Primo piano macro di un mini-impianto dentale inserito nell'osso mascellare accanto a un dente naturale, con una protesi parziale rimovibile visibile sopra. Illuminazione controllata da studio dentistico, alta definizione, lente macro 90mm, focus preciso sull'interfaccia impianto-osso.

Mini-Impianti Sotto la Protesi? Addio Denti che Ballano!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una cosa che tocca molti di noi o i nostri cari: quella fastidiosa sensazione di avere una protesi parziale rimovibile (il classico “scheletrato”, per capirci) che non sta ben ferma e, peggio ancora, sentire che i denti rimasti sembrano muoversi sempre di più. È un problema comune, specialmente quando rimangono pochi denti a fare da “pilastro”, magari messi male o solo da un lato. La paura è che, a lungo andare, questi denti finiscano per cedere del tutto. Ma se vi dicessi che c’è una soluzione interessante e meno invasiva di quanto si pensi? Parliamo dei mini-impianti!

Lo Studio: Mini-Impianti alla Prova del Nove

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio clinico randomizzato durato ben 3 anni, una cosa seria insomma. I ricercatori hanno preso un gruppo di persone che avevano proprio questo problema: protesi parziali rimovibili con un supporto “zoppicante”, perché mancavano denti chiave in alcune zone della bocca. Cosa hanno fatto? Hanno inserito strategicamente dei piccoli impianti, chiamati appunto mini-impianti (con un diametro piccolino, tra 1.8 e 2.4 mm), proprio sotto la protesi esistente. L’idea era quella di dare un sostegno extra, come aggiungere delle gambe a un tavolo che ne ha poche.

I partecipanti sono stati divisi a caso in due gruppi:

  • Gruppo A: I mini-impianti venivano “attivati” subito, cioè collegati alla protesi per darle stabilità immediata (si parla di carico immediato).
  • Gruppo B: I mini-impianti venivano lasciati “a riposo” per 4 mesi prima di essere collegati alla protesi (carico differito).

L’obiettivo principale di questa parte dello studio era capire se questi mini-impianti potessero aiutare i denti naturali rimasti a diventare più stabili nel tempo e vedere se c’erano differenze tra caricare subito o dopo un po’.

Misurare quanto “Ballano” i Denti: Il Periotest

Per capire se i denti diventavano più stabili, i ricercatori hanno usato uno strumento chiamato Periotest. Immaginatelo come un piccolo martelletto elettronico che picchietta delicatamente sul dente (16 volte in 4 secondi, precisissimo!) e misura quanto tempo impiega il dente a “rispondere”. Più il dente è stabile, più veloce è la risposta. Il risultato è un numero, il valore Periotest (PTV), che va da -8 (stabilissimo) a +50 (molto mobile). Per darvi un’idea:

  • Da -8 a +9: Mobilità fisiologica (normale).
  • Da +10 a +19: Mobilità aumentata (grado 1).
  • Da +20 a +29: Mobilità evidente (grado 2).
  • Da +30 a +50: Mobilità grave.

Hanno misurato questi valori all’inizio e poi regolarmente per 3 anni.

Fotografia realistica di uno strumento Periotest mentre misura la mobilità di un dente pilastro in una bocca con una protesi parziale. Dettaglio elevato, illuminazione clinica, lente macro 70mm.

La Grande Notizia: Denti Più Stabili per Tutti!

E qui arriva il bello! Sapete cosa è successo? In entrambi i gruppi, la mobilità media dei denti rimasti è diminuita drasticamente in 3 anni! All’inizio, il valore mediano PTV era intorno a 9.5 nel gruppo A e 8.0 nel gruppo B (quindi già un po’ mobili, al limite della normalità). Dopo 3 anni, questi valori sono scesi a 5.0 nel gruppo A e addirittura a 2.0 nel gruppo B! In pratica, i denti sono diventati significativamente più stabili grazie all’aiuto dei mini-impianti.

Analizzando i dati più nel dettaglio, tenendo conto di fattori come età, sesso, posizione del dente ecc., si è visto che la riduzione della mobilità è stata notevole: circa 5.3 punti PTV nel gruppo A e 7.6 punti nel gruppo B. Anche se il gruppo B (carico differito) ha mostrato una tendenza a una stabilizzazione leggermente maggiore, la differenza tra i due gruppi non è stata considerata statisticamente rilevante. Quindi, la buona notizia è che i mini-impianti aiutano a stabilizzare i denti rimasti, indipendentemente dal fatto che vengano caricati subito o dopo qualche mese.

