Fotografia concettuale, due scale sociali stilizzate che salgono verso il cielo, una scala è solida e ben illuminata rappresentando l'Europa, l'altra è spezzata e in ombra rappresentando l'America Latina, obiettivo 35mm, profondità di campo, toni blu e grigi duotone.

Mobilità Sociale Sotto la Lente: Il Circolo Vizioso e Virtuoso della Disuguaglianza tra America Latina ed Europa

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi appassiona tantissimo: la mobilità sociale. Sapete, quella specie di “ascensore sociale” che dovrebbe permettere a chiunque, indipendentemente da dove viene, di salire (o scendere, ahimè) la scala sociale ed economica. Ma funziona davvero così? E soprattutto, funziona allo stesso modo ovunque?

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante che mette a confronto la situazione in dieci paesi: cinque dell’America Latina e cinque dell’Europa. La domanda di fondo è: quanto le nostre origini influenzano il nostro destino? E ci sono differenze significative tra questi due continenti?

Ma cos’è esattamente la Mobilità Sociale? Facciamo chiarezza!

Prima di addentrarci nei dettagli, capiamoci un attimo. Quando parliamo di mobilità sociale, possiamo guardarla da due angolazioni principali:

  • Mobilità Assoluta: Questa è abbastanza intuitiva. Si guarda semplicemente quanti figli si trovano in una classe sociale diversa (migliore o peggiore) rispetto ai loro genitori. È una fotografia dei cambiamenti nella struttura sociale nel tempo. Ad esempio, se tanti figli di operai diventano impiegati, c’è stata mobilità assoluta verso l’alto.
  • Mobilità Relativa (o Fluidità Sociale): Qui la faccenda si fa più sottile. Ci chiediamo: quanto sono forti le barriere tra le classi? A parità di tutto il resto, un figlio di operai ha le stesse probabilità di arrivare ai vertici rispetto al figlio di un dirigente? Una società più “fluida” è una società dove le origini contano meno, dove c’è più uguaglianza di opportunità.

Tradizionalmente, gli studi si sono concentrati molto sulla mobilità relativa, cercando di capire se le società stessero diventando più aperte e meritocratiche col tempo, come suggeriva la teoria della modernizzazione, o se le disuguaglianze persistessero, come sostenuto da altri (penso ai lavori fondamentali di Erikson e Goldthorpe).

Un Nuovo Strumento per Capire Meglio: L’Indice di Mutua Informazione (M-Index)

La novità dello studio che vi racconto sta nell’uso di uno strumento un po’ diverso dal solito: l’Indice di Mutua Informazione (M-Index). Perché è interessante? Perché, a differenza di altri metodi che cercano di “isolare” la fluidità sociale dai cambiamenti strutturali (come la diminuzione degli agricoltori o l’aumento dei colletti bianchi), l’M-Index ci permette di guardare entrambe le cose contemporaneamente e, soprattutto, di scomporre il loro effetto.

Immaginate la mobilità come risultato di due forze:

  1. L’effetto “interno” o “relativo”: Quanto sono rigide le barriere tra classi? È difficile passare da una classe all’altra? Questo assomiglia a quello che misurano i metodi classici.
  2. L’effetto “marginale” o “strutturale”: Come cambiano le dimensioni delle classi sociali tra la generazione dei genitori e quella dei figli? Ci sono più posti “buoni” disponibili oggi rispetto a ieri? E questo cambiamento aiuta o ostacola la mobilità?

L’M-Index ci dà un valore complessivo di “associazione” (o se volete, di disuguaglianza) tra origini e destinazioni, e poi ci dice quanta parte di questa associazione dipende dalla rigidità interna e quanta dai cambiamenti strutturali. È un po’ come avere una visione più completa del motore della mobilità sociale.

Fotografia macro di due ingranaggi metallici, uno gira fluidamente (Europa), l'altro è arrugginito e bloccato (America Latina), obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata drammatica.

America Latina vs. Europa: Cosa Dicono i Dati?

Lo studio ha messo alla prova due ipotesi principali, ispirate da ricerche precedenti (come quelle di Ishida e Miwa) sull’impatto dell’industrializzazione “tardiva”.

