Droga nelle Fogne: Come Scoviamo Nitazeni e Xilazina Nelle Acque Reflue per Proteggere la Salute Pubblica
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di affascinante e, ammettiamolo, un po’ inquietante: come noi scienziati stiamo usando le acque reflue, sì, proprio quello che finisce negli scarichi, per tenere d’occhio la diffusione di nuove e pericolose droghe sintetiche. Sembra fantascienza, vero? Eppure, è una frontiera importantissima per la salute pubblica.
Recentemente, il mercato delle droghe illecite è stato invaso da sostanze chiamate nitazeni. Si tratta di oppioidi sintetici potentissimi, sviluppati negli anni ’50 ma mai approvati per uso medico proprio a causa della loro elevata potenza. Pensate che alcuni di essi sono molto, ma molto più forti della morfina, e persino del temibile fentanyl, responsabile di migliaia di morti per overdose nel mondo. La loro comparsa è una seria minaccia.
Ma non è tutto. C’è un’altra sostanza che sta creando allarme: la xilazina. Questa non è un oppioide, ma un sedativo usato in veterinaria. Il problema? Viene sempre più spesso trovata come “adulterante”, cioè mescolata ad altre droghe come eroina o fentanyl, spesso all’insaputa di chi le consuma. Questo rende le overdose ancora più pericolose, perché i trattamenti standard come il naloxone non funzionano contro la xilazina.
I Nitazeni: Un Pericolo Nascosto
Parliamoci chiaro: i nitazeni sono una vera gatta da pelare. Sviluppati decenni fa, sono rimasti nell’ombra fino a poco tempo fa. Dal 2019, le segnalazioni della loro presenza sono aumentate esponenzialmente in tutto il mondo. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) ne ha identificati ben 32 tipi diversi fino al 2023, e il numero continua a crescere. Perché? Probabilmente per aggirare le leggi che mettono al bando le droghe già note e per modificarne gli effetti. La loro potenza è tale che anche piccole quantità possono essere letali. Abbiamo già visto overdose e allerte sanitarie legate ai nitazeni in Australia, Regno Unito, Irlanda, Europa e Nord America. È una sfida globale che richiede vigilanza costante.
Xilazina: L’Adulterante Inaspettato
E poi c’è la xilazina. Immaginate di usare una sostanza pensando che sia una cosa, e invece contiene un sedativo per animali che può causare effetti collaterali gravi come sedazione profonda, depressione del sistema nervoso, ipotensione e persino ulcere cutanee se iniettata. Negli Stati Uniti, la sua presenza nelle droghe sequestrate e nei casi di overdose è aumentata drasticamente dal 2018. Uno studio ha rilevato xilazina nell’80% dei campioni di paraphernalia legati al fentanyl! E la cosa più preoccupante è che la maggior parte delle persone non sa nemmeno che sta circolando o non la vuole usare. La sua presenza complica terribilmente il trattamento delle overdose da oppioidi.
L’Analisi delle Acque Reflue: La Nostra Lente d’Ingrandimento sulla Comunità
Allora, come facciamo a capire quanto queste sostanze siano diffuse nella popolazione, specialmente quando vengono consumate in piccole quantità o inconsapevolmente? Ecco dove entra in gioco l’analisi delle acque reflue (Wastewater Analysis, WWA). È uno strumento potentissimo! Analizzando campioni prelevati dagli impianti di trattamento delle acque reflue, possiamo ottenere un quadro quasi in tempo reale del consumo di droghe in un’intera comunità. È come avere una lente d’ingrandimento anonima sulla salute pubblica. La WWA è già stata usata con successo per monitorare altre Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) e può funzionare come un vero e proprio sistema di allerta precoce.
Sviluppare il Metodo Perfetto: La Sfida Tecnica
Il problema con nitazeni e xilazina è che, data l’alta potenza dei primi e l’uso come adulterante della seconda, le quantità presenti nelle acque reflue possono essere infinitesimali, parliamo di tracce. Serviva quindi un metodo analitico super sensibile per scovarle. Ed è quello che abbiamo fatto! Abbiamo sviluppato e validato un metodo che utilizza una tecnica chiamata estrazione in fase solida (SPE) per concentrare i campioni di acqua reflua di ben 1000 volte. Immaginate di setacciare un’enorme quantità d’acqua per trovare poche, specifiche molecole. Dopo la concentrazione, usiamo la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa tandem (LC-MS/MS), uno strumento incredibilmente preciso che ci permette di separare, identificare e quantificare queste sostanze anche a livelli bassissimi (sotto il nanogrammo per litro, ng/L!). Abbiamo testato diverse colonne cromatografiche e condizioni per assicurarci di poter distinguere anche isomeri molto simili, come isotonitazene e protonitazene. La validazione del metodo ha seguito standard rigorosi per garantire che i nostri risultati fossero affidabili in termini di:
- Limite di rilevamento (LOD) e quantificazione (LOQ)
- Recupero dopo filtrazione ed estrazione
- Effetti matrice (l’influenza delle altre sostanze presenti nell’acqua)
- Precisione e accuratezza
- Stabilità delle sostanze nei campioni nel tempo e a diverse temperature
Abbiamo scoperto, ad esempio, che conservare i campioni a pH 2 o con l’aggiunta di sodio metabisolfito a 4°C o -20°C è fondamentale per evitare che le molecole si degradino prima dell’analisi.
Cosa Abbiamo Trovato nelle Acque Australiane?
Armati di questo nuovo metodo super sensibile, abbiamo analizzato 180 campioni di acque reflue raccolti da 60 impianti di trattamento in Australia, coprendo sia giorni feriali che weekend. I risultati? Per quanto riguarda i nitazeni, li abbiamo trovati, ma fortunatamente con frequenze basse: tra il 2% e il 6% dei campioni contenevano tracce (vicino ai limiti di rilevamento) di butonitazene, etonitazene, etodesnitazene, N-pirrolidino etonitazene e N-piperidinil etonitazene. Questo ci dice che, almeno al momento dell’analisi (agosto 2024), l’uso non era ancora massiccio, ma la loro presenza è un campanello d’allarme.
La storia è diversa per la xilazina. L’abbiamo rilevata in ben il 26% di tutti i campioni analizzati, e a concentrazioni misurabili, che andavano dal limite di quantificazione (0.1 ng/L) fino a 207 ng/L. Queste rilevazioni sono state confermate anche con analisi ad alta risoluzione (ToF-MS) per essere assolutamente certi. Questo dato è significativo e suggerisce una diffusione molto più ampia della xilazina come adulterante nel mercato illecito australiano rispetto ai nitazeni.
Implicazioni e Futuro: Un Sistema di Allerta Globale
Cosa significa tutto questo? Significa che abbiamo uno strumento potente e validato per monitorare la diffusione silenziosa ma pericolosa di queste nuove minacce. L’analisi delle acque reflue ci offre una fotografia oggettiva e su larga scala del consumo di droghe, bypassando le limitazioni dei sondaggi o dei dati sui sequestri. Questo metodo non è utile solo in Australia; può essere implementato a livello internazionale per creare un sistema di allerta precoce globale. Possiamo tracciare l’arrivo e la diffusione di nitazeni, xilazina e, cosa importante, anche di nuovi derivati che inevitabilmente compariranno sul mercato, semplicemente aggiornando il nostro metodo analitico. È fondamentale agire in fretta per informare le politiche sanitarie, le forze dell’ordine e i servizi di riduzione del danno, aiutando a prevenire overdose e a proteggere le nostre comunità. Il lavoro continua, ma sapere cosa cercare e come cercarlo è già un passo enorme nella giusta direzione.
Fonte: Springer