotipo eQR. Tutti i 19 isolati eQR avevano questa mutazione (E84K o E84G), mentre nessuno degli 86 isolati non-eQR la presentava. Una sorta di “marchio di fabbrica” della super-resistenza!
Questi cloni ST764-eQR e ST22-PT-eQR non solo sono altamente trasmissibili, ma mostrano anche una maggiore resistenza ad altri antibiotici di uso comune. Stiamo parlando di veri e propri “cloni ad alto rischio”, che potrebbero rendere le infezioni dell’orecchio ancora più problematiche.
Il Veterano ST764: Un Nemico di Lunga Data
Il clone ST764 non è un novellino. Le analisi filogenetiche, che ricostruiscono la storia evolutiva di questi batteri, suggeriscono che questo lignaggio sia emerso alla fine degli anni ’80. E sapete cosa succedeva in quel periodo? Cominciava l’uso diffuso dei fluorochinoloni! Sembra quasi che l’uso di questi farmaci abbia “allenato” questo ceppo, spingendolo a sviluppare la resistenza eQR. È interessante notare che, dopo un’espansione della sua popolazione tra il 2010 e il 2013, si è osservata una forte diminuzione dopo il 2016, forse grazie a politiche più stringenti sulla gestione degli antibiotici in Cina.
Nello studio, la maggior parte degli isolati EIA-MRSA ST764 apparteneva a un sottoclone (ST764-t002, Clade II) noto per avere migliori capacità di adesione, il che potrebbe spiegare perché si adatti così bene all’ambiente dell’orecchio. Preoccupa il fatto che tutti gli isolati ST764 analizzati, anche quelli provenienti da database pubblici e da fuori la Cina, avessero già accumulato le quattro mutazioni chiave per il fenotipo eQR, inclusa la parCE84K. Questo rende l’ST764 un potenziale clone ad alto rischio a livello globale per le infezioni dell’orecchio.
L’Emergente ST22-PT-eQR: Un Pericolo Convergente
Se ST764 è il veterano, i sottocloni di ST22-PT-eQR sono le nuove leve, emerse intorno al 2017, e sono particolarmente preoccupanti. Perché? Perché il clone ST22-PT è già noto per essere ipervirulento, cioè particolarmente aggressivo, portando con sé tossine come la Leucocidina di Panton-Valentine (PVL) e la tossina 1 della sindrome da shock tossico (TSST-1). Ora, immaginate questo batterio già “cattivo” che acquisisce anche la super-resistenza eQR e, come se non bastasse, accumula pure altri geni di resistenza antimicrobica! È quello che i ricercatori chiamano un “patogeno convergente”: un mix letale di alta virulenza e multi-resistenza.
Uno di questi sottocloni ST22-PT-eQR (quello con la mutazione parCE84K) ha mostrato segni di diffusione interprovinciale in Cina, viaggiando per circa 900 km tra le province di Hubei e Shanghai. Questo ci dice che questi superbatteri non conoscono confini.
Cosa Significa Tutto Questo per le Nostre Orecchie (e Non Solo)?
Significa che curare queste infezioni dell’orecchio causate da cloni eQR di MRSA diventa un bel rompicapo. Le opzioni terapeutiche si riducono drasticamente, e il rischio di complicazioni aumenta. L’evoluzione adattativa di questi EIA-MRSA ci mostra chiaramente come l’uso (e a volte l’abuso) degli antibiotici possa selezionare cloni batterici sempre più “furbi” e resistenti.
Certo, questo studio si è concentrato sull’MRSA, e sappiamo che anche lo Staphylococcus aureus sensibile alla meticillina (MSSA) gioca un ruolo nelle otiti, con una sua epidemiologia differente. Quindi, i risultati potrebbero non essere generalizzabili al 100% a tutti i tipi di S. aureus.
La morale della favola? Dobbiamo tenere gli occhi aperti e le orecchie tese (in senso figurato, ovviamente!). La vigilanza è cruciale, specialmente per questi cloni eQR ad alto rischio come ST764 e i convergenti ST22-PT-eQR.
Un Appello alla Responsabilità Globale
Questa situazione preoccupante ci chiama tutti a una maggiore responsabilità. È fondamentale rafforzare e mantenere standard globali di stewardship antimicrobica. Cosa significa? Significa usare gli antibiotici con saggezza, solo quando servono, nel modo corretto e per la durata prescritta. È l’unico modo che abbiamo per cercare di frenare l’emergere di ulteriori cloni multi-resistenti o, peggio ancora, di questi formidabili patogeni convergenti.
La ricerca genomica, come quella che vi ho raccontato, è uno strumento potentissimo per capire il nemico e sviluppare strategie di contrasto. Ma la battaglia contro i superbatteri si vince anche con comportamenti responsabili da parte di ognuno di noi. La prossima volta che avete un’infezione, parlatene con il vostro medico e seguite scrupolosamente le sue indicazioni sugli antibiotici. Le nostre orecchie (e la nostra salute globale) ci ringrazieranno!
Fonte: Springer