Meningite Batterica nei Bambini Cinesi: Cosa Ci Svela uno Studio Gigantesco?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento tosto, uno di quelli che fa venire i brividi solo a nominarlo, specialmente se siete genitori: la meningite batterica nei bambini. È una malattia infettiva seria, che colpisce le meningi, le membrane che proteggono il nostro cervello e il midollo spinale. Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante, condotto su larga scala in Cina, che getta nuova luce su questa patologia nei più piccoli, soprattutto considerando gli anni particolari della pandemia di COVID-19. Pronti a scoprire cosa ci racconta questa ricerca?
Cos’è la Meningite Batterica e Perché Fa Paura?
Prima di tuffarci nei dati, rinfreschiamoci la memoria. La meningite batterica è un’infezione grave. I “colpevoli” più comuni sono batteri come lo Streptococcus pneumoniae, l’Haemophilus influenzae e la Neisseria meningitidis. Questi microrganismi, spesso, entrano nel corpo attraverso le vie respiratorie, si fanno strada nel sangue e riescono a superare la barriera protettiva del cervello, infettando le meningi. Il problema serio è che l’infezione scatena una risposta infiammatoria intensa che, insieme alla tossicità diretta dei batteri, può causare danni anche permanenti. I bambini più piccoli, soprattutto sotto l’anno di età, sono i più vulnerabili.
Uno Sguardo Dentro lo Studio Cinese: I Numeri Chiave
Immaginate un’indagine che coinvolge 30 ospedali sparsi in tutte e sette le regioni geografiche della Cina, analizzando i dati di ben 16.566 casi di meningite batterica in bambini ricoverati tra il 2016 e il 2021. È uno studio imponente, pubblicato su Springer, che ci offre una fotografia dettagliata della situazione.
La prima cosa che salta all’occhio è l’età dei piccoli pazienti: l’82,18% dei casi riguardava bambini con meno di 5 anni. Un dato che conferma quanto questa malattia colpisca duro proprio nella primissima infanzia. In particolare:
- Bambini tra 29 giorni e meno di 3 mesi: 31,27%
- Bambini tra 3 mesi e meno di 1 anno: 15,05%
- Bambini tra 1 anno e meno di 5 anni: 35,85%
- Bambini tra 5 anni e meno di 18 anni: 17,82%
Quindi, quasi la metà dei casi (46,33%) si concentra nei primi 12 mesi di vita.
L’Effetto Inaspettato del COVID-19
Ecco una delle scoperte più interessanti. Lo studio ha confrontato il periodo pre-pandemia (2016-2019) con quello durante la pandemia (2020-2021), quando in Cina era in vigore la strategia “COVID-Zero”, con misure restrittive molto severe (mascherine, distanziamento, stop agli assembramenti, limitazioni ai viaggi). Ebbene, la percentuale di ricoveri per meningite batterica rispetto al totale dei ricoveri pediatrici è diminuita significativamente: dallo 0,24% allo 0,16%.
Come si spiega? Semplice: le stesse misure che hanno frenato la diffusione del COVID-19 hanno ostacolato anche la trasmissione di altri patogeni, specialmente quelli che viaggiano per via respiratoria, come appunto i principali batteri responsabili della meningite (*S. pneumoniae*, *N. meningitidis*, *H. influenzae*). È come se, chiudendo la porta al Coronavirus, avessimo reso la vita difficile anche ad altri “ospiti indesiderati”. Studi simili negli Stati Uniti e in Corea hanno osservato riduzioni analoghe per diverse malattie batteriche invasive durante la pandemia.

Chi Sono i “Cattivi”? I Batteri in Causa e i Fattori di Rischio
Lo studio ha cercato di identificare i batteri specifici, anche se i dati erano disponibili solo per il 7,1% dei casi (1179 episodi). Tra questi, lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) si conferma il più frequente (306 casi identificati), seguito da Escherichia coli (202 casi, prevalente nei bimbi sotto l’anno), Staphylococcus aureus (72 casi), Neisseria meningitidis (meningococco, 74 casi), Listeria monocytogenes (59 casi, con un picco tra 1 e 5 anni), Haemophilus influenzae (Hib, 58 casi) e lo Streptococco di gruppo B (GBS, 37 casi, soprattutto nei piccolissimi sotto i 3 mesi).