Ipotesi 1: I paesi a industrializzazione tardiva (quelli latinoamericani nel nostro caso) dovrebbero avere meno fluidità sociale rispetto a quelli a industrializzazione precoce (gli europei). I paesi “intermedi” come Italia e Spagna dovrebbero essere più simili ai primi.
Risultato: L’ipotesi è sostanzialmente confermata. I paesi europei tendono ad essere più fluidi. Però, c’è una sfumatura: l’Italia, in realtà, si allinea di più ai paesi europei “precoci”, mentre la Spagna mostra comportamenti più intermedi o vicini all’America Latina in alcuni aspetti.

Ipotesi 2: I paesi europei dovrebbero ridurre il divario di disuguaglianza rispetto ai latinoamericani, soprattutto grazie all’effetto “marginale” (cioè, i cambiamenti nella struttura delle classi dovrebbero favorire di più l’uguaglianza in Europa).
Risultato: Qui arriva la sorpresa! L’ipotesi è smentita. Anzi, si osserva l’effetto opposto.

Il Circolo Vizioso e il Circolo Virtuoso Svelati dall’M-Index

Ed è qui che l’M-Index mostra tutta la sua potenza. Analizzando la scomposizione dell’indice, emerge un quadro affascinante e un po’ preoccupante:

  • Nei paesi latinoamericani: L’effetto “interno” mostra già una certa rigidità (anche se con differenze tra paesi, ad esempio il Brasile appare più mobile per via della forte de-ruralizzazione). Ma è l’effetto marginale a dare il colpo di grazia: i cambiamenti nella struttura delle classi (come la composizione delle occupazioni disponibili) finiscono per peggiorare la situazione, rafforzando le barriere e la disuguaglianza tra origini e destinazioni. Si crea così un circolo vizioso: bassa fluidità interna + cambiamenti strutturali sfavorevoli = disuguaglianza persistente o crescente.
  • Nei paesi europei: Anche qui c’è un effetto “interno” che indica maggiore fluidità rispetto all’America Latina. Ma la vera differenza la fa l’effetto marginale: qui, i cambiamenti nella struttura delle classi tendono a ridurre le barriere, lavorando a favore dell’uguaglianza di opportunità. Si instaura un circolo virtuoso: maggiore fluidità interna + cambiamenti strutturali favorevoli = riduzione delle barriere e maggiore apertura sociale.

Pensateci: non basta che ci siano più posti da “colletto bianco” se poi questi posti vengono accaparrati sempre dai soliti noti o se le dinamiche strutturali non aiutano chi parte da più indietro. L’M-Index ci aiuta a vedere proprio questa interazione complessa.

Grafico astratto 3D che mostra due spirali, una discendente rossa (circolo vizioso, America Latina) e una ascendente verde (circolo virtuoso, Europa), rendering fotorealistico con profondità di campo.

Quindi, Cosa Ci Portiamo a Casa?

Questo studio, secondo me, ci lascia almeno tre spunti importanti:

1. La mobilità sociale è complessa: Non possiamo capirla guardando solo un pezzo del puzzle. Sia la fluidità “pura” sia i grandi cambiamenti strutturali (demografici, economici) giocano un ruolo cruciale, e soprattutto interagiscono tra loro.
2. America Latina ed Europa sono su binari diversi: Le differenze non sono solo quantitative (più o meno mobilità), ma qualitative. Sembra esserci un meccanismo diverso all’opera: uno che tende a perpetuare le disuguaglianze da una parte (il circolo vizioso latinoamericano) e uno che, pur tra mille difficoltà, sembra favorire una maggiore apertura dall’altra (il circolo virtuoso europeo, con le dovute eccezioni e sfumature come la Spagna).
3. L’importanza degli strumenti giusti: L’uso dell’M-Index ha permesso di svelare questa dinamica nascosta dei “circoli”, che forse con metodi più tradizionali sarebbe rimasta in ombra. Dimostra quanto sia fondamentale continuare a innovare anche negli strumenti di analisi per capire a fondo i fenomeni sociali.

Certo, lo studio ha i suoi limiti (la comparabilità dei dati tra paesi così diversi è sempre una sfida), ma apre una finestra davvero interessante su come le disuguaglianze si riproducono (o si attenuano) nel tempo e nello spazio. Ci fa capire che parlare di “ascensore sociale” forse è troppo semplicistico; dovremmo piuttosto parlare di meccanismi complessi, a volte perversi, che determinano chi sale, chi scende e chi resta fermo. E voi, cosa ne pensate? L’ascensore sociale nel vostro paese funziona bene?

Fonte: Springer

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