Immagine fotorealistica che mostra in primo piano le mani esperte di un professionista sanitario mentre eseguono le Manovre di Leopold sull'addome di una donna incinta serena; sullo sfondo, sfocato, uno schermo di tablet mostra un video tutorial della stessa manovra. Obiettivo prime 50mm, profondità di campo, illuminazione calda e professionale.

Manovre di Leopold su YouTube: Impariamo Bene o Rischiamo Grosso?

Ciao a tutti! Viviamo nell’era dell’informazione a portata di click, vero? E YouTube è diventato un po’ l’enciclopedia universale per qualsiasi cosa, dal montare un mobile a imparare una nuova lingua. Ma cosa succede quando si tratta di competenze mediche delicate, come le Manovre di Leopold usate in ostetricia? Possiamo davvero fidarci dei video che troviamo online?

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questo: la qualità e il contenuto dei video su YouTube dedicati alle Manovre di Leopold. E, lasciatemelo dire, i risultati sono un mix interessante di luci e ombre.

Ma prima, cosa sono le Manovre di Leopold?

Per chi non lo sapesse, le Manovre di Leopold sono una serie di quattro palpazioni addominali che medici, ostetriche e infermieri eseguono sulle donne incinte. Sono fondamentali durante le cure prenatali perché aiutano a capire un sacco di cose sul bambino:

  • Come è posizionato (presentazione, posizione, situs).
  • A che settimana di gestazione si è circa (in base all’altezza del fondo uterino).
  • Se la testa del bambino è già “impegnata” nel bacino, pronta per il parto.

Insomma, sono un’abilità clinica cruciale che viene insegnata agli studenti di medicina, infermieristica e ostetricia. Ci si aspetta che, una volta laureati, sappiano eseguirle correttamente.

L’indagine su YouTube: cosa hanno scoperto?

I ricercatori hanno adottato un approccio “misto”, analizzando sia i numeri che i contenuti. Hanno cercato “Leopold’s Maneuvers” su YouTube, preso i 100 video più visti e, dopo una selezione basata su criteri specifici (lingua inglese, contenuto focalizzato sulle manovre, presenza di audio/narrazione), ne hanno analizzati 38 in dettaglio.

Per la parte quantitativa, hanno usato un indice chiamato VIQI (Video Information and Quality Index), che valuta flusso, accuratezza, qualità video e pertinenza del titolo. Hanno anche calcolato quanto i video fossero visti e quanto interagissero gli utenti (like, dislike, commenti).

Per la parte qualitativa, hanno guardato i video fotogramma per fotogramma, identificando i temi principali e i passaggi mostrati.

I risultati: luci e ombre della formazione online

Allora, cosa è emerso?

  • Chi carica i video? La maggior parte (il 66%) erano studenti di discipline sanitarie, seguiti da professionisti sanitari e doule. Questo è interessante: sembra esserci una spinta dal basso, forse per colmare lacune percepite nella formazione tradizionale.
  • Qualità generale: Il punteggio medio VIQI era 16 su un massimo potenziale (non specificato nello studio, ma di solito 20 o 25 per indici simili basati su 4-5 item a 5 punti). Non male, ma con un range ampio (14-19), indicando una certa variabilità.
  • Professionisti vs. Indipendenti: Qui un dato chiave: i video caricati da professionisti sanitari avevano punteggi VIQI significativamente più alti per accuratezza, pertinenza e qualità generale. Questo conferma un trend visto in altri studi: l’esperienza conta.
  • Durata e Qualità: C’era una correlazione positiva: più lungo era il video, migliore tendeva ad essere la qualità (flusso, accuratezza, pertinenza, punteggio totale). Sembra che prendersi il tempo per spiegare paghi.
  • Cosa mostrano i video? L’analisi qualitativa ha identificato sei temi principali che coprono l’intera procedura: Fase di Preparazione, 1ª Manovra, 2ª Manovra, 3ª Manovra, 4ª Manovra e Conclusione del Processo.

Fotografia realistica di un'ostetrica che esegue delicatamente una delle Manovre di Leopold su una donna incinta in uno studio medico luminoso. Obiettivo prime, 35mm, profondità di campo, luce naturale controllata.

Le Fasi nel Dettaglio: Cosa Manca Spesso?