È interessante notare come pneumococco, meningococco e Hib colpiscano prevalentemente dopo il primo anno di vita, mentre GBS ed E. coli siano più comuni nei neonati e lattanti.
Un piccolo numero di bambini (meno dell’1% in totale per ciascuna condizione) presentava condizioni predisponenti come immunodeficienze primarie, malformazioni della colonna vertebrale o dell’orecchio interno, traumi cranici o perdite di liquido cerebrospinale. Queste condizioni, seppur rare, aumentano il rischio, specialmente di meningiti ricorrenti.
Parlando di vaccini, la situazione in Cina è particolare. Mentre il vaccino contro il meningococco A+C è nel programma nazionale di immunizzazione (NIP) con coperture altissime (>99%), quelli contro pneumococco (PCV) e Hib non lo sono. Sono disponibili a pagamento, ma l’adesione è volontaria e, secondo lo studio e altre fonti citate, ancora relativamente bassa, sebbene in crescita in alcune aree. Questo potrebbe spiegare perché lo pneumococco sia ancora così presente.
Le Conseguenze: Complicanze, Costi e Mortalità
La meningite batterica, purtroppo, non scherza nemmeno quando si parla di conseguenze. Nello studio, il 26,45% dei bambini ha sviluppato almeno una complicanza. Le più comuni sono state:
- Idrocefalo (accumulo di liquido nel cervello): 14,19%
- Versamenti o empiemi subdurali (raccolte di liquido o pus sotto le meningi): 8,68%
- Convulsioni: 4,79%
- Anomalie cerebrovascolari: 4,6%
- Perdita dell’udito: 1,96%
Altre complicanze, meno frequenti ma gravi, includono ascessi cerebrali, ernie cerebrali, shock settico e insufficienza respiratoria.
Lo studio evidenzia che il rischio di complicanze è significativamente più alto nei bambini sotto i 5 anni (29,05% vs 14,46% nei più grandi). Inoltre, chi sviluppa complicanze ha maggiori probabilità di finire in terapia intensiva (30,12% vs 11,15%), ha una degenza ospedaliera più lunga (mediana +140%) e costi sanitari più elevati (mediana +217%). La degenza media per tutti i casi è stata di 16 giorni, con una spesa mediana di circa 2.700 dollari americani.
E la mortalità? Durante il ricovero, sono deceduti 91 bambini, pari allo 0,55% del totale. Anche qui, il rischio è maggiore per chi ha complicanze (1,73% vs 0,12%). La mortalità più alta si è registrata nella fascia d’età 1-5 anni. Sebbene questo tasso possa sembrare più basso rispetto ad altri studi internazionali (es. 2,8% in uno studio USA), gli autori suggeriscono che potrebbe essere sottostimato, poiché in Cina alcuni pazienti molto gravi potrebbero essere dimessi per morire a casa, uscendo così dalle statistiche ospedaliere.

Cosa Portiamo a Casa da Questo Studio?
Questa ricerca ci dà informazioni preziose. Innanzitutto, conferma che la meningite batterica colpisce soprattutto i più piccoli (<5 anni) e rappresenta ancora un carico sanitario importante. Ci mostra come misure di salute pubblica ad ampio spettro, come quelle usate per il COVID-19, possano avere effetti positivi anche su altre malattie infettive. Sottolinea l'importanza della sorveglianza continua e della vaccinazione, anche se in Cina la copertura per alcuni patogeni chiave come pneumococco e Hib è ancora migliorabile. Certo, lo studio ha i suoi limiti, come i dati incompleti sui patogeni e il focus su ospedali terziari che potrebbero vedere casi più gravi. Tuttavia, è un tassello fondamentale per capire meglio l'epidemiologia della meningite batterica in un paese enorme come la Cina e per orientare le future strategie di prevenzione e cura. Insomma, la guardia contro la meningite batterica deve restare alta. Conoscere il nemico, grazie a studi come questo, è il primo passo per combatterlo meglio! Fonte: Springer