Ma Tutti i Denti Sono Sopravvissuti?

Questa è un’altra domanda importante. I mini-impianti aiutano, ma fanno miracoli? Lo studio ha monitorato anche quanti denti sono stati persi durante i 3 anni. Ebbene, qualche dente è stato perso: 16 denti nel gruppo A (su 145 iniziali) e 8 denti nel gruppo B (su 115 iniziali). Le cause principali sono state fratture dentali o problemi parodontali (la vecchia “piorrea”). Questo ha portato a tassi di sopravvivenza dentale a 3 anni dell’88% nel gruppo A e del 92% nel gruppo B.

Anche qui, una leggera tendenza a favore del gruppo B, ma senza differenze statisticamente significative. Cosa ci dice questo? Che anche con l’aiuto dei mini-impianti, se i denti hanno già i loro problemi o se ci sono altri fattori di rischio (come carie o parodontite pregressa), la perdita può comunque verificarsi. I mini-impianti alleggeriscono il carico sui denti naturali, ma non eliminano tutti i rischi, specialmente in persone che hanno già perso molti denti in passato. È fondamentale continuare con una buona igiene orale e controlli regolari!

Perché Funziona? La Meccanica dietro la Stabilità

Vi chiederete: ma come fanno dei piccoli impianti a rendere i denti naturali più stabili? È abbastanza logico. Una protesi parziale, specialmente se mancano denti da un lato (la cosiddetta “sella libera”) o se i denti pilastro sono pochi e mal distribuiti, tende a “infossarsi” nella gengiva quando si mastica dalla parte senza supporto. Questo movimento mette sotto stress i denti pilastro rimasti, che vengono tirati e spinti dai ganci o dagli attacchi della protesi. Aggiungendo dei mini-impianti come supporto extra, si riduce questo movimento indesiderato della protesi. Le forze masticatorie vengono distribuite in modo più uniforme su denti e impianti, e i poveri denti naturali non devono più sobbarcarsi tutto il lavoro (e lo stress!). È come dare delle solide fondamenta aggiuntive alla protesi.

Illustrazione 3D che mostra la distribuzione delle forze masticatorie su una protesi parziale rimovibile supportata sia da denti naturali che da mini-impianti, confrontata con una supportata solo da denti. Focus sulla riduzione dello stress sui denti pilastro grazie ai mini-impianti. Stile grafico medico, alta definizione.

Mini-Impianti: Pregi e Difetti

Come tutte le soluzioni, anche i mini-impianti hanno i loro pro e contro.
Vantaggi:

  • Sono meno invasivi da inserire rispetto agli impianti tradizionali (spesso non serve nemmeno tagliare la gengiva).
  • L’intervento è più rapido e il fastidio post-operatorio minore.
  • Sono generalmente più economici.
  • Possono essere inseriti anche dove c’è meno osso disponibile.

Svantaggi:

  • La loro sopravvivenza a lungo termine, specialmente nell’osso mascellare superiore (che è più “morbido”), è ancora oggetto di studio e potrebbe essere leggermente inferiore a quella degli impianti standard in alcune situazioni.
  • Essendo fatti in un pezzo unico (“one-piece”), potrebbero avere qualche difficoltà in più a integrarsi nell’osso se la qualità di quest’ultimo non è ottimale.
  • La loro lunghezza (di solito almeno 10 mm) può limitare il posizionamento nelle zone posteriori, vicino a nervi o seni mascellari.

Bisogna sempre valutare caso per caso insieme al proprio dentista.

Cosa Significa Tutto Questo per Noi?

La conclusione che possiamo trarre da questo interessante studio è davvero incoraggiante. Se avete una protesi parziale rimovibile che vi dà problemi di stabilità e siete preoccupati per la salute dei vostri denti residui, i mini-impianti strategici rappresentano un’opzione concreta ed efficace. Non solo migliorano il comfort e la funzionalità della protesi (come dimostrato in altre parti dello stesso studio, dove si parlava di miglioramento dell’efficienza masticatoria e della soddisfazione del paziente), ma hanno anche un effetto protettivo sui denti naturali rimasti, riducendone significativamente la mobilità.

È un modo per “dare una mano” ai denti superstiti, stabilizzandoli e potenzialmente allungandone la vita all’interno della bocca. Certo, non sono una panacea contro ogni problema futuro, e la cura quotidiana e i controlli rimangono essenziali, ma rappresentano sicuramente uno strumento in più, relativamente semplice ed economico, per gestire situazioni complesse di edentulismo parziale. Parlatene con il vostro dentista di fiducia!

Fonte: Springer

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