Qui le cose si fanno ancora più interessanti. Sebbene tutte le fasi fossero presenti, almeno parzialmente, c’erano delle mancanze ricorrenti:

  • Fase di Preparazione: È stata la fase più menzionata in generale (ottimo!), soprattutto l’informare la paziente. Tuttavia, l’ispezione visiva dell’addome era spesso trascurata. Un altro punto importante, come far svuotare la vescica alla donna prima della procedura, era menzionato, ma non sempre. Anche scaldarsi le mani, un piccolo gesto di comfort e professionalità, non era onnipresente.
  • 1ª Manovra: La palpazione del fondo uterino per identificare la parte fetale c’era quasi sempre, ma la determinazione dell’altezza del fondo (per stimare la settimana gestazionale) era la meno menzionata.
  • 2ª Manovra: Si mostrava bene come posizionare le mani per trovare schiena ed estremità fetali. Ma l’auscultazione del battito cardiaco fetale dopo aver localizzato la schiena, un passaggio logico e importante, era poco presente. E un dettaglio come scaldare il fetoscopio? Quasi dimenticato.
  • 3ª Manovra: L’identificazione della parte presentante sopra la sinfisi pubica era ben mostrata, ma spiegare cosa si stava trovando alla donna o determinare se la parte fosse mobile o fissa era meno comune.
  • 4ª Manovra: Questa manovra serve a capire se la testa è impegnata nel bacino. La tecnica corretta prevede che l’operatore dia le spalle al viso della paziente. Sorprendentemente, questo posizionamento era il dettaglio meno mostrato in assoluto per questa manovra!
  • Conclusione del Processo: Questa è stata la fase meno trattata in generale. Informare la donna sui risultati c’era più spesso, ma la documentazione dei risultati, un passaggio fondamentale nella pratica clinica, era menzionata pochissimo.

Perché tutto questo è importante?

YouTube è una risorsa potentissima e accessibile. Gli studenti la usano tantissimo per ripassare e visualizzare procedure che magari a lezione hanno visto solo su un libro o per poco tempo. E alcuni studi mostrano che l’apprendimento basato su video può essere efficace, a volte anche più della sola teoria, e può ridurre l’ansia degli studenti.

Il problema, come evidenzia questo studio, è la mancanza di un controllo qualità. Chiunque può caricare un video, e anche se fatto con le migliori intenzioni, può contenere imprecisioni o omissioni significative. Imparare una manovra in modo scorretto può portare a valutazioni errate e, potenzialmente, a rischi per la madre e il bambino.

Immagine fotorealistica di uno studente di medicina o infermieristica che guarda un video tutorial sulle Manovre di Leopold su un laptop in una biblioteca universitaria. Obiettivo zoom, 50mm, luce soffusa, focus sullo schermo e sull'espressione concentrata dello studente.

Pensiamo alla quarta manovra: se uno studente impara a farla guardando la paziente invece che dandole le spalle, potrebbe non riuscire a valutare correttamente l’impegno della testa fetale. O se si omette sistematicamente di documentare i risultati, questa cattiva abitudine potrebbe radicarsi.

Cosa possiamo portarci a casa?

Questo studio ci lascia con alcuni spunti importanti:

  1. Non tutti i video sono uguali: Quelli fatti da professionisti sanitari tendono ad essere migliori. Cerchiamo la fonte!
  2. La completezza è rara: Anche i video migliori potrebbero tralasciare qualche dettaglio importante o qualche passaggio “minore” (che minore non è, come la documentazione).
  3. YouTube come complemento, non sostituto: I video possono essere fantastici per visualizzare e ripassare, ma non sostituiscono la pratica supervisionata e l’esperienza tattile necessaria per queste manovre. Come dice lo studio, “nulla può sostituire la pratica clinica”.
  4. Educatori, siate guide: Gli insegnanti possono usare video di alta qualità (selezionati con cura!) come supporto didattico, ma devono anche insegnare agli studenti a valutare criticamente le fonti online.
  5. Creare contenuti migliori: C’è spazio per creare video più completi, magari certificati da istituzioni o società scientifiche, che coprano *tutti* i passaggi raccomandati dalle linee guida, inclusi quelli spesso omessi come la comunicazione con la paziente e la documentazione.

In conclusione, YouTube è uno strumento a doppio taglio per l’apprendimento medico. Offre accesso immediato a una quantità enorme di informazioni visive, ma la qualità è variabile e il rischio di imparare in modo incompleto o scorretto è reale. Questo studio sulle Manovre di Leopold ce lo ricorda chiaramente. La chiave sta nell’usare queste risorse con consapevolezza, spirito critico e sempre integrandole con la formazione pratica e supervisionata.

E voi, usate YouTube per imparare cose nuove, anche nel vostro campo? Vi siete mai chiesti quanto siano affidabili i contenuti che trovate? Fatemelo sapere!

Fonte: Springer

